Storia dei sentieri dell'Elba e Capraia: Mario Ferrari e Renato Giombini

Mario Ferrari                                       Renato Giombini

Nel raggiungimento di una meta, vicina o lontana che sia, generalmente prevedo il passaggio da una o più tappe.
L'incontro odierno con Mario e Renato ne costituisce sicuramente una delle più significative di questo mio cammino alla scoperta dei sentieri elbani; conoscerne la loro origine per mantenerli vivi.
Chi quindi meglio dei loro creatori poteva rispondere alla mia curiosità?

Mario Ferrari e Renato Giombini si conoscono nel 1982, il primo fresco di nomina in qualità di Dirigente Coordinatore di Piano della Comunità Montana dell'Elba e Capraia, il secondo nel Corpo Forestale dello Stato dal 1967 ed all'epoca già al Comando della Stazione di Marciana Marina con il grado di V. Brigadiere (in seguito Maresciallo).

Fino a quel momento, l'unica classificazione e segnalazione risale addirittura agli anni 50, ad opera del CAI e limitatamente per i sentieri 1, 2 e 3.

L'amore per l'Elba e la motivazione di farne conoscere il territorio li spinge così a tuffarsi in un vasto progetto di ricerca e classificazione del versante occidentale.
Il V. Brigadiere Giombini sul campo, compilando apposite schede in cui annotava distanze, tempi di percorrenza e descrizione; l'Architetto Ferrari in ufficio per dar corpo e struttura alla documentazione raccolta.
Ne nascerà dopo due anni una guida con allegata cartina 1:27.500 (l'unica scala che si adattava al formato cartaceo) dal titolo "GUIDA AI SENTIERI DELL'ELBA - versante occidentale".
"Un primo lavoro per offrire un contributo di proposte e di idee alternative per una diversa fruizione delle risorse ambientali e per la valorizzazione di un patrimonio naturalistico di grande valore culturale e scientifico" scriverà l'allora Presidente della Comunità Montana, Danilo Alessi.

Ma la pubblicazione è solo una parte del loro lavoro, di pari passo venne ovviamente effettuata la riapertura e la segnalazione dei sentieri interessati; un lavoro estremamente impegnativo e difficile sia per la loro parziale chiusura sia ovviamente, per l'assenza di indicazioni.
Le brutte giornate di pioggia venivano impiegate nel taglio e realizzazione dei segnavia in castagno, successivamente collocati sul terreno grazie soprattutto alla totale disponibilità degli effettivi della Stazione del CFS di Marciana Marina e del loro laboratorio.

Tutto ciò non poteva che portare ad un successivo passo, ovvero estendere il loro intervento di classificazione a tutta l'isola.
Con la stessa metodologia di lavoro, nasce quindi nel 1987, dopo altri tre anni di grande impegno "LA GUIDA AI SENTIERI DELL'ELBA - Capraia e Montecristo" con allegata cartina 1:25.000.
L'opera ha un successo decisamente maggiore, verrà stampata in circa 30.000 copie di cui circa 6.000 in tedesco.
L'influenza inoltre del vicino GR20 Corso, indurrà gli autori a proporre al mondo escursionistico un percorso di cresta, la GTE, ben descritto nel loro volume e destinato a diventare il più famoso percorso elbano.
Al riguardo, curiosa la motivazione del doppio arrivo Pomonte/Mortaio, il primo per il capolinea degli autobus, il secondo poiché all'epoca sede dell'unico albergo aperto tutto l'anno e quindi in grado di offrire accoglienza agli stanchi escursionisti.

In questa seconda pubblicazione si registrano anche significative correzioni rispetto alla precedente; alcuni sentieri, come il 23, 28, 30, 31, 32 e 36 vengono parzialmente modificati.

Negli anni 90 con l'instaurazione del Parco dell'Arcipelago Toscano, Mario e Renato si rimettono in gioco e con la collaborazione del naturalista Gianfranco Barsotti ci offrono loro terza pubblicazione.
Uscirà nel 2001, dal titolo "Guida ai Sentieri Natura dell'Elba e Capraia", non solo come restyling della precedente, ma come completo ed indispensabile  aggiornamento rispetto alla quale però viene mantenuta la numerazione dei sentieri, ormai consolidata ed adottata anche dal PNAT.

Pionieri ed innovativi, hanno sempre cerato di immergere il lettore nell'ambiente naturale, reso "primo attore, in quanto elemento indispensabile a dare qualità alla vita circostante" scriveranno in una nota introduttiva.

Promotori infine del progetto "Elba trekking", purtroppo arenato a causa di una certa "sordità" degli enti.
Prevedeva di mettere a disposizione degli escursionisti, alcune strutture demaniali come quelle in località Acquaviva, quella a Pedalta ed il casotto a Marina di Campo con lo scopo di offrire dei punti di appoggio; in pratica la saggia idea di realizzare dei rifugi.

A nome del popolo escursionista a cui spero di continuare ad appartenere per ancora molto tempo, non posso quindi che ringraziarli; con il loro impegno e la loro lungimiranza hanno saputo creare, classificare ed organizzare questa rete di percorsi che giorno dopo giorno, ci consente di conoscere sempre più la natura e noi stessi.

Marciana Marina 24 aprile 2013

Max.