lunedì 31 agosto 2015

Trekking del 30 agosto 2015 - sentiero 35

Il programma odierno è di partire da Marina di Campo e raggiungere Fetovaia via San Piero.
Così alle 8.03 mi incammino lungo via di Castiglione quindi passo su via della Grotta, inizialmente in cemento poi in sconnesso ciottolato.
Senza dubbio un tempo doveva essere un' importante via di comunicazione fra i due paesi.

In circa 20 minuti raggiungo la provinciale 29, contino a salire ed attraverso San Piero.
"Ma sai che è proprio bello" Rimugino fra me e me, pensando che meriterebbe una visita approfondita.

Seguendo le indicazioni CAI del s. 35 raggiungo il campo di calcio, da questo punto il percorso non è più una novità, l'unica curiosità sarà valutarne lo stato.
Pochi metri ed ho subito un primo assaggio di cosa mi aspetta... il segnavia in legno abbattuto per terra la dice lunga sulla sua manutenzione.

Generalmente condivido le mie passeggiate con l'amico Mario, anche se non posso negare mi piaccia farle da solo, ma stamani avrei tanto desiderato essere in compagnia di altre tre persone, ovvero: Sammuri, Zanichelli e De Luca, rispettivamente il Presidente, il Direttore ed il Capo Uffico Tecnico del nostro PNAT.

E visto i ruoli che ricoprono li avrei invitati a farmi strada, sicuramente con la conoscenza del territorio che hanno, avrei perso meno tempo a trovare il sentiero!
Esatto, perchè è bene sapere che grazie alla solerte e continua manutenzione a cui sono soggetti i sentieri elbani, non è esatto dire percorrerli, ma decisamente più appropriato dire scoprirli o come in questo caso, trovarli.

Evito ulteriori polemiche, tanto chi ama camminare, è perfettamente a conoscenza della situazione e può confermare se scrivo stupidaggini o no.

Torniamo così alla passeggiata, già prima di raggiungere il mulino di Moncione, sono costretto a farmi largo fra l'erica, successivamente la situazione non può che peggiorare.
Dall'intersezione con il 30 poi diventa un vero disastro, il sentiero è completamente inesistente, di fronte a me ho solo alte felci legate saldamente dai rovi.

Impiegherò quasi venti minuti per avanzare di circa 100 metri e se riesco nell'impresa è solo grazie al bastone che ho portato con me (non a caso) ed alla forza di volontà di avanzare.
Ovviamente il difficile passaggio ha preteso un suo prezzo in termini di fatica e sgraffi specialmente sulla cute non protetta dal succinto abbigliamento estivo...

Approfitto di un bel grappolo di more per riposarmi un'attimo, al fosso del Malocci ci siamo arrivati!
Spera nel meglio ma preparati al peggio... così anche se questo peggio penso di averlo passato, non abbasso la guardia.
Faccio bene, perchè inaspettatamente anche un bel tratto prima di raggiungere il successivo fosso dell'Inferno è completamente chiuso.
Stavolta è fra l'erica che devo districarmi.

Dal fosso dell'Inferno, leggero miglioramento, anche se parlare di "miglioramento" mi fa sorridere...
Superata l'intersezione con il sentiero 8, temo mi aspetti un altro tratto ostico; mi sbaglio, saranno due!

Avanzo lentamente fra un mare di felci cercando di scorgere il minimo segno di un passaggio, di un sentiero.
Non sono certo di esserci riuscito, fatto sta che bene o male ritrovo il 35.
Con l'ultima salita raggiungo il bivio a pochi metri dal caprile, sono le 11,18.

Altra breve sosta per riempire le borracce ed inizio a scendere; anche se non in buono stato, fortunatamente si riesce a passare senza grossi problemi.
Raggiungo il bivio fra Seccheto e Fetovaia, dopo aver passato quello per le Piane alla Sughera, stimo ancora una quarantina di minuti per raggiungere la meta.

Ne impiegherò 37 fino all'asfalto, altri 6 per raggiungere la spiaggia di Fetovaia; sono le 12,32, un bel bagno nell'acqua limpida è la prima cosa che voglio fare!

L'intera camminata ha superato di poco i 12 chilometri, ridicoli pensando al tempo impiegato, ma più che una camminata è stata un'avventura certamente non facile.

A seguire un breve video sull' avvicinamento al fosso del Malocci

Max