domenica 15 novembre 2015

Trekking del 15 novembre 2015 - Laghetto delle Conche e miniera del Giove


La crescente passione di Mario per la geologia elbana è stata determinante per la scelta della passeggiata odierna, così in compagnia di un Massimo in perfetta tenuta nordic walking, decidiamo di andare alla ricerca della miniera del Giove.

Sono le 8.36 quando imbocchiamo il sentiero 59 per la torre del Giove, ma ne faremo solo pochi metri per deviare sulla sinistra e scendere verso il laghetto delle Conche.

Strada facendo, mostriamo a Massimo la voragine dell'Oliviero, dall'ampio ingresso imbutiforme opportunamente delimitato da una recinzione.


Altri dieci minuti di cammino ed il colore rosso dell'acqua rapisce la nostra attenzione.
Sinceramente non è solo il particolare colore dell'acqua ad attrarre l'attenzione ma il meraviglioso contrasto che si crea con il terreno circostante.

Ampiamente ripagati dalla bellezza del luogo, impiegheremo diverso tempo nella ricerca dell'ingresso della miniera, che alcuni testi recentemente consultati da Mario, riportano sulla parete sud est del laghetto.

Solo verso le 10.00, grazie alla sua fervente motivazione, il nostro geologo riuscirà nell'impresa.
L'ingresso, pesantemente danneggiato dal cedimento del terreno sovrastante è parzialmente ostruito, tanto che nutro qualche dubbio sul procedere oltre, ma giusto il tempo di indossare la lampada frontale e la nostra guida è già sparita nelle viscere della terra... ed io non posso far altro che seguirlo!

"Aspettaci qui"
Mi raccomando al più prudente Massimo, fermo all'ingresso.
"Contaci"
Mi risponde mentre cerco di raggiungere Mario che a gran voce ci comunica le sue prime scoperte.

Imprudenza a parte, mi bastano pochi metri per restare affascinato dalla galleria.
Le travi di sostegno non sembrano così malmesse, avanzo lentamente verso il vecchio carrello metallico in mezzo alla galleria.
Odo la voce di Mario oltre, una frana lo ha costretto a fermarsi.

Quando lo raggiungo, mi invita a spegnere la lampada, sulla sommità della frana si intravede la luce.
Pensiamo che un possibile cedimento della volta abbia aperto un varco all'esterno, così torniamo indietro, vogliamo provare a cercarne il punto. 

Stavolta sarò io a fare la scoperta, non si tratta di un cedimento della volta bensì di una grossa apertura verticale forse usata come pozzo di areazione che con il passare del tempo ha riempito di detriti la galleria sottostante.

Ampiamente appagati dalle scoperte, è giunto il momento di camminare un po', quindi dietro front, ci lasciamo il laghetto alle spalle e ci incamminiamo verso il Termine.

Spenderemo diversi minuti sulla sua sommità, il panorama su Cavo ed il canale di Piombino non è male.
Quindi attraverso un piacevole sentiero nella macchia facciamo rotta verso ovest per ritornare con un'andatura decisamente più sostenuta all'auto lungo l'asfalto della Parata su cui Massimo potrà finalmente dettare il passo.

Sono le 12.42 quando spengo il gps, circa 10,5 i chilometri percorsi, pochissimi per il tempo impiegato, ma quando si tratta di miniere, non si può aver fretta!

Max