domenica 18 dicembre 2016

Calamita Trail is back - 26 dicembre 2016


Dopo la piacevole ed apprezzata 1° edizione estiva in nottura del 2015 rieccomi a proporre ad amici ed appassionati, un percorso riadattato alla imminenti festività natalizie, quindi più breve e veloce e che ci consenta soprattutto di rientrare a pranzo in modo evitare malumori familiari.
Quando?   
Il 26 dicembre prossimo.

Come esposto nelle locandine in basso, il ritrovo sarà alla fine del tratto asfaltato che da Capoliveri porta alla Fattoria delle Ripalte alle 10.15.

Per le 10.30 è prevista la partenza, in prossimità del ponte a circa 650 metri dal ritrovo, ponte presso cui coincide ovviamente anche la fine del percorso ad anello di circa 15,5 chilometri e con circa 830 metri di dislivello positivo.

La segnaletica, giusto il minimo indispensabile, sarà effettuata tramite fettuccia nera Salomon e frecce di indicazione rosse su sfondo bianco. 

In caso di tempo soleggiato, suggerisco l'uso di occhiali da sole o cappellino appropriato ed invito a prestare attenzione lungo i single track dove la possibilità di incrociare bikers è decisamente alta.



Nell'attesa, i migliori auguri di un buon Natale!

Max

lunedì 12 dicembre 2016

Trekking del 11 dicembre 2016


Approfitto di un'anticipata sveglia mattutina per effettuare un'escursione più impegnativa del solito, ovvero un anello da Marciana via Chiessi, fino a Pomonte e ritorno.

Sono le 7.37, quando attraverso i silenziosi vicoli del paese per incamminarmi lungo il s. 3 (via Crucis) dove metto subito in fuga un gruppo di giovani mufloni poco prima della seconda stazione; li ho notati troppo tardi per poterli fotografare.

Raggiunto il santuario della Madonna del Monte, riempo entrambe le borracce, mi serviranno vista la distanza che intendo percorrere e proseguo verso Serra Ventosa, attraversando il primo tratto in chiusura del s. 3.

Anche il successivo tratto in salita verso il Troppolo, avrebbe bisogno di vari interventi, le fronde  invadono il sentiero in più punti, ma sicuramente i quattrocento metri circa, superato il bivio con il s. 25, sono quelli più chiusi.

Mi viene in mente la recentemente lettura sulla settimana nazionale dell'escursionismo in programma nell'arcipelago il prossimo anno; sarà il caso che chi di competenza avvii rapidamente i lavori, altrimenti suggerisco a questa ondata di escursionisti di portarsi segaccio e forbici da pota, a meno che non si accontentino di una bella App con tanto di traccia, caratteristiche e magari qualche foto di come DOVREBBE essere il sentiero.

Per contro a questo situazione di incuria, va detto di un sensibile migliramento nella segnaletica, specialmente per quello che riguarda la GTE; anche se personalmente sono dell'idea che i sentieri prima vadano puliti e poi segnalati.

Dopo due ore esatte, supero il bivio con il s. 10, ovviamente preseguo dritto lungo il 3.
Il bivio con il 4 lo raggiungo dopo pochissimi minuti, la sagoma del m. San Bartolomeo fra cielo e mare è proprio davanti a me.
Faccio attenzione al fondo sconnesso che nell'avvicinarmi fortunatamente migliora, ma è dopo una semicurva a sinistra che resto stupefatto.

Davanti agli occhi un paesaggio completamente inaspettato, una serie infinita di terrazzamenti tappezzano l'intera zona.
Resto allibito da quest'opera, celata per tanto tempo dalla fitta vegetazione.
E' come se l'incendio di questa estate (7 agosto) avesse aperto una finestra temporale di almeno 70/80 anni fa, riportandoci al tempo in cui le principali risorse dell'isola erano la vite e la miniera.

Dedico svariati minuti a fotografare ed osservare il paesaggio, devo ammetterlo, è proprio bello.
Con qualche incertezza nel seguire correttamente il sentiero, adesso privo di quella vegetazione che ne marcava i confini, raggiungo Chiessi.
Breve sosta davanti alla chiesa per alleggerire il vestiario e mangiare un'arancia e riprendo la marcia verso Pomonte lungo il sentiero del Tramonto, dal pannello informativo ormai malconcio, come scoprirò raggiunta via Martini.

Prima di affrontare la salita del s. 31, approfitto della fonte a poco più di 100 metri per riempire nuovamente le borracce, non che le avessi finite, ma per prudenza.

Sono le 11,22 quando attacco con la GTE, senza forzare, stamani non sono in forma, le numerose foto scattate ne sono una conferma, nonché motivo di subdolo riposo.

I segnavia a bandiera sulla GTE sono abbondanti, e con sommo piacere proseguono lungo il 31; ho temuto di vederli dipinti erroneamente lungo il s. 9, che con la traversata non c'entra nulla.

Raggiungo il primo caprile nei pressi del m. Orlano con circa 10 minuti di ritardo, di questo passo, per Malpasso supererò sicuramente le due ore.
Pazienza, oggi va così.

Prima della Grottaccia, un altro bel branco di mufloni sfila davanti a me, mi arresto e lentamente cerco di immortalarli con la mia fotocamera, ma anche stavolta non ci riesco.

Anche lungo il 31 non mancano i tratti in chiusura, non poteva essere diversamente...

Finalmente raggiungo Malpasso, sono decisamente stanco, ho un polpaccio che è tutta la mattina che mi da fastidio e dopo questa lunga salita, ci si mette anche lo scarpone... temo sia in arrivo una vescica.
Mi riposo un paio di minuti, giusto per fotografare il nuovo segnavia verticale dedicato alla GTE ed indossare la giacca quindi inizio a scendere lungo gli ultimi metri del s. 8.
Raggiungo il sottostante bivio con il s. 5, altra foto e proseguo verso nord per intersecare il s. 1 scavalcando un paio di pini caduti.

Altri segnavia a bandiera nuovi fiammanti e sulla biforcazione fra 1 e 2 ne trovo uno nuovo verticale a mio avviso mal posizionato, infatti indirizza  la GTE  lungo il sentiero 2 (sbagliato) dal momento che la traversata corre lungo il sentiero 1 per poi proseguire sul 6, 28, 10, 3 ed infine 27 con cui arriva al ponte dei tre archi (Patresi) e questo da praticamente 30 anni!

Ovviamente, soprattutto per ridurre tempi e distanza, proseguo sull' 1, affrontandone subito il suo tratto peggiore (fra 2 e 6), dopo di che il fondo fortunatamente migliora.
Supero San Cerbone e altri tre sbarramenti causati da alberi caduti che nessuno si è ancora preso la briga di tagliare.

Ritorno a Marciana dopo un lungo anello di oltre 24 chilometri, sono le 15,10 e stavolta ho dato fondo a tutta la scorta di cibo e di acqua che mi sono portato.

Max

domenica 4 dicembre 2016

Trekking del 04 dicembre 2016


Ritrovo a Schipparello alle 8,00 quindi ci dirigiamo a Capoliveri, il programma odierno?
Chilometri con poca fatica.

Iniziamo il cammino alle 8,36, Pinocchiello, Cavallacce ed in pochi minuti raggiungiamo l'anello alto.
Quindi discesa lungo la valle di Fosco, dove rallento la marcia ai miei compagni per tagliare qualche ramo troppo invadente.

Una volta raggiunto l'ampio sterrato per la Costa dei Gabbiani, superiamo il bivio per Sardina, per risalire leggermente, poco dopo, lungo un recente sentiero aperto dai bikers locali; Mario e Massimo D. ne sono entusiasti. 

Attaccamento, cura e valorizzazione del territorio, questi Capoliveresi ne possono proprio andar fieri.

Continuamo a salire in direzione di Poggio Polveraio, poi di monte le Torricelle, quindi scendiamo a nord e successivamente ci teniamo ad ovest sempre lungo i fantastici sentieri di cui è ricco il promontorio. 

Alle 12,37 in zona Cavallacce, chiudiamo l'anello di oltre 17 chilometri; ancora quindici minuti e siamo in piazza del Cavatore, è giunto il momento di spegnere il gps ed andare a comprare due paste all'Orchidea.

Max

domenica 20 novembre 2016

GTE - aggiornamenti sulla Grande Traversata Elbana

Il programma odierno non prevedeva un'escursione, bensì un allenamento trail con partenza da Cavo (raggiunto con l'aliscafo) ed arrivo a Portoferraio seguendo la GTE fino a fonte Schiumoli.

Mi perdonerete quindi la scarsa qualità dell'immagine, ma in queste occasioni non porto con me la macchina fotografica così sono dovuto ricorrere al cellulare per immortalare il pannello dedicato alla GTE lungo via Procchi (ex Frugoso) a Cavo.

Non potevo non pubblicare questa foto, dal momento che ci sono voluti anni per veder finalmente un pannello dedicato alla traversata (e per questo ringrazio coloro che lo hanno posizionato).

Oltre al pannello che ne sancisce la partenza, fino a monte Grosso il percorso è stato arricchito anche da una nuova segnaletica verticale (che in parte avevo già visto e fotografato) non esattamente rispondente ai canoni CAI ma in ogni caso molto utile e di ottima fattura.

Interventi che vanno decisamente in controtendenza alle voci di corridoio, che mi avevano informato sull'intenzione del PNAT di apportare alcune modifiche alla GTE fra cui appunto l'eliminazione del tratto corrispondente al sentiero 60 e sfruttare direttamente il 61 per partire da Cavo. 

Riguardo alla vegetazione, se fino a monte Grosso basta qualche sforbiciata per rimuovere alcune fronde troppo basse, avvicinandosi all'asfalto della Parata, la situazione peggiora decisamente, tanto che alcuni tratti sono a rischio chiusura.

Il resto del percorso è accettabile e già arricchito da nuovi segnavia orizzontali, ma il lavoro da fare è ancora molto.

Ultima precisazione, nella descrizione esposta dal pannello si parla, a mio avviso erroneamente, di vetta del Capanne; dico erroneamente poiché la Traversata non vi passa affatto, la vetta più alta dell'isola può essere raggiunta percorrendo o il sentiero 00 o il sentiero 1 ed in entrambi i casi, solo dopo aver abbandonato la GTE.

max

domenica 13 novembre 2016

Trekking del 13 novembre 2016


Per stamani aderiamo alla proposta di Alessio di fare una Pomonte Capanne e ritorno in stile running, così appuntamento alle 9.00 al parcheggio sotto strada del paese.
Il tempo di salutarci e dopo pochi minuti siamo già in marcia lungo via del Passatoio.
Appare subito evidente che l'andatura degli altri partecipanti, vuoi anche per la scelta di salire lungo il s. 9 invece del 31, è decisamente troppo sostenuta in confronto alla nostra.

A quanto pare abbiamo frainteso le loro intenzioni, fa niente, la prendiamo con filosofia, li vedremo allontanarsi in poco tempo, mentre Mario, Massimo D. ed io manteniamo imperturbabili la nostra andatura.

Andatura che comunque ci consente di raggiungere Malpasso dopo un'ora e 46 minuti, soste pipì comprese.
Completamente avvolti da nubi basse, con un granito piuttosto sdrucciolevole, decidiamo all'unanimità di lasciar perdere la ferrata per il Capanne (s. 00) e scendere verso m. Maolo lungo un s. 5 decisamente meno insidioso. 
I nostri amici?
Ormai dovrebbero essere in prossimità della vetta.

Cambiando versante cambiano le condizioni climatiche, cala il vento ed aumenta la visibilità, direi proprio che quella del 5 è stata una scelta azzeccata, di rifare il  s. 8 a ritroso non ne avevamo proprio voglia.

In poco più di mezz'ora raggiungiamo il bivio con il s. 7, perfetto per tornare verso Pomonte via Macinelle.
Le condizioni meteo inoltre, sembrano sensibilmente migliorate, il fastidioso scirocco della partenza è solo uno spiacevole ricordo ed anche le nubi si sono decisamente diradate.

All'altezza di Masso alla Quata, abbandoniamo il 7 per scendere sul 30 lungo il sentiero del Collaccio, quindi raggiungiamo le Macinelle alle 12.34.

Rammarico per un Massimo D. decisamente in giornata no, continua a chiederci previsioni sull'orario di arrivo ed ovviamente Mario ed io lo accontentiamo, ma in maniera decisamente goliardica.

Tornati al bivio fra 8, 9, 30 e 31 decidiamo di scendere a valle rifacendo il 9; avrei preferito il 31, soprattutto per non rifare la solita strada, ma per venire incontro al nostro amico fuori forma, optiamo per quello meno impegnativo.

L'espressione sul volto di Massimo nel raggiungere la fine del sentiero è emblematica.
I chilometri percorsi sono stati 19 e con un certo rammarico, devo ammettere che per il sottoscritto è stata proprio una piacevole escursione.

Max

martedì 8 novembre 2016

Trekking del 06 novembre 2016


Sfindando le pessime previsioni meteo, ritrovo alle 8.00 al bar La Curva, quindi recuperato Pasquale a Porto Azzurro, parcheggiamo a poche decine di metri dall'ingresso del comprensorio di Capo D'Arco.
L'intento, oltre a quello di una tranquilla passeggiata, è di verificare la possibilità di collegarsi al sentiero proveniente da Ortano attraverso il percorso costiero.

Alle 8.34 iniziamo il cammino con la discesa in direzione sud che dopo circa 900 metri  si congiunge con lo sterrato proveniente da Terranera, giriamo così a sinistra (est) entrando successivamente nel comprensorio.

Scegliamo ovviamente il percorso lungo costa, che oltre alla piccola ed unica spiaggia, ci consente di visitare l'angusto ricovero un tempo pare in uso alla Guardia di Finanza per sovrintendere alle operazioni di carico del minerale.

Prima di raggiungere la fine dell'ampio sterrato, imbocchiamo una deviazione a sinistra che benché sia decisamente in chiusura dalla vegetazione, costituiva sicuramente un piano di passaggio per i mezzi della vecchia area mineraria.

Non senza fatica, ne percorriamo circa un 400 metri per poi dover risalire di circa 15 metri di quota per raggiungere finalmente il sentiero proveniente da Ortano.

Foto di rito e torniamo indietro con quest'ultimo, non senza qualche variante come una visita sulla vetta di monte Arco.

Concludiamo la nostra escrursione alle 12.06 dopo aver percorso circa 9 chilometri.

Max

lunedì 31 ottobre 2016

Trekking del 30 ottobre 2016



Anche oggi bellissima giornata, di quelle in cui l'isola ti offre tutto il bello di cui dispone, dall'azzurro del mare al verde dei sentieri; per stamani scegliamo il verde.

Partenza dalle Panche alle 7.50 in compagnia di Mario, Massimo B. e Massimo D. in direzione del vicino monte Capanello.
Noto immediatamente nuovi segnavia a bandiera, evidentemente, come da informazioni ricevute, è iniziato il restyling della segnaletica alla GTE.

Raggiungiamo così l'Aia di Cacio evitando di passare dal s. 62, sfruttando invece quello meno impegnativo e privo di numerazione ad est del crinale roccioso.

Quindi s. 101 (a cui è sparito il segnavia verticale) con cui scendiamo fino a Nisportino.
Proseguiamo lungo un "Percorso Pietre Rosse" piuttosto trascurato ed in chiusura, anche in questo caso del segnavia verticale è rimasto poco.

La successiva vista sulla spiaggia dei Mangani è incantevole, specialmente per Massimo B. e Massimo D. che non ci erano mai stati via terra.
Dopo la tecnica discesa per raggiungerla, adesso ci aspetta una tosta salita per lasciarla, in 360 metri si risale a quota 116 per poi raggiungere più agevolmente i 145 m. dell'asfalto della Parata dove spenderemo alcuni minuti per rifocillarci.

Sono le 10.30, proseguire verso Cavo via monte Grosso dubitiamo non ci consenta di essere all'auto per le 13.00 quindi riprendiamo il s. 62 in direzione sud per tornare all'Aia di Cacio; da li visita all'eremo di Santa Caterina o anello monte Serra.

Sceglieremo quest'ultimo, anche perchè una volta imboccato il 102, non riusciamo ad individuare la bretella, che a detta di Mario, dovrebbe consentirci di scendere fino all'eremo.

Nessun rimpianto, la vista dal m Serra è così bella che nemmeno i vicini tralicci della corrente riescono a scalfire.

Concluso l'anello, breve discesa lungo l'asfalto per andare a chiappare il sentiero basso, parallelo al precedente, con cui entriamo in Rio nell'Elba.

Torneremo all'auto attraverso il ripido asfalto del Buchino, fortunatamente in buona parte all'ombra; sono le 12.42 abbiamo tutto il tempo di cambiarci e decidere dove bere una birra fresca.

Max

domenica 9 ottobre 2016

Trekking del 09 ottobre 2016


Insoddisfatti del contributo dato alle ricerche della signora Italia Nelli di domenica scorsa, decidiamo anche per stamani di fare quattro passi lungo i sentieri nelle vicinanze di Sant Ilario.

Optiamo per quelli a nord del paese, così in compagnia di Mario e Massimo D., ci incamminiamo verso il s. 17.
Lo percorreremo interamente fino a raggiungere lo sterrato di Campobagnolo, superando anche alcuni tratti in chiusura; quindi a ritroso fino al bivio con il 19 su cui proseguiamo il cammino e dove purtroppo i tratti in chiusura aumentano.

Raggiunto il  18, circa 170 metri in direzione ovest (in pessime condizioni) lungo i quali troviamo un sorta di foulard.
Dato che disegno e colori si addicono perfettamente ad una signora di una certa età, decidiamo di portarlo con noi fino al paese, potrebbe essere un possibile indizio del suo passaggio.

Quindi deviamo a sinistra (SW) lungo quella che un tempo era una carrareccia.
Era... adesso per procedere anche di pochi metri occorre farsi largo tra vegetazione e rovi, un disastro, tanto che siamo incerti se fare dietro front.

Fortunatamente, avvicinandoci al Casotto, la situazione migliora sensibilmente; lo raggiungeremo in circa 15 minuti acconsentendo alla richiesta di Massimo di fare una breve sosta cibo.

Passa così un altro quarto d'ora e non ostante la leggera pioggia, indossiamo la giacca per scendere lungo il 5, piuttosto che cercare riparo sotto il tetto del solido rifugio.

Effettueremo anche un paio di deviazioni dal sentiero lungo piste sicuramente già battute in precedenza dai ricercatori, senza esito.

Sono le 11.54 quando raggiungo l'auto di Massimo parcheggiata a fianco del cimitero, lui si è già cambiato ed una volta arrivato Mario, ci dirigiamo presso il bar del paese per consegnare il fazzoletto trovato.

Di comune accordo abbandoniamo l'idea di fare un giro anche su alcuni sentieri che scendono verso il fosso del Gorgolinato, data l'ora preferiamo rientrare a Portoferraio.

Max

mercoledì 28 settembre 2016

Trekking del 25 settembre 2016


Dopo lunga assenza, rieccomi a camminare in compagnia di Mario e per l'occasione di Tamara.
Questa mattina abbiamo scelto di partire dal parcheggio ai piedi del castello del Volterraio, quindi giusto per scaldarci, andiamo a dare un'occhiata al maniero.

A quanto pare qualcuno per entrare, ha danneggiato il cancello di ingresso, al momento temporaneamente bloccato con fil di ferro e tavoloni.
Preso atto di ciò, torniamo indietro e saliamo lungo la provinciale di quasi 800 metri per andare a fare il sentiero 120.

Lo troveremo in buono stato ed una volta raggiunto il s. 63, scendiamo verso le Piane della Madonna.
Anche qui il segnavia verticale in legno è stato nuovamente vittima di vandalismo (ed incuria) e quello che una volta informava sulla tecnicità del percorso, adesso sembra una lapide al defunto pannello.

Proseguiamo lungo il 105 notando subito un certo restyling della segnaletica, certamente non conforme alle prescrizioni CAI, ma indubbiamente utile ed efficace, come al "rimediato" segnavia verticale che collocai alcuni anni fa per evitare agli escursionisti di perdere il sentiero e ritrovarsi in situazioni decisamente pericolose.

Camminiamo per circa 580 metri fino al punto in cui il 105 gira repentinamente a sinistra, per proseguire dritti verso il monte Mar di Capanna, grazie al sentiero segnalato in arancione.

La giornata è stupenda ed il panorama incantevole.

In circa 10 minuti raggiungiamo il bivio con il sentiero proveniente dal pino monumentale e dopo altri dieci minuti (come indicato del segnavia) siamo sotto la croce in ferro che domina Porto Azzurro.

Breve sosta, qualche foto e torniamo indietro per scendere proprio verso il grosso pino incrociando un nutrito gruppo di escursionisti (19) che lentamente salgono verso la vetta.

Dal pino, recentemente privato di un suo grosso ramo spezzato dal vento, saliamo verso il santuario eretto su richiesta del governatore spagnolo José Pons y Leòn nel 1606 e che purtroppo non ho mai avuto occasione di visitare.

Dopo aver mangiato un boccone e bevuto un po' d'acqua, affrontiamo la dura salita del 105 facendo attenzione a seguire i segnavia.
Quindi tutto a ritroso (sentiero 120 compreso) per tornare all'auto dopo aver percorso circa 10 chilometri.

Max

lunedì 12 settembre 2016

Trekking del 11 settembre 2016 - Libeccio Trail


Marciana Marina, ore 8.05, con già 21° all'ombra inizio il cammino verso val di Cappone.
Durante la precedente escursione avevo notato un nuovo sentiero ed oggi vorrei percorrerlo.

Così salgo tranquillamente lungo la valle, meno di venti minuti e lo individuo; sicuramente realizzato da bikers, l'assenza di impronte recenti ed una certa trascuratezza del fondo mi fanno pensare che ultimamente non sia più frequentato.
Circa 250 metri decisamente diretti se non fosse per qualche curva parabolica che mi portano ad incrociare lo 09 su cui proseguo per raggiungere l'asfalto della provinciale.

Ne percorro fortunatamente poco più di 50 metri per poi salire lungo un altro nuovo sentiero (per il sottoscritto) con cui raggiungo il belvedere vicino al cimitero di Marciana.
Utilissima scoperta con cui in futuro eliminare gli oltre 900 metri di asfalto per potersi ricongiungere alla sentieristica a monte del paese.

Un centinaio di metri ed eccomi sul 13, noto con dispiacere che l'imbocco a nord (che scende verso la provinciale) è completamente chiuso dalla vegetazione, per fortuna devo prendere quello sud.
Il breve tratto (di circa 800 m) è in buone condizioni, necessita solo di una rapida pulita dove incrocia il 6.

Dal 6 passo presto sul 3 fino alla Madonna del Monte, dove un inaspettato striscione sancisce il gran premio della montagna dell'odierna Libeccio trail.
Ovviamente riempo le borracce per poi proseguire fino alla vetta del monte Giove.

La raggiungo alle 10.15, quindi scendo verso Serra Ventosa, vorrei scattare qualche foto ai corridori partiti da La Zanca alle 10.00.
Purtroppo ci arrivo troppo tardi, un atleta sta già passando e non posso sapere se sia il primo.
Mi trattengo circa un quarto d'ora, giusto il tempo di immortalare una trentina di partecipanti e salutare qualche amico.

Tornato alla Madonna del Monte, lungo la via Crucis decido di allungare il percorso, giro quindi sul sentiero 14 per ritornare sul 3 attraverso il 13.
Entrambi i sentieri (13 e 14) hanno bisogno di qualche intervento di manutenzione, ma il loro stato comunque non è malmesso, inoltre mi farò una bella scorpacciata di piccole ma dolci more.

Alle 12.35 sono nuovamente all'intersezione del 3 con il 6, per rientrare a Marciana Marina farò il percorso a ritroso optando però per il sentiero dell'Uccellaia, più diretto rispetto a quello di Val di Cappone per raggiungere il paese.

Arrivo all'auto alle 13.22 dopo aver effettuato una piacevole ed utilissima camminata di oltre 17 chilometri; la temperatura in auto segna 34° per scendere una volta in movimento a 29°; decisamente sopra alla media per essere in settembre.

Max

lunedì 5 settembre 2016

Walk and work del 04 settembre 2016

Domenica 4 settembre, l'intera giornata è a mia disposizione.

Così me la prendo comoda e parto da Marciana alle 9.15 con una temperatura esterna già di 23 gradi.
Inizio il cammino lungo il sentiero 1, superato il piccolo ponte in legno, i soliti due alberi caduti a cui gli escursionisti si sono ormai abituati, tanto che hanno modificato il tracciato originale per evitarli.

In circa 30 minuti raggiungo la deviazione per il sentiero 6 e decido di ridare un'occhiata alla grotta di San Cerbone.
Affronto con attenzione il breve e tortuoso sentiero giusto per scattare una foto alla grotta (più che grotta mi pare una nicchia nella roccia...) e rapidamente riprendo il cammino.

Raggiunto il 6 due foto ai pannelli in legno che da anni mostrano "un bel niente".
Almeno affiggervi una cartina dell'isola? Avrebbe sicuramente più senso.

Dal 6 in una decina di minuti passo sul 28, ho intenzione di percorrerlo completamente fino a raggiungere la Madonna del Monte per valutarne soprattutto il tratto ovest (dal bivio con il 10 al quello con il 3).
Ma faccio solo pochi metri ed ecco il primo grosso intervento di manutenzione: un vecchio pino caduto, anche se invade solo parzialmente il sentiero è veramente brutto da vedere.
Così con pazienza riesco a tagliarne il pezzo più invadente ed a rendere il passaggio più agevole; quasi mezz'ora di lavoro!

Prima di raggiungere il 10 (dal segnavia verticale decisamente malconcio), breve pulizia alle fronde di un corbezzolo che ostruivano decisamente il passaggio, quindi proseguo verso m. Giove.

Sinceramente questo 28 lo pensavo peggio, mi soffermo sporadicamente a tagliare le fronde di qualche pino e dell'erica e correttamente guidato da un buon numero di ometti in pietra (i segnavia orizzontali in vernice sono rari e completamente sbiaditi) raggiungo il bivio che porta alla vetta.

Da qui il sentiero migliora decisamente, grazie soprattutto all'efficace pulizia eseguita ad aprile in previsione della nona edizione dell'Elbatrail.

Ore 12.10 sosta alla Madonna del Monte, a cui è stata finalmente rimurata la trave in granito della fontana centrale, per una fresca bevuta e mangiare un boccone (grana e pomodori) quindi decido di testare il percorso dell'imminente Libeccio Trail di domenica 11.

Scendo così lungo la via Crucis (spacca ginocchia se fatta di corsa) fino a Marciana, proseguo lungo i 900 metri circa di asfalto per imboccare il sentiero 09 e mi tengo sulla destra ad entrambe le deviazione (seguendo sempre per Sant Andrea).

Raggiunto il piccolo abitato altri 600 metri di asfalto fino al bivio che scende sulla destra verso il mare; eviterò erroneamente di seguirlo (dal momento che il percorso del trail non è stato ancora segnalato) e proseguo dritto per raggiungere La Zanca (luogo della partenza).

Mi sobbarco così altri 3.6 chilometri di pesante strada asfaltata (che pal..).
Raggiunta finalmente la piccola frazione marcianese, prendo il piacevole sentiero 117 con cui raggiungo Patresi, questa volta me la cavo con solo 250 metri circa di asfalto ed alle 14.52 inizio la marcia lungo il sentiero 14.

Complice il caldo, la salita sarà veramente estenuante, fortuna che ho con me un'abbondante scorta d'acqua, mi servirà tutta!
750 metri e passo sul sentiero Raggio Verde (un tempo della Costa), che inizialmente concede un po' di tregua, per regalare poi una lunga serie di ripidi e faticosi tornanti con cui finalmente alle 15.54 raggiungo Serra Ventosa.

I consueti quindici minuti scarsi ed eccomi nuovamente alla Madonna del Monte e riempire bottiglia e borracce.
Pur concludendo la camminata piuttosto "cotto" alle 16.37, dopo aver percorso quasi 23 chilometri, a poche decine di metri dalla fine non sfugge alla mia attenzione un singolare bruco a cui dedico gli ultimi scatti.

Max

giovedì 25 agosto 2016

Calamita night trail del 24 agosto 2016


Continuano le "scorribande" notturne.
Dopo una lunga ed estenuante Pomonte Cavo, un'uscita decisamente più breve e piacevole in quel di Capoliveri in compagnia di Davide, Luigi e Stefano.

Sfruttando i numerosi e suggestivi singletrack del Bike Park, il percorso "inventato" per l'occasione dal sottoscritto, si è rivelato particolarmente gradito ai miei amici runners. 
Di quasi 11 chilometri, dopo una prima parte di salita, ci ha regalato lunghi tratti veloci che mi hanno visto chiudere la fila con considerevole affanno.

Partiti da piazza del Cavatore esattamente alle 20,30 in un ora e dieci abbiamo concluso il nostro giro alla media di 6,30 a chilometro (non male per essere di notte...) quindi indossati abiti "più civili" concluso la piacevolissima serata seduti a gustare birra e pizza.

Max

lunedì 15 agosto 2016

Pomonte - Cavo by night 13 agosto 2016


Pomonte, sabato 13 agosto, sono circa le 20.00 quando scendiamo dal bus in considerevole ritardo, cosa che ci impone una sosta rapida alla fonte del paese; foto ricordo e finalmente alle 20.17 iniziamo la lunga marcia notturna verso Cavo. 

In questa occasione sono in compagnia di Davide, Gianni, Luigi, Max R. e Susanna, non c'è che dire, proprio un bel gruppo di runners!

Mi mettono in testa alla fila, presumo per la mia conoscenza dei sentieri e sapendo che son tutti più bravi di me, non mi risparmio lungo la salita per la vetta dell' Orlano, sul sentiero 31, la raggiungeremo in poco più di mezz'ora.

Purtroppo i 15 minuti circa di ritardo del bus non ci consentono di immortalare il tramonto, avvenuto durante il tratto nella boscaglia, dovremo accontentarci solamente di un bellissimo crepuscolo rosso fuoco su Corsica e Capraia.

Praticamente senza esitazioni, raggiungiamo Malpasso alle 22.06 adesso tutta discesa!
Avvicinandoci al Perone, dovremmo incrociare Minna che ci sta venendo incontro in solitario; così avviene.

Proseguiamo nella discesa, concedendoci una breve sosta nella zona attrezzata a ridosso della provinciale.

Quindi abbandoniamo il s. 5 per un 18 in pessime condizioni; l'arsura estiva non poteva che peggiorarne il fondo e come se non bastasse, la vegetazione ne ha chiuso numerosi tratti.
Conserveremo su gambe e braccia i segni del passaggio, per non parlare degli scivoloni a cui solo Luigi resterà immune.

Finalmente siamo a Colle di Procchio, dove Minna e Susanna si fermeranno, impegni personali non consentono loro di passare la notte "in bianco" e comunque l'angosciante passaggio del 18 farebbe passare la voglia di proseguire a chiunque. 
Sede del primo ristoro, ne approfittiamo per reintegrare i liquidi e senza perdere tempo, riprendiamo il cammino, siamo piuttosto in ritardo sulla tabella di marcia.

Ma non passeranno più di dieci minuti che mi rendo conto di aver dimenticato sull'auto gli occhiali da vista!
Pazienza, non si torna indietro; solo il giorno dopo, al recupero dell'auto scoprirò di averli schiacciati nel chiudere il bagagliaio...

Il successivo s. 44 non rivela particolari sorprese, il fondo è come sempre devastato dal passaggio delle moto e col buio ovviamente diventa ancora più insidioso.
Raggiungiamo Buca di Bomba alle 00.43, stanchezza e desiderio di recuperare ci suggeriscono di effettuare il primo "taglio" dalla GTE, così invece di salire verso monte San Martino, proseguiamo lungo lo sterrato principale, decisamente più veloce e meno faticoso lungo il quale anche Gianni ci abbandona. 

Superato Colle Reciso. sosta a fonte Schiumoli, un sorso di acqua fresca è particolarmente gradito da tutti.
Quindi ascesa verso monte Orello, in prossimità del quale operiamo il secondo "taglio" ovvero superata casa Severin lasciamo nuovamente la GTE per lo sterrato di sinistra che passando da casa Nannini, ci consente di riprendere la "Traversata" pochi metri prima della cessa dei Catenacci, evitando tempo e fatica.

I tagli effettuati ci consentiranno di rientrare ampiamente nei tempi previsti, raggiungiamo infatti il secondo punto di ristoro a casa Marchetti alle 01.58.
Anche il passaggio fra i terreni agricoli ed i bovini scorre liscio come l'olio.

L'ascesa verso Cima di Monte sarà veramente faticosa (per il sottoscritto) complici l'umore al minimo, il sonno ed un fastidioso mal di schiena che mi da il tormento.

Ore 03.42, Le Panche, brevissima sosta sulla panchina in legno, assaggio con piacere un integratore alla frutta offerto da Luigi, affermando di essere proprio "cotto".
Max R. sogghigna, soddisfatto di aver con se i suoi nuovi bastoncini, ma come mi rimetto in cammino, mi sento molto meglio.
Evidentemente la sostanza ingerita fa miracoli perché non avverto più la stanchezza di prima e riesco a stare tranquillamente alle spalle di Max R che apre la fila.

Torna il buon umore e la voglia di scherzare!

Aia di Cacio, monte Strega, seduti sul cordolo della provinciale della Parata, è la salita per monte Grosso l'ultima fatica che ci aspetta.
Non mi spaventa, dopo svariate volte, so come affrontarla ed espugnarne la vetta!

Così è, alle 05.37 scattiamo le prime foto del crepuscolo; trascorreremo invano circa 15 minuti in attesa dell'alba, quindi decidiamo di proseguire nella speranza di vederla lungo la discesa dall'osservatorio.

Al mausoleo Tonietti, ultima deviazione dalla GTE, ci manteniamo sul 61 che brevemente ci porta a Cavo, sono le 06.55.

Recuperiamo le borse precedentemente lasciate in paese e consacriamo la fine dell'avventura con un bel tuffo nella cristallina acqua del mare.
A dir la verità la consacrazione sarà  al bar del paese con una ricca colazione comodamente seduti e soddisfatti della nottata trascorsa.

Luigi rientrerà a casa con l'autobus delle 09.05, per Davide, Max R e me sarà l'aliscafo delle 09.00 a farlo.

I tagli effettuati hanno ridotto il cammino da 50,8 a 46 chilometri.

Max

sabato 18 giugno 2016

Trekking del 18 giugno 2016 - Andar per Sentieri


A seguito della telefonata dell'amico Luigi, mi unisco con piacere al gruppo Andar per Sentieri.

Il programma odierno prevede di descrivere un anello passando dalla vetta del monte Giove e lungo il percorso, grazie alla presenza del geologo Marcello, avremo l'opportunità di ascoltare le sue spiegazioni.

Il ritrovo è alle 9,30 a Marciana ed una volta radunati tutti (22 partecipanti), ci mettiamo in cammino.
Raggiunta la stazione della via Crucis, prima sosta durante la quale, dimostrando un'ottima conoscenza della materia, Marcello (cartina alla mano) ci fa prima un quadro generale dell'isola, quindi approfondisce il versante occidentale poiché interessato dall'escursione.

I circa 30 minuti passano velocemente ed alle 10,25 riprendiamo l'ascesa con alcuni bikers che spingono lentamente le loro mtb.

Un sorso d'acqua fresca alla sorgente della Madonna del Monte e per le 11,15 raggiungiamo Serra Ventosa.
Altra sosta di oltre mezz'ora fra i pini, cosa che mi obbliga ad indossare il wind stopper; un po' di sole non mi dispiacerebbe affatto!

Iniziamo quindi a salire verso il monte Giove, il paesaggio è incantevole, superiamo il caprile a circa metà salita ed in prossimità della vetta, decidiamo di effettuare la terza sosta, approfittando per pranzare.

In pochi minuti mangio la frutta rimasta, sono le 12,55 e l'appuntamento a Marciana con mia figlia mi impone di abbandonare la piacevole comitiva.
Un saluto e come immaginato, in circa mezz'ora di camminata veloce, sono in paese.

Approfitto del post per ringraziare Marcello per le sue esaustive spiegazioni ed il gruppo di camminatori di Andar per Sentieri per la compagnia.

Max


mercoledì 25 maggio 2016

Castello del Volterraio


Approfitto di qualche ora a disposizione per andare a far visita al castello del Volterraio.
La rocca, recentemente sottoposta ad intervento di restauro, è attualmente visitabile (solamente il sabato fino al 4 giugno prossimo) al costo di 7 euro, trasporto collettivo, ingresso e visita compresi.

Restio ad escursioni "affollate" mi accontento così di dare un'occhiata  in solitario ed ovviamente dall'esterno ai cambiamenti apportati.

Noto subito un sensibile miglioramento al sentiero 55, grazie alla realizzazione di alcune traverse in legno per il contenimento del terreno, ma solo per un centinaio di metri (forse), poi è esattamente come prima.

Nessuna novità nemmeno per quanto riguarda la chiesa di San Leonardo a circa metà percorso.
Le novità (purtroppo) iniziano dopo: una nutrita sfilza di inqualificabili segnavia orizzontali con il compito di guidare gli escursionisti al maniero.

Sorprendenti nell'esecuzione, spero per lo meno siano stati effettuati a titolo gratuito, perché non posso pensare che l'Ente Parco abbia commissionato (e pagato) tali schifezze.

Basito, comunque proseguo nell'ascesa ed in pochi minuti raggiungo il castello.
Il nuovo ingresso devo ammettere ricorda più un vialetto per raggiungere la spiaggia, ma è solo una mia impressione; nemmeno mi entusiasma il netto stacco fra le vecchie mura ed il nuovo restauro, ma giudicheremo meglio al termine dei lavori.

Veramente ben fatto invece il cancello all'ingresso, complimenti al fabbro!

Concludo la visita con qualche foto "fra le sbarre", il Tirreno di oggi dedica ampio spazio all'anniversario del Parco, venti anni dalla sua istituzione, ma se questi sono i risultati, rimango sempre piuttosto perplesso sulle capacità di chi lo dirige.

Max

P.s. Ai lettori più attenti, non sfuggirà l'ultima foto, scattata più di un anno fa, una vera "chicca"
Perché? Date un'occhiata alle date...

domenica 22 maggio 2016

Trekking del 22 maggio 2016


A chi non piacerebbe, fosse possibile, riavvolgere e modificare gli eventi della giornata appena trascorsa?
Eliminare un incontro spiacevole, una situazione imbarazzante, un compito sgradevole...
Un bel taglio e rimontarla in maniera che abbia tutto un altro aspetto.

Ebbene, per quanto riguarda la giornata odierna, posso sicuramente affermare "Buona la prima!".

Dalle condizioni meteo semplicemente fantastiche, in compagnia dell'amica Susy, partiamo da Pomonte ed alle 8.11 siamo già in marcia lungo un sentiero 9 in ottimo stato; fosse arricchito da qualche segnavia orizzontale sarebbe quasi perfetto!

Saliamo così con piacere fino all'intersezione con il 30, 31 e 8.
Proseguiremo sul 30, decisamente più in chiusura fino alle Macinelle, quindi leggermente meglio.

Alle 10,16 raggiungiamo l'incrocio con il più recente sentiero del Collaccio, riprendiamo così a salire, stavolta sotto un sole che inizia a farsi sentire.
Arrivati al Masso alla Quata, la salita non è certamente finita: passiamo infatti sul 90 per espugnare la vetta delle Calanche dai panorami mozzafiato.

La fioritura di maggio inoltre, disegna una tale fantasia di colori da riuscire a stupirci per la sua estrema bellezza.
Breve sosta per qualche foto, una bella bevuta e riprendiamo il cammino verso Malpasso.

Vi arriviamo alle 11,30 spettatori di una comica situazione fra una coppia di escursionisti intenzionati a salire sul monte Capanne lungo lo 00 ed il loro cane, che dopo aver "assaggiato" il percorso con un deciso dietro front, incurante dei richiami dei loro padroni, torna spedito a valle.

Sarebbe stato curioso conoscerne l'epilogo, ma la discesa lungo il sentiero 8 ci attende.
Con attenzione affrontiamo così i tratti tecnici del percorso, anche la minima storta sarebbe deleteria, specialmente per la caviglia sinistra di Susy.

Torniamo quindi al bivio, attraversato in precedenza, fra i sentieri 8, 9, 30 e 31.
Stavolta la scelta ricade sul 31 (GTE) che con un percorso di crino, ci proietta verso Pomonte.

Percorreremo l'ultima ora di marcia, con le riserve idriche agli sgoccioli, tanto che il piacere di sorseggiare una bella birra fresca, supererà decisamente quello offerto dalla passeggiata.
Non vediamo l'ora di arrivare!

Come pronosticato, alle 13,35 completiamo l'escursione di circa 16,5 chilometri.
Prima tappa la fonte di acqua fresca lungo via del Passatoio, quindi la birra al bar del paese.

Finita così?
Non credo... la spiaggia di Cavoli ci aspetta!

Max

domenica 8 maggio 2016

Walk and work - rimozione fettuccia elbatrail 2016


Per oggi, una bella camminata per rimuovere la fettuccia dell'ultima elbatrail e non solo...

Premetto che la segnalazione della skymarathon di domenica scorsa (a cui ho partecipato anche io) è stata effettuata con fettuccia Salomon (nera in alcuni tratti e gialla in altri) e vernice spray color arancio fluorescente della ditta francese Soppec, specifica per manifestazioni sportive e dalla durata di 5/15 giorni

Parcheggio così ai piedi della cabinovia del Capanne ed alle 8.03 inizio a salire verso il paese.
Grazie a via del Pozzatello, mi collego direttamente sul sentiero 1 ed inizio immediatamente l'opera di rimozione.

Suppongo che durante la gara, la scopa  ne abbia tolta la maggior parte, infatti la poca fettuccia rimasta mi consente di fermarmi sporadicamente.
Ne approfitto così per osservare e fotografare i vari segnavia arancio che trovo lungo il cammino, constatando come quelli fatti sul piano di calpestio siano già in avanzato stato di decomposizione, mentre i pochi fatti lateralmente sulla roccia conservino a distanza di 8 giorni ancora un buon colore.

Altro costatazione è quella che la vernice spray da noi usata è già molto meno visibile e più scolorita di quella usata non so da chi, che da diversi mesi è ancora presente sulla pietra.
Emblematica al riguardo, una foto che mostra due frecce arancio contrapposte; quella verso il basso fatta dal sottoscritto il 28 aprile è già sensibilmente più scolorita di quella fatta verso l'alto che con il trail non ha nulla a che fare.

Opportune precisazioni a parte, proseguo tranquillamente nell'opera di "pulizia"; alle 9.25 abbandono il s. 1 per passare sul 6, quindi dopo circa venti minuti lo lascio per riprendere a salire sul  sentiero 2 con cui raggiungo la vetta del Capanne alle 10.42.

Un fastidioso vento di scirocco mi costringe ad indossare la giacca che custodivo nello zaino, fino a Malpasso non potrò farne a meno.

Breve tratto in discesa lungo il 5 e passo sul 125, informazioni ricevute da Massimo R. ipotizzano sia ancora da "bonificare".
Ed in effetti è così, spenderò inoltre diversi minuti per tagliare un pino caduto lungo il sentiero ovviamente  a mano con la sega che in queste occasioni porto sempre con me.

Raggiunto nuovamente il 6, mi concedo una breve sosta per mangiare un po' di frutta e do alcune informazioni ad un biker straniero sopraggiunto sul sentiero.
Ha intensione di lasciare la mtb a Marciana e farsi una corsetta fino alla cima del Capanne; non c'è che dire, indubbiamente un tipo tosto!

Così dopo questa piacevole pausa, proseguo verso nord est, un centinaio di metri e mi tocca tagliare un altro bel tronco di traverso che indubbiamente avrà obbligato lo sconosciuto ad alcune acrobazie per superarlo con la sua bici.
Altri dieci minuti di inaspettato lavoro e non sarà nemmeno l'ultimo della giornata!

Di sicuro a chi passa le giornate a realizzare bandi di concorso per la manutenzione sentieri, a presiedere a riunioni, ad organizzare commissioni, a riempire schede di tante belle parole, il mal di schiena non gli viene...

Peccato che così facendo, gli alberi ostruiscono i sentieri per mesi (quando va bene) mentre a me sono stati sufficienti una ventina di minuti, un paio di guanti ed una sega da 14 euro per tagliarne un paio.

Il pensiero va quindi all'amico Pasquale, all'amico Roberto e (fortunatamente) a molti altri, che condivideranno sicuramente le mie parole.

Alle 13.12 attraverso la provinciale per passare sul 22, mi han detto sia stato riaperto e mi sarà utile per avvicinarmi a Poggio.
Evidentemente quanto riferito non corrisponde al vero, infatti benché percorribile per i primi 700 metri circa (ma praticamente privi di segnaletica) una volta raggiunta l'ampia radura dei maestosi castagni, un groviglio di alberi caduti mi costringe a farmi strada alla meglio per tornare sull'asfalto.

Direi proprio ci sia ancora molto da lavorare per riaprirlo!

Da questo punto, tutto asfalto per tornare all'auto che raggiungo alle 14.13 dopo aver riempito le borracce con la fresca acqua della fonte Napoleone.

Un bel giro di circa 13 chilometri, che mi riempe di soddisfazione per i numerosi interventi fatti.

Max  

mercoledì 4 maggio 2016

Enfola - manutenzione al s. 108

03 maggio 2016, altro pomeriggio dedicato al sentiero 108.

Il sentiero, di circa 2,3 km e facile percorrenza, consente di ammirare a 360 ° i fantastici panorami che offre il promontorio.

Da anni curato dall'instancabile Roberto, è uno dei pochi esempi per i quali l'adozione si è dimostrata efficace ma soprattutto l'opera di manutenzione costante.

Non che ne avesse quindi particolare bisogno, ma piuttosto nell'ottica di cercare sempre di perfezionarlo, ecco che con piacere ho aiutato l'amico Roberto a migliorarne la segnaletica.

Le foto seguenti mostrano il prima (fine marzo 2016) ed il dopo l'intervento.




Non male per chi preferisce alle parole i fatti...

Max