lunedì 7 dicembre 2015

Trekking del 06 dicembre 2015


Ritrovo come di consueto alle 8.00 a Portoferraio con Mario e Massimo, quindi ci dirigiamo a San Piero per effettuare un percorso ad anello con partenza dal campo di calcio del paese, sono le 8.35.

Il primo chilometro e 400 metri, lungo un 35 in condizioni accettabili, quindi passiamo su un sentiero privo di numerazione con cui raggiungiamo la Piane al Canale.
Proseguiamo sul 34 (anche se il pannello in legno riporta erroneamente 30) fino a raggiungere effettivamente l'intersezione con il 30 su proseguiamo.

Alle 9.40 siamo alle Macinelle, luogo incantevole anche con una giornata grigia come oggi, qualche foto e proseguiamo fino a raggiungere la GTE (s.8, 31).
Dopo una partenza sostenuta da parte di Mario, adesso è Massimo a dettare il passo, anzi se vogliamo essere esatti a lasciarci indietro, dopo essersi finalmente ripreso da una nottata poco riposante... 
adesso le salite se le mangia a colazione!

Ci riuniremo a Malpasso, giusto il tempo di indossare giacca e windstopper che fatte poche decine di metri incrociamo tre belle ragazze in tenuta running.
Barbara, Minna e Susanna; sapevamo della loro scelta di fare la GTE da Procchio a Pomonte e non a caso ho programmato il giro in modo da incontrarle.

Breve sosta quindi per scambiare quattro chiacchiere e proseguiamo la discesa verso il Perone.
Ma non vi arriveremo, perché una volta raggiunto il bivio con il 7, abbandoniamo il 5 per girare a sud ovest; con il 7 infatti torneremo esattamente alla partenza.

Lungo il cammino un paio di alberi caduti obbligano a brevi deviazioni dal sentiero (come sul 5 scendendo da Malpasso), molto peggio il fondo, devastato per lunghi tratti dai cinghiali.

Nel raggiungere le Piane al Canale, la bandiera dell'Elba sopra un cespuglio, attira la mia attenzione, sono i ragazzi del softair che si stanno divertendo.
Ovviamente Mario irrompe nella loro silenziosa fase di gioco, per salutare un amico... mandando a farsi benedire tutto il tempo dedicato a tattica e mimetismo.

Alle 12.45 raggiungiamo l'auto, mentre Massimo si cambia, Mario ed io ci mangiamo i soliti clementini, 15 i chilometri percorsi, tirati in salita da un Massimo - locomotiva, bravo!

Max

domenica 29 novembre 2015

Trekking del 29 novembre 2015


Le ultime escursioni benché ricche di emozionanti scoperte, sono state decisamente brevi, così per stamani avevo proprio voglia di una bella camminata.
La scelta è presto fatta: quale luogo migliore per macinar chilometri se non Calamita?

Così in compagnia di Mario e Massimo D. alle 8.35 partiamo da piazza del Cavatore e sfruttando uno dei tanti sentieri della zona, alle 9.17 ci ritroviamo sull'anello alto del promontorio.
Passano pochi minuti e l'inaspettato abbaiare di un cane ci sorprende.

E' Massimo R. in perfetta tenuta runner, che arrivandoci alle spalle, si è voluto divertire.
E' giovane, ha ancora voglia di scherzare...

Proseguiamo tutti insieme fino alla fattoria delle Ripalte, quindi dopo un paio di errori nella scelta del percorso, finalmente imbocchiamo il sentiero giusto con cui scendere fino alla miniera del Ginevro.

Breve esplorazione di una piccola galleria e dopo aver dedicato una decina di minuti a giocare sul fianco di un grosso cumulo formato da piccole pietre, rientriamo verso Capoliveri.

Tranne sporadici tratti di salita, lo sterrato ci consente di mantenere un'andatura sostenuta e così in breve tempo: Stagnone, Sassi Neri, Calanova, dove superata la sbarra metallica, usciamo dalla proprietà della Costa dei Gabbiani.

Nel frattempo Massimo R. ci ha abbandonato, doveva rientrare e dopo averci salutato, correndo lo vedremo presto sparire in lontananza.

Avanzeremo per ulteriori 500 metri, quindi prendiamo il sentiero sulla sinistra che sale verso Monterotondo.
A circa metà salita, individuiamo sulla destra un vecchio sentiero recentemente riaperto con cui torneremo presto verso il paese.

Singolare l'incontro con un colubro liscio dai movimenti decisamente rallentati per la bassa temperatura.
Dopo averlo ammirato e fotografato decidiamo di spostarlo dalla zona in ombra in cui si trova, giusto un centinaio di metri, ma sufficienti per esporlo al sole.

Alle 13.56, spengo il gps, siamo all'auto e mentre Massimo si cambia, Mario ed io ci mangiamo un bel mandarino, dopo oltre 20 chilometri ce lo siamo meritato!

Max

sabato 21 novembre 2015

Trekking del 21 novembre 2015 - Le miniere del Vallone


Chiamatelo intuito, chiamatelo caso, chiamatelo botta di ... fortuna, ma come spesso accade, nel cercare una cosa se ne trova un'altra di gran lunga migliore.

Stamani per esempio, nel curiosare nella nota e frequentata zona del Vallone, ci siamo imbattuti in due bellissime sorprese; tanto che abbiamo deciso di rimandare ad altra data il principale motivo della nostra escursione, (ma anche la pioggia ci ha suggerito di farlo).

Tutto ha inizio dal piazzale della vecchia officina, sono le 8,40 quando iniziamo a scendere verso il mare.
La temperatura di 20 gradi è decisamente sopra la media, complice probabilmente il fresco vento di un libeccio decisamente fastidioso.

Poco più di mezz'ora ed attraversando le arrugginite strutture metalliche degli impianti della miniera, "Hai notato quell'apertura?" Domando a Mario.
"Andiamo a dare un'occhiataGli propongo.

Superiore in agilità e curiosità, ma soprattutto nella vista, al mio amico non sfugge una seconda apertura e così, mentre poso lo zaino a terra, è già sparito all'interno di un locale rivestito in cemento per verificare da vicino.
Ovviamente lo seguo.

Una volta entrati, di fronte a noi un muro in mattoni in cui in effetti, in alto a destra è stata praticato un grosso foro.
Senza grosse difficoltà lo varchiamo entrando in una lunga e rettilinea galleria.
Sorprendente!

Vi passeremo circa venticinque minuti.
Pensavo molti meno, evidentemente il tempo vola quando lo trascorri cercando di immagazzinare ogni immagine, ogni sensazione che la bellezza del luogo ti offre. 

Più che appagati dall'inaspettata scoperta, una volta usciti allo scoperto, riprendiamo il cammino.
"Passo da sopra" Afferma Mario sicuro di se.
"Bada che non riesci a passare" Cerco di dissuaderlo io.

Morale, adesso avanza due pizze, aveva ragione lui!
Ammettendo il mio errore di valutazione, dovrò anche sfruttare il suo aiuto per superare l'ultimo tratto di salita con cui raggiungo una relativamente piccola apertura nella roccia.

Da molto tempo ne abbiamo rimandato l'esplorazione e stamani è giunto il momento di dare un'occhiata.
Attraversarne la volta è  decisamente pericoloso, una serie di massi in equilibrio precario consigliano a gran voce di non farlo; chiudo gli occhi al mio "grillo parlante".

Una volta dentro, avanziamo lentamente, i colori del minerale sono fantastici!
Ammutolito da tanta bellezza, con un certo ritardo mi rendo conto del richiamo entusiasta del neo geologo: la galleria si biforca!
E questo si traduce in maggiori opportunità di scoperta!

Trascorreremo più di mezz'ora all'interno di quella che all'unanimità abbiamo definito la più bella galleria mineraria finora visitata.
Incorniciati dal fascio circolare delle nostre lampade frontali, un'infinita serie di affreschi di una tale varietà di colori che solo madre natura riesce a creare.
Per non parlare poi dell'aspetto scientifico, anzi geologico a cui Mario è senza dubbio più interessato.

Semplicemente fantastico!

All'uscita una pioggia fastidiosa ci spingerà ad abbandonare ulteriori esplorazioni e benché siano solo le 11.10, decidiamo più che soddisfatti di rientrare verso casa.

Giornata memorabile!

Max

domenica 15 novembre 2015

Trekking del 15 novembre 2015 - Laghetto delle Conche e miniera del Giove


La crescente passione di Mario per la geologia elbana è stata determinante per la scelta della passeggiata odierna, così in compagnia di un Massimo in perfetta tenuta nordic walking, decidiamo di andare alla ricerca della miniera del Giove.

Sono le 8.36 quando imbocchiamo il sentiero 59 per la torre del Giove, ma ne faremo solo pochi metri per deviare sulla sinistra e scendere verso il laghetto delle Conche.

Strada facendo, mostriamo a Massimo la voragine dell'Oliviero, dall'ampio ingresso imbutiforme opportunamente delimitato da una recinzione.


Altri dieci minuti di cammino ed il colore rosso dell'acqua rapisce la nostra attenzione.
Sinceramente non è solo il particolare colore dell'acqua ad attrarre l'attenzione ma il meraviglioso contrasto che si crea con il terreno circostante.

Ampiamente ripagati dalla bellezza del luogo, impiegheremo diverso tempo nella ricerca dell'ingresso della miniera, che alcuni testi recentemente consultati da Mario, riportano sulla parete sud est del laghetto.

Solo verso le 10.00, grazie alla sua fervente motivazione, il nostro geologo riuscirà nell'impresa.
L'ingresso, pesantemente danneggiato dal cedimento del terreno sovrastante è parzialmente ostruito, tanto che nutro qualche dubbio sul procedere oltre, ma giusto il tempo di indossare la lampada frontale e la nostra guida è già sparita nelle viscere della terra... ed io non posso far altro che seguirlo!

"Aspettaci qui"
Mi raccomando al più prudente Massimo, fermo all'ingresso.
"Contaci"
Mi risponde mentre cerco di raggiungere Mario che a gran voce ci comunica le sue prime scoperte.

Imprudenza a parte, mi bastano pochi metri per restare affascinato dalla galleria.
Le travi di sostegno non sembrano così malmesse, avanzo lentamente verso il vecchio carrello metallico in mezzo alla galleria.
Odo la voce di Mario oltre, una frana lo ha costretto a fermarsi.

Quando lo raggiungo, mi invita a spegnere la lampada, sulla sommità della frana si intravede la luce.
Pensiamo che un possibile cedimento della volta abbia aperto un varco all'esterno, così torniamo indietro, vogliamo provare a cercarne il punto. 

Stavolta sarò io a fare la scoperta, non si tratta di un cedimento della volta bensì di una grossa apertura verticale forse usata come pozzo di areazione che con il passare del tempo ha riempito di detriti la galleria sottostante.

Ampiamente appagati dalle scoperte, è giunto il momento di camminare un po', quindi dietro front, ci lasciamo il laghetto alle spalle e ci incamminiamo verso il Termine.

Spenderemo diversi minuti sulla sua sommità, il panorama su Cavo ed il canale di Piombino non è male.
Quindi attraverso un piacevole sentiero nella macchia facciamo rotta verso ovest per ritornare con un'andatura decisamente più sostenuta all'auto lungo l'asfalto della Parata su cui Massimo potrà finalmente dettare il passo.

Sono le 12.42 quando spengo il gps, circa 10,5 i chilometri percorsi, pochissimi per il tempo impiegato, ma quando si tratta di miniere, non si può aver fretta!

Max

domenica 8 novembre 2015

08 novembre 2015 - Test Elbatrail 2016


Sempre più in alto!
Giusto per citare un famoso detto, per stamani gran bella escursione (mista a qualche corsetta) nel versante occidentale dell'isola.

L'intenzione è infatti, di ridurre il chilometraggio ma accrescere la difficoltà della prossima edizione dell'Elbatrail.

Così, per saggiare la fattibilità di alcuni tratti, ritrovo alle 7.30 a Portoferraio, quindi breve tappa a Marciana Marina per recuperare Attilio e via verso il monte Perone.

Il gruppo è formato da Andrea, Attilio, Mario, Massimo, Massimo e Mas.. me!
Lasciamo le auto nella piacevole area di sosta, quindi verso le 8,20 iniziamo a salire lungo il sentiero 5 per passare presto sul 7 sino a Masso alla Quata; da qui lentamente fino alle Calanche attraverso un 90 bisognoso di manutenzione e segnavia. 

Raggiunta la vetta, lo spettacolo è garantito, se poi avete la fortuna di indovinare una giornata bella come oggi... impagabile!

Foto in tutte le pose, quindi proseguiamo con lo 00 verso Malpasso, da dove, grazie ad un fondo decisamente migliore, riprenderemo il ritmo veloce, già usato sul 7, per ritornare alle auto.

Un piccolo anello di 7 chilometri dai panorami spettacolari, portato a termine in quasi due ore.

Risaliti a bordo, ci dirigiamo a Marciana, parcheggeremo alla fortezza Pisana.
Sono le 10.48 si riprende a salire verso la Madonna del Monte, quindi decidiamo di raggiungere la vetta del Giove, Massimo non c'è mai stato!

Lentamente lungo un 28 piuttosto trascurato, raggiungiamo dopo un quindici minuti abbondanti, la deviazione per la vetta e seguendo gli sporadici ometti di pietra, in dieci minuti siamo sul Giove.

Se dalle Calanche lo spettacolo era bellissimo, quassù lascia a bocca aperta.
Con i suoi 853 metri di altezza, offre panorami del versante nord occidentale che nemmeno il monte Capanne con i sui 1.019 metri riesce.

Verso ovest, sotto di noi Serra Ventosa, proviamo lentamente a scendervi attraverso un fuori pista niente male.
Impiegheremo oltre 40 minuti a raggiungerla, sfruttando anche il sentiero del caprile.

Bevuta alla Madonna del Monte, e per le 13.02 siamo nuovamente alla fortezza Pisana.

Andrea, Attilio e Massimo, sono già scesi in auto, ci saluteranno telefonicamente, mentre Mario, Massimo ed io lo faremo con il cenno della mano.

Bellissima mattinata!

Max

mercoledì 4 novembre 2015

GTE Trail del 01 novembre 2015


Dopo la notturna di fine maggio, rieccomi ad affrontare la GTE, questa volta in compagnia di Attilio, Davide, Minna.
Purtroppo siamo dovuti arrivare alla partenza in auto poiché per cause meteo marine, l'aliscafo delle 6.50 da Portoferraio non garantiva la sosta a Cavo, non ostante le buone previsioni, cielo sereno con vento moderato da NE.

"Meno 3, 2, 1..." Ore 7,23 start del cronometro lungo via Procchi, si comincia con il sentiero 60!
Attilio e Davide in testa a segnare l'andatura, Minna ed il sottoscritto ad indicare la direzione da seguire.

Transitiamo da monte Grosso alle 8,35, il panorama è sempre bellissimo anche per noi isolani, figuriamoci per Davide venuto da Cernusco apposta per partecipare a questa avventura; ne è entusiasta!
Con la successiva tecnica discesa ci distanzieremo leggermente per ricompattarci una volta raggiunto l'asfalto della Parata. 

Aia di Cacio, monte Strega, monte Capannello, ecco  che incontriamo Max R. che ci è venuto incontro da Porto Azzurro e ci accompagnerà per quasi 5 km fino al bivio con il 77.
Da li, in poco tempo raggiungiamo casa Marchetti dove ci attende il primo punto di ristoro allestito da Grazia, sono le 10,57.

Dieci minuti di sosta e si riparte, ancora con il panino in bocca, seguo i miei compagni lungo il fosso dei Catenacci, quindi imboccata la dura salita della cessa incontriamo Mario, Massimo D. e Susy in direzione opposta.
Ovviamente breve sosta per scambiare quattro chiacchiere e riprendiamo a salire.

A fonte Schiumoli eviteremo di fermarci, solo io berrò un fugace sorso d'acqua mentre Attilio ci saluta; preferisce rientrare San Giovanni dove ha parcheggiato la sua auto. 

Da questo punto è Davide a prendere il comando, più che comando direi vera e propria fuga; lo vedremo spesso sparire per poi ritornare verso di noi.
Correre in solitario temo possa fargli sbagliare direzione e non sbaglio; infatti lungo lo sterrato del San Martino, andrà dritto evitando di salire al monte Barbatoia e San Martino come faremo noi.

Poco male, fortunatamente grazie al cellulare gli forniremo le indicazioni necessarie per raggiungerci; lo farà lungo il sentiero 44 che ci porta a Colle di Procchio, secondo ed importante punto di ristoro sempre allestito da Grazia.

Stavolta ci riposeremo e rifocilliamo per circa dodici minuti, Minna ed io sappiamo cosa ci attende...
Il sentiero 18, da sempre il tratto peggiore della GTE, una dura e brutta salita con tratti in chiusura dalla vegetazione in cui i bastoncini sono più utili a farsi largo fra i rovi che a spingere sul terreno!

Finalmente arriviamo al monte Perone, dove è Massimo B. ad aspettarci; sono veramente stanco.
Anche in questo caso sosta di dieci minuti, è l'ultimo punto di ristoro ed approfitto per prendere dall'auto la luce frontale, presumo mi servirà per arrivare a Pomonte.

Quindi alle 15,24 salutiamo Massimo B. "Ci vediamo fra due ore e mezzo a Pomonte" .
Sempre disponibile, anche stavolta ha accettato di farci da balia per riportarci a casa una volta raggiunto il traguardo.

La sosta mi è stata veramente utile, ritornato in forze, affronto più motivato l'ultima salita fino a Malpasso.
Vi arriviamo alle 16,08, la luce del sole è bellissima!
Con questi scenari il morale sale alle stelle e la stanchezza svanisce.

Grottaccia, Cenno, Orlano, ci siamo!
Abbandoniamo il percorso di crino ed entriamo nell'ultimo tratto di macchia, Davide scappa via mentre l'oscurità e la prudenza ci impongono di indossare le lampade frontali.

Attraversiamo i terrazzamenti di Pomonte, via del Passatoio è davanti a noi.
Massimo B. e Davide ci stanno aspettando, sono le 18,02 quando Minna ed io arrestiamo il cronometro.

Troppo bello! 

Concludo ringraziando Max R per le foto, Max B. per averci dedicato tutto il pomeriggio ed ovviamente la moglie per la pazienza ed i ristori della mattina.

P.s.  
Per questa occasione in luogo del solito ETrex ho usato un Forerunner 310XT, singolare la lettura dei dati una volta scaricata la traccia:
51,1 km con +2.500 di ascesa. 

Max

mercoledì 21 ottobre 2015

La miniera del Perone


Il filmato pubblicato il 25 giugno 2015 intitolato "La miniera Capanne" aveva subito suscitato il nostro interesse.
Oggi a distanza di quasi quattro mesi, finalmente ne andiamo alla scoperta.

Grazie alle immagini girate alla presenza di Carlo Gasparri, ritengo di aver individuato il possibile percorso per raggiungere la miniera.
Così scendendo lungo il sentiero 15, benché nascosto dalla vegetazione, ne individuo il passaggio ed in pochi minuti raggiungiamo un'ampia radura.

L'intera area è cosparsa da pietre, e salendo leggermente, ci troviamo presto di fronte all'ingresso della miniera.

Lasciamo a terra gli zaini ed indossate le lampade frontali ci addentriamo con prudenza all'interno.
Avanziamo lentamente e con difficoltà, il soffitto in pessimo stato, è un puzzle di massi di varie dimensioni che potrebbero crollare in qualsiasi momento.
La cosa non ci piace per niente, sarò il primo a fare dietro front, seguito poco dopo da Luigi e Mario.

Ci è sembrato molto più saggio evitare di addentrarci oltre e tornare alla luce del sole piuttosto che raggiungere la fine di quella malmessa e pericolosa galleria di circa 38 metri di lunghezza.

Certamente un luogo interessante che meriterebbe di essere degnamente valorizzato, come sostiene Silvestre Ferruzzi nel suo articolo del 13 dicembre 2014.

Max

domenica 11 ottobre 2015

Allenamento trail Marciana - Pomonte e ritorno















Dopo la piovosa giornata di sabato, per stamani ho programmato un bel giro ad andatura spedita, così invece di scarponi e zaino da 30 litri, indosso scarpe da trail e zaino da 10 l.
Ovviamente con notevole dispiacere, mi impongo di non fermarmi per fotografare; un vero peccato perché il sole è appena sorto ed i colori intorno a me sono bellissimi.

Alle 8.09 saluto velocemente Teresa indaffarata fuori dal bar e mi incammino lungo via Sant'Agabito; il sentiero numero 1 è il primo della lista!
Nel percorrerlo mi imbatto in un grosso castagno caduto che ostacola il passaggio, a circa 950 metri dal paese.
Successivamente, piacevole incontro a San Cerbone con alcuni giovani mufloni a meno di venti metri che non sembrano minimamente disturbati dal mio arrivo.
Solo avanzando ulteriormente verso di loro li metterò in fuga.

Superato il bivio con il sentiero 6, la segnaletica (da anni) diventa carente, è solo grazie alla conoscenza del territorio che non perdo tempo ad individuare il giusto cammino.
Raggiungo così il 2, al cui bivio il segnavia verticale cade letteralmente a pezzi.

Percorro con attenzione i successivi 900 metri circa che mi separano dal bivio con il 5 e 8, le instabili lastre di granito non sono completamente asciutte ed occorre prudenza per non scivolare.

In poco più di un'ora raggiungo Malpasso, adesso si scende!
Meno di mezz'ora ed arrivo al bivio con il 9, 30 e 31; proseguo a dritto apprezzandone la recente pulizia dall'invadente vegetazione.
Presumo così di trovare tutto pulito fino a valle, purtroppo non sarà così, poco prima de Le Mure quasi 900 metri di sentiero necessitano ancora di manutenzione.
E' solo nella zona del monte Cenno che il 31 mostra segni di pulizia e torna ad essere ben percorribile.

Alle 10.52 sono in via del Passatoio a Pomonte, breve tratto di asfalto per raggiungere il s. 4 e si ricomincia a salire.
Il sentiero non è in cattive condizioni, ma in ogni caso ha bisogno di manutenzione, specialmente avvicinandosi al 3 dove finalmente i segni di manutenzione sono evidenti.
Ma il taglio della vegetazione purtroppo, anche in questo caso si limita ad tratto ridotto rispetto all'interezza del sentiero, poco dopo aver superato il bivio con il 10 tocca farsi largo fra le piante.

Troppolo, Serra Ventosa e Madonna del Monte, dove spendo un paio di minuti a dissetarmi, avevo esaurito la mia riserva idrica da circa 20 minuti.
Nella discesa della via Crucis, incrocio almeno una quarantina di bikers che lentamente salgono spingendo a piedi le loro bici da discesa.
Una vera fortuna averli incrociati adesso, una mezz'ora di ritardo è mi avrebbero obbligato a fermarmi per lasciarli passare.

Marciana, fermo il gps alle 13.03, in 4 ore e 55' ho concluso il mio percorso di 22,4 chilometri, adesso una bella birra mi aspetta!

Max

venerdì 9 ottobre 2015

Sterrato del San Martino - lavori in corso


Venerdì 9 ottobre, nelle poche ore a disposizione del pomeriggio, decido di effettuare una breve passeggiata lungo la strada militare del San Martino.
Parto così dalla vicina cava di Colle Reciso e dirigendomi verso ovest noto subito con piacere il considerevole lavoro di taglio della vegetazione che è stato effettuato.

Presumo che il lavoro sia ancora da ultimare, dato che i mezzi meccanici usati sono ancora parcheggiati lungo la GTE, ma sicuramente il più è fatto; un biker incrociato lungo il cammino mi informerà che l'opera di manutenzione è partita dall'asfalto del Monumento ed ha interessato così anche la strada delle Mezzane a cui è stato ripristinato perfino il fondo.

Non mi spingerò fino a quel punto, mi limito a raggiungere Buca di Bomba per poi salire lungo la vicina cessa spartifuoco a fotografare la recente installazione di una centralina meteo. 

Tornando indietro verso Colle Reciso, qualche scatto ad un piccolo serpente (una biscia???).

P.s. Ricevo prontamente informazione dall'amico Pasquale che il serpente in questione è un'innocuo colubro liscio.

Max

domenica 4 ottobre 2015

Trekking del 04 ottobre 2015

Campo di calcio di San Piero, alle 8,07 inizio la passeggiata lungo il sentiero 7.
Ho intenzione di percorrerlo tutto perché l'amico Paolo, assiduo frequentatore della zona, mi ha recentemente informato che sono stati tagliati i vari alberi caduti che sbarravano il passaggio ed ovviamente voglio verificarne lo stato.

In circa 35 minuti raggiungo le Piane al Canale, salendo ho avuto modo di fotografare i primi interventi di taglio ed altri scatti li farò successivamente nel bosco verso Masso alla Quata.
I tronchi tagliati sono stati lasciati a bordo sentiero, la cosa non mi dispiace.

Supero la vecchia postazione antincendio e proseguo verso nord.
Camminando rimuovo dal terreno gli immancabili rami di pino caduti, un intervento a cui sono abituato e che come sempre eseguo senza fermarmi.
Solo a pochi metri dalla fine del 7 una grossa porzione della chioma di un pino giace proprio in mezzo al sentiero.
Per rimuoverla devo togliere le zaino e perdere un paio di minuti, ma ne vale la pena!
Per quanto riguarda il 7, direi tutto ok.

Passo così sul s. 5, ovviamente in direzione SW, altri 45 minuti circa di salita e raggiungo il bivio con il sentiero 8.
Di fronte a me il segnavia principale, peccato vedere la freccia del 5 a terra.
Spenderò più di cinque minuti nel riavvitarla al suo posto (è la seconda volta che lo faccio).
Piccoli interventi di manutenzione che evito di segnalare al PNAT, sono  sicuramente occupati in cose molto più serie...

Continuo la salita sull' 8, pochi metri ed arrivo a Malpasso, altra visione sconfortante quella del segnavia verticale al crocevia fra 8 e 00.
Praticamente è diviso in due pezzi, con quello che indica La Grottaccia appoggiato ad un masso di granito a pochi metri.

Senza dubbio la cosa non sfuggirà alle telecamere che il ns beneamato ente ha deciso di installare alla modica cifra di circa 900.000 euro (se non sbaglio) ed in brevissimo tempo sicuramente verrà collocato un nuovo segnavia.
Nel frattempo accontentiamoci di questo.
Magari un po' di manutenzione ogni tanto...

La discesa lungo l' 8 non rivela ulteriori sorprese (fortunatamente), non è certamente in ottimo stato ma si passa...

Alle 11,25 raggiungo il bivio con i sentieri 9, 31 e 30, giro a sinistra su quest'ultimo (est) rendendomi immediatamente conto che vi è stata fatta della manutenzione.
Certamente non accurata, diciamo un po' tirata via, lo dimostrano i monconi in bella vista e i resti del tagliato abbandonato lungo il sentiero; ma in ogni caso efficace, adesso si passa tranquillamente, almeno per i primi 800 metri circa, perché purtroppo poi il sentiero 30 ritorna in chiusura.
Peccato, avevo già fatto la bocca a raggiungere le Macinelle in tutta tranquillità, invece dovrò percorrere quasi 300 metri "sporchi" prima di ritrovare  un 30 in condizioni decenti.

Superate le Macinelle, luogo incantevole, mi dirigo verso le Piane al Canale, imbattendomi in un altro segnavia danneggiato.
L'infelice segnavia già per come é stato realizzato non poteva che perdere l'orrenda freccia che in questo caso indica "Collaccio".
La incastro alla meglio nella sua posizione, certo che la prima brezza di scirocco la farà ricadere a terra. 

Alle 12,23 concludo il s. 30 e passo sul 34 fino alle Piane al Canale dove passando davanti al pannello in legno non posso che rimarcarne la palese inesattezza, riporta erroneamente il n. 30, quando dovrebbe essere indicato il 34.

Pazienza, abbandono quindi il 34 per un divertente sentiero aperto dai bikers e privo di numerazione con cui mi ricollego al 35 più in basso.

Venti minuti lungo un 35 bisognoso di manutenzione e raggiungo il luogo di partenza.
15 i chilometri percorsi e cinque le ore trascorse.

Max

domenica 13 settembre 2015

Trekking del 13 settembre 2015


Le previsioni meteo non mi trattengono in casa; benché prevedano pioggia e vento, decido ugualmente di fare una camminana da Marciana.
La partenza davanti alla fortezza Pisana è alle 8,26, esattamente quando iniziano a cadere le prime gocce di acqua, che tempismo... indosso subito un gilet di protezione.

Mi incammino lungo l'ampio sterrato che sale per intersecare il sentiero 6, con pochissima luce, pare essere al crepuscolo, raggiungo Pedalta, il gilet non è più sufficiente, dovrò sostituirlo con la giacca impermeabile, almeno un tempo lo era... 

Lascio il s. 6 per il 28 e successivamente raggiungo il s. 10 su cui continuo a salire.
Cerco il più possibile di evitare le pozze d'acqua, ma prima di raggiungere La Tavola, le mie scarpe ormai ne son zuppe!

Affronto così la discesa sempre sotto una pioggerella costante, il 10 non è più un sentiero, è diventato un piccolo ruscello.
Con attenzione e un certa soddisfazione, tipica dei bambini che come vedono una pozzanghera ci vanno dentro e sorridendo ti guardano... me ne frego altamente dell'acqua e senza più saltellare per evitare di bagnarmi, scendo incurante del fondo.

A circa metà discesa, la situazione cambia decisamente, l'acqua non invade più il sentiero, adesso è fra le felci che devo farmi strada!

Alle 10,31 raggiungo finalmente il 3; finalmente perchè non devo più lottare contro il vento di SE.
Allo stesso tempo la pioggia si attenua, son più le gocce che cadono dalle fronde di quelle dal cielo.

Con una marcia spedita supero Serra Ventosa e raggiungo la Madonna del Monte; riempire le borracce è d'obbligo!
Ne approfitto anche per curiosare un po' in giro quindi lungo la via crucis torno alla fortezza Pisana, punto di partenza, spendendo perfino qualche minuto per riposizionare il povero segnavia verticale del 6 caduto a terra.

Sono le 12,40 e dopo una bella passeggiata di oltre 15 chilometri  raggiungo l'auto per indossare indumenti asciutti.

Max

A seguire il video di oggi



lunedì 31 agosto 2015

Trekking del 30 agosto 2015 - sentiero 35

Il programma odierno è di partire da Marina di Campo e raggiungere Fetovaia via San Piero.
Così alle 8.03 mi incammino lungo via di Castiglione quindi passo su via della Grotta, inizialmente in cemento poi in sconnesso ciottolato.
Senza dubbio un tempo doveva essere un' importante via di comunicazione fra i due paesi.

In circa 20 minuti raggiungo la provinciale 29, contino a salire ed attraverso San Piero.
"Ma sai che è proprio bello" Rimugino fra me e me, pensando che meriterebbe una visita approfondita.

Seguendo le indicazioni CAI del s. 35 raggiungo il campo di calcio, da questo punto il percorso non è più una novità, l'unica curiosità sarà valutarne lo stato.
Pochi metri ed ho subito un primo assaggio di cosa mi aspetta... il segnavia in legno abbattuto per terra la dice lunga sulla sua manutenzione.

Generalmente condivido le mie passeggiate con l'amico Mario, anche se non posso negare mi piaccia farle da solo, ma stamani avrei tanto desiderato essere in compagnia di altre tre persone, ovvero: Sammuri, Zanichelli e De Luca, rispettivamente il Presidente, il Direttore ed il Capo Uffico Tecnico del nostro PNAT.

E visto i ruoli che ricoprono li avrei invitati a farmi strada, sicuramente con la conoscenza del territorio che hanno, avrei perso meno tempo a trovare il sentiero!
Esatto, perchè è bene sapere che grazie alla solerte e continua manutenzione a cui sono soggetti i sentieri elbani, non è esatto dire percorrerli, ma decisamente più appropriato dire scoprirli o come in questo caso, trovarli.

Evito ulteriori polemiche, tanto chi ama camminare, è perfettamente a conoscenza della situazione e può confermare se scrivo stupidaggini o no.

Torniamo così alla passeggiata, già prima di raggiungere il mulino di Moncione, sono costretto a farmi largo fra l'erica, successivamente la situazione non può che peggiorare.
Dall'intersezione con il 30 poi diventa un vero disastro, il sentiero è completamente inesistente, di fronte a me ho solo alte felci legate saldamente dai rovi.

Impiegherò quasi venti minuti per avanzare di circa 100 metri e se riesco nell'impresa è solo grazie al bastone che ho portato con me (non a caso) ed alla forza di volontà di avanzare.
Ovviamente il difficile passaggio ha preteso un suo prezzo in termini di fatica e sgraffi specialmente sulla cute non protetta dal succinto abbigliamento estivo...

Approfitto di un bel grappolo di more per riposarmi un'attimo, al fosso del Malocci ci siamo arrivati!
Spera nel meglio ma preparati al peggio... così anche se questo peggio penso di averlo passato, non abbasso la guardia.
Faccio bene, perchè inaspettatamente anche un bel tratto prima di raggiungere il successivo fosso dell'Inferno è completamente chiuso.
Stavolta è fra l'erica che devo districarmi.

Dal fosso dell'Inferno, leggero miglioramento, anche se parlare di "miglioramento" mi fa sorridere...
Superata l'intersezione con il sentiero 8, temo mi aspetti un altro tratto ostico; mi sbaglio, saranno due!

Avanzo lentamente fra un mare di felci cercando di scorgere il minimo segno di un passaggio, di un sentiero.
Non sono certo di esserci riuscito, fatto sta che bene o male ritrovo il 35.
Con l'ultima salita raggiungo il bivio a pochi metri dal caprile, sono le 11,18.

Altra breve sosta per riempire le borracce ed inizio a scendere; anche se non in buono stato, fortunatamente si riesce a passare senza grossi problemi.
Raggiungo il bivio fra Seccheto e Fetovaia, dopo aver passato quello per le Piane alla Sughera, stimo ancora una quarantina di minuti per raggiungere la meta.

Ne impiegherò 37 fino all'asfalto, altri 6 per raggiungere la spiaggia di Fetovaia; sono le 12,32, un bel bagno nell'acqua limpida è la prima cosa che voglio fare!

L'intera camminata ha superato di poco i 12 chilometri, ridicoli pensando al tempo impiegato, ma più che una camminata è stata un'avventura certamente non facile.

A seguire un breve video sull' avvicinamento al fosso del Malocci

Max

lunedì 24 agosto 2015

Trekking del 23 agosto 2015

Mai partenza così tarda, colpa delle uscite serali estive, così sono le 9.38 quando inizio a salire verso monte Capannello, con l'auto parcheggiata nella piccola area pic nic a fianco della provinciale 32.

Nel procedere verso nord lungo il sentiero 62, noto diversi segnavia dedicati alla mtb ad opera presumo di "Elba Gravity" come riportato nelle indicazioni, successivamente ne troverò molti altri; questi bikers si sono dati proprio un bel daffare!

Raggiunta l'Aia di Cacio, per la mancanza dell'orologio al polso (temo di averlo perso) ho un attimo di esitazione sul percorso da seguire, la tempistica per me è fondamentale, decido comunque per il Percorso Pietre Rosse ed inizio a scendere lungo il sentiero 101.

Poco più di venti minuti e mi ritrovo sulla spiaggia di Nisportino, l'acqua cristallina grazie al vento di scirocco, ha attratto un discreto numero di bagnanti.
Nel frattempo ho già più volte realizzato dei brevi video con la nuova action cam posizionata sul petto; era da molto tempo che volevo acquistarla ed adesso non vedo l'ora di testarla.

La salita inizia fra le serecchie, ma non intralciano più di tanto, quindi passando nel sottobosco è solo avvicinandosi a punta dei Mangani che il sentiero avrebbe bisogno di qualche leggero intervento di manutenzione a causa di alcune piante secche che ostacolano il cammino.

In ogni caso, la vista della spiaggia appaga da qualsiasi fatica, benchè "aggredita" via mare da barche e motoscafi, conserva sempre il suo aspetto, bella e selvaggia!
Inoltre sottolineo con piacere il fatto che non l'ho mai trovata così pulita, nemmeno una bottiglia!

Una sosta per un bel bagno ci sarebbe stata proprio bene, ma avrei dotuto alzarmi prima...
Così mi accontento di scattare qualche foto e riprendo a salire.
Torno sul 62 in prossimità dell'asfalto della Parata che sono circa le 11.30, un rapito conto e presumo di essere in perfetto orario per il rientro.

Durante il cammino incrocerò anche due bikers, in perfetta tenuta freeride; quattro chiacchiere e riprendiamo la marcia.
L'incontro mi innescherà un certo dubbio sulla sicurezza, il passaggio (deprecabile) delle moto ha per lo meno il vantaggio che il rumore del loro motore è un buon campanello di allarme per gli escursionisti che hanno generalmente il tempo di prepararsi al loro transito, lasciando, per quanto possibile, libero il sentiero, ma per le mtb, ovviamente molto più silenziose, temo che la possibilità di uno "scontro" con chi cammina sia decisamente più reale e maggiore.  

Da bimbi usava mettere con una molletta un pezzetto di plastica a contatto dei raggi della ruota... il rumore prodotto attirava sempre l'attenzione; magari qualcosa di più evoluto (inseribile solo all'occorrenza) potrebbe essere  di aiuto per prevenire tali situazioni di pericolo.

Preso da queste mie divagazioni "tecnologiche", non mi rendo quasi conto che sono nuovamente all'Aia di Cacio, l'anello Pietre Rosse è completato!
Breve sosta per mangiare due susine e mi rimetto in marcia lungo un sentiero privo di numerazione che passa a sud est della GTE e con cui raggiungo Le Panche.

L'auto ormai è a poche centinaia di metri di asfalto, la raggiungo alle 12.45 dopo aver percorso 12 chilometri abbondanti.

Max


martedì 11 agosto 2015

Trekking del 9 agosto 2015

Una lievissima diminuzione della temperatura è sufficiente a farmi indossare lo zaino e dopo oltre un mese di inattività, ecco che mi invento un'altra passeggiata.

Parto dal parcheggio del Viticcio alle 8,20 lungo il sentiero 49 oggetto lo scorso ottobre di miglioramenti in occasione del primo corso organizzato dal CAI sulla segnaletica e manutenzione dei sentieri.
Pochi minuti e raggiungo l'intersezione con il 51, purtroppo noto con dispiacere che non è ancora stato installato il corretto segnavia promesso dal responsabile del PNAT.

Meno di dieci minuti ed arrivo al Forno, l'acqua immobile e cristallina è veramente invitante, rimpiangerò di non aver portato il costume.
Quindi attraverso il percorso pedonale raggiungo Scaglieri e camminando lungo la spiaggia, l'estremo sud della Biodola da dove parte un vecchio e suggestivo camminamento attraverso la roccia.
Nell'ultimo periodo bellico, costituiva il Posto di Osservazione Costiera (POC) n° 27 della "Biodola Punta Sud Ovest", da diversi anni aimè inglobato (e cementificato) nella proprietà dell'hotel Hermitage.

Sempre lungo costa, giungo al sentiero 45 che seguo in direzione sud e che in prossimità dell'attraversamento della provinciale n° 24 purtroppo è ancora usato come luogo di abbandono di rifiuti (bottiglie e lattine).

Superato l'asfalto, sempre salendo raggiungo il bivio con il 48, sono quasi le dieci; da questo punto i due sentieri proseguono insieme per separarsi solo dopo oltre 400 metri, il 45 piega repentinamente a nord est (sinistra) mentre il 48 prosegue dritto verso Buca di Bomba.

Ne approfitto così per visitare il caposaldo "Monza", recentemente ripulito e segnalato quindi sfruttando un'ampia e ripida pista scendo fino a San Martino passando dalle vecchie scuderie.

Una birra fresca non ci sterebbe male, ma non ho voglia di fermarmi, la strada da fare è ancora molta.

Risalgo così fino a raggiungere lo sterrato che collega Colle Reciso a Literno e ripasso da Buca di Bomba proseguendo sul 48 con cui raggiungo la provinciale 24 non senza fatica; gli ultimi 50 metri circa sono veramente in chiusura.

Oltre l'asfalto il sentiero diventa un ampio sterrato, nessun problema di vegetazione quindi, piuttosto è il caldo sole a recare fastidio.
In prossimità delle Cime, noto con sorpresa una tenda montata al riparo dei grossi pini, a quanto pare il proprietario  non sa che il campeggio libero è vietato.

A questo punto abbandono il 48 per scendere a sinistra verso ovest lungo un sentiero che mi porterà direttamente a pochi metri dal parcheggio del Viticcio.
Lungo il cammino, vedo con piacere che la protezione in ferro al vecchio pozzo romano è ancora al suo posto.

Concludo la passeggiata di oltre 17 chilometri alle 13,25.

Max


sabato 25 luglio 2015

CalamitaNighTrail - 26 luglio 2015


Il promontorio di Calamita è sicuramente una stupenda palestra naturale per lo sport outdoor.
Ampiamente sfruttato per la mtb, basti pensare al Bike Park che con la Legend Cup ogni anno riscuote sempre più successo, ha certamente tutte le carte in regola per poter ospitare un bel trail running.

Per questo, non senza fatica e dopo molto tempo dedicato alla preparazione, sono riuscito ad allestire per domenica sera, un percorso di 18 chilometri con partenza da Capoliveri.

Segnalato il minimo indispensabile, ma in maniera da garantire ad ogni partecipante di potersi scegliere la propria andatura, costituisce solamente una parte di quello che potrebbe essere il vero e proprio Calamita Trail, una gara di oltre 27 chilometri e + 1.000 metri di dislivello.

La scelta della corsa in notturna, dall'indiscusso fascino particolare, magari ci aiuterà a sfuggire un pochino dalla calura di questo luglio torrido; dal carattere assolutamente non agonistico, è così una sorta di test aperto a tutti coloro che muniti di lampada frontale, hanno voglia di correre al chiar di luna e sostenere la mia iniziativa.


Max

lunedì 22 giugno 2015

Trekking del 21 giugno 2015 - sentiero 00

Le grigie nubi all'orizzonte non modificheranno i nostri programmi, la visibilità è notevole, per stamani "00"!

Partenza alle 7.00 da Portoferraio in compagnia di Luigi ed alle 7.40 attraversiamo i vicoli di Marciana.
Iniziamo lentamente a salire lungo il sentiero 3, il profumo dei castagni in fiore è intenso, quasi nauseante.
Pochi minuti e passiamo sul 10 con cui arriviamo alla Tavola, sono quasi le 9.00.

Iniziamo lo 00, non c'è che dire, non esiste sentiero elbano paragonabile a questo per panorami e tecnicità, unico sull'isola.
L'altezza, le prime vie attrezzate, l'incontro con il gentile giglio di San Giovanni (Lilium bulbiferum), ne conteremo ben quattro piante; sembra di essere in un altro luogo.

Con un continuo su e giù raggiungiamo il Capanne, breve sosta e proseguiamo con lo 00 fino a Malpasso.
Dal momento che siamo in perfetta tabella di marcia, decidiamo di proseguire su quest'ultimo.
In caso di ritardo avremmo potuto sfruttare il 5 per rientrare più rapidamente in paese.

La Stretta, Le Calanche, le ultime vie attrezzate e raggiungiamo la fine dello 00.
Sono le 11,18 quando passiamo sul 5, aggiungerei "comodo 5" dopo tanto sali scendi i suoi primi metri ben battuti e pianeggianti sono veramente un piacere per le nostre gambe...

Risaliamo lentamente per raggiungere il bivio con il 125, ancora in buono stato dalla pulizia del trail di aprile.
Lo seguiamo superando alcuni escursionisti, ci consentirà di passare in poco tempo sul 6 e quindi sul sentiero 1.

Superiamo il romitorio di San Cerbone ma a circa 500 metri dalla fine del sentiero, un grosso castagno caduto sbarra il passaggio.
Per la sua rimozione occorre attrezzatura e professionalità, mi limito a fotografarlo e ad annotare le coordinate:
N42° 47.129 - E10° 09.844

Dopo cinque ore e 13 chilometri concludiamo felici la nostra escursione al bar La Porta; caffe per Luigi e birra fresca per il sottoscritto.

Max

lunedì 15 giugno 2015

Trekking del 14 giugno 2015

Con Mario impegnato in altre attività, è in compagnia di Luigi che effettuerò un piacevole anello attraverso i sentieri 3, 14, 27 e 3.

Ritrovo alle 7.30 a Portoferraio ed alle 8.15 iniziamo l'escursione dalla piazza di Marciana.
Inizialmente lungo il 3 (via Crucis) quindi prima di arrivare alla Madonna del Monte, passiamo sul 14.

Non è qualche tratto in leggera chiusura dalle felci a preoccuparci, quanto il rombo dei tuoni in lontananza, non troppo in lontananza...
Sono circa le 9.00 che la leggerissima pioggerella iniziale prende decisamente più consistenza, fortunatamente a pochi metri la piccola cappella votiva ci fornirà riparo per alcuni minuti.

Non intendiamo rientrare e sfidando il maltempo decidiamo di proseguire con il cammino.
Scelta azzardata ma indovinata, ben presto la pioggia cesserà.
Questo non vuol dire che non corriamo più il rischio di bagnarci, ci penseranno più volte i tratti in chiusura dalla vegetazione a "lavarci" ben bene.

Pochi minuti e superiamo il bivio con il sentiero 13 che scende a La Zanca; ci manteniamo sul 14 su cui successivamente troveremo alcuni alberi caduti.
Poca cosa, rimovibili anche senza l'ausilio della motosega (sega a mano), per chi volesse farlo le coordinate sono: 
N42° 47.599 - E10° 07.933 e N42° 47.640 - E10° 07.723.

Lungo un 14 tutto sommato in buono stato, raggiungiamo l'asfalto della provinciale 25, ne percorreremo circa 400 metri per passare sul sentiero 27.
Veramente bello, la sua pecca resta sempre la segnaletica, decisamente carente, ma per chi lo conosce, nessun problema.

Saliamo tranquillamente, concedendoci anche una piccola sosta per mangiare un po' di frutta.
La temperatura è piacevole, ottima giornata per fare quattro passi.

Sono le 11.35 quando ritorniamo sul 3, purtroppo diversamente dal suo tratto iniziale, non è messo molto bene.
In più punti le fronde costringono perfino a chinarsi.
Pensare che è considerato uno dei sentieri più belli d'Italia...

Madonna del Bollero, Serra Ventosa, Madonna del Monte, dove la sosta per riempire le borracce è d'obbligo.

Attraversiamo i suggestivi vicoli di Marciana, le 12.30 sono passate da poco, siamo in perfetto orario sulla nostra tabella di marcia, con 13 i chilometri percorsi.

Max

Esplorazione speleo del 13 giugno 2015

Sempre alla ricerca di nuove gallerie, stavolta è grazie all'indagine web di Mario, che riusciamo a scoprirne e visitarne un'altra.

Forse non completamente consapevoli della pericolosità che tali esplorazioni comportano, cerchiamo comunque di farle nella maniera più prudente ed attenta possibile ed anche per questo, come ho fatto in precedenza, evito di dare informazioni che possano identificarne l'ubicazione. 

Iniziamo con un'affascinante grotta naturale dalle bellissime effusioni di marmo.
Le pareti ripide e bagnate impongono un minimo di attrezzatura (corda ed imbragatura) che pensando non ci sarebbe servita, abbiamo lasciato a casa; così mentre io resto sul bordo a vigilare, Mario lentamente si fa scivolare all'interno.

Passerà diversi minuti a scrutare ogni piccolo anfratto, descrivendomi costantemente ciò che vede e le sue impressioni.
Quindi, giunto il momento della risalita, non senza difficoltà guadagnerà la luce del sole.

Ci sarei entrato volentieri anche io, ma la prudenza ha avuto il sopravvento.
Non sarà così dopo pochi minuti, quando ci troveremo di fronte all'angusto ingresso della vecchia miniera di pirite; indossati casco di protezione e guanti, accendo la lampada frontale e lo seguo senza nascondere un certo disappunto.
"Non è prudente, con tutti questi travi marci sul terreno... 
e nessuno fuori a vegliare su di noi". Sussurrerò più volte a bassa voce.

Inconsciamente penso che anche solo qualche parola pronunciata ad alta voce, possa innescare una sorta di meccanismo di autodistruzione, di crollo inaspettato...
Così i movimenti sono lenti, studiati, Mario avanti ed io a circa tre metri.

Superato il primo tratto, dove procedere è stato più difficoltoso a causa della distrutta armatura in legno, acquisto una certa sicurezza, la roccia sembra solida e la galleria prosegue nell'oscurità, bellissimo.

Alcune brevi diramazioni a destra e sinistra, una sorta di ristretti locali dove forse i minatori riponevano l'attrezzatura o cercavano sollievo dal frastuono dei martelli pneumatici.

Avanziamo ancora, Mario individua una diramazione sulla destra, ne percorre alcuni metri per poi indietreggiare.
"Manteniamoci sulla galleria principale". Mi suggerisce.

Ovviamente vi entro anche io per dare un'occhiata e come spesso accade, attratto dal desiderio di scoperta, continuo ad avanzare senza preoccuparmi del mio compagno.
Odo solo la sua voce che mi cerca.

"Sto avanzando sulla destra" Rispondo.
Intravedere il suo fascio di luce mi fa subito capire che le gallerie si riuniscono.
"Ti sto venendo incontro" Lo informo con voce sicura e decisa.

Un cancello chiuso da una catena ci separa, fortunatamente non è troppo tesa e la mia corporatura mi consente di passare. 
Avanziamo nuovamente uno dietro l'altro, altri sbarramenti di un armatura in legno che ormai è solo di intralcio, quindi un'area dove un tempo deve essersi verificata una frana.
La parete di roccia a pochi metri decreta la fine della galleria; capolinea, si torna lentamente indietro.

Entusiasta per la lunghezza di questa miniera, lo sono altrettanto una volta uscito alla luce.
Bellissima scoperta e nessuno si è fatto male.

Dedicheremo un'altra oretta ad esplorare la zona circostante, scoprendo così anche due enormi pulegge su cui doveva scorrere il cavo di una sorta di teleferica per inviare il minerale a valle, quando la suoneria del telefono mi riporta alla realtà, la moglie esige la mia presenza a casa...

Max