domenica 20 novembre 2016

GTE - aggiornamenti sulla Grande Traversata Elbana

Il programma odierno non prevedeva un'escursione, bensì un allenamento trail con partenza da Cavo (raggiunto con l'aliscafo) ed arrivo a Portoferraio seguendo la GTE fino a fonte Schiumoli.

Mi perdonerete quindi la scarsa qualità dell'immagine, ma in queste occasioni non porto con me la macchina fotografica così sono dovuto ricorrere al cellulare per immortalare il pannello dedicato alla GTE lungo via Procchi (ex Frugoso) a Cavo.

Non potevo non pubblicare questa foto, dal momento che ci sono voluti anni per veder finalmente un pannello dedicato alla traversata (e per questo ringrazio coloro che lo hanno posizionato).

Oltre al pannello che ne sancisce la partenza, fino a monte Grosso il percorso è stato arricchito anche da una nuova segnaletica verticale (che in parte avevo già visto e fotografato) non esattamente rispondente ai canoni CAI ma in ogni caso molto utile e di ottima fattura.

Interventi che vanno decisamente in controtendenza alle voci di corridoio, che mi avevano informato sull'intenzione del PNAT di apportare alcune modifiche alla GTE fra cui appunto l'eliminazione del tratto corrispondente al sentiero 60 e sfruttare direttamente il 61 per partire da Cavo. 

Riguardo alla vegetazione, se fino a monte Grosso basta qualche sforbiciata per rimuovere alcune fronde troppo basse, avvicinandosi all'asfalto della Parata, la situazione peggiora decisamente, tanto che alcuni tratti sono a rischio chiusura.

Il resto del percorso è accettabile e già arricchito da nuovi segnavia orizzontali, ma il lavoro da fare è ancora molto.

Ultima precisazione, nella descrizione esposta dal pannello si parla, a mio avviso erroneamente, di vetta del Capanne; dico erroneamente poiché la Traversata non vi passa affatto, la vetta più alta dell'isola può essere raggiunta percorrendo o il sentiero 00 o il sentiero 1 ed in entrambi i casi, solo dopo aver abbandonato la GTE.

max

domenica 13 novembre 2016

Trekking del 13 novembre 2016


Per stamani aderiamo alla proposta di Alessio di fare una Pomonte Capanne e ritorno in stile running, così appuntamento alle 9.00 al parcheggio sotto strada del paese.
Il tempo di salutarci e dopo pochi minuti siamo già in marcia lungo via del Passatoio.
Appare subito evidente che l'andatura degli altri partecipanti, vuoi anche per la scelta di salire lungo il s. 9 invece del 31, è decisamente troppo sostenuta in confronto alla nostra.

A quanto pare abbiamo frainteso le loro intenzioni, fa niente, la prendiamo con filosofia, li vedremo allontanarsi in poco tempo, mentre Mario, Massimo D. ed io manteniamo imperturbabili la nostra andatura.

Andatura che comunque ci consente di raggiungere Malpasso dopo un'ora e 46 minuti, soste pipì comprese.
Completamente avvolti da nubi basse, con un granito piuttosto sdrucciolevole, decidiamo all'unanimità di lasciar perdere la ferrata per il Capanne (s. 00) e scendere verso m. Maolo lungo un s. 5 decisamente meno insidioso. 
I nostri amici?
Ormai dovrebbero essere in prossimità della vetta.

Cambiando versante cambiano le condizioni climatiche, cala il vento ed aumenta la visibilità, direi proprio che quella del 5 è stata una scelta azzeccata, di rifare il  s. 8 a ritroso non ne avevamo proprio voglia.

In poco più di mezz'ora raggiungiamo il bivio con il s. 7, perfetto per tornare verso Pomonte via Macinelle.
Le condizioni meteo inoltre, sembrano sensibilmente migliorate, il fastidioso scirocco della partenza è solo uno spiacevole ricordo ed anche le nubi si sono decisamente diradate.

All'altezza di Masso alla Quata, abbandoniamo il 7 per scendere sul 30 lungo il sentiero del Collaccio, quindi raggiungiamo le Macinelle alle 12.34.

Rammarico per un Massimo D. decisamente in giornata no, continua a chiederci previsioni sull'orario di arrivo ed ovviamente Mario ed io lo accontentiamo, ma in maniera decisamente goliardica.

Tornati al bivio fra 8, 9, 30 e 31 decidiamo di scendere a valle rifacendo il 9; avrei preferito il 31, soprattutto per non rifare la solita strada, ma per venire incontro al nostro amico fuori forma, optiamo per quello meno impegnativo.

L'espressione sul volto di Massimo nel raggiungere la fine del sentiero è emblematica.
I chilometri percorsi sono stati 19 e con un certo rammarico, devo ammettere che per il sottoscritto è stata proprio una piacevole escursione.

Max

martedì 8 novembre 2016

Trekking del 06 novembre 2016


Sfindando le pessime previsioni meteo, ritrovo alle 8.00 al bar La Curva, quindi recuperato Pasquale a Porto Azzurro, parcheggiamo a poche decine di metri dall'ingresso del comprensorio di Capo D'Arco.
L'intento, oltre a quello di una tranquilla passeggiata, è di verificare la possibilità di collegarsi al sentiero proveniente da Ortano attraverso il percorso costiero.

Alle 8.34 iniziamo il cammino con la discesa in direzione sud che dopo circa 900 metri  si congiunge con lo sterrato proveniente da Terranera, giriamo così a sinistra (est) entrando successivamente nel comprensorio.

Scegliamo ovviamente il percorso lungo costa, che oltre alla piccola ed unica spiaggia, ci consente di visitare l'angusto ricovero un tempo pare in uso alla Guardia di Finanza per sovrintendere alle operazioni di carico del minerale.

Prima di raggiungere la fine dell'ampio sterrato, imbocchiamo una deviazione a sinistra che benché sia decisamente in chiusura dalla vegetazione, costituiva sicuramente un piano di passaggio per i mezzi della vecchia area mineraria.

Non senza fatica, ne percorriamo circa un 400 metri per poi dover risalire di circa 15 metri di quota per raggiungere finalmente il sentiero proveniente da Ortano.

Foto di rito e torniamo indietro con quest'ultimo, non senza qualche variante come una visita sulla vetta di monte Arco.

Concludiamo la nostra escrursione alle 12.06 dopo aver percorso circa 9 chilometri.

Max