GTE TRAIL - Il Road book



Dato che sempre più sportivi si cimentano in questa traversata, prima di riportare i tempi da me impiegati nel farla, mi sembra molto più importante ed utile pubblicarne una sorta di road book che possa essere di aiuto per coloro che non ne conoscono il percorso.


Direzione Cavo / Pomonte
 
Lunghezza: 50 km

Dislivello: +2.800 m.

Tecnicità: molto impegnativa

Coordinate GPS partenza: N42° 51.975'  E10° 25.160'
Coordinate GPS arrivo: N42° 44.914'  E10° 07.534

Rifugi bivacchi ostelli: NESSUNO

Rifornimenti acqua: SI
una a circa metà percorso 27° km (fonte Schiumoli) N42° 47.101'  E10° 19.231' ed una all'arrivo a Pomonte (fonte di Pomonte)

Copertura cellulare: SI 80%

Servito da mezzi pubblici: SI

Esposizione: da NORDEST a OVEST

Vie di fuga: Molteplici.

Premessa:
In generale la GTE è sufficientemente segnalata, poiché comprende i sentieri: 60, 61, 62, 63, 64, 65, 48, 44, 18, 5, 8 e 31, tuttavia, alcuni suoi tratti e vari incroci sono sprovvisti di segnaletica, fatto che può generare incomprensioni sul corretto percorso da seguire.
Da sottolineare che dal 2017 è stata modificata da parte del ente Parco.

Descrizione del percorso storico :
Seguire il lungomare Kennedy a Cavo in direzione nord, fino a prendere via Procchi (ex via Frugoso), quindi il  pannello in legno dedicato (anche se contiene alcune inesattezze) dovrebbe sancire la partenza della GTE; resettate gps  ed iniziate a salire seguendo l'asfalto, fatti circa 100 metri prendete l'ampio sterrato sulla destra.

A 1,4 km primo incrocio significativo, tenete la destra e fatti altri 2,7 km arriverete ad un bivio, a sinistra il Mausoleo Tonietti, di fronte a voi il sentiero 61 (1° via di fuga per Cavo) e sulla destra, superati due tavoli in legno, dovrete girare per proseguire sulla GTE.

Avanzate nel bosco di lecci, seguendo i segnavia, fino a raggiungere dopo 480 m. una strada asfaltata; a destra si scende sul mare, quindi andate a sinistra in salita.
Si oltrepassa un cancello che consente sulla sinistra il passaggio pedonale e dopo alcuni tornanti in cemento si arriva all'ingresso dell'agriturismo Amandolo (sulla destra e 2° via di fuga per Cavo).

Continuare dritto verso SW lungo l'ampio sterrato, fatti 250 m. una casa di fronte a voi vi impone di svoltare, fatelo a sinistra.
Altri 230 m. e si abbandona lo sterrato per un sentiero sulla destra che attraverso alcuni tornanti ed un successivo sterrato in ciottoli su cui tenere la destra,  vi porterà sempre salendo fino alla vetta di monte Grosso (338 m), ottimo punto panoramico e sede di un vecchio Semaforo della Marina Militare in ristrutturazione.
Dalla vetta si affronta una ripida discesa, attenzione, quindi il sentiero 61 esaurisce la sua corsa raggiungendo l'asfalto della Parata (3° via di fuga); il vs gps segnerà 9 km.

A destra i metri sull’asfalto sono pochissimi e si rientra subito sullo sterrato tenendo la sinistra e seguendo le indicazioni GTE s. 62.
Non fatevi ingannare dalla pendenza iniziale, il successivo tratto nel bosco è piuttosto veloce, fatti 970 metri altra via di fuga sulla sinistra, ma voi proseguite dritto ed in poco tempo arriverete all’Aia di Cacio, pannello informativo e tavolino sulla destra ed asfalto di fronte a voi (5° via di fuga) a sinistra si scende a Rio Elba a destra a Nisporto/Nisportino; ovviamente per la GTE si deve attraversare l’asfalto ed intraprendere la salita in terra e sassi che porta fino al monte Strega (425 m) di fronte a voi sempre s. 62.

Il tratto sul crinale è molto bello, il panorama entusiasmante, dopo qualche su e giù e procedendo sempre dritto arriverete al M. Capannello (406 m) la cui discesa vi condurrà ad un’area attrezzata con tavoli e pannelli informativi, a pochi metri dalla strada provinciale del Volterraio (6° via di fuga) e fine del 62.

Attraversato l’asfalto siamo sul sentiero 63, una lunga salita ad est del castello del Volterraio (eretto nell’anno 1000 su una preesistente struttura etrusca, svolgeva compiti di avvistamento e difesa dai pirati), quindi sempre sul crinale si arriva su una prima vetta ricca di antenne quindi con una discesa e successiva risalita a Cima di Monte (516 m), sul cui lato spicca un grosso e vecchio ripetitore color verde.
Da questo punto vi aspetta un lungo tratto veloce, quasi tutto in discesa e panoramico; il vs. gps segnerà 17,2 km una volta arrivati alle Piane della Madonna, caratterizzate da un insolito prato verde che si affaccia sulla suggestiva gola del Monserrato, alla vostra sinistra (7° via di fuga attraverso il s. 105)

Continuate tenendo lo sterrato a destra (s. 63) ad in poco tempo, superata la deviazione per le Trane, arrivate ad una bivio, di fronte a voi un pino con tanto di segnavia, a sinistra si scende a Porto Azzurro con il sentiero 77 (8° via di fuga), voi proseguite a destra in discesa seguendo sempre lo sterrato principale.

Raggiungerete così l'asfalto della provinciale, attenzione nell'attraversarlo e passerete sul sentiero 64; altri 140 m dritto ed arrivate ad un bivio, svoltate a destra, passate di fronte ad una bella villa sulla destra e seguite i segnavia bianco rossi.
Dopo una seconda villa ed un bivio (da prendere a destra) il sentiero inizia a salire costeggiando il fosso dei Catenacci che vi rimarrà a sinistra.

Sempre dritto finché il sentiero curva repentinamente a destra per una ripida e sconnessa cessa spartifuoco, percorretela fino ad incrociare perpendicolarmente uno sterrato, la GTE svolta lungo la prima a sinistra dentro il bosco di pini.

Il tratto è piacevole e riparato dal sole, quindi si affaccia su uno sterrato più ampio, tenete la sinistra e dopo 400 m., in prossimità di una radura con tanto di bivio, la destra (nordovest) su un’altra cessa spartifuoco che vi porterà sulla vetta del m. Orello fiancheggiando due bunker dell’ultima guerra.
Punto molto panoramico, dal 2° bunker lo sterrato riscende verso il basso, dove raggiunto un bivio, vi renderete conto di aver fatto strada (e fatica)  che avreste potuto evitare svoltando a destra all’uscita del sentiero precedente; scherzo della GTE per farvi gustare il paesaggio!

Da questo bivio (a 750 metri dal bunker), svoltate sulla prima a sinistra, tutta discesa fino agli ingressi per alcune case, lasciateli a sinistra e seguite i segnavia a dritto.
Alcuni tornanti in discesa ed arriverete ad un piccolo ranch di cavalli, seguitene la recinzione svoltando a sinistra all’altezza di un pannello informativo; quindi sempre dritto fino a raggiungere uno sterrato ancora più ampio, proseguite dritto (no a destra) al successivo tornante potrete finalmente dissetarvi alla sorgente di Fonteschiumoli.

Proseguendo a 27,7 km sarete davanti all’ingresso della cava della SALES; al bivio asfaltato (10° via di fuga) finisce il 64, tenete la sinistra in salita in direzione di Lacona, poiché a destra scendereste a Portoferraio e dopo 200 metri abbandonatelo per lo sterrato in ciottoli alla vostra destra, adesso siete sul sentiero 65 (anche se il segnavia in legno riporta erroneamente 45).

Seguite sempre il ciottolato principale non curandovi di alcune deviazioni a destra e sinistra; superate due riservette in cemento (possibilità di riparo in caso di improvviso maltempo), lo sterrato in prossimità di un pannello in legno (deviazione per il s. 121 e 11° via di fuga) svolta a sinistra, da questo punto fate attenzione perché dopo 170 m. di leggera discesa, dovrete abbandonare la via principale per una traversa che sale a sinistra e che, superata una radura, sempre dritto vi porterà prima sul m. Barbatoia (359 m) e successivamente sul San Martino (368 m) dove l’evidente blocco squadrato di granito (Termine) rappresenta il confine di 4 comuni.

Quindi tutta discesa sino ad un ampio bivio, (Buca di Bomba), qui finisce il 65 e tenendo la sinistra, lasciandovi il piccolo rudere sulla destra, si passa sul 48; percorretene 620 m. quindi in prossimità del successivo bivio, tenete la destra per passare sul 44.
Dopo pochi metri ne noterete il dissesto: pendenza, pioggia e passaggio delle moto sono le cause del suo stato.

Il 44 va percorso completamente; passerete a fianco di un vecchio rudere con un ponte di più recente costruzione, seguite sempre lo sterrato principale fino ad arrivare ad un casolare parzialmente abbandonato, ancora dritto passando a fianco di un campo di calcio, quindi al bivio a destra ed ancora a destra (segnavia); ormai siete sull’asfalto lungo via di Literno, seguite i segnavia fino a raggiungere la provinciale 25 (12° via di fuga), su cui continuate a salire a destra in direzione di Procchio (a sinistra si scende a Marina di Campo).

50 metri di provinciale e facendo molta attenzione ad attraversarla immettetevi sul 18 a sinistra dopo aver fatto 35,3 km.
Il sentiero parte subito in salita per poi concedervi qualche breve tratto in cui riprendere fiato; seguite sempre il percorso principale che facendovi riguadagnare quota offre una suggestiva veduta dell’aeroporto di Marina di Campo.
Quindi spostandosi sul versante nord, in un bel tratto nel bosco potrete aumentare l’andatura.

Usciti dal bosco, dopo poco arriverete ad incrociare una strada sterrata, seguitela a destra per 600 m. non curandovi della successiva deviazione alla vostra destra a 150 m. che scende verso Redinoce (13° via di fuga); quindi abbandonate lo sterrato che porta a S. Ilario per il sentiero 18 che prosegue alla vostra destra.
Attraverso un tratto ripido raggiungerete il 17, avrete fatto 39 km.; i due sentieri proseguono insieme per 340 m., quindi mentre il 17 va dritto il 18 sale bruscamente a destra, continuate su di esso.

Alcuni tornanti e vi aspetta un altro tratto ripido, una sorta di scalinata fatta da traverse in castagno con cui raggiungerete il bosco di pini sovrastante.
Terminata la scalinata, tenete la destra sempre salendo (ma più dolcemente) quindi fatti 270 m. abbandonate lo sterrato per continuare ancora sul 18 che sale più ripido sulla sinistra.
Passerete accanto ad una torretta in legno, un tempo osservatorio antincendio, quindi dopo 41,0 km sull’asfalto di monte Perone (14° via di fuga) che scende a sinistra per Marina di Campo e a destra per Poggio / Marciana.

Se volete concedervi una sosta il luogo è perfetto, anche perché le salite non sono finite; attraversando l’asfalto siete sul sentiero 5, che avrete già notato pochi metri prima sulla sinistra , con esso (ben segnalato) proseguite evitando prima il 7 sulla sinistra dopo quasi 700 m. poi lo 00 una volta fatti altri 800 m. ed infine il 125 sulla destra.

A 43,8 km il 5 prosegue a destra, mentre la GTE passa sul 8 a sinistra, quindi occorre salire ancora pochi metri per arrivare a Malpasso, punto di incrocio fra 8 e 00; da questo punto con il massiccio granitico del monte Capanne (1.019 m) sulla destra in teoria vi potete tuffare in una lunga discesa fino all’arrivo a Pomonte.
In pratica dovrete prestare attenzione al primo tratto piuttosto tecnico in granito, che migliorerà solo scendendo di quota e che inoltre è piuttosto avaro di segnavia.

La situazione migliora avvicinandosi al bivio con il 9, il 30 ed il 31, da Malpasso avrete percorso già 1,5 km; proseguite a dritto sempre sull’ 8 quindi dopo circa 190 metri un nuovo segnavia indica 8 a sinistra e 31 a destra, procedete a destra sul 31 (crinale) e dopo altri 500 m. di salita e discesa tra le rocce (Grottaccia), scenderete in una radura ricca di felci con un bel caprile, lasciatevelo a sinistra (un tempo a destra).

Sempre dritto lungo il sentiero principale; fiancheggiate m. Cenno e dopo l’Orlano la cui discesa necessita di un po’ di attenzione, ma solo per pochi metri.
Sempre scendendo lungo il 31 raggiungerete l’ultimo bivio con il 9 che proviene da destra, girate a sinistra verso fondo valle, ormai le case di Pomonte sono vicine.
Oltrepassando un piccolo ponte di cemento terminate la vostra avventura di 50,8 km, BRAVI; a circa 50 metri sulla sinistra c’è l’indicazione per la fonte del paese, una bella bevuta di acqua fresca ve la siete proprio meritata!


Curiosità:
Attualmente il record appartiene a Matteo Anselmi, che con il tempo di 5 ore 17 minuti e 06 secondi il 16 gennaio 2021 ha compiuto la traversata da Cavo a Pomonte.
Decisamente più "imbarazzante" il record di andata e ritorno di 23 ore 06 minuti del sottoscritto.
 
Importante:
Dal 2019 il tratto del Buraccio che passava dai campi coltivati di G. Galletti non è più praticabile (recinzioni elettriche) così anche il percorso della GTE storica segue lo sterrato principale che conduce direttamente  a casa Marchetti.


Concludo riportando i tempi impiegati nelle mie varie traversate:
1° Edizione - 25 aprile 2009
Pomonte - Cavo (47 km)
In solitario
Tempo totale impiegato: 13 ore e 15 minuti


2° Edizione - 18 aprile 2010 
Pomonte - Cavo (47 km)
In solitario
Tempo impiegato: 12 ore e 27 minuti


3° Edizione - 23 maggio 2010
Cavo - Pomonte (47 km)
In compagnia di Mario
Tempo impiegato: 11 ore 44 minuti (per entrambi)


4° Edizione - 7 maggio 2011
Pomonte - Cavo (47 km)
In solitario
Tempo impegato: 10 ore 32 minuti


5° Edizione - 15 aprile 2013
Pomonte - Cavo (47 km)
In solitario  
Tempo impiegato: 10 ore 30 minuti


6° Edizione - 21 marzo 2014
Pomonte - Cavo (50 km)
In solitario
Tempo impiegato: 9 ore 52 minuti


7° Edizione - 29/30 maggio 2015 - in notturna
Pomonte - Cavo (50 km) 
In compagnia fino al 30° km poi in solitario 
Tempo impiegato: 10 ore e 52 minuti 


8° Edizione - 01 novembre 2015
Cavo - Pomonte (50 km) 
In compagnia di Davide e Minna
Tempo impiegato: 10 ore e 38 minuti


9° e 10° Edizione - 11 e 12 marzo 2017
Cavo - Pomonte - Cavo (100 km non stop)
In compagnia di Minna
Tempo impiegato: 28 ore e 2 minuti


11° Edizione -  8 febbraio  2018
Pomonte - Cavo (50 km)
In solitario fino a casa Marchetti, poi con Mario, Monica e Susanna
Tempo impiegato: 9 ore e 16 minuti


12° e 13° Edizione - 13 e 14 marzo 2018
Cavo - Pomonte - Cavo (100 km non stop)
In solitario
Tempo impiegato: 24 ore e 15 minuti


14° Edizione - 10 febbraio 2019
Cavo - Pomonte (51 km via Buraccio)
Con Susanna
Tempo impiegato: 9 ore e 5 minuti


15° e 16° Edizione - 16 marzo 2019
Cavo - Pomonte - Cavo (102 km non stop, via Buraccio)
In solitario
Tempo impiegato: 23 ore e 6 minuti


p.s. attraverso la pagina "Diari" potrete trovare maggiori dettagli sui tempi e le soste effettuate; inoltre ritengo doveroso specificare che mio malgrado ho scoperto solo in data 24 aprile 2013 che la GTE non parte dal s. 61 come indicato dal segnavia in legno ma dal s. 60.
Di conseguenza con i miei primi cinque tentativi non ho seguito fedelmente il percorso poichè evitando la serie di tornanti l'ho ridotto di 3 km.