domenica 26 aprile 2015

Trekking del 26 aprile

Durante la piacevole pizzata di ieri sera, concordiamo l'uscita odierna con Mario e Massimo.
Il ritrovo è alle 8,15 ed il programma è di andarare a Marciana e da li descrivere un anello che mi permetta di scattare qualche foto, ma le condizioni meteo ci suggeriscono di modificarlo ed optare per una camminata in zona; anche se non piovesse, sicuramente le foto non sarebbero un gran che!

Così propongo di iniziare con il vicino sentiero 66, è da parecchio tempo che non lo faccio e mi interessa valutarne lo stato.

Lasciamo l'auto alle Foci ed iniziamo la ripida salita con un Mario per nulla intimorito dalla tenuta sportiva di Massimo, infatti, fatti pochi metri, con un'andatura a dir poco sostenuta, si metterà alla testa del gruppo, tirandoci fino a raggiungere la sommità del colle di Santa Lucia, unico tratto del sentiero decisamente in chiusura.

Dalla chiesa, abbandoniamo temporaneamente il 66 per un sentiero che porta in val Carene, ne percorreremo circa un chilometro, di cui parte in chiusura, per ritornare poi sul precedente 66.

Superiamo la cava di Colle Reciso immettendoci sul 65; lungo il cammino ci concediamo una brevissima deviazione vicino al vecchio mulino, per proseguire poi sempre lungo la GTE.

Monte Barbatoia, monte San Martino ed in circa due ore raggiungiamo Buca di Bomba.
Anche qui breve sosta per mostrare ai miei amici le belle fortificazioni militari che nascoste nella macchia, facevano parte del caposaldo Monza.

Quindi riprendiamo il cammino sul sentiero 48, ma per poco, infatti incrociato il 45, passiamo su quest'ultimo per scendere a San Martino dove avevamo precedentemente lasciato l'auto di Massimo.

Impegni familiari lo costringono a rientrare presto e sia a Mario che a me non interessa proseguire oltre, per stamani la breve passeggiata di 10,5 chilometri può bastare.

Ma visto che sono appena le 11,40, prima di lasciarci, decidiamo di fare una sosta in pasticceria per concludere più dolcemente l'escursione.

P.S. Le paste non saranno solo per noi, ne porteremo un po' anche all'amico Max, ricoverato all'ospedale.
Giusto per tirargli un po' su il morale...

Max

domenica 19 aprile 2015

Trekking del 19 aprile 2015

Il programma odierno prevede la rimozione della fettuccia da una parte del percorso della recente Elbatrail; così abbiamo fatto!
Unica nota storta l'assenza di Max, che ha preferito rinunciare per non aggravare una fastidiosa tosse che lo tormenta da troppo tempo.
Ma per uno che manca, una nuova presenza con l'inattesa conoscenza di Luigi, un bravo e simpatico runner.

Così in compagnia di Andrea, Luigi e Mario lasciamo l'auto poco dopo la torre Pisana, lungo la salita del monte Perone e nello stesso senso di marcia della gara, descriviamo un anello lungo i sentieri 7A, 35, Piane al Canale, 34, 30, Collaccio, 7 asfalto del Perone, 5 e romitorio San Francesco.

Un sacco di parole per descrivere un breve percorso di circa tredici chilometri fatto ad andatura spedita, per venire in contro ad Andrea e Luigi in perfetta tenuta running.

Maglione e jeans di Mario abbinati allo zaino e scarponi del sottoscritto mal si conciliavano con un'andatura più sostenuta (bella scusa...), così in poco più di tre ore, abbiamo portato a temine la nostra piacevole escursione.

Max

venerdì 10 aprile 2015

Rifugio San Francesco di monte Perone - parte 2°


Curiosi sviluppi per quanto riguarda il rifugio San Francesco lungo la provinciale 37 del monte Perone.
Benché sul tetto, devastato da oltre due anni,  l'eternit in frantumi continui a costituire un serio pericolo,


è stato impedito l'accesso all'interno chiudendo l'ingresso con tronchi e pietre.
Un'opera curiosa ma indubbiamente efficace, dal momento che il vecchio portone in legno giaceva vandalizzato a terra.
A questo punto forse non era male chiudere anche la finestra sulla strada, attraverso cui qualcuno potrebbe sempre tentare di entrare.


Perpresso sul singolare intervento, dopo tanto tempo mi sarei aspettato qualcosa di più, tipo la rimozione dell'albero che ha causato il danno e soprattutto del pericoloso eternit.

Per la riparazione del tetto ed il rifacimento di porta ed infissi dite che esagero? 

p.s. il primo post sul rifugio risale al luglio 2014.

Max


AGGIORNAMENTI DEL 20 GENNAIO 2017

Transitando lungo la provinciale ho potuto constatare il "nuovo" aspetto del rifugio,


come si può vedere, i tronchi che occludevano l'ingresso sono svaniti, così l'accesso all'interno è consentito a chiunque;

 in compenso, pino ed eternit sono sempre al loro posto!

Max

lunedì 6 aprile 2015

Trekking del 6 aprile 2015


Benché desideroso di correre un po' sono costretto a ripiegare su un trekking per colpa di un vento teso da nord.
Così indossato l'abbigliamento invernale, decido di salire da Cavoli fino al Masso alla Quata, per descrivere una sorta di anello.

Inizio il cammino alle 9,06 lungo il sentiero per le "Cave Antiche"; piuttosto in chiusura, rientra fra le "Vie del Granito" e non ostante sia corredato da segnaletica orizzontale è privo di numerazione.

Meno di un quarto d'ora e raggiungo il segnavia per "La Macina", lo seguo e con una breve deviazione di quasi 100 metri la rivisito volentieri.
Quindi dietro front, riprendo a salire fino a raggiungere il bellissimo caprile di Marco, realizzato chiudendo con un muro a secco un suggestivo tafone.

Cercando di procedere in direzione nord ovest, supero il sentiero 33 e raggiunto il 35, lo seguo fino al bivio con il 34, dove mi attende un'altra bella salita.
Supero il successivo caprile (di Tozza al Protano) e mi soffermo a guardare il cartello che riporta la mappa de "Le vie dei Pastori", alla ricerca del pallino rosso "voi siete qui" purtroppo assente...

Continuo in direzione Piane al Canale fino al bivio con il 30 su cui passo per prendere poi il sentiero del Collaccio con cui raggiungo il 7 al Masso alla Quata.
Ne faccio alcuni metri contemplando gli alberi caduti alla mia destra, ben presto ne troverò molti altri ad ostacolarmi il cammino; sarò costretto più volte ad abbandonare il sentiero per aggirare le impenetrabili ostruzioni e la situazione non migliora nemmeno dove il 7, allargandosi sensibilmente piega verso sud avvicinandosi alle Piane al Canale.

Il disastro ritengo sia da imputarsi all'ultima forte sventolata che ha colpito duramente tutto il versante nord dell'isola (22 ottobre 2014).
Ovviamente adesso dovremo attendere i consueti tempi biblici per la loro rimozione.
Dall'ente Parco, chiuso nel suo mondo virtuale, presumo potremo solo aspettarci uno dei suoi fantastici bandi di concorso (in questo sono fenomenali...) 
Ricorrere al volontariato? La vedo dura, l'entità del lavoro richiede personale qualificato ed attrezzatura professionale.
Lasciare il compito a Madre Natura? Beh, nel giro di una decina di anni dovrebbero marcire... forse, nel frattempo magari avvisiamo gli escursionisti, che, come oggi, interrogati, rispondono:
"Posto bellissimo, un peccato i sentieri in questo stato"; poche parole che fotografano perfettamente la sentieristica elbana.

Ma niente paura, per questa stagione sono sicuro, accorreranno in gran numero per ammirare le "resuscitate" dune di Lacona...

Tornando alla realtà, raggiunte le Piane al Canale, mentre mangio due mele, ammiro l'ennesima cavolata: sul vicino pannello in legno è stato dipindo un segnavia a bandiera che riporta il numero 30, peccato il sentiero in questione non sia il 30 ma il 34...

Attraverso un altro sentiero soprattutto sfruttato dai bikers e brivo di numerazione, riscendo sul 35; due foto al mulino di Moncione, dove saluto un nutrito gruppo di escursionisti e mi ricollego al tratto fatto alla partenza, chiudendo così l'anello.

Raggiungo l'auto verso le 13, i chilometri fatti sono poco più di 11, finalmente il sole comincia a scaldare.

Max