lunedì 22 giugno 2015

Trekking del 21 giugno 2015 - sentiero 00

Le grigie nubi all'orizzonte non modificheranno i nostri programmi, la visibilità è notevole, per stamani "00"!

Partenza alle 7.00 da Portoferraio in compagnia di Luigi ed alle 7.40 attraversiamo i vicoli di Marciana.
Iniziamo lentamente a salire lungo il sentiero 3, il profumo dei castagni in fiore è intenso, quasi nauseante.
Pochi minuti e passiamo sul 10 con cui arriviamo alla Tavola, sono quasi le 9.00.

Iniziamo lo 00, non c'è che dire, non esiste sentiero elbano paragonabile a questo per panorami e tecnicità, unico sull'isola.
L'altezza, le prime vie attrezzate, l'incontro con il gentile giglio di San Giovanni (Lilium bulbiferum), ne conteremo ben quattro piante; sembra di essere in un altro luogo.

Con un continuo su e giù raggiungiamo il Capanne, breve sosta e proseguiamo con lo 00 fino a Malpasso.
Dal momento che siamo in perfetta tabella di marcia, decidiamo di proseguire su quest'ultimo.
In caso di ritardo avremmo potuto sfruttare il 5 per rientrare più rapidamente in paese.

La Stretta, Le Calanche, le ultime vie attrezzate e raggiungiamo la fine dello 00.
Sono le 11,18 quando passiamo sul 5, aggiungerei "comodo 5" dopo tanto sali scendi i suoi primi metri ben battuti e pianeggianti sono veramente un piacere per le nostre gambe...

Risaliamo lentamente per raggiungere il bivio con il 125, ancora in buono stato dalla pulizia del trail di aprile.
Lo seguiamo superando alcuni escursionisti, ci consentirà di passare in poco tempo sul 6 e quindi sul sentiero 1.

Superiamo il romitorio di San Cerbone ma a circa 500 metri dalla fine del sentiero, un grosso castagno caduto sbarra il passaggio.
Per la sua rimozione occorre attrezzatura e professionalità, mi limito a fotografarlo e ad annotare le coordinate:
N42° 47.129 - E10° 09.844

Dopo cinque ore e 13 chilometri concludiamo felici la nostra escursione al bar La Porta; caffe per Luigi e birra fresca per il sottoscritto.

Max

lunedì 15 giugno 2015

Trekking del 14 giugno 2015

Con Mario impegnato in altre attività, è in compagnia di Luigi che effettuerò un piacevole anello attraverso i sentieri 3, 14, 27 e 3.

Ritrovo alle 7.30 a Portoferraio ed alle 8.15 iniziamo l'escursione dalla piazza di Marciana.
Inizialmente lungo il 3 (via Crucis) quindi prima di arrivare alla Madonna del Monte, passiamo sul 14.

Non è qualche tratto in leggera chiusura dalle felci a preoccuparci, quanto il rombo dei tuoni in lontananza, non troppo in lontananza...
Sono circa le 9.00 che la leggerissima pioggerella iniziale prende decisamente più consistenza, fortunatamente a pochi metri la piccola cappella votiva ci fornirà riparo per alcuni minuti.

Non intendiamo rientrare e sfidando il maltempo decidiamo di proseguire con il cammino.
Scelta azzardata ma indovinata, ben presto la pioggia cesserà.
Questo non vuol dire che non corriamo più il rischio di bagnarci, ci penseranno più volte i tratti in chiusura dalla vegetazione a "lavarci" ben bene.

Pochi minuti e superiamo il bivio con il sentiero 13 che scende a La Zanca; ci manteniamo sul 14 su cui successivamente troveremo alcuni alberi caduti.
Poca cosa, rimovibili anche senza l'ausilio della motosega (sega a mano), per chi volesse farlo le coordinate sono: 
N42° 47.599 - E10° 07.933 e N42° 47.640 - E10° 07.723.

Lungo un 14 tutto sommato in buono stato, raggiungiamo l'asfalto della provinciale 25, ne percorreremo circa 400 metri per passare sul sentiero 27.
Veramente bello, la sua pecca resta sempre la segnaletica, decisamente carente, ma per chi lo conosce, nessun problema.

Saliamo tranquillamente, concedendoci anche una piccola sosta per mangiare un po' di frutta.
La temperatura è piacevole, ottima giornata per fare quattro passi.

Sono le 11.35 quando ritorniamo sul 3, purtroppo diversamente dal suo tratto iniziale, non è messo molto bene.
In più punti le fronde costringono perfino a chinarsi.
Pensare che è considerato uno dei sentieri più belli d'Italia...

Madonna del Bollero, Serra Ventosa, Madonna del Monte, dove la sosta per riempire le borracce è d'obbligo.

Attraversiamo i suggestivi vicoli di Marciana, le 12.30 sono passate da poco, siamo in perfetto orario sulla nostra tabella di marcia, con 13 i chilometri percorsi.

Max

Esplorazione speleo del 13 giugno 2015

Sempre alla ricerca di nuove gallerie, stavolta è grazie all'indagine web di Mario, che riusciamo a scoprirne e visitarne un'altra.

Forse non completamente consapevoli della pericolosità che tali esplorazioni comportano, cerchiamo comunque di farle nella maniera più prudente ed attenta possibile ed anche per questo, come ho fatto in precedenza, evito di dare informazioni che possano identificarne l'ubicazione. 

Iniziamo con un'affascinante grotta naturale dalle bellissime effusioni di marmo.
Le pareti ripide e bagnate impongono un minimo di attrezzatura (corda ed imbragatura) che pensando non ci sarebbe servita, abbiamo lasciato a casa; così mentre io resto sul bordo a vigilare, Mario lentamente si fa scivolare all'interno.

Passerà diversi minuti a scrutare ogni piccolo anfratto, descrivendomi costantemente ciò che vede e le sue impressioni.
Quindi, giunto il momento della risalita, non senza difficoltà guadagnerà la luce del sole.

Ci sarei entrato volentieri anche io, ma la prudenza ha avuto il sopravvento.
Non sarà così dopo pochi minuti, quando ci troveremo di fronte all'angusto ingresso della vecchia miniera di pirite; indossati casco di protezione e guanti, accendo la lampada frontale e lo seguo senza nascondere un certo disappunto.
"Non è prudente, con tutti questi travi marci sul terreno... 
e nessuno fuori a vegliare su di noi". Sussurrerò più volte a bassa voce.

Inconsciamente penso che anche solo qualche parola pronunciata ad alta voce, possa innescare una sorta di meccanismo di autodistruzione, di crollo inaspettato...
Così i movimenti sono lenti, studiati, Mario avanti ed io a circa tre metri.

Superato il primo tratto, dove procedere è stato più difficoltoso a causa della distrutta armatura in legno, acquisto una certa sicurezza, la roccia sembra solida e la galleria prosegue nell'oscurità, bellissimo.

Alcune brevi diramazioni a destra e sinistra, una sorta di ristretti locali dove forse i minatori riponevano l'attrezzatura o cercavano sollievo dal frastuono dei martelli pneumatici.

Avanziamo ancora, Mario individua una diramazione sulla destra, ne percorre alcuni metri per poi indietreggiare.
"Manteniamoci sulla galleria principale". Mi suggerisce.

Ovviamente vi entro anche io per dare un'occhiata e come spesso accade, attratto dal desiderio di scoperta, continuo ad avanzare senza preoccuparmi del mio compagno.
Odo solo la sua voce che mi cerca.

"Sto avanzando sulla destra" Rispondo.
Intravedere il suo fascio di luce mi fa subito capire che le gallerie si riuniscono.
"Ti sto venendo incontro" Lo informo con voce sicura e decisa.

Un cancello chiuso da una catena ci separa, fortunatamente non è troppo tesa e la mia corporatura mi consente di passare. 
Avanziamo nuovamente uno dietro l'altro, altri sbarramenti di un armatura in legno che ormai è solo di intralcio, quindi un'area dove un tempo deve essersi verificata una frana.
La parete di roccia a pochi metri decreta la fine della galleria; capolinea, si torna lentamente indietro.

Entusiasta per la lunghezza di questa miniera, lo sono altrettanto una volta uscito alla luce.
Bellissima scoperta e nessuno si è fatto male.

Dedicheremo un'altra oretta ad esplorare la zona circostante, scoprendo così anche due enormi pulegge su cui doveva scorrere il cavo di una sorta di teleferica per inviare il minerale a valle, quando la suoneria del telefono mi riporta alla realtà, la moglie esige la mia presenza a casa...

Max

domenica 7 giugno 2015

Monserrato - intervento di manutenzione

Per stamani piccolo intervento di manutenzione, compensato marino ed impregnante hanno preso il posto del semplice legno d'abete lungo il sentiero che dal grosso pino monumentale porta fino alla croce, sulla vetta del monte Mar di Capanna.

Mantenuto in ottimo stato dall'amico Pasquale è costantemente frequentato da numerosi escursionisti e proprio per questo uno dei più usurati segnavia meritava di essere sostituito.

La sostituzione ha richiesto poco tempo e l'ombra fornita dai vicini pini è stata provvidenziale vista l'alta temperatura estiva. 

Purtroppo, come mostrano le immagini, sia il vecchio che il nuovo segnavia non rispondono alle direttive CAI, ma dato che sia il materiale (spesso di recupero) che il lavoro provengono completamente dal volontariato, non credo si possa predendere più di tanto.

Max

lunedì 1 giugno 2015

GTE by night

A marzo 2014 riesco finalmente a scendere sotto le 10 ore e con estrema gioia dichiaro di aver concluso con la GTE.

Ma confermando il detto che i corridori son bugiardi, eccomi di nuovo ad affrontare questa traversata probabilmente nell'unico modo che mi mancava ovvero farla di notte.

In questa avventura, riesco perfino a coinvolgere l'amico Mario e così decidiamo di provarci fra venerdì 29 e sabato 30 maggio, a quattro giorni dalla luna piena.

La direzione scelta è quella Pomonte - Cavo, non tanto perché la preferisco, ma perché ci consentirà di essere autonomi sia per raggiungere la partenza (con autobus) che per rientrare dall'arrivo (con l'aliscafo), inoltre, procedendo da ovest ad est, potremo sfruttare completamente la luce del tramonto e quella dell'alba.

Piuttosto irritato per il considerevole ritardo dell'autobus, una volta riempita la sacca idrica alla fonte di Pomonte, finalmente alle 20.10 faccio partire gps e cronometro.

L'ottima temperatura e lo spettacolare tramonto, che mi imporrà di scattare anche qualche foto, infondono gioia ed energia; arriveremo a Malpasso in 1 ora e 46 minuti, è tutto così fantastico!
Come prevedibile, il calare del buio impone estrema attenzione, ciò non ostante inciamperò molte volte evitando di cadere solo grazie all'andatura moderata.

Con l'entusiasmo alle stelle, scendiamo verso Procchio dove ci aspetta il primo punto di ristoro.
Mario, reduce da una contrattura al polpaccio, mi informa sulla possibilità che debba fermarsi a Casa Marchetti, non vuole rischiare di farsi male e nemmeno di rallentarmi.

Superato monte San Martino, tre luci nel buio si avvicinano verso di noi, sono Gianni, Ivanna e Michele che partiti da Cavo stanno facendo la GTE nel senso contrario al nostro.
Trascorreremo poco più di tre minuti a salutarci infondendoci coraggio a vicenda.
Sono decisamente più preparati, bravi e veloci di noi, ma per qualche minuto questo piacevole incontro mi fa quasi sentire uno di loro, bello!

Casa Marchetti, secondo punto di ristoro, raccolgo cibo e acqua dall'auto di Mario e lo ringrazio per la compagnia, come preannunciato rientra a casa.
"Tieni il telefono acceso, se sono nei guai ti chiamo" gli chiedo allontanandomi nell'oscurità.

In un istante cambia tutto, non più la sua luce vicina, il ritmo dei suoi passi, i suoi commenti; solo buio e silenzio, sono le 02,35, mi avvicino un po' teso alla zona di pascolo delle mucche e del toro...

Brevissima esitazione di fronte al recinto elettrico, mi chino per scivolarci sotto.
Lo stato di sonnolenza avvertito a monte Orello è completamente svanito, sono concentratissimo.

Sembra tutto tranquillo, dei bovini nessuna traccia, finché me lo trovo di fronte ad una ventina di metri. 
Due grosse sfere chiare, quasi eteree poi la massiccia sagoma proprio al centro del percorso.
Cerco di nascondere la paura e continuo lentamente ad avanzare.
A quanto pare la cosa lo irrita, con un muggito di sfida batte più volte lo zoccolo a terra, pronto alla carica.
Devo trovare rapidamente una soluzione, mi sposto così verso sinistra, cercando di uscire dalla sua visuale, invano.

Improvvisamente la recinzione elettrica, forse son salvo!
La passo rapidamente, se prima ero nel recinto adesso dovrei esserne fuori.
Così è, ma ne sarò certo solo dopo qualche minuto, lungo la salita verso lo sterrato del Buraccio; è andata bene!

Raduno le forze e mi avvicino verso Cima di Monte, so che una volta superato potrò avanzare ad un buon ritmo.
Inaspettatamente altro colpo di scena, mi ritrovo immerso in nubi basse, la visibilità è pessima, faccio veramente fatica a vedere il sentiero.
A pochi metri un branco di capre selvatiche, sorprese quanto me, mi osservano stupite; tenterò di fotografarle, ma è solo una miriade di piccole e sbiadite sfere brillanti che impressioneranno la fotografia. 

Aia di Cacio, dai Max non mollare!
Esco dalla macchia, raggiungo l'asfalto della Parata dove avevo lasciato acqua e barrette energetiche, sono le 05,18 comincia a far giorno, aspettavo con ansia questo momento.

Mi concedo circa sei minuti di riposo e lentamente affronto l'ultima fatica, la salita di monte Grosso.
Raggiungo la cima salutato da un sole infuocato, bellissimo, tanto che perdo del tempo nel cercare di fotografarlo.

Avevo già tolto luce frontale e bandana, adesso Capo Vita è sotto di me.
Con un buon passo cerco di non mollare, gli ultimi chilometri tutti di corsetta, camminare? 
Mai!

L'obiettivo non è più arrivare, ma stare nelle 11 ore.
Arresto il gps ed il cronometro a via Procchi (ex via Frugoso), segnano 10 ore 52 minuti e 35 secondi.
E' finita!

Sono le 07,02, l'aliscafo per Portoferraio parte alle 09.00,  una bella colazione al bar me la sono proprio meritata.


p.s.
Ottima la luce frontale (ONnight 410) mentre la felpa di Mario mi ha salvato dall'umidità delle ultime ore.
Nel pomeriggio sentito Gianni, il tempo da loro impiegato è stato decisamente inferiore, circa 8 ore e 40'.

Max