lunedì 24 dicembre 2012

Trekking del 23 dicembre 2012


In compagnia di Luca, un bel trekking con partenza ed arrivo dal campo di calcio di San Piero.

La partenza è alle 8,00 esatte lungo il 7, per pochi minuti in compagnia del sole, dato che poi scomparirà nascosto da un grigio velo di nubi per l'intera mattinata.
In circa 30 minuti raggiungiamo le Piane al Canale, quindi continuiamo lungo il 34 superando anche l'intersezione con il 30; Luca non conosce la zona così lo accompagno volentieri fino a Pietra Murata, altro luogo recentemente ben ripulito che merita proprio una visita.

Quindi proseguiamo sempre sul 34 fino a raggiungere un altro bel caprile, dopo di che facciamo a ritroso gli ultimi 200 metri fino ad un bivio che ci permette di ricongiungerci al 30 e di li a poco di arrivare alle Macinelle.
Dopo una breve sosta riprendiamo la marcia ed alle 10.00 esatte arriviamo ad incrociare la GTE.

La seguiremo per circa 700 metri in direzione SW, poi decidiamo di abbandonarla non certo a causa del suo precario stato di manutenzione (segnavia scarsi e vari tratti in chiusura) ma per colpa di un leggero ma irritante vento di scirocco; meglio scendere di quota per evitarlo.
Così lungo un più ridossato 8 (in cattivo stato anch'esso), raggiungiamo un 35 nelle medesime condizioni.

Lo seguiremo per circa 1 chilometro fino al corso d'acqua di Vallebuia dove, svoltando a destra, alle 11,13 lo abbandoniamo per andare a fare il 17bis (da non confondere con il 17 che collega Campobagnolo a S.Ilario).
A differenza dei precedenti, il 17bis si presenta in ottimo stato, ben pulito, con qualche segnavia in più sarebbe perfetto.
Ne percorriamo circa 1,5 chilometri prima di raggiungere la Tomba Villanoviana, una breve sosta e proseguiamo verso il mulino di Moncione dove sosteremo molto più a lungo, quasi mezz'ora!

Luogo bellissimo che meriterebbe un bell'intervento di pulizia specialmente dai rovi che lo infestano; certo, poterne ricreare in legno le parti mancanti come la ruota e gli ingranaggi sarebbe fantastico...
Non avendo idea a chi appartenga, dopo una rapida ricerca nel web, ho trovato un bell'articolo di Retali che ne narra la storia e che vi invito a leggere:
http://www.mucchioselvaggio.org/FOTO_C7/NUMERI/38/38-39.pdf

Benché sia ora di rientrare, decido di non continuare lungo il 17bis/35 (dal mulino procedono insieme fino a San Piero), via più breve, ma torniamo indietro di circa 180 metri per girare su un sentiero in direzione SE che indica San Piero e che con brevi deviazioni mette in bella mostra "Il Grottino" prima ed i "Sassi Ritti" dopo.

Con un ritmo leggermente più sostenuto completiamo il percorso delle Vie del Granito, arrivando sull'ampio sterrato che divide le due cave ancora in attività.
Scatto una foto all'utile pannello illustrativo che riassume tutti i siti della zona e le vie per raggiungerli; io ci avrei inserito anche i sentieri del CAI...

Alle 13,20 raggiungiamo l'auto ampiamente soddisfatti ed entusiasti della bella ed interessante camminata, sicuramente meta futura di mie prossime escursioni, sia per scoprirne tutti "i tesori" sia per farmi un quadro più preciso della sua cartografia.

Max

domenica 16 dicembre 2012

Trekking del 16 dicembre 2012


A lezione di mineralogia con Antonello.

Con queste poche parole posso sintetizzare l'escursione odierna alla miniera del Vallone nel comune di Capoliveri.
In compagnia di Mario, ritrovo "comodo" alle 10,00 al bar La Curva, quindi con l'arrivo di Antonello. partiamo verso la nostra meta.

Benché il cielo sia velato da nubi grigie, confido nelle previsioni che preannunciano sole,  indispensabile per catturare con l'obiettivo la grande varietà di colori che offre la zona.

Superato il paese, parcheggio il fuoristrada vicino alla sbarra che delimita l'accesso alla miniera ed iniziamo il cammino infastiditi da un modesto vento di scirocco che comunque mi costringe ad indossare il windstopper.

Decidiamo di descrivere un piccolo anello sfruttando il percorso della Legend Cup, così al primo bivio giriamo verso ovest (destra) in direzione del piccolo canyon, per poi scendere fino alle scheletriche ed arrugginite strutture in metallo, dove veniva convogliato il minerale estratto.

La marcia ovviamente è costantemente interrotta da brevi soste in cui ci dedichiamo alla ricerca di qualche pietra particolare.
"Tieni, guarda questa, portala a tua figlia
Mi dirà più volte Mario allungando la mano, mentre il più esperto Antonello ne elenca nome e caratteristiche.
Ilvaite, magnetite, malachite... in poco tempo mi ritrovo lo zaino pieno di sassolini colorati a cui non ricordo più quale nome associare... "cheddite" sto invecchiando??? 
Può darsi! 

Avvicinandoci al cuore della miniera, devo ammettere sono più affascinato dai cadenti macchinari metallici che dai minerali, così mentre i miei compagni  continuano a scrutare il terreno, io mi dedico a fotografare "ferro e ruggine".

Non ostante l'intero percorso sia solo di circa 5 chilometri, impiegheremo più di quattro ore per tornare all'auto; grazie anche ad un piacevolissimo sole, le occasioni per fotografare e curiosare sono davvero tante!

Concludo ringraziando Antonello per la piacevole compagnia e le numerose informazioni date; il minimo che posso fare, dal momento che al ritorno, ci ha anche offerto paste e te caldo alla pasticceria Orchidea.
Unico rammarico la mancanza di mia figlia, trattenuta a casa dallo studio, per la quale avevo praticamente organizzato questa istruttiva uscita... bèh, sarà una scusa per tornarci.

Max

domenica 9 dicembre 2012

Trekking del 09 dicembre 2012


Il freddo pungente, quello che ti appesantisce la coperta, mi fa alzare più tardi del solito e dato che stamani mi aspetta un'uscita in solitario, è solo alle 8,30 che esco di casa.
La meta è San Piero, da dove ho intenzione di descrivere un anello che mi consenta di "calpestare" i sentieri 30 e 35, che a detta dell'amico Antonello, sono stati sottoposti ad interventi di manutenzione.

Con tanto di guanti e sotto pantalone, alle 9,05 parto come di consueto dal campo sportivo del paese lungo un 7 che mi riserva presto una piacevole sorpresa; infatti il tratto in salita che era stato danneggiato dalla sciagurata alluvione dello scorso anno è stato sapientemente rimesso a posto, sia riempiendo di granito i solchi più piccoli, sia tagliando la vegetazione per creare un passaggio a fianco di quelli più profondi; risultato: si passa perfettamente, ottimo lavoro!

Sferzato dal freddo vento di grecale (credo), raggiungo la Piane al Canale sfruttando anche il tracciato dell'ultima Granfondo che mi consente di evitare il tratto peggiore del 7 ed oltretutto è anche più bello; quindi proseguo lungo il 34 fino all'intersezione con il 30.
Mi rendo subito conto che anche quest'ultimo sentiero è stato oggetto di un'ottima manutenzione; unico neo (a mio avviso) l'uso del tondino di ferro per ancorare le traverse in legno, forse evitabile almeno nel primo tratto dove il terreno pare più "morbido".

Purtroppo la manutenzione sul 30 si arresta alle Macinelle, peccato, mi stavo abituando all'ampio sentiero.
Alle 10,30 comunque, arrivando all'incrocio con l'8 il 9 ed il 31 ne completo il percorso; quindi proseguo in direzione WSW.
Da questo punto la situazione è decisamente cambiata; in vari tratti il cammino è in chiusura dalla vegetazione ed evidente è la carenza di segnavia.
La situazione non migliora nemmeno quando lascio l'8 per il 35, riscontro solo un leggero miglioramento per quanto riguarda i segnavia.

Finalmente l'incrocio con il 34 rivela nuovi evidenti segni di manutenzione; il sentiero è stato ben pulito ed allargato, tanto che non posso fare a meno di seguirlo fino alle vicinanze di Pietro Murata.
Lungo il tragitto, che ripercorrerò al contrario, mi fermo anche ad ammirare un singolare caprile ben ripulito da rovi e vegetazione.

Ritornato sul 35, ne faccio poco più di 200 metri che con sorpresa, scopro una nuova deviazione, qualche istante di esitazione e decido di percorrerla; mi porterà ad una piccola zona di terrazzamenti ripuliti su cui spiccano come zanne, torreggianti pietre di granito.
Sempre con direzione SW, continuo lungo questo nuovo sentiero, fino a raggiungere il 17bis (il bis lo aggiungo io per distinguerlo dal 17 che collega Campobagnolo a S.Ilario.

In ottimo stato anche questo, peccato carente di segnavia, che comunque mi consente mi ammirare una bella tomba Villanoviana che non conoscevo.
Raggiungo il mulino di Moncione dopo aver incontrato una coppia di escursionisti provenienti da San Piero; anche loro hanno notato gli interventi di manutenzione.

La cosa mi fa particolarmente piacere, specialmente in questo momento, in cui si mormora sull'intenzione del Parco di abbandonare la manutenzione su alcuni sentieri meno importanti.
Un enorme controsenso che sia proprio l'istituzione dell'Ente Parco la causa della riduzione della rete sentieristica che per decenni contadini e cacciatori hanno saputo mantenere viva ed efficiente, ma che l'Ente invece, pare abbia difficoltà a fare.

Breve sosta al mulino e quindi, ritornato sul 35, con passo svelto ritorno al campo di calcio dove ho parcheggiato l'auto dopo aver percorso circa 14 chilometri ma soprattutto dopo aver scoperto nuovi sentieri ed aver apprezzato l'ottima opera di manutenzione su parte del 7, 30 e 35 il tutto in una fresca ma stupenda giornata di sole.

Max

venerdì 7 dicembre 2012

Le dune di Lacona

Le dune sono salve!

Che bello, non vi sentite anche voi molto meglio, più felici, sorridenti?
Dite che è per  il clima natalizio, ma no ma no; ma non avete letto dell’acquisto delle dune di Lacona?
Il Ministero dell’Ambiente le ha acquistate per solo 1.615.000 euro!
Han firmato lunedì 3 presso uno studio notarile a Piombino.
Ma capite che meraviglia, le dune adesso sono salve!
Non più minacciate dalle ruspe o dall’aggressivo turismo estivo!

Il neo presidente Sammuri dichiara:
"Vorrei sottolineare che il Parco ha impiegato questi soldi per le dune di Lacona e non per risolvere questioni di maggior importanza come ad esempio quella dell’ospedale elbano, perché questi soldi erano stati destinati dal ministero dell’ambiente a questo tipo di intervento e se non avessimo firmato il preliminare entro la fine del 2012 lo Stato avrebbe rivoluto i soldi indietro destinandoli magari ad altre realtà italiane"

Ma non sarebbe stato proprio meglio che lo stato quel denaro lo avesse destinato ad altre realtà italiane, tipo alluvione in Maremma giusto per non rimarcare la situazione del nostro ospedale…

Pensa la società Montinvest che Natale festeggerà mentre l’Italia è alle prese con l’IMU!
Un loft da 200 m2 in zona Brera costava meno.

Espropriarle o impedirne la cementificazione no?
Che stupidaggine, ma cosa dico, scusatemi, sono proprio ignorante!

Ma stavolta ce lo ricordiamo di dirli che sono salve?
Sai perché non vorrei che facessero la fine del Volterraio, che cade a pezzi come quando era privato!

Concludo con una mia proposta sulla manutenzione dei sentieri:
Visto le disponibilità finanziarie del Ministero dell’Ambiente potremmo farci comprare un pancale di bianchetto e man mano cancellare dalle mappe i sentieri  che si chiudono dalla vegetazione.
Nessuno li legge più sulle cartine, nessuno ci si perde se tenta di percorrerli!

Per chi ci crede, Dio ci salvi…

Max (stamani un po' Crozza)


venerdì 23 novembre 2012

Sentiero di Fonte di Prete e del Pastore, riposizionati i segnavia


Mattinata di manutenzione sentieri.
In compagnia di Mario, Massimo e Pasquale siamo saliti lungo lo sterrato del Buraccio e riposizionato il segnavia che indica la deviazione per scendere alle Trane, divelto poco tempo fa insieme agli altri due che indicavano l'inizio e la fine del sentiero del Pastore.



Senza perderci d'animo, muniti del consueto equipaggiamento e di buona volontà siamo riusciti fortunatamente a ritrovare quelli del Pastore, scaraventati da qualcuno a una decina di metri dalla loro posizione originaria, cosa che ovviamente ci ha fatto risparmiare tempo, fatica e materiale.



Tempo che così abbiamo impiegato per togliere dal sentiero qualche ramo invadente e perfino raccogliere e portare via ben tre sacchi di rifiuti (in prevalenza bottiglie di vetro) dalla fatiscente baracca in legno.



Un grazie quindi agli amici sempre disponibili a dare una mano; per distruggere un segnavia bastano pochi secondi e tanta stupidità, mentre per rifarli occorre tempo, pazienza, fatica... e denaro.
Chi ce lo fa fare?
Personalmente passione per il trekking e soddisfazione nel permettere ad altri escursionisti di poter apprezzare i luoghi incantevoli che offre la nostra isola.

Max

domenica 18 novembre 2012

Trekking del 18 novembre 2012


Che bel trekking!
Non posso che iniziare così il riassunto dell'escursione di stamani.
In compagnia dell'amico Mario dopo un comodo ritrovo alle 8,00 ci dirigiamo a Chiessi per effettuare un piccolo anello attraverso i sentieri 3 e 25 ed arrivare fino al vecchio Semaforo.

Iniziamo la marcia alle 8.40 di fronte alla chiesa del paese; il primo tratto del 3 si snoda lungo suggestive abitazioni, quindi assunte le sembianze di sentiero, prosegue sempre in salita offrendo un fondo sconnesso e scarsi segnavia (meglio solo dopo intersezione con 4).

Dopo dieci minuti arriviamo alla prima deviazione con il 41 che prosegue dritto, noi chiaramente giriamo a destra.
Altri 20 minuti circa e troviamo la seconda deviazione per le "vie di roccia" che conduce alla base di una maestosa parete di granito, sede di varie vie di arrampicata sapientemente disegnate e attrezzate da Renato e &.

Ovviamente proseguiamo sul sentiero principale, il freeclimbing al momento ci trova un pò impreparati ed alle 9.46 raggiungiamo il bivio con il 4 proveniente da Pomonte.
Con un'andatura leggermente più sostenuta raggiungiamo quindi il successivo incrocio con il 10; benché le previsioni meteo preannuncino pioggia, la giornata è perfetta per camminare: il cielo é coperto e la temperatura mite, assenza di vento e salita consentono perfino di stare in maglietta!

Sono le 10,26 quando il segnavia in legno ci indica la via per il Semaforo, abbandoniamo così il 3 ed iniziamo la lenta discesa.
Ancora 30 minuti circa ed arriviamo al primo edificio (credo sede degli alloggi), parzialmente in rovina, conserva comunque ancora gran parte del tetto.
Altri 250 metri circa e ci troviamo di fronte alla possente struttura del Semaforo di Campo alle Serre Alto.

La stazione semaforica aveva il compito di riconoscere le unità navali in navigazione e rilanciare i messaggi verso le stazioni radiofoniche di Genova, La Spezia, Livorno e Portoferraio; dal libro "La Sentinella Avanzata" di Ruggero Elia Felli.

Praticamente è priva della copertura, solo l'ampia stanza finestrata al pian terreno, sopra a cui erano posizionati gli strumenti di avvistamento, ha ancora il tetto.
Vicino, il traliccio dell'antenna radio, benché privo di tutti i tiranti di sostegno, è ancora eretto, a testimonianza del passato.
Rottami in ferro e calcinacci sono disseminati tutto intorno.

Indubbiamente uno dei luoghi più belli ed affascinanti dell'isola, meta imperdibile, a mio avviso, per ogni escursionista.
Ci sono stato tante volte, ma ogni volta che ci torno ne resto incantato!
Ne approfitto così per scattare una "marea" di foto e curiosare in qua e là; anche se non posso fare a meno di pensare che sia un vero sacrilegio vedere strutture del genere cadere a pezzi.
I vicini Francesi, potessero, sicuramente la sfrutterebbero come richiamo turistico/escursionistico di primo livello, ma d'altronde siamo in Italia...

Dopo più di un'ora di relax è giunto il momento di rientrare, così torniamo sui nostri passi fino al bivio con il 25 su cui, girando a destra, ci immettiamo.
Attraversiamo prima piacevoli e lunghi tratti sotto ai corbezzoli quindi una sconnessa e ciottolosa discesa ci congiunge alla strada asfaltata.

Entusiasta per la bellissima giornata, offro più che volentieri una birra al mio compagno di trekking, il minimo che possa fare...

Max



domenica 28 ottobre 2012

Trekking del 28 ottobre 2012


Con un'allerta meteo emanata per il fine settimana, sarebbe stato difficile credere che avrei effettuato un trekking così bello.
Nemmeno la sveglia, bagnata da una pioggia leggera, invitava ad uscire; motivo per cui Mario mi comunicava di rinunciare... del resto, avendo una certa età fa bene a riguardarsi.
Al contrario io, che mi sto abituando agli "acciacchi" (termine locale per malesseri vari) mi illudo con le mie camminate di riacquistare una discreta forma fisica... così pioggia o no parto ugualmente!

Benché annunciato, il repentino calo della temperatura (13° alla partenza) mi trova parzialmente impreparato, così per vari tratti, dovrò indossare la giacca contro la pioggia per riparami dal freddo.

Parto da piazza del Cavatore a Capoliveri alle 7,45 subito "pettinato" da un teso libeccio, fortunatamente il cielo sta schiarendo e le nubi sembrano fuggire infastidite dal vento.
Il percorso è un classico, costeggiare in costante ascesa il fianco sinistro del promontorio, che fra l'altro offre stupende vedute su Porto Azzurro; quindi sfruttando un breve sentiero che attraversa i pini, ricollegarsi all'anello alto di Calamita.
Perdonatemi se non cito i numeri dei sentieri, ma la zona è talmente povera dei primi e ricca dei secondi che solo chi la conosce bene riesce a muoversi senza difficoltà.

Raggiunto il bivio sotto la base dell'Aeronautica, proseguo restando in quota sul lato sud fino alla vasca antincendio; da qui grazie ad un utilissimo sentiero aperto dai bikers, entro nella zona mineraria dall'alto.

La pioggia mattutina ha lasciato da poche ore il posto ad un piacevole sole che grazie all'azione combinata con il vento ha asciugato perfettamente terreno e vegetazione.
Risultato: un contrasto di colori favoloso, ne approfitto ovviamente per scattare numerose foto!

Sfruttando parte del percorso della Legend Cup, attraverso la miniera del Vallone, la pioggia ha leggermente allentato il terreno, rendendolo perfetto e confortevole al passaggio e compattandone i tratti più sconnessi; si va che una meraviglia!

Con il passare del tempo, nubi minacciose pare stiano riguadagnando porzioni di cielo, decido così di abbandonare in fretta la miniera; finora mi è andata  più che bene, sarebbe un peccato bagnarsi proprio all'ultimo.

Praticamente senza soste risalgo l'ampio sterrato fino al cancello che sbarra l'ingresso della zona, quindi speditamente proseguo sullo strada che dalla Costa dei Gabbiani porta a Capoliveri.
Vi arrivo alle 12,15 dopo 4 ore e mezzo di cammino e dopo aver percorso circa 19,5 chilometri; dopo l'intenso fine settimana passato, avevo proprio bisogno di una bella passeggiata!

Max

lunedì 22 ottobre 2012

Trekking del 20 e 21 ottobre - GTE

Poco tempo fa avevo proposto ad alcuni amici di fare la GTE in due giorni...

Sabato 20 ottobre 1° Tappa:  Cavo - Colle Reciso
Il ritrovo è alle 6,40 al porto di Portoferraio, quindi con l'arrivo di Massimo un attimo prima della partenza dell'aliscafo, alle 6,50 partiamo per Cavo.

Il gruppo è composto da Gian Luca, Mario, Massimo e me; doveva essere dei nostri anche Andrea, il più entusiasta, purtroppo un recente ed ennesimo problema alla caviglia, lo ha costretto a rinunciare.

Come sbarchiamo sul molo di Cavo, accendo subito il GPS visto che nel gruppo serpeggia l'idea, una volta raggiunta fonte Schiumoli, di abbandonare la GTE ed arrivare fino a Portoferraio a piedi; così mi interessa conoscere il chilometraggio totale.

Fatti poco più di 900 metri, raggiungiamo l'infrattato segnavia in legno che sancisce la partenza del sentiero 61, sono le 7,28, inizia l'avventura.
Perché sicuramente di avventura si tratta, dal momento che l'unica certezza è la forma fisica di Mario; con Massimo è molto che non cammino e la prima volta per tratti così lunghi, mentre il fisico di Luca è stato sensibilmente influenzato dall'amicizia con un bravo pasticcere...
Per quanto mi riguarda, a pochi giorni dalla partenza mi sono beccato una "simpatica" forma virale che mia ha causato, fra l'altro, una forte dissenteria (sto tuttora assumendo Bimixin e Enterogermina), l'ideale per affrontare un bel trekking!

Evitando di elencare ulteriori "problemini" di salute, la lista sarebbe lunga, sottolineo piuttosto l'entusiasmo generale che unisce il gruppetto, il morale è così alto che anche Cavo ci pare più accogliente del solito!

La prima breve sosta tecnica vicino al Mausoleo Tonietti, ci consente di alleggerire il vestiario e restare in maglietta, quindi proseguiamo verso monte Grosso; vi arriviamo verso le 8,40 dopo una lenta ascesa, concedendoci una breve sosta.

La successiva sconnessa discesa verso la Parata ci consente di saggiare lo stato delle articolazioni al momento non ancora affaticate; quindi pochi metri di asfalto e rientriamo nella macchia.
L'Aia di Cacio si avvicina, così avviso il gruppo sull'imminente primo discreto "strappetto" che ci porterà sul monte Strega; ma solo Luca, ignaro su cosa ci aspetta, dimostra una certa curiosità...

Con un Massimo che sfodera ottime doti di scalatore, (le manterrà per l'intera giornata), ed un Luca in scia, senza soste in undici minuti ci guadagniamo la vetta; personalmente ho preferito non tirare, il cammino è lungo... Mario ha chiuso la fila.
Il successivo tratto in cresta è indubbiamente uno dei più belli e suggestivi di tutta la GTE, Rio Marina e Rio Elba alla nostra sinistra, Nisportino e Nisporto in basso a destra e più avanti l'incantevole golfo di Portoferraio, la nostra meta.

Benché notevole per la visuale, non sostiamo sul Capannello a causa di un leggero vento che ci ghiaccia il sudore, optiamo piuttosto per le comode e piu protette panchine in legno a pochi metri dalla provinciale del Volterraio per mangiare qualcosa, la pausa sarà di 15 minuti abbondanti.

Pronti per il successivo (successivi) "strappetti" di Cima di Monte, alle 10,50 riprendiamo il cammino.
Anche in questo caso grande andatura di Massimo, affiancato stavolta da un Mario che accetta la sfida; li lascio andare, mi costerebbe troppa fatica mantenere il loro passo e poi non potrei mai lasciare Luca da solo...

Inoltre, noto con dispiacere che il segnavia in legno che indicava la deviazione per il "sentiero del Pastore" è stato divelto e non ne resta traccia, stessa sorte è toccata al secondo più a sud e perfino a quello decisamente più solido, che indicava la deviazione per le Trane (sentiero di fonte di Prete), come scoprirò in seguito.
Spero che l'artefice ne sia compiaciuto e soddisfatto, proprio un bel gesto di cui essere fieri!

La netta sagoma di monte Orello comincia ad essere vicina ed il tratto in discesa fino a casa Marchetti ci consente di recuperare un pò di energie e di rialzare la media, per altro decisamente buona ed al disopra delle mie previsioni; superata villa Di Chiara, una sosta ci permette di mangiare e bere tranquillamente all'ombra di alcune grosse sughere in previsione dell'ultima fatica per espugnare la vetta.

Lungo il fosso dei Catenacci Massimo allunga nuovamente, aspettandoci alla base della ripida e solcata cessa che affronteremo come la precedente: lui e Mario in testa, Luca ed io indietro più lenti.
"Dai Luca, fra poco spiana" 
Cerco di motivarlo, ma ormai non crede più alle mie asserzioni...
Terminato finalmente il brutto salitone, ci ricongiungiamo alle due "lepri"; sia  Massimo che Luca hanno esaurito la loro riserva idrica, cedo così la mia borraccia di tè zuccherato al secondo, decisamente più bisognoso di reintegrare i liquidi persi, mentre il primo rifiuta piuttosto schifato quella che conteneva il mio infuso di gramigna.

Dopo un tratto nel bosco decisamente più piacevole, raggiungiamo finalmente l'ampio sterrato con cui potremmo scendere rapidamente verso la fattoria, scelta caldamente auspicata da Luca.
Purtroppo non è in quella direzione che prosegue la GTE, bensì in quella opposta a sinistra, dal momento che attraverso un'altra cessa ci obbliga a salire ancora per passare vicino ad alcuni bunker dell'ultima guerra.

Appresa la dolente notizia, manifestata perfettamente dalla sua espressione di sconforto, dopo qualche secondo in cui gli proponiamo di aspettarci a circa 100 metri più a nord est, punto da cui ripasseremo, con una grande dimostrazione di coraggio (puro autolesionismo) decide di proseguire.

Raggiunta la vetta, foto di rito; praticamente la salita è finita!
In discesa, sarà lo stesso Luca a far strada, assetato non vede l'ora di arrivare a fonte Schiumoli; è a Massimo che, accusando un discreto dolore al tendine del ginocchio, adesso faccio compagnia.

L'arrivo alla fonte è un grosso sollievo per tutti, una bella bevuta rinfrescante, durante cui ne valutiamo anche la portata, circa 3 litri al minuto.
Ne approfitto anche per snocciolare i primi risultati: 6 ore e 42 per percorrere 24,1 km di GTE a cui vanno aggiunti circa 950 metri di trasferimento per attraversare Cavo (altri 12 minuti) e i successivi 3,6 chilometri che faremo per arrivare fino alla zona industriale di Portoferraio (altri 50') dove Luca ha parcheggiato la sua auto e con la quale accettiamo di essere accompagnati alla gelateria Lolly Pop, un bel gelato ce lo siamo proprio meritato!

Domenica 21 ottobre 2° Tappa: Colle Reciso - Pomonte
Solo questa mattina alle 6,40 apprendo che Massimo è fuori combattimento; ugualmente presente all'incontro è dalla sua andatura zoppicante che immagino cosa mi dirà.
Un'infiammazione tendinea al ginocchio gli impedisce di proseguire con il trekking.
Dispiaciuto, lo saluto guardandolo tornare a casa, sarebbe impensabile e stupido cercare di convincerlo a venire.

Mi dirigo quindi a recuperare Alessandro, che impegni di lavoro non gli hanno consentito di essere presente ieri ed in sua compagnia andiamo verso casa di Luca, sperando che anche lui non abbia issato bandiera bianca.

Ma una sagoma scura si staglia nell'oscurità, è lui! 
"...anche se attaccato da forze soverchianti, circondato, ridotto negli effettivi e nei mezzi, non retrocede, soccombe ma non si arrende!"
Così recitava la consegna italiana ai comandanti dei caposaldi per la difesa ad oltranza in caso di sbarco nemico sull'isola.
Il sottotenente Galli fa fede a quell'ordine.

Proseguiamo quindi verso Casa del Duca dove ci attende Mario, già pronto lungo strada; sale così a bordo anche l'ultimo componente del gruppo e via verso la cava di Colle Reciso.

Parcheggio, accendo gps e la luce frontale, ne affido una più piccola portatile a Luca quindi controllo l'ora: sono le 7,01, inizia la seconda tappa!

Probabilmente disturbando qualche cacciatore, ne troveremo molti di più salendo da Colle di Procchio, procediamo tranquilli lungo il 65 che non riserva particolari sorprese; dopo circa un'ora e mezza superiamo il campo sportivo di Procchio dopo aver sceso il disastrato 44 (grazie al costante passaggio delle moto) ed alle 8,44 attacchiamo il 18.

Da sempre maglia nera della GTE per fondo dissestato ed in chiusura, attraverso questo sentiero penetriamo in un denso banco di nuvole basse che avviluppa tutta la parte occidentale dell'isola; un inaspettato cambiamento climatico che oltre ad impedirmi di scattare qualche foto, rende così umida l'aria che a volte temiamo stia iniziando a piovere; fortunatamente è solo condensa che cade dalle fronde scosse dal vento di scirocco.

Prima dell'ultima ripida salita, una sorta di scalinata, è Mario che va in fuga, io resto con Alessandro e Luca, che ha bisogno di brevi soste per "digerirla"; al termine della quale, ci ricongiungiamo con un Mario in attesa e tutti insieme arriviamo sotto le antenne del monte Perone.

Benché necessaria una sosta, proseguiamo a causa del vento e dell'umidità che danno veramente fastidio; sono le 10,35 quando ci immettiamo sul 5, la visibilità è pessima, sembra di essere passati in 24 ore da un bel settembre ad un brutto novembre.

Ovviamente salendo la situazione non migliora, un vero peccato soprattutto per Alessandro e Luca; mi avrebbe fatto molto piacere avessero potuto ammirare la vista che offre questo sentiero.
Alle 11,35, arrivati a Malpasso, comunichiamo loro che la salita è praticamente finita, per Pomonte tutta discesa.
Con questo non vuol dire che sia tutto facile, infatti specialmente la prima parte, viste anche le condizioni meteo, richiede molta attenzione e le articolazioni di Luca cominciano a farsi sentire.
"E' da un pò che si fanno sentire..." Penserà probabilmente lui.

Cercando di migliorare una media abbassata dalla lunga salita precedente, ma soprattutto cercando di arrivare in tempo a Pomonte per prendere l'autobus delle 15.05 per Portoferraio e magari bere anche una bella birra, stavolta è il sottoscritto a tirare il gruppo, un Mario attento chiude la fila. 

Superata la Grottaccia, aiutiamo inoltre un solitario escursionista che salito dal 31, non trova il bivio con il 9; le fitte nubi, la mancanza di una cartina ed il recente segnavia principale errato posizionato fra 8 e 31 a quanto pare gli hanno fatto perdere l'orientamento.
Una breve sosta "di soccorso" con la quale spero di avergli schiarito le idee e riprendiamo a scendere; ma è solo dopo aver superato il monte Cenno, che finalmente le nuvole si diradano e comincia a far capolino un caldo sole.

Ne approfitto così per scattare qualche foto, e nei pressi del caprile sul monte Orlano quella "ufficiale" con l'autoscatto del quartetto al completo.
Alle 14,20 oltrepassiamo il piccolo ponte in muratura termine del 31 e della GTE; una bella rinfrescata alla vicina fonte ed abbiamo tutto il tempo di gustarci una birra al bar del paese in attesa del bus. 

Concludo con i consueti dati statistici, sempre utili e di piacevole ricordo, complimentandomi sinceramente con Luca per la sua prova di carattere, con Massimo per la sua strepitosa andatura in salita e con Alessandro, già desideroso di fare la parte mancante.
E Mario? Che dire, è in gran forma!

Max

1° tappa
km totali percorsi: 28,7 (dal molo di Cavo alla zona industriale di Portoferraio)
tempo totale impiegato: 7 ore e 45 minuti
media totale: 3,7 km/h
media movimento: 4,2 km/h

km GTE: 24,1 (da s. 61 a fonte Schiumoli sul s. 64)
tempo impiegato: 6 ore e 42 minuti
media totale: 3,6 km/h
media movimento: 4,1 km/h

2° tappa

km GTE: 22,6 (da s. 65 a Pomonte s. 31)
tempo impiegato: 7 ore e 22 minuti
media totale: 3,1 km/h
media movimento: 3,4 km/h

P.S. per correttezza ci tengo a precisare che non abbiamo percorso il tratto di GTE di quasi 1 km fra fonte Schiumoli e l'inizio del San Martino.

sabato 13 ottobre 2012

Trekking del 13 ottobre 2012 - Finding Purple 1


Ancora deluso per il mancato "sbarco" in quel del Giglio, ripiego su un giro che avevo in mente di fare da diversi giorni, che mi porterà vicino alla zona di un disastro aereo avvenuto durante la II Guerra Mondiale.

In compagnia di Mario, dispiaciuto ancora più di me per aver dovuto rinunciare ad un trekking nell'isola grossetana, lasciamo l'auto al monte Perone e con una temperatura di 15 gradi, alle 8,12 iniziamo a salire lungo il 5.
Dopo qualche centinaio di metri viriamo su un 7 notevolmente dissestato dai cinghiali; un vero peccato dato che aveva un ottimo fondo... 
Arriviamo comunque spediti fino alle Piane al Canale, abbandonandolo solo per l'incantevole deviazione creata dai bikers che ci fa scendere fino ad incrociare il 34.

Giunti alle Piane, seguiamo ancora il percorso dell'imminente Granfondo e dopo un chilometro circa incrociamo il 35; lo seguiremo fino a raggiungere l' 8 costatandone il precario stato di manutenzione: pochissimi i segnavia fino a Vallebuia e molti i tratti in chiusura.

Passati sull' 8 la musica non cambia, pochissimi segnavia e svariati i tratti in chiusura; entrambi sentieri di serie C!

Concentrati sulla salita prima delle 12,00 raggiungiamo la zona X con l'obiettivo di trovare qualche segno dell'impatto che il Bell P39 (nome in codice Purple 1) ebbe durante l'ultimo conflitto bellico.

Ma vuoi i molti anni trascorsi, vuoi il fastidioso vento che ci gelava il sudore addosso, dopo circa 30 minuti decidiamo di abbandonare le ricerche e proseguire verso Malpasso; una resa intelligente che comunque non preclude la possibilità di ritornare ad esaminare in maniera più approfondita la zona.

Raggiunto il culmine della salita, abbandoniamo l' 8 per un 5 anche esso pesantemente sconvolto dai cinghiali; non c'è che dire, ultimamente si sono dati un gran daffare!
Alle 13,17 arriviamo all'auto dopo aver percorso poco più di 15 chilometri.

Max 


domenica 7 ottobre 2012

Trekking del 7 ottobre 2012 - Walking Festival


Con una schiena dolente per colpa del giardinaggio pesante di ieri, evito trekking impegnativi ed accetto volentieri di partecipare all'escursione odierna guidata dall'amico Antonello con partenza/arrivo da Capoliveri.

Il ritrovo alle 9,30 in piazza del Cavatore, ma è solo alle 9,50 che iniziamo il cammino in una giornata che si preannuncia perfetta: temperatura da maglietta e cielo leggermente coperto.

Il percorso ad anello intorno al monte Calamita si rivelerà di circa 11 chilometri lungo i quali ascolto con estremo piacere sia le interessanti spiegazioni naturalistiche della nostra guida che quelle degli altri partecipanti.

In compagnia di Mario poi, approfitto della pausa pranzo per un giretto leggermente più sostenuto nei paraggi; ma non perché stufo della tranquilla andatura finora adottata, ma piuttosto per sfuggire alla vista delle invitanti focacce farcite in mano ai nostri compagni di viaggio!

Un rientro "dilazionato" causa impegni personali, ci separa in vista del paese; personalmente lo raggiungo verso le 14,30 con Antonello e la maggior parte degli escursionisti.

Max



domenica 16 settembre 2012

Trekking del 16 settembre 2012



Dal nutrito gruppo di amici di domenica scorsa ad un bel giro in solitario di oggi.
La partenza è scontata: Marciana, ma fino all'ultimo rimango incerto sul giro da fare.
Mi affido così all'istinto, anche se la bellissima giornata ritengo abbia avuto un notevole peso sulla scelta e mentre osservo il segnavia del 14 decido: 3, 10, 00 ed 1 per rientrare al paese!

Breve sosta quindi alla Madonna del Monte e proseguo spedito verso sud; con un sole ancora basso e l'aria pulita la vista è incantevole.
Supero Serra Ventosa, quindi noto con piacere che è stato sostituito il vetro alla Madonna del Bollero, sempre con un'andatura sostenuta passo il Troppolo e verso le 9,30 raggiungo l'intersezione con il 10, un bel respiro e si ricomincia a salire.

In circa 40 minuti raggiungo La Tavola, quindi richiudo i bastoncini, poiché mi saranno solo di impaccio fino alla vetta del Capanne; ebbene si, con una giornata così bella non potevo non fare lo 00.
Consapevole di dare un brutto esempio, da non seguire assolutamente, anche se le condizioni meteo sono ottimali, lo 00 non va fatto in solitario!

Prestando la massima attenzione comunque, lo percorro in circa 1 ora; alla fine, proseguo verso la piazzola di atterraggio dell'elicottero evitando di raggiungere la vetta, sembra di essere al mercato dalla gente che c'è!
La discesa lungo l' 1 non rivela niente di particolare, mi fermo solo per fornire qualche informazione ad una coppia di escursionisti incerti sul sentiero da seguire; in effetti qualche segnavia in più lungo questo bel sentiero non guasterebbero certamente.

Ritorno a Marciana alle 12,15 circa, ne ero partito alle 7,45 con una temperatura di 16 gradi contro i 24 dell'arrivo e dopo aver descritto un anello di poco più di 15 chilometri.

Max



domenica 9 settembre 2012

trekking del 9 settembre 2012


Per stamani accetto volentieri la proposta di Luigi per un trek & run, praticamente un' uscita dove alterneremo tratti a piedi ad altri di corsa.
Spero solo di essere in grado di reggere il loro ritmo... 
Anticipo però la partenza da Portoferraio alle 7.00, dato che il ritrovo alle Piane al Canale delle 9,30 è decisamente troppo tardi per le mie abitudini.

In compagnia di un Mario assonnato quasi quanto me (x il sottoscritto notte quasi insonne) ci dirigiamo a Marciana da dove intendiamo ricongiungerci al gruppo dei "corridori" nella zona del Masso alla Quata; circa un paio di ore di cammino.

Raggiungiamo la zona in perfetto orario e dopo poco dal piccolo osservatorio antincendio udiamo le loro voci molto più basse rispetto a noi; abbiamo così tempo a sufficienza per dare un'occhiata al bel caprile più a sud.

Dopo un rapido sopralluogo, torniamo sui nostri passi e poco prima delle 10,30 diamo il benvenuto a Luigi ed il suo gruppo.
Purtroppo ho frainteso il loro percorso, così una volta partiti, dovremo rifare al contrario sia il 7 che parte del 5, per passare poi sullo 00 in direzione Calanche; ritenevo erroneamente che volessero raggiungerle tramite il 90!

Poco male, il 7 oltre ad essere molto più adatto alla corsa, ci evita la soleggiata salita per la vetta.
Così con una corsetta leggera torniamo sul 5, quindi più lentamente arriviamo ad il primo tratto attrezzato dello 00; niente di particolarmente difficile, solo il primo di alcuni passaggi che pretendono cautela ed attenzione per chi già li conosce; per chi non ci è mai stato? Un pò di più...

Ampiamente ripagati dal panorama che ci offre l'impegnativo sentiero, sostiamo solo pochi minuti sulle Calanche, quindi direzione Malpasso; ci arriviamo alle 12 e 15 circa.
Data l'ora con dispiacere ritengo opportuno abbandonare la compagnia che prosegue per la vetta del Capanne e sempre in compagnia di Mario, scendiamo lungo il 5 prima ed il 2 dopo; raggiunto il 6 ne percorriamo un buon tratto per poi rientrare a Marciana attraverso l'1 dopo aver percorso 19 chilometri esatti.

Ovviamente l'andatura sostenuta è dovuta principalmente dal desiderio di una bella birra alla castagna del bar la Porta, la mia attuale forma fisica non sarebbe sufficiente!
L'amico Mario mi propone infine di abbinare alla fresca birra un bel tris di bruschette, potrei forse rifiutare?

Max

sabato 1 settembre 2012

Trekking del 01 settembre 2012


Ebbene si, il freddino patito stamani, complice la temperatura di 18 gradi ed il fresco vento da nord, è stato quasi piacevole; un'inaspettata sensazione dopo tanto caldo!
E la partenza non è stata certo di buon ora, infatti è solo alle 8,50 che inizio il cammino lungo l'asfalto del Perone in direzione del rifugio S. Francesco, dove non posso far a ameno di notare che un albero è caduto proprio sul tetto del rifugio; un vero peccato soprattutto per il fatto che la copertura in eternit, già in avanzato stato di deterioramento ne è stata ulteriormente danneggiata.

Inizio quindi a salire lungo un 24 in buono stato, andrebbe solo tagliato un grosso tronco di traverso al sentiero e data una potata ad un corbezzolo un pò invadente; una rastrellatina al fondo infine, lo renderebbe fantastico per la mtb!

Pochi minuti e passo sul 7, direzione nord est a cercare il 5 con cui in poco meno di un'ora raggiungo Malpasso.
Senza indugi scendo lungo l' 8 ed alle 10,15 circa raggiungo l'intersezione con il 30 su cui mi immetto; l'intenzione è di fare una ricognizione fuori pista a seguito di un'interessante segnalazione dell'amico Diego.

Il fuori pista purtroppo non ha prodotto niente di interessante, al contrario, molto piacevole e forse anche utile è stato seguire la lunga tubazione che mi ha portato ad una piccola stazione di raccolta.
Vedere sprecare tanta acqua dopo un periodo di siccità come questo non mi è piaciuto affatto; così ho dato un'occhiata all'interno e dopo aver rimosso una bottiglia che galleggiando ostruiva l'imbocco della tubazione, sono riuscito ad eliminare la fuoriuscita dal troppo pieno; illudendomi con questo piccolo gesto di aver convogliato un pò più di acqua all'abitato a valle.

Avvicinandomi alle Piane al Canale, non posso fare a meno di ricordare come erano più belle prima che un brutto incendio distruggesse la maggior parte degli alberi; fantastica palestra naturale delle nostre gare con l'arco (primi anni 90')...

Raggiungo quindi la sorgente d'acqua lungo l'asfalto e dopo pochi metri l'auto parcheggiata a bordo strada, sono le 12,45 e me ne torno a casa dopo aver percorso circa 11,5 km.

Max

domenica 22 luglio 2012

Tempi di percorrenza

nuovo segnavia

Benché con amici escursionisti ne parli da molto tempo, fino a pochi giorni fa non mi era mai venuto in mente di realizzare un post specifico sulla mancanza dei tempi di percorrenza nei segnavia principali dell'isola d'Elba. 

vecchio segnavia

Non ostante il recente e costoso intervento di manutenzione a cui sono stati sottoposti vari sentieri locali, la realizzazione di nuovi segnavia principali ha pressoché ricalcato lo stile dei vecchi, su cui possiamo leggere solo il numero del sentiero ed il nome  della località di destinazione o talvolta di quella di posa.

Ogni ulteriore informazione, come per esempio la quota, i tempi di percorrenza o la classificazione del sentiero (T, E, EE, EEA...) non sono indicati.

esempio di segnavia ben fatto

Singolare anomalia che oltre a non trovare riscontro sulla "terra ferma" preclude la possibilità di stimare con una buona precisione l'arrivo alla meta, fattore che ovviamente contribuisce ad alimentare in misura più o meno minore il numero di "casi di smarrimento" che purtroppo ogni anno si verificano sull'isola.
Deprecabili avvenimenti sia per gli escursionisti che ne sono vittima, sia per i soccorritori costretti spesso a lunghe ed estenuanti ricerche.
Mi pare evidente quindi che fornire maggiori informazioni possibili non può che incentivare e rendere più sicuro il trekking.


P.S. Giusto per completezza, il segnavia in località Forno del 49 e quello del sentiero delle Coste (ma in maniera decisamente più rustica), che io sappia, sono gli unici ad esporre il tempo di percorrenza.
Forse perché opere di volontariato?

Max

sabato 21 luglio 2012

Trekking del 21 luglio 2012


Ritrovo al solito orario ed in pochi minuti raggiungiamo via Le Trane, dove parcheggio l'auto.

Risaliamo lungo il sentiero "minore" di Fonte di Prete, che attraverso il vecchio ponte in pietra ci porta sulla GTE; da qui rotta verso le Piane della Madonna, quindi ancora avanti per dare un'occhiata alla recente recinzione che delimita la nuova area di addestramento per cani (così mi han detto).

La rete metallica costeggia per circa 180 metri la GTE, quindi la lascia per seguire per altri 300 metri circa il 120.
Ben presto ci rendiamo conto che con la nostra "semplice occhiata" ne abbiamo percorso l'intero perimetro, ovvero 1,4 chilometri circa.
Peccato che per una ventina di metri la rete abbia incorporato il sentiero minore che dal 120 portava alla vecchia cava delle Trane, riaperto più di un anno fa da Giacomo e Pasquale ed al momento purtroppo non più interamente percorribile.


Torniamo quindi alle Piane della Madonna ed imbocchiamo il 105, lo abbandoneremo dopo poco per l'ultimo nato della zona, ovvero il sentiero del Santuario che come dice il nome, attraverso lo stretto canalone porta direttamente al Monserrato.
Breve sosta per ammirare la bellezza del luogo e riprendiamo a scendere in direzione del pino monumentale.


Pochi metri prima dell'enorme albero, svoltiamo a destra su un'altra delle creazioni di Pasquale, ed attraverso il suo sentiero ci concediamo anche una breve sosta alla fonte di Vera, dato che Mario non c'era mai stato.


Riprendiamo lentamente a salire, il caldo è veramente insopportabile, le nostre magliette zuppe di sudore lo testimoniano ampiamente.
Ci ricolleghiamo così al 105 prima ed alla GTE dopo ed attraverso una ulteriore deviazione ritorniamo alle Trane a recuperare l'auto, dopo aver percorso circa 12,5 chilometri.


Max



lunedì 16 luglio 2012

Trekking del 15 luglio 2012


Trekking in solitario attraverso i sentieri 4, 3, 10, 28, 6, 1, 5, 8 e 9 con cui ho descritto un anello di 16,2 chilometri.
Mi sveglio di buon ora ed alle 6,56 lasciando il paesino di Pomonte, inizio la marcia lungo un 4 di cui avevo già in precedenza segnalato i miglioramenti (segnavia e pulizia dalla vegetazione).  
Con un deciso vento di ponente, che mi accompagnerà in buona parte dell'escursione ed assorto nei miei pensieri, supero il primo bivio senza rendermene conto; é solo poco dopo, nello scorgere un vistoso segnavia a bandiera, che mi accorgo di essere già sul 3.

Intenzionato a mantenere un'andatura più spedita, con dispiacere cerco di ridurre al minimo indispensabile le soste per fotografare, cosa che però so mi consentirà di aumentare la media totale.
Raggiungo così la Tavola restando sotto l'ora e mezzo e senza indugio mi tuffo soddisfatto nella serie di tornanti in discesa.

Lascio quindi il 10 per il 28 prima ed il 6 poco dopo, niente di particolare da segnalare, tutti in buono stato!
Inizio a salire quindi lungo il numero 1, dove però sarebbe necessario fare qualche segnavia in più, giusto per chi non lo conosce...
Sempre salendo passo sul 5 e quindi con l'8 raggiungo Malpasso. 

Lungo la discesa vengo distolto per pochi metri da un ometto in pietra mal posizionato ma non lo abbatto, non voglio perdere altro tempo e con attenzione proseguo la marcia fino a raggiungere il bivio con il 30 ed il 9 su cui mi immetto.

Nei primi metri le fronde di alcuni alberi sono di impaccio al passaggio, cosa che mi mette subito sul chi va la, ma proseguendo mi rendo conto che anche  questo tratto è stato oggetto di manutenzione (finalmente).
Sono stati realizzati nuovi segnavia ed è stato tagliato il grosso albero che sbarrava il passaggio; solo alcuni tratti di rigogliose felci mi rallentano un poco nell'individuare il giusto percorso.
Continuando scopro perfino che sono stati posizionati ben 2 nuovi segnavia principali, anche se forse più utili all'inizio di un sentiero o in prossimità di incroci piuttosto che lungo il suo tratto.


Prima di raggiungere l'intersezione con il 31, una nuova brutta tubazione verde mi tiene compagnia per diversi metri, tubo a parte comunque con questo ulteriore upgrade alla sua parte alta, posso affermare che a questo punto il 9 è ok e per questo lo elimino dai sentieri in pericolo.


Raggiungo l'abitato di Pomonte decisamente in anticipo, cosa che mi consente di asciugare la maglietta sudata e ritornare senza fretta verso casa.


Max

lunedì 9 luglio 2012

Trekking del 08 luglio 2012


Breve ma suggestivo il trekking di stamattina; dopo il consueto ritrovo alle 7.00, partenza per Marciana.
L'intenzione è quella di raggiungere la vetta del monte Giove e quindi, giusto per restare in tema, quella del Capanne attraverso lo "00".

Iniziamo il cammino alle 7.40 ed i circa 20 minuti raggiungiamo la chiesa della Madonna del Monte dove facciamo abbondante scorta di acqua fresca prima di iniziare a salire lungo il 28.
Ne percorriamo circa 680 metri, quindi scorti alcuni ometti in pietra che si allontanano dal sentiero principale in direzione del Giove, li seguiamo.
Impieghiamo poco più di 15 minuti per percorrere i 200 metri che ci porteranno fino al gruppo di antenne sulla vetta nord; la lenta andatura è dettata più dalla ricerca di ometti di pietra che dalla difficoltà (modesta) del breve tratto.

Una volta raggiunta la sommità, la vista è incantevole, spendiamo così un pò di tempo per gustarci anche la vetta sud e dopo un giretto esplorativo, riteniamo molto più sicuro e conveniente ritornare sul 28 per il tragitto fatto a salire. 


Raggiunta l'intersezione con il sentiero 10, in costante salita arriviamo alla Tavola da dove inizia lo 00; sono le 10.05.
Anche in questo primo tratto la bassa velocità è imposta dalla costante ricerca dei pochi ometti in pietra; solo più avanti dove iniziano le vie attrezzate troveremo qualche vecchio segnavia bianco rosso.


Non ostante il caldo, comunque sopportabile, lo spettacolo che offre lo 00 è unico; impensabile non fermarsi più volte ad ammirare spazi e colori.


Prima delle 11.00, raggiungiamo il grande omino di pietra, punto in cui il sentiero svolta a sud ovest per aggirare l'ultima massiccia parete di roccia che si trova fra noi ed il Capanne.
Mario propone così di abbandonarlo per la deviazione ad est, segnalata solo inizialmente da qualche  ometto, che pare puntare alla base della cabinovia.
E proviamola!


Prestando sempre molta attenzione, come del resto è indispensabile fare lungo lo 00, avanziamo lentamente verso est fino a raggiungere la cascata di pietre sotto i grandi ripetitori; invece di attraversarla per far rotta sotto all'arrivo della cabinovia, preferiamo risalire costeggiandola in direzione del segnavia principale dello 00, leggermente ad ovest delle antenne.
Poco dopo le 11.00 raggiungiamo la vetta della montagna, supponendo di avere risparmiato qualcosa in termini di tempo; la supposizione si rivelerà essere esatta, infatti confrontando i dati scaricati dal gps, posso affernare di avere accorciato lo 00 di circa 50 metri, risparmiando 5 minuti abbondanti.


Dalla vetta, per ritornare a Marciana, ovviamente seguiamo interamente il sentiero n° 1, incontrando anche alcuni escursionisti di varie età in entrambe le direzioni.
Non posso dimenticare di far notare che quest'ultimo sentiero in vari tratti ha bisogno di nuovi segnavia.


Attraversando le vie del paese, già pensiamo a cosa abbinare alla birra, ma dopo avere preso posto al nostro ormai consueto tavolo, la scelta è presto fatta: mega zuppiera di panzanella!


L'intero percorso attraverso i sentieri 3, 28, 10, 00 e 1 si è rivelato di 10,4 chilometri, effettuato in meno di 5 ore.


Max