domenica 26 gennaio 2014

Trekking del 26 gennaio 2014


Quasi come da programma, quasi poiché saremmo dovuti andare a Cavo con l'aliscafo, acconsentiamo alla richiesta di Mario che preferisce usare la sua auto; con il mezzo veloce teme di non poter portare con se la sua fedele cagnetta.

Il trasferimento ovviamente ci fa iniziare il cammino decisamente più tardi, cosa che comunque, stranamente non mi da fastidio, la giornata è così bella che sono proprio di buon umore.

Parcheggiata l'auto alla fine della Parata, evitiamo di partire con la GTE ed optiamo per il più breve 61 che in meno di 20 minuti ci consente di raggiungere l'area picnic vicina al mausoleo Tonietti.

Con un passo tranquillo ed un Mario particolarmente loquace, prima della 10,00 arriviamo in vetta al monte Grosso; prima breve sosta soprattutto per fotografare, quindi proseguendo lungo la ripida discesa, non ostante l'andatura "turistica" riusciamo ugualmente a lasciarci alle spalle Mario e Mauro assorti nelle loro conversazioni.
Dovremmo attenderli alla fine del 61 per riunire il gruppetto ed affrontare insieme il bosco di lecci del successivo 62.

Transitiamo all'Aia di Cacio alle 11,10 senza fermarci, non sarà tanto la salita a darci problemi, quanto il vento teso e ghiaccio da nord che dalla vetta del monte Strega ci accompagnerà fino a quella del Capannello. 
Superiamo quindi l'asfalto del Volterraio e sempre in gruppo iniziamo l'ascesa per Cima del Monte.

Un po' per l'innato spirito agonistico che contraddistingue Mario, Massimo e me ed un po' per dare una "botta di vita" alla passeggiata, ci mettiamo alla prova volentieri per espugnarne la vetta; cosa che faremo tutti e tre insieme, per poi dover attendere diversi minuti l'arrivo di Luigi e Mauro.
Quindi ci concediamo un'altra sosta (circa mezz'ora) per mangiare un boccone e per scattare le classiche foto ricordo.

Superiamo le piane della Madonna e ci incamminiamo lungo lo sterrato del Buraccio; lo abbandoneremo in prossimità dell'area della vecchia discarica per un sentierino prevalentemente usato da cacciatori che attraverso la macchia ci consente di scendere fino ai piccoli laghetti in zona Elvetelba.

Di proseguire per Portoferraio non ci pare proprio il caso, molto meglio raggiungere la mia auto parcheggiata accanto al bar La Curva e rientrare a casa, dato che sono quasi le 15,00 e poi dobbiamo permettere a Mario di indossare i panni da bikers e di tornare a Cavo in mtb a recuperare l'auto.
"Ti portiamo noi a Portoferraio e ci vai con l'aliscafo" gli proponiamo, ma lui è irremovibile, ha già deciso e fa bene, perchè l'ultima corsa era alle  13.10.

Finisco il diario che è buio da un pezzo, spero proprio che adesso sia già rientrato!

Max

domenica 12 gennaio 2014

Test 7000 Passi 2014


Approfitto delle ottime condizioni meteo per "assaggiare" il prossimo trail di maggio (7000 passi) ed in compagnia di un Mario recentemente ritornato dalla Madre Patria, alle 8,58 partiamo dagli Scali Mazzini a Marciana Marina.

Come prevedibile, dopo l'asfalto che ci consente di riscaldarci un po', ci aspetta la salita, ripida, scivolosa, sconnessa e lunga, che praticamente ci accompagnerà fino quasi a Malpasso, tranne qualche breve tratto giusto per riprendere fiato.

Il primo approccio con la discesa non è certo eccezionale, purtroppo il fondo è piuttosto malmesso ed intralciato da rami e gli sporadici e sbiaditi  segnavia sono difficili da individuare, così dovremmo aspettare il successivo sentiero, decisamente più pianeggiante, per poter allungare con l'andatura.

Il passaggio da Marciana ci illude che ormai sia finita, e lo stupendo sterrato che affronteremo successivamente invoglia a dar fondo alle energie rimaste; con un ultimo su e giu e le forze agli sgoccioli, arriviamo in vista del lungomare, è finita!

Ampiamente soddisfatti e certi di poter migliorare, rientriamo  a Portoferraio "belli cotti".

Quanto ci abbiamo impiegato a percorrere i 21,8 chilometri?
Chiedetelo a Mario.

Max

lunedì 6 gennaio 2014

Trekking del 06 gennaio 2014

In ritardo, decisamente in ritardo la partenza di stamani, l'aspetto positivo è che il sole ha avuto un'ora in più per asciugare il granito, cosa che mi sarà molto utile quando affronterò il tratto dello 00.

Ma procediamo con ordine, la partenza è nella zona di Campobagnolo, a pochi metri dallo stagionato segnavia verticale del sentiero 17, sono le 9,08.
Parto spedito, anche perché mi sono alleggerito della giacca, riponendola nello zaino semivuoto ed una bassa temperatura, specialmente all'ombra, mi costringe ad accelerare se voglio scaldarmi.

Seguo il 17 fino a trovare il 19, quindi passo su quest'ultimo, purtroppo quasi completamente dissestato dai cinghiali e come se non bastasse, dopo averne fatto poco più di 400 metri, un leccio  caduto ne sbarra il cammino; a dirla tutta sono riuscito a passare, ma solo dopo aver fatto alcuni metri nella direzione sbagliata, ingannato dall'ostruzione.

Alle 9,50 breve sosta per togliere anche il pile, il sole e l'imminente salita del 18 saranno più che sufficienti a scaldarmi; ne farò solo 175 metri, per poi deviare a sudovest ed andare ad intersecare il 5 nei pressi del Casotto.

Lungo un 5 livellato alla perfezione, incontro la carcassa di un muflone; il ronzio di alcune mosche e l'odore sgradevole mi fanno supporre sia morto da non più di 24/48 ore.
Qualche foto e proseguo fino al Perone sempre sul 5, lo abbandonerò solo per passare sul 7 ed in vicinanza del Masso alla Quata, per il 90.

Salendo verso le Calanche, sono costretto a prestare particolare attenzione a dove passare; i segnavia sono veramente pochi ed oltretutto vecchi e sbiaditi, più di qualche ometto in pietra mi sarà d'aiuto la memoria, anche se per una decina di metri perderò ugualmente il sentiero.

La vista dalla vetta delle Calanche comunque ripaga ampiamente lo sforzo per raggiungerla e con una giornata stupenda come oggi è veramente un peccato non potervi bivaccare una mezz'ora, ma non posso fermarmi, mi sono imposto di raggiungere Malpasso entro le 12,00.
Lo farò con solo 56 secondi di ritardo e così mi concedo il benestare per proseguire con lo 00 fino alla vetta del Capanne (a volte si dice la fortuna...).
Ancora più preciso sarò nel raggiungerne la sommità, 20 minuti mi ricordavo e 20 minuti ci impiego, (a volte si dice la memoria...).

Adesso tutta discesa, rammaricato solo dall'errore del mio etrex 10 che riportava 1.006 metri di altitudine anziché 1.019!
Forse tutti quei satelliti che gli girano intorno l'hanno un po' confuso...

Altre brevi soste per fotografare i numerosi mufloni, incontrati anche prima di raggiungere le Calanche e mi incammino lungo il 2.
L'andatura comunque non è particolarmente veloce, l'esposizione  nord del sentiero presenta vari tratti all'ombra con un granito ancora bagnato e su cui è facilissimo scivolare, cosa che vorrei assolutamente evitare di fare.

Raggiunto il 6, ovviamente la musica cambia ed addentando una succosa mela, sgambetto veloce verso l'asfalto del monte Perone; 1,5 chilometri e sono di fronte al 15, lo percorro in 22 minuti ed alle 14,08 sono nuovamente all'auto.

Max

mercoledì 1 gennaio 2014

31 dicembre 2013 - Visita alla miniera del Ginevro


Qualche telenonata, tanta voglia ed eccoci a chiudere il 2013 all'interno della miniera del Ginevro a Calamita in compagnia di amici ed amici degli amici.

Per l'organizzazione mi avvalgo dell'indispensabile aiuto di Loriana, esperta guida locale; il ritrovo è alle 9,30 al pargheggio dopo il cimitero dove ci attende un bus a nostra disposizione, lo riempiremo completamente, anche perchè al nostro gruppetto se ne aggiunto un altro.

Durante il tragitto per il museo, prima tappa del tour, l'esaustiva spiegazione della nostra guida  viene ascoltata in silenzio da grandi e piccini; lo fa con dovizia di particolari ma soprattutto con passione e per questo riesce a "calamitare" l'attenzione generale.

Raggiunto il museo, la narrazione entra nel vivo, gli interessanti oggetti esposti sono motivo di dettagliate spiegazioni sulla drammatica vita dei minatori.

Quindi, verso le 10,30, risaliamo sul bus, per andare alla volta della miniera del Ginevro, miniera di sola magnetite ed unica miniera sotterranea dell'isola; stavolta la strada un po' più sconnessa fa sobbalzare più volte il veicolo, che comunque affronta imperterrito i vari tornanti che ci separano dall'arrivo.

Breve briefing prima di entrare e iniziamo il tour sotterraneo fra le gallerie della montagna, dove tempo e spazio divengo incerti, indefiniti.
Così l'ora abbondante passa molto più rapidamente e quando torniamo alla luce del sole manca poco alle 12,30.
Simpatico l'effetto della magnetite sulla bussola, esperimento con cui Loriana scatena i più giovani alla ricerca del sassolino polarizzato.

Alle 12,40 la pesante sbarra metallica che delimita l'accesso all'area demaniale della miniera si abbassa definitivamente, ne approfitto per salutare Loriana e gli amici che rientrano a Capoliveri con il bus; Mauro ed io lo faremo a piedi, seguendo inizialmente il percorso della Legend Bike, quindi passati vicino all'amena spiaggetta dell' Istia, riprendiamo quota attraverso la ripida cessa che separa il fosso di Monterotondo da quello di Calanova.

Raggiungiamo l'auto a Capoliveri alle 15,10 dopo aver percorso circa 10,6 chilometri; meglio di così non potevamo concludere il 2013.

Max