domenica 29 marzo 2015

Enfola - visita alla batteria antinave L. De Filippi


Il promontorio dell'Enfola, luogo incantevole e perfettamente manutenuto dall'amico Roberto, racchiude al suo interno la maggior parte delle fortificazioni belliche che costituivano la batteria antinave Lodovico De Filippi e che il sentiero principale (108) mostra solo in parte.
La batteria, costruita fra gli anni 20 ed i primi del 30, in origine era dotata di 5 cannoni da 152/45 fissati su prigionieri di ferro, ridotti poi a 4 nel maggio del 41.

Delle cinque piazzole, tutte con bunker per il ricovero delle munizioni e dove alloggiavano i militari addetti al cannone, quattro sono ancora in ottimo stato di conservazione, solo in una, seriamente danneggiata durante l'invasione alleata del 17 giugno del 1944, è sconsigliabile entrare.

Da oltre un anno visitarle è relativamente semplice grazie ad una sorta di sentiero che le unisce.
Parcheggiata l'auto di fronte alla sede del PNAT bisogna seguire l'ampio sterrato (sentiero 108) che attraverso vari tornanti e panorami mozzafiato sale sul promontorio.

Superate le rovine dell'alloggio ufficiali, ormai completamente distrutto, la cabina di trasformazione e subito dopo il locale della centrale elettrica con la cisterna di fronte, quindi arriverete di fronte a quelli che un tempo erano i gabinetti, dove il sentiero si biforca per descrivere un anello intorno alla vetta.
Tenete la sinistra e fatti circa 50 metri noterete una malconcia scalinata che sale sulla destra.

Porta all'interno di quello che era l'alloggio dei marinai, entrate facendo molta attenzione ed attraversandolo tutto, uscite dalla parte opposta, salite un paio di "gradini" e siete sul famoso sentiero che vi consentirà di visitare non solo tutte e cinque le piazzole ma anche la centrale di tiro, che coordinava il fuoco dei cannoni.

Lungo circa 500 metri, si ricongiunge ad ovest del sentiero 108 e benché sia privo di segnaletica non è comunque difficile da seguire.
Percorrendolo troverete nell'ordine: 2 piazzole, la centrale di tiro con la vicina postazione fortificata per fucile mitragliatore e le rimanenti 3 piazzole, compresa la quarta pesantemente danneggiata.

Raggiunta la quinta piazzola vi renderete subito conto di essere tornati sul sentiero 108, se girate a destra arriverete al bivio dei gabinetti, se girate a sinistra sotto l'alloggio marinai dopo essere passati davanti alla Santa Barbara che ovviamente merita una visita e sulla cui volta spiccava il motto: "NIHIL IMPOSSIBIL VOLENTI".

P.S. riguardo al motto (in cui ormai è leggibile solo la parola volenti) cercando sul web ho trovato altre tre versioni differenti; ma dalla foto sotto e grazie ai ricordi di gioventù, ritengo che quella da me scritta sia la corretta, non ostante il motto latino riportasse impossibile con la e finale...



Max

giovedì 12 marzo 2015

Segnaletica verticale, si parte da San Martino

Radicale cambiamento nella segnaletica verticale quello effettuato in località San Martino per indicare il sentiero 121 ed i due sentieri recentemente aperti nel 2014.

Nemmeno all'escursionista occasionale potranno sfuggire i nuovi segnavia perfettamente conformi alle direttive CAI in cui oltre ai tempi di percorrenza sono state riportate perfino le distanze (insolito).

A questo punto, proprio per venire incontro ai neofiti, con un pizzico di presunzione, cercherò di spiegarne la corretta interpretazione (vedi foto sotto):


  1. Per prima cosa il numero del sentiero che stiamo percorrendo, in questo caso il 121, come indicato all'estrema destra (in coda);
  2. Al centro disposte su tre righe rispettivamente: la meta ravvicinata, quindi l'intermedia ed infine più in basso quella dell'itinerario,  a tutte corrispondono tempi di percorrenza e distanza;
  3. In punta della tabella il logo dell'itinerario (in questo caso quello del PNAT);
  4. In alto verso la coda altri due loghi, che in teoria dovrebbero riferirsi al manutentore ed all'Ente territoriale.
  5. La scritta Rete Escursionistica Toscana ci informa che il sentiero ne fa parte.
Qualora (come da foto successiva) in coda della tabella non sia riportato nessun numero significa che il sentiero non ne ha e che è possibile non figuri nemmeno su mappa.

Complimentandomi per l'ottimo lavoro, concludo però con un certo rammarico nel vedere che il sentiero 65 (così numerato dal 1987) adesso è stato indicato come 00.

Per chi conosce il territorio poco male, dovrà reimpararne la numerazione ma chi non c'è mai stato come reagirà con mappa alla mano???
Auguri.

Doveroso aggiornamento in data 19 marzo 2015 relativo ad un'inesattezza già notata quando ho scattato le prime foto e confermata oggi, passando lungo lo sterrato del San Martino, ovvero errore nel posizionamento di due segnavia che a mia avviso sono stati invertiti.
Infatti come testimonia la foto sotto, mentre il cippo in granito riporta il numero del sentiero 121 (a pochi metri dall'intersezione con il 65) non lo fa la recente tabella;

perché quella che riporta il numero 121 è stata collocata oltre, procedendo verso Buca di Bomba. (foto sotto).

Ad ulteriore conferma della mia asserzione si può esaminare la prima foto del post.

Max

domenica 8 marzo 2015

Alla scoperta del manganese

Fuori uso per una forte faringite (frescata di domenica scorsa) ne approfitto per visitare le recenti gallerie scoperte da Mario.
Così dopo un ritrovo "comodo" alle 9,00 ci dirigiamo nella zona interessata.
Perdonate se resto sul vago, ma escursioni del genere comportano sempre una certa componente di rischio e per affrontarle, oltre ad abbigliamento ed attrezzatura idonea, occorre un minimo di esperenza speleologica che Mario ed io fantastichiamo di avere.
Più esplicitamente, non voglio che qualcuno si cacci nei guai, a causa del mio post.

In tutto 5 gallerie, di cui una esplorata solo parzialmente a causa di una considerevole presenza di acqua sul terreno che ci ha costretto a rinunciare e che quasi certamente è collegata ad un piccolo pozzo in cui abbiamo evitato di scendere.
E' molto più semplice tornarci con un paio di stivali... 

L'estrazione di manganese sembra sia stato il motivo della loro realizzazione, minerale estremamente utile al tempo degli altiforni per la produzione di un miglior acciaio.

Quindi, dopo uno spostamento in auto, concludiamo la mattinata con l'eslporazione di una caverna di caolino; sfruttata al tempo dell'ultimo conflitto bellico come rifugio e riservetta, purtroppo pare sia stata usata come discarica, tanta è la presenza di bottiglie e rottami vari.

Max