lunedì 24 giugno 2013

Trekking del 23 giugno 2013


Utile ed impegnativo il trekking odierno.
Utile per aver controllato interamente lo stato di tre sentieri, impegnativo per aver percorso oltre 21 km in una bellissima giornata di sole.

Parto da Marciana lungo il 3, all'altezza della quarta cappella della Via Crucis lo abbandono per imboccare il 10, pochi metri e scopro con piacere che sono stati tagliati i grossi pini caduti che ne sbarravano il passaggio.

Quindi continuo a salire limitando al minimo le soste per fotografare; l'itinerario che ho scelto impone un'andatura spedita se voglio rientrare ai soliti orari.

Così percorro interamente il 10, niente di particolare da segnalare tranne la mancanza di segnavia sul secondo bivio con il 28, il segnavia principale in legno alla "Tavola" che comincia ad accusare gli anni e diverse decine di metri di felci in prossimità della fine che comunque al momento non pregiudicano il passaggio.

Tornato sul 3, ne percorro circa 820 metri quindi passo sul 4; benché privo di grossi problemi, comincia ad essere minacciato in più punti dai rovi che cercano di occuparne lo spazio specialmente nel tratto vicino a Pomonte dove costeggia una recinzione.

Raggiungo il paese dove avevo preventivato, con una breve deviazione, di reintegrare la riserva idrica ma per risparmiare minuti preziosi decido di farne a meno, comprerò una bottiglia una volta arrivato a Chiessi attraverso il "Sentiero del Tramonto", recentemente restaurato dagli studenti.

Così facendo, dopo circa 20 minuti ricomincio a salire lungo il 3; ne apprezzo la recente opera di manutenzione, che però termina all'altezza del San Bartolomeo; peccato, poiché le ultime centinaia di metri prima di raggiungere il bivio con il 4 sono decisamente in chiusura.

Caldo e chilometri si fanno sentire, dovrò dosare sapientemente la mia scorta d'acqua confidando in una bella bevuta alla fonte della Madonna del Monte a cui arrivo con le borracce vuote.

Concludo il 3 senza nient'altro da segnalare; soddisfatto ed in perfetto orario alle 13,25 mi concedo anche il "lusso" di una birra & bruschetta in piazza Umberto I.

Max

mercoledì 19 giugno 2013

Piana della Sughera

Da diverso tempo avevo intenzione di andate a fare un giro in Vallebuia, da quando l'amico Marco mi aveva segnalato l'apertura di un nuovo sentiero che staccandosi dal 8, si congiunge al 35 alla Piana della Sughera.

Così, approfittando di qualche ora libera, lascio l'auto dopo la Locanda dell'Amicizia e mi incammino lungo il sentiero 8, come scritto sul vecchio segnavia principale che per altro riporta congiuntamente anche il numero 35, a mio avviso scorretto, poiché quest'ultimo collega San Piero a Fetovaia.

Fatti circa 900 metri, noto la deviazione del' 8 che bisognoso di manutenzione sale verso destra, ma proseguo dritto lungo il nuovo ed ampio sentiero.

Supero un bivio tenendo la destra (grazie al segnavia) e poco dopo una panchina in legno, quindi attimo di smarrimento nell'attraversare il fosso chiuso per pochi metri da fitte e rigogliose felci.

Il percorso diventa sempre più bello ed interessante e seguire il consiglio di Pasquale di portare al seguito delle forbici da potatura si rivelerà azzeccato: le userò più volte per tagliare isolati rami che invadono il passaggio.

Raggiungo quindi l'intersezione con il 35, ma ne percorro solo pochissimi metri poiché un segnale in legno sulla sinistra indica la via per un "SITO ARCHEOLOGICO" che non conosco e che ovviamente attira la mia attenzione.

Si tratta di una deviazione di quasi 500 metri che permette di vedere due sepolture di possibile attribuzione al periodo megalitico, come recita il cartello informativo.
Peccato che non siano molto presentabili, l'erba ne ha invaso l'interno ed il sagolino sintetico che ne delimita il perimetro è rotto in più punti per entrambe; faccio del mio meglio per rimettere a posto le fatiscenti recinzioni...

Proseguo quindi verso WSW e come immaginavo, raggiungo nuovamente il 35 sul bivio da dove si dirama anche il 37; ottimo, con quest'ultimo ritornerò verso Seccheto.

Anche il 37 avrebbe necessità di manutenzione, specialmente avvicinandosi all'abitato, dove bisogna farsi largo fra alcuni rovi e ricche fioriture nel costeggiare una pittoresca recinzione.
Attraverso via della Greppa, raggiungo l'asfalto percorso precedentemente in auto; salgo per recuperarla, ma prima mi concedo una visita alla "Colonna Incompiuta"; un breve tratto di 180 metri che consente di ammirare questo colosso di granito mentre giace a terra in un contesto estremamente suggestivo; il vicino corso d'acqua forma una piccola cascata e l'ombra di alcuni alberi invita a sedersi sull'adiacente panchina in legno. 

Tornato nuovamente all'asfalto, dopo circa 600 metri concludo l'odierno interessante trekking.

Concludo complimentandomi per il bel sentiero in cui, giusto per pignoleria, faccio notare che per molti segnavia bianco rossi (di ottima fattura), oltre ad essere stato sbagliato il posizionamento (le due strisce sono state fatte perpendicolari al sentiero) ne sono state sbagliate palesemente anche le dimensioni; un piccolo difetto che ovviamente non pregiudica l'orientamento.

Max

venerdì 14 giugno 2013

Manutenzione ai sentieri 13 e 14

Finalmente partita l'opera di manutenzione sui sentieri, dopo alcuni interventi sul 51, gli uomini di "Terra" stanno lavorando con perizia sul 13 e 14.

Purtroppo il loro appalto prevede solo interventi mirati nei punti critici dei vari sentieri, quindi in questo caso il taglio di alcuni alberi caduti che sbarravano il passaggio ed una bella opera di decespugliazione di alcuni tratti in chiusura.


Così, dopo averli percorsi entrambi in data odierna, ritengo che in brevissimo tempo saranno perfettamente privi di ostacoli e zone chiuse.

Max

martedì 11 giugno 2013

Inside Cosmopoli


Grazie all'amico Luigi, interessante esplorazione all'interno di un vecchio camminamento della vecchia Cosmopoli.
Approfittiamo dei lavori di ristrutturazione di un fondo di via Guerrazzi, per accedere tramite una botola a circa 2 metri di altezza, ad un vecchio camminamento mediceo.

Entriamo lentamente uno alla volta, non solo per rispeto del luogo, ma anche per abituare i nostri sensi ad un insolito mondo.
Superata l'angusta entrata, l'alto soffitto è la seconda cosa che mi colpisce, la prima l'odore nauseante che penetra nelle narici.

Il pavimento, attraversato per diversi metri da un moderno tubo, alterna tratti più asciutti a zone melmose e stagnanti, dove l'odore diventa più forte ed occorrono stivali per avanzare.

Ci muoviamo lentamente a sinistra, sono il primo della fila, le emozioni si amplificano perché mi investiranno per primo.
Lasciamo una torcia elettrica all'entrata, ci ha illuminato i primi metri ma adesso avanziamo grazie alle nostre portatili. 

Alcuni archi sorreggono il soffitto a tratti martoriato da crepe e grosse aperture; una scalinata ormai semi distrutta e non più percorribile, si erge sulle nostre teste, permetteva di uscire nella sovrastante via della Fonderia, ci ha detto l'esperto Santino.

Continuo ad avanzare, il soffitto diventa più basso, pur consentendo di mantenere la posizione eretta.
Pietre di svariati colori formano le pareti e la volta, in basso tutto è avvolto da una patina grigio scuro maleodorante.

Alcuni metri più avanti sono invasi da acqua stagnante, putrida; procedo con riluttanza combattendo contro la melma che mi trattiene lo stivale.

Un grosso tubo rosso in pvc sulla mia destra pare sia il responsabile dell'enorme "pozzanghera", con attenzione cerco di superarlo ma un repentino abbassamento del soffitto mi suggerisce di fermarmi.
Per oltrepassare un varco di solo 50 centrimetri circa occorre un abbigliamento speleo che noi non abbiamo.
Peccato, sarebbe stato interessante procedere ancora poiché la luce frontale non mi consente di vedere la fine del cunicolo.

Facciamo dietro front, stavolta sono in ultima posizone e la cosa non mi dispiace.
Ben presto però mi ritrovo capofila: "Vai, vai" mi dice Mario, l'unico privo di stivali.

La parte destra è meno puzzolente ma non meno schifosa con un piccolo esercito di piattole che si sposta freneticamente lungo la parete quando colpito dalla luce diretta della lampada.
Dal lato sinistro invece, un'apertura a meno di due metri di altezza, erutta costantemente acque chiare, che comunque svaniscono abbastanza rapidamente fre le fessure del terreno.

In alto il crollo della volta in mattoni mette in luce un recente intervento di muratura probabilmente per la sostituzione di un tubo di scarico, quindi un muro chiude il camminamento che originariamente proseguiva fino al forte Stella.

Max

domenica 2 giugno 2013

Trekking del 02 giugno 2013


Trekking lungo, da Cavo fino alla zona portuale di Portoferraio.
Ho seguito la GTE fino allo sterrato del Buraccio, quindi via Fabbrello e poi lo sterrato del Vecchio Papa, giù da fonte Schiumoli ed infine attraverso la zona industriale sono tornato all'auto.
Ma come avrete capito non è tanto di dove sono passato che ho voglia di scrivere, ma di cosa ho visto lungo il cammino.

Come notato nelle ultime escursioni, anche per il tratto odierno la prima cosa che balza agli occhi è l'incontenibile sviluppo della vegetazione.
Bella, sana, rigogliosa, non c'è che dire, è un piacere vedere le nostre colline colorate da questa prorompente fioritura.

Con una primavera che non sembra finire mai, ricca di abbondanti piogge, la natura ringrazia!

Il rovescio della medaglia, (c'è sempre un rovescio della medaglia), è che i sentieri, da circa un anno non più sottoposti a manutenzione, adesso sono in repentino peggioramento.
Fra aprile e maggio la crescita veloce delle piante ne ha chiuso e ne sta "stringendo" centinaia di metri.
Diventa quindi molto più difficile non solo individuare il corretto percorso, ma farsi largo fra i cardi in fiore per esempio, non certo adatti al pantalone corto...

Come i cardi, la ginestra, per non parlare del rovo che per primo allunga i suoi rami nel tentativo di sbarrare il passaggio.
Non oso pensare a tratti lungo il 31 o l'8; sfidare la GTE in questo momento sarebbe un grave errore.

Urge quindi un rapido intervento di decespugliazione, ogni settimana di ritardo non può che peggiorare una situazione già parzialmente compromessa.

Max