giovedì 26 aprile 2012

Trekking del 26 aprile 2012 - 2° tappa CAI Roma


Con l'aliscafo delle 6,50 sbarco a Cavo ed in pochi minuti sono in compagnia dell'amico Riccardo, guida del CAI di Roma e per l'occasione, organizzatore di una 5 giorni di trekking sull'isola.

Le condizioni meteo non sono entusiasmanti, un anomalo freddo scirocco la fa da padrone e con un sole ostaggio di continue nuvole sembra di essere ai primi di marzo piuttosto che a fine aprile.

Dopo un fugace saluto all'albergo, li aspetto alle Solane, che loro raggiungono lungo l'asfalto della Parata, mentre io, per evitare di aspettare la loro partenza alle 8,00, ci arrivo via GTE.

Alle 8,37 ci incamminiamo così verso monte Grosso, che raggiungeremo dopo circa 45 minuti e dove ci saremmo concessi volentieri qualche minuto di sosta in più se non fosse stato per il vento fastidioso.

La discesa dalla vetta si conclude con un'altra breve sosta, stavolta al riparo dagli "spifferi" ed oltrepassata la provinciale ci addentriamo nella macchia di lecci che pur offrendo pochi punti panoramici costituisce un buon riparo.


Raggiungiamo l'Aia di Cacio senza poter sostare qualche minuto prima di affrontare il monte Strega, il freddo vento non ce lo permette; così attraversiamo rapidamente la strada ed iniziamo la sconnessa salita, ripromettendoci di effettuare la sosta "spuntino" una volta raggiunta la cima.


Così facciamo e grazie alla protezione del crinale di roccia, riusciamo a concederci qualche minuto di riposo.


Ripreso il cammino, come prevedibile il vento diventa ancora più fastidioso e non ostante i bei panorami offerti dalla vetta del monte Capannello, continuiamo ad avanzare a capo chino senza prestarvi troppa attenzione.


Ci concediamo solo qualche foto con lo sfondo del Volterraio nei pochi tratti ridossati e superata Cima del Monte, sosta pranzo; che volete sono già le 12 e 45!


Dopo circa mezzora ci rimettiamo in marcia, giusto dopo aver incontrato un numeroso gruppo di escursionisti del CAI di Belluno che proce nella direzione opposta.


Alle 13,40 presso le Piane della Madonna, saluto i miei compagni di viaggio, loro continueranno con il trekking, che attraverso il 105, li porterà a Barbarossa, meta della loro tappa odierna; io invece proseguo con la GTE, abbandonandola dopo poco per scendere verso le Trane e raggiungere l'asfalto per Bagnaia, dove come sempre la moglie mi verrà a recuperare.


Max

 

lunedì 23 aprile 2012

Segnavia, confusione fra 8 e 31

punto 003

Nella zona della Grottaccia, il recente posizionamento di nuovi segnavia principali, è in "conflitto" con le indicazioni che davano i vecchi segnavia.
Con l'uso delle tracce gps e delle foto scattate sul campo cercherò di spiegare come stanno le cose.

s. 8 vecchie indicazioni

Come da foto in alto, questo è il percorso che faceva il sentiero n° 8 in base alle vecchie indicazioni, suffragate dalle successive foto scattate rispettivamente presso i punti 002 e 003

punto 002 salendo da Seccheto

dettaglio punto 003

Così si nota che salendo da Seccheto, i segnavia secondari indicano di girare a sinistra (ovest) per proseguire con l'8, mentre a dritto (nord) purtroppo l'illeggibile segnavia mi fa pensare passi il 31, (8 e 31 sono gli unici sentieri della zona).
Ipotesi confermata dalla successiva foto del dettaglio del punto 003, dove a fianco del caprile il vecchio, ma sempre in buono stato segnavia principale, indica il 31 a sinistra (ovest) e l'8 a destra (est).

Quindi il percorso del 31 doveva essere il seguente

s 31 vecchie indicazioni

Se ne deduce così che il tratto fra i punti 003 e 002 era in comune ad entrambi i sentieri.

I nuovi segnavia collocati nei punti 001 e 002 purtroppo, ribaltano tutto ciò; infatti se quello messo al punto 002 (su una biforcazione), si limita solo ad indicare il s. 8 verso sud (in discesa) senza dare ulteriori indicazioni, come da foto seguente

punto 002

quello posizionato al punto 001, contrasta decisamente con le vecchie indicazioni

punto 001

facendo passare il 31 lungo il crinale e l'8 a sud direttamente verso il punto 002.
Da cui ne deriva la seguente interpretazione

con nuova segnaletica

che dal punto 001 fa proseguire l'8 (in rosso) a sinistra (sud);
che dal punto 001 fa passare il 31 (in magenta) lungo il crinale (tratto 001 - 003);
e che fa incontrare i due sentieri solo a punto 001, lasciando così il tratto 003 - 002 anonimo, (tratto verde in comune fra 8 e 31).

Personalmente, benché le nuove indicazioni rendano più "fluido" il percorso dei due sentieri, creano comunque confusione in quanto contrastati con le vecchie per altro ancora presenti sul territorio; se a ciò si aggiunge che di fatto cancellano anche un tratto di sentiero... non mi pare si possa certo parlare di lavoro ben fatto!

Ed agli escursionisti che non conoscono la zona?
Suggerisco di non perdere la bussola!

Max




domenica 15 aprile 2012

Trekking del 15 aprile 2012 - Sentiero 48


Il gran parlare del sentiero 48, della sua riapertura nel tratto La Foce Fonza e degli incresciosi episodi verificatesi, mi invogliano a ripercorrerlo nella sua interezza; a questa mia uscita si unirà Pasquale.

Parcheggiamo lungo l'asfalto dell'Acquaviva e prima delle 8,00 siamo già in cammino.
A dispetto di una notte piovosa, il primo sole sembra volerci regalare una bellissima giornata e così sarà per buona parte della mattinata.

Il primo ampio tratto del 48 non rivela sorprese, raggiungiamo quindi la provinciale in prossimità del bivio per la Biodola dopo un'ora esatta; qui la prima sorpresina, ovvero i soliti rifiuti gettati sotto strada a fianco del passaggio.

Breve tratto sconnesso in salita a fianco della recinzione, quindi addentrandoci nel bosco arriviamo ad un punto in cui ad alcuni tronchi di traverso se ne è aggiunto un terzo creando così un modesto sbarramento, superabile ma che richiede comunque un intervento di manutenzione.

Continuiamo la salita fino a raggiungere il 45 quindi dei recenti segnavia, affiancati purtroppo da un copertone per moto (incredibile!) ed a breve distanza un mucchio di frati lasciati probabilmente per far banchettare i cinghiali.

A Buca di Bomba troviamo ancora a terra il segnavia principale del 65, è la terza volta che lo riposiziono!
Breve tratto lungo la GTE fino a raggiungere il 44, che ovviamente non seguiamo, continuando sul 48 lungo il ciottolato delle Mezzane dopo aver incrociato alcune moto.

Raggiungiamo l'asfalto del Monumento dove su un tavolo recentemente posizionato ci concediamo circa 10 minuti di sosta per consumare un frutto.

Riprendiamo a salire verso il Tambone, dopo aver raggiunto la cima, intersechiamo la Segagnana restando stupiti nel vedere una panchina in legno proprio ben realizzata!
Un ottimo lavoro, anche se personalmente ne avrei fatto a meno, investendo quel tempo (e denaro) per collocare un segnavia all'inizio del sentiero a pochi metri dalla strada provinciale che porta all'Enfola, per esempio.

Proseguiamo verso sud fra campi di asfodelo, fino a raggiungere un bel caprile con tanto di segnavia in basso che ci rassicura sul corretto cammino.
Da questo punto il sentiero prosegue in direzione di Capo Fonza, ma sono solo i miei ricordi che mi fanno piegare verso ovest (dove dovrebbe andare il 48), di segnavia e di sentiero non c'è traccia.

Scendiamo controllando costantemente il terreno alla ricerca di indizi e bene o male raggiungiamo Punta di Mele dove una pittoresca segnaletica in rosso ci conferma la giusta direzione.

Con un ultimo tratto veramente brutto e scosceso raggiungiamo una piccola spiaggia di grossi ciottoli, la superiamo per risalire a fianco di una bella abitazione e riscendere poi verso un'azienda agricola in ristrutturazione, almeno così recita il cartello di denuncia inizio attività; appena superata saliamo su una simpatica scaletta in legno che ci consente di risalire un ripido argine.

Superati gli ultimi sgraziati segnavia arriviamo sulla spiaggia di Fonza; da qui sappiamo che il sentiero appena ripulito ci porterà in meno di un'ora all'arrivo, sempre che gli arroganti proprietari della zona non ci abbiano riservato un'altra sorpresa.

La sorpresa fortunatamente non è spiacevole, attraversiamo agevolmente il punto critico (dove si è verificata l'aggressione verbale...) fotografando la recentissima e contestata recinzione che giace abbattuta a terra; distrutta da anonimi o rimozione imposta dall'Autorità?
Non saprei, ma ne sono ugualmente felice.


Terminiamo il cammino sotto un caldo sole che mi costringe a rimanere in maglietta dopo aver percorso 16,6 chilometri in circa 5 ore e mezzo (fuori rotta compresi).


Dopo pochi minuti di attesa, verso le 13,40 veniamo raccolti dalla moglie che in auto ci riporta a casa.


Bellissimo sentiero, se completamente ed agevolmente percorribile, purtroppo il tratto dal caprile di Fonza fino al mare è inesistente ed al momento ne sconsiglio il passaggio specialmente a chi non lo ha mai fatto, auspicandone la riapertura il prima possibile. 
Un vero peccato inoltre, la mancanza almeno di un segnavia principale alla partenza nella zona dell'Acquaviva, i primi segnavia si trovano solo quando il 48 si incrocia con il 51.


Max

martedì 10 aprile 2012

Trekking del 10 aprile 2012 - sentiero dei Rosmarini


Detto fatto, stamattina in compagnia dell'amico Pasquale ci siamo recati a Marina di Campo per vedere questo "nuovo" sentiero dei Rosmarini, praticamente un tratto del vecchio sentiero 48 che è stato recentemente riaperto grazie al lavoro di Umberto e dei suoi collaboratori (presumo).

Iniziamo il cammino alle 8,00 in punto; dal primo tratto, che già conoscevo, si gode una stupenda vista sul golfo di Campo complice un sole ancora basso che esalta i colori.

Proseguendo, ci rendiamo conto del grosso ed accurato lavoro che è stato fatto, decisamente più impegnativo rispetto al tratto Colle Palombaia - Capo Poro - Galenzana (sentiero dei Ginepri); unica pecca a nostro avviso i pochi e decisamente sottodimensionati segnavia, ma a questo c'è rimedio...

Superiamo quindi cala dell'Ischia e fatti 1,2 chilometri circa, il sentiero sale un pochino più repentinamente per superare Punta di Nercio e riscendere poi fino ai 28 metri slm nell'attraversare uno stretto fosso; (tenete presente che nel punto più alto il percorso raggiunge solo i 72 metri circa).

Ed è qui che ci imbattiamo in una grossa ostruzione di rami secchi; sorpresi per l'inaspettata scoperta, dubitiamo di avere sbagliato strada, ma presto ci rendiamo conto che i rami sono stati volutamente collocati sul terreno per sbarrare il passaggio e che come ci accorgeremo successivamente le ostruzioni sono tre.

Muniti di pazienza ed avvezzi a lavori del genere, rimuoviamo gli ostacoli dopo avere informato telefonicamente Umberto.
Proseguiamo sconcertati sia per quella stupida azione che per le notizie che  apprendiamo riguardo al comportamento di alcune persone che ieri hanno letteralmente aggredito il numeroso gruppo di escursionisti (probabilmente le stesse).

Raggiunta la spiaggia di Fonza dopo un altro breve sali scendi, apprezziamo il segnavia collocato sull'arenile; qualche foto e torniamo indietro senza intoppi (salvo portare via una decina di vecchie bottiglie di vetro) impiegandoci meno di un'ora a percorrere i 2,3 chilometri circa che collegano Fonza alla Foce.

Max


sabato 7 aprile 2012

Trekking del 07 aprile 2012 - sentiero dei Ginepri


Come temevo la pubblicizzata inaugurazione del nuovo sentiero dei Ginepri non è stata altro che una pulita ai sentieri già esistenti (e da un bel pezzo) 38 e 40.
Forse la novità poteva essere propinata ai poco avvezzi di escursionismo, ma chi conosce un pò l'Elba non credo vi abbia trovato niente di nuovo.

Lodevole comunque l'iniziativa che con il contributo di Acqua dell'Elba e presumo il lavoro di pulizia di Umberto, Andrea, ecc... hanno reso nuovamente ben accessibile sentieri locali bisognosi di manutenzione.

Apprezzabile anche la rimozione della vegetazione che infestava le piazzole dei cannoni su Capo Poro, adesso   ben visibili e molto interessante la ricostruzione storica dello sbarco alleato raccontata da Giorgio Giusti, al termine della quale, per esigenze personali, ho dovuto abbandonare la numerosa compagnia e rientrare velocemente a Colle Palombaia per recuperare l'auto, rinunciando al rinfresco che ci attendeva a Marina di Campo.

Max

domenica 1 aprile 2012

Trekking del 1 aprile 2012


Con un Mario a riposo per caviglia dolente, stamani passeggiatona sia per distanza che per andatura con gli amici Francesco e Riccardo del CAI di Roma.

Sveglia di buon ora e con l'aliscafo delle 6,50 arriviamo a Cavo; dopo una breve sosta al bar Pierolli, alle 7,35 partiamo con la GTE.
La temperatura è perfetta e si starebbe ancora meglio non soffiasse un leggero vento di scirocco.

Con molta tranquillità raggiungiamo la vetta di monte Grosso, la lenta andatura ci viene imposta dalle gambe di Riccardo che risentono un pò dei chilometri di ieri e poi per lui è il primo fine settimana impegnativo dopo i 22 giorni di Patagonia che si è fatto fra dicembre e gennaio (scusate se è poco...).

Nella discesa dalla vetta comunque accelera sensibilmente il passo, che tranne qualche strappetto più ripido, manterrà per il resto del percorso.

Arrivati all'Aia di Cacio, gli propongo di abbandonare la GTE per un sentiero più basso e facile che ci consentirà comunque di riprenderla una volta sotto al monte Capannello.
Riccardo accetta volentieri, apprezzando con interesse la novità, che potrà essergli utile quando a fine mese tornerà con un nutrito gruppo di escursionisti.

Oltrepassiamo per la terza volta l'asfalto nella zona del Volterraio (Le Panche) in piena Gran Fondo e sotto un bel sole affrontiamo le salite per Cima del Monte; oltrepassata la vetta, breve sosta per mangiare e bere qualcosa e quindi proseguiamo alla volta delle Piane della Madonna, punto di partenza del 105.

Raggiunto il gradevole luogo, noto l'ennesimo atto vandalico contro il cartello del parco che avvertiva sulla pericolosità del fondo di questo sentiero; è la seconda volta che viene distrutto, per l'artefice deve essere stata proprio una gran soddisfazione!

Dopo un primo tratto di 105, proseguiamo lungo il crinale seguendo un sentiero alternativo e decisamente meno brutto che ci condurrà dritti verso la Croce recentemente "restaurata" sul monte Mar di Capanna.
Sosta d'obbligo per il panorama su Porto Azzurro e dopo un breve dietro front, proseguiamo la discesa lungo il "sentiero  di Pasquale" che in perfetto stato ci porta in prossimità del pino monumentale a fondo valle.

Da questo momento abbandoniamo i sentieri per la strada asfaltata che seguiremo fino a Barbarossa dove ci concediamo una piacevole sosta per gustarci una fresca birra, mezz'ora di puro relax.
Con il caratteristico percorso Carmignani entriamo in Porto Azzurro senza nemmeno dover attendere l'arrivo della disponibile moglie che evitandoci il rientro a Portoferraio in bus, ci è venuta a prendere!

Max