domenica 25 gennaio 2015

Walk and work del 25 gennaio 2015



Domenica 25 gennaio, tipica giornata invernale, non troppo fredda né particolarmente invitante al trekking; considerato inoltre che la notte è stata anche poco riposante, scelgo di percorrere un breve anello da Marciana attraverso i sentieri 6, 2, 5, 125, 6 e 1.

La partenza dal paese è alle 9,08, (stamani me la sono presa comoda...) ma porto con me guanti da lavoro e sega da pota, visto che dovrei impiegarci poco tempo, posso fare qualche intervento di manutenzione.

Procedo fino a Pedalta senza problemi, è solo dopo circa 450 metri dove il sentiero piega repentinamente verso sudovest che iniziano i guai con rami secchi e pietre disseminate lungo il sentiero, ovviamente cerco di rimuovere le più ingombranti mentre per i rami non ne lascio nessuno ad ostacolare il passaggio.

Alle 10,14 al primo tornante dopo aver superato il bivio con il s. 28 sosta di oltre 20 minuti per migliorare il flusso di un piccolo corso d'acqua che parzialmente ostruito, invade alcuni metri di sentiero prima di continuare la sua corsa verso valle.
Dopo di che riprendo il cammino, supero il bivio con il sentiero 1 e raggiunto quello con il s. 2, passo su quest'ultimo.

Il 2 non si può certamente definire scorrevole, è piuttosto tecnico, ma obiettivamente non ha particolari problemi, qualche nuovo segnavia orizzontale sarebbe sufficiente a rimetterlo "in ordine", beh magari anche quello verticale nella radura dove si unisce al sentiero 1, anch'esso con il segnavia principale che ormai cade a pezzi.

Qualche foto e continuo a salire, al successivo bivio passo sul 5, ne faccio 70 metri ed ecco una nuova sosta, è giunto il momento di rimuovere un vecchio pino caduto a fianco del passaggio, benché non sia di ostacolo è decisamente brutto a vedersi.
Proseguendo il granito prende il posto del terreno, rifaccio qualche ometto di pietre fino a raggiungere il bivio con il sentiero 8, mi era già capitato altre volte di notare che la freccia in legno del s. 5 era a terra, avevo anche provato invano a riposizionarla, ma stamani decido di fare del mio meglio di ripararla.


Ad un primo esame sembra caduta per il cattivo stato del legno, ma usando il Victorinox per svitare le robuste viti di acciaio che la sostenevano, mi rendo conto che deve essere stata volutamente divelta, altrimenti come spiegare il fatto che le viti sono piegate?
Cerco di raddrizzarle alla meglio e di riavvitarle nella freccia in punti nuovi dove il legno abbia ancora un po' di consistenza; pare che la cosa abbia funzionato, con il tempo vedremo quanto reggerà e tutto senza nemmeno attendere il bando di concorso... che bravo!

Durante il lavoretto scambio anche due chiacchere con una coppia di escursionisti che un po' disorientati vorrebbero raggiungere la vetta del Capanne; le mie informazioni saranno utili, li ritroverò più tardi rientrando a Marciana.

Dedicherò buona parte della discesa lungo il 5 come quella del successivo 125 a rimuovere rami e pietre dal percorso: certamente il mio non è un intervento risolutore, ci vorrebbe più tempo per fare una cosa fatta bene, ma in ogni caso sempre meglio di prima...

Tornato sul 6, sono nuovamente impegnato nel correggere il flusso di un altro piccolo corso d'acqua (e non sarà l'ultimo), anch'esso ostacolato da rami, fogliame e pietre, invece di attraversare perpendicolarmente il sentiero, ne bagna alcuni metri prima di defluire a valle.
Dopo un altro quarto d'ora a "giocare" con acqua e sassi, credo di aver risolto il problema.

Altri minori interventi del genere, compreso il taglio di alcuni rami di un pino caduto e ritorno al bivio con s. 2 percorso in precedenza; proseguo a ritroso per oltre 500 metri fino a raggiungere il bivio con il sentiero 1 su cui scendo per arrivare fino al romitorio di San Cerbone; foto di rito e proseguo fino al paese togliendo ancora rami dal sentiero, per le pietre il tempo a mia disposizione è scaduto.

Arrivo nella piazza di Marciana alle 14,15, dopo un anello di circa 13 chilometri, poca cosa ma decisamente appagato per l'utile opera di manutenzione effettuata.

Max

domenica 18 gennaio 2015

Trekking del 18 gennaio 2015 - sentiero 18 (GTE)

Rimanda, rimanda, per stamani decido di prendere il toro per le corna, come si sul dire e parcheggiata l'auto fuori Procchio, affronto il sentiero 18 (GTE).
Chi lo conosce capisce immediatamente perché sono esordito con un "Rimanda, rimanda"; dalla considerevole pendenza è sicuramente uno dei sentieri peggiori per quanto riguarda il fondo, per molti tratti in pessime condizioni.

La mancanza di manutenzione della passata stagione, abbinata ad un estate particolarmente piovosa, ovviamente ne hanno peggiorato ulteriormente lo stato, così come se non bastasse, alcuni tratti adesso sono anche in chiusura.

Ma andiamo con ordine: lasciato l'asfalto della provinciale per Marina di Campo, per i primi 20 minuti occorre arrampicarsi lungo uno sconnesso ciottolato, che mette a dura prova gambe e caviglie, quindi avvicinandosi a monte Castello, la pendenza diminuisce e migliora anche il fondo, ma non per molto, infatti proseguendo, le pietre lasciano il posto ad un terreno di scarsa consistenza (quasi sabbioso) su cui pioggia e passaggio di moto han fatto scempio.

Solamente avvicinandosi allo sterrato delle Solane, finalmente il sentiero diventa decente; percorro cosi i successivi 600 metri dell'ampia pista per poi svoltare sulla destra, come indicato dal povero segnavia verticale "affogato" nella vegetazione.

Meno di dieci minuti e tenendo la sinistra, inizia un altro tratto ripido nella macchia, 170 metri piuttosto duri; infatti, oltre allo sforzo, occorre destreggiarsi per evitare i rami secchi e di essere "agganciati" dai rovi.
Al culmine di questa ascesa, il sentiero  18 incrocia il 17 e nei successivi 350 metri in comune, si ha la possibilità di ammirare i primi segnavia orizzontali (eufemismo) realizzati nel 2012 dalla ditta che nel 2011 si aggiudicò il bando di concorso per la manutenzione (le foto parlano da sole...).

Al successivo incrocio, mi mantengo sul 18 che salendo prosegue a NW, altri tratti in chiusura, fondo straziato da profondi solchi ed i pittoreschi segnavia orizzontali che fan da cornice... 
Il pensiero non può che correre al PNAT, ai suoi capaci responsabili ed ai loro recenti comunicati stampa; vi si scrive con soddisfazione e orgoglio di grandi progetti ed investimenti, realizzati e da realizzare, ma io vedo solo tanto sperpero, incuria e vergogna. 

Continuo a salire ed alle ore 9,43 incrocio il sentiero 19, dal segnavia malandato, pare sia nuovamente a rischio chiusura, povero, ci son voluti più di tre anni per riaprirlo dalla nevicata del marzo 2010!

Per le 10,00 concludo il tratto caratterizzato da una lunga serie di scalini realizzati piuttosto bene con traverse in legno sempre nel 2012; peccato che da allora non c'è più stata fatta manutenzione ed ora non si può certamente parlare di sentiero in sicurezza...

Il successivo ampio tratto di 300 metri mi permette di riprendere fiato, quindi il segnavia verticale sulla sinistra mi ricorda che manca l'ultimo "strappetto" prima di raggiungere la cima del m. Perone.
Il tratto, paesaggisticamente molto bello, purtoppo è piuttosto sporco, la presenza di rami caduti, le fronde basse e gli arbusti che nascondono il passaggio sono tutti ostacoli che costringono a rallentare la marcia.

In ogni caso, raggiunta la vetta, proseguo fino all'incantevole radura attrezzata attraversata dalla provinciale 37.
Mi viene in mente una recente email dell'amico Mauro sul percorso per disanbili visivi che si snoda a pochi metri, parlava di incuria e rovi (ma va???) così decido di darci un'occhiata.
Ad essere sincero pensavo di trovare una situazione peggiore, in ogni caso in alcuni punti rovi e secche felci hanno occupato il percorso, una spiacevole "cattiveria" per gli eventuali escursionisti.

Dedico così alcuni minuti per liberarlo dai rovi, dato che ho con me forbici e guanti; proseguirò con una veloce opera di pulizia anche lungo tutto il ritorno sul sentiero 18, meglio che niente... 
Ma a circa 1,8 chilometri dalla sua fine, lo abbandono, di fare in discesa quel brutto e pericoloso tratto ciottoloso non ci penso proprio; per il ritorno scelgo il meno noto ma anche meno insidioso sentiero che sbocca lungo via delle Case.

Con una piacevole temperatura di 13 gradi contro i 7 della partenza, mi mangio i clementini che ho nello zaino e che a questo punto avrei pututo lasciare in auto...

Max