domenica 31 maggio 2015

Caposaldo Monza

Elba scrigno di tesori troppo spesso ignorati, come le numerose fortificazioni belliche che disseminate sul territorio sono inghiottite dalla vegetazione.
Risultano sconosciute anche agli stessi elbani, mentre con un po' di buona volontà, potrebbero essere facilmente valorizzate.
L'associazione Elbafortificata ha come scopo anche questo, riportarle alla luce per renderle visitabili.

Ed è quello che è accaduto per il caposaldo 6, nome in codice Monza; costruito dai reparti italiani fra il 1942 e 1943, prevedeva 6 postazioni per fucile mitragliatore, 6 per mitragliatrice e 6 ricoveri.
Dopo l'armistizio i reparti tedeschi integrarono le opere italiane con 4 grandi piazzole per obici da 149/12 di preda bellica italiana.

Dopo un minuzioso ed efficace lavoro di pulizia, da oggi, in concomitanza con la rievocazione storica "Piume al Vento" è possibile visitare una delle grandi piazzole, il vicino ricovero ed attraverso il trinceramento la postazione per mitragliatrice.

Dove?
Basta incamminarsi lungo il sentiero 65 e raggiunta la località Buca di Bomba, seguire l'indicazione del cartello informativo.

Max

domenica 17 maggio 2015

Prove speleo e lavori in corso al Volterraio

Sabato 16 maggio, decidiamo di iniziare la giornata con l'esplorazione di una piccola voragine.
Senza specificare il luogo, per ovvi motivi di sicurezza, con gli zaini carichi di attrezzatura da arrampicata ci incamminiamo lungo il sentiero che in poco tempo ci porterà alla voragine.

Sfruttando un varco nella recinzione causato dalla caduta di un tronco, con estrema cautela fissiamo la corda che utilizzeremo per la discesa; quindi a turno lentamente ci lasciamo inghiottire dal terreno.

Mi basta scendere un paio di metri per avvertire subito la forte umidità che avviluppa le pareti della voragine, la massiccia presenza di muschio conferma la mia sensazione.
Proseguendo nella discesa ben presto il muschio svanisce, lasciando scoperto il terreno argilloso su cui la suola dello scarpone fatica a far presa.
Finalmente appoggio i piedi a terra e come ha fatto precedentemente Mario, mi mantenengo sempre in sicurezza filando la corda attraverso il grigri.
Con attenzione inizio a scendere lungo una ripida discesa che mi porterà a visitare la parte interna della voragine.

Mantenendoci costantemente in comunicazione, cerco di immortalare i bellissimi colori del minerale, quindi, scendendo ancora, un paio di scatti alla piccola apertura sulla sinistra, che a detta delle nostre informazioni, prosegue orizzontalmente per circa altri 12 metri.
Ma eviteremo di entrarci, è piuttosto stretta e come prima esplorazione, ci sembra sufficiente fermarci alla zona più ampia.

E' giunto il momento di risalire, sfruttando il suo sviluppo imbutiforme, riuscirò anche ad evitare l'uso del pedale e solo con la maniglia ed i suggerimenti di Mario, concluderò soddisfatto questa interessantissima esplorazione.

Sono passate da poco le 11, abbiamo ancora un'ora abbondante a disposizione, perché non fare un salto al castello del Volterraio per vedere a che punto sono i lavori di restauro?

Cosi, parcheggiata l'auto nel piccolo spiazzo lungo la provinciale 32, iniziamo a salire lungo il sentiero 55 che porta al maniero.

Dopo pochi minuti, prima breve sosta alla cappella di San Leonardo, dal momento che il cancello è aperto (perché divelto dal muro il perno di chiusura) ne approfitto per scattare qualche foto; quindi riprendiamo l'ascesa fino ad arrivare sotto le mura del castello.

Circondato dalla classica rete di recinzione per cantieri e sovrastato da una scheletrica gru in metallo, ovviamente non può essere visitato.
L'esaustivo pannello informativo, all'inizio della salita parla chiaro:
"CASTELLO INACCESSIBILE CAUSA LAVORI DI RESTAURO"
La durata stimata dell'intervento di 180 giorni comunque, fa sperare che da fine mese sia possibile accedervi...

Al momento esternamente possiamo senza dubbio affermare che è stata ristrutturata la scalinata di ingresso e chiusa, anche se non completamente, la piccola entrata sul lato ovest della muraglia.

Max

domenica 10 maggio 2015

Trekking del 10 maggio 2015

Escursione da Marciana in compagnia di Giacomo e Mario in una bellissima giornata dalla temperatura quasi estiva.

Attraversato il paese, ci incamminiamo sul sentierno numero 1 in buono stato, specialmente per quanto riguarda il fondo.
Ma ancor prima di raggiungere il romitorio di San Cerbone, deviamo a destra per passare sul 6 attraverso un piccolo collegamento privo di numerazione.

Poco più di 45 minuti di cammino e passiamo sul 28, quindi sul 10 con cui saliamo fino alla Tavola.

La speranza, una volta iniziata la discesa, è di poter immortalare la fioritura della ginestra, ma a quanto pare è ancora presto, solo scendendo di quota ed avvicinandoci al 3, ne troveremo un pochina in fiore.

Pazienza, proseguiamo così verso Troppolo e Serra Ventosa sfruttando per un paio di volte piccoli ruscelli per dissetarci, cosa particolarmente gradita a Giacomo privo di scorta d'acqua.

Altra immancabile sosta alla Madonna del Monte per poi concludere la nostra passeggiata di quasi 15 chilometri alle 13,45 presso il bar La Porta dalla cordiale Teresa ovviamente con birra e bruschetta.

Max 


domenica 3 maggio 2015

Trekking del 3 maggio 2015

Weekend tutto laconese, dopo che lunedì abbiamo percorso gran parte del 48 e del 47, stamani eccoci nuovamente in zona per completare il percorso che avremmo voluto fare due giorni fa.

Prima seguendo l'indicazione "Giunca" percorriamo il sentiero che dal 47 (Segagnana) porta verso capo Fonza.
Dalla sviluppo in quota, si rivela decisamente in chiusura, come purtroppo il restante tratto che piegando a sud raggiunge la punta del promontorio, così ben presto ci ritroveremo braccia e gambe bagnate dalla Sputacchina (Aphrophoridae).

Quindi risalendo verso monte Tambone, raggiungiamo il 48 che seguiremo fino a trovare un sentiero sulla destra con cui ritorneremo all'auto.
Saliamo a bordo ed andiamo a vedere la vicina chiesa della Madonna delle Neve.
Scattando qualche foto, ci accorgiamo di un piccolo sentiero che dietro la chiesa scende verso nord; uncuriositi lo prendiamo.

Attraverseremo un tratto di strada asfaltata e sempre proseguendo a nordovest ci incamminiamo verso quella che dalla mappa ritengo fosse casa Tondi.
Il rudere, che ormai cade a pezzi, è veramente affascinante; la sua struttura ha qualcosa di particolare e gli affreschi su alcune pareti ci sorprendono.
Senza dubbio deve essere stata riposta particolare cura nella sua realizzazione.

Attraverso poi un sentiero in chiusura ma ancora percorribile, proseguiamo la salita verso nordovest; ci piacerebbe poter raggiungere il 65 che ormai il gps mostra a circa 200 metri di distanza.

Purtoppo però, dopo vari tentativi, la fitta macchia ci impedisce di proseguire.
Ritorneremo perciò seguendo il percorso a ritroso fino all'auto parcheggiata di fronte alla chiesa, sono già le 14,17 ed è tempo di rientrare.

Max

venerdì 1 maggio 2015

Trekking del 1 maggio 2015

Ritrovo alle 8,00 con Mario per un'escursione da San Martino, dove abbiamo parcheggiato l'auto, fino a Fonza e ritorno.

In primis passiamo sul sentiero che recentemente ho scoperto (grazie a Stefano) e ripulito e che Mario non conosceva, quindi raggiunto il 65, ne percorreremo pochi metri per passare su un altro sentiero che scende fino alle vecchie scuderie dei cavalli.
Noi ovviamente non scendiamo così a valle, ma giusto i metri necessari per intersecare una sorta di ripida cessa con cui arriviamo a Buca di Bomba.

Da qui passiamo sul 48, quindi attraverso le Mezzane, Cocchero e Tambone fino al caprile che domina il promontorio di Fonza.

A questo punto, l'intenzione sarebbe di abbandonare il 48 e proseguire verso la punta di Fonza se non che, alcuni ometti in pietra ci incuriosiscono.
Collocati lungo il tragitto del 48, fanno pensare che il sentiero sia percorribile.

In effetti, non ostante la costante chiusura ed un fondo spesso disastrato, riusciamo a superare punta di Mele ed a raggiungere la vicina spiaggia di ciottoli.
Indispensabili saranno le macchie di vernice rossa, brutte da vedere, ma utili per non perdere la retta via.

Dalla spiaggia, attraverso una rustica scalinata, passiamo a fianco di un'abitazione; continuando a salire arriviamo fino al ripido sterrato che dal monte Tambone conduce fino al vicino agriturismo, da dove proseguiva il 48.

Noi continuiamo sullo sterrato, ma poco dopo notiamo sulla sinistra un paletto in legno con un segnale bianco rosso; che sia una deviazione per poter camminare indisturbati fino alla spiaggia di Fonza?
Certo che si!
Il nuovo tratto, fra parentesi veramente ben fatto, presumo sia stato realizzato dai proprietari dell'agriturismo, stufi di veder transitare sconosciuti nella loro proprietà; così invece di impedirne il passaggio (come sovente fanno stupidamente altri soggetti, vedi Galenzana o P. Penisola) hanno modificato il percorso originale del 48.
Così ben presto ci ritroviamo sulla spiaggia di Fonza, soddisfatti della piacevole scoperta.

Dalla spiaggia riprendiamo a salire lungo la Segagnana (s. 47); mai vista in condizioni del genere, la forza dell'acqua l'ha veramente messa a soqquadro, impensabile da fare in fuoristrada, la sconsiglio decisamente anche ai bikers.

Proprio in questo scompiglio di pietre, Mario rimarrà attratto da un masso particolare (a suo dire...) e senza scomporsi troppo se lo porterà fino all'auto!
Deve essere un suo nuovo metodo di allenamento, penso fra me e me, stimando in 8 chilogrammi il peso del suo souvenir.

Raggiunta la vetta del Tambone, lo aiuto a riporlo a fatica nel suo piccolo zaino, collocherò nel mio la sua felpa e la sua bottiglia d'acqua.
Meno impacciato dalla pietra, affronteremo il restante cammino con un'andatura ancora più spedita, divertendoci perfino ad infastidire per diversi secondi una biscia comodamente sdraiata al sole.

Raggiungiamo l'auto alle 14,30 ed approfittando del vicino bar aperto, ci facciamo una birra fresca, i chilometri percorsi sono stati 19,5 ed il sasso, una volta pesato, si rivela di 9 chilogrammi!

Max