giovedì 28 marzo 2013

Dal Fenaio a Capel Rosso, 3 giorni di trekking al Giglio


Con l'amico Mario, sfruttando una prevista finestra di bel tempo fra le perturbazioni di un marzo pazzerello, giovedì 21, come programmato, partiamo alla volta di Porto Santo Stefano.

La partenza è alle 9,45 con la Maregiglio e preferendo la comodità al risparmio, traghettiamo anche l'auto, scelta che tra l'altro, ci consente di portare con noi un cospicuo bagaglio, compresi alcuni generi alimentari.

Alloggeremo fino a sabato in un grazioso ed ospitale appartamento all'interno delle mura di Giglio Castello, che per la sua posizione centrosettentrionale costituisce un po' il fulcro della rete dei sentieri.

Salutato il cordiale signor Franco, proprietario dell'immobile, dedichiamo alcuni minuti all'acquisto di generi alimentari freschi e della cartina dei sentieri 1:10.000, che purtroppo per vari motivi, si rivelerà una spesa inutile.

Alle 13,38 lasciamo le mura di Castello alle nostre spalle e lungo il sentiero 10 ci incamminiamo verso nord.

Il primo approccio non è dei migliori, ben presto infatti ci rendiamo conto che segnavia principale (ben fatto) a parte, la segnaletica secondaria è assente ed oltretutto il sentiero, invaso da acqua e bassa vegetazione, assomiglia più ad un piccolo ruscello.

Senza perderci d'animo, ma solo rallentati da questo inconveniente, raggiungiamo i sottostanti tornanti in asfalto (più asciutti) e sempre scendendo passiamo su un sentiero n° 4 decisamente migliore.
Lasciandoci il vecchio faro sulla destra, raggiungiamo presto l'intersezione con i sentieri 5 e 6 che insieme descrivono un anello passante da Punta del Fenaio, a nord dell'isola.

Optiamo per il senso antiorario, quindi scegliamo il lato est con il 5, evitando però di raggiungere cala Monella; la sconnessa pendenza ed il granito bagnato sono una miscela pericolosa, Mario ne sa qualcosa...

Arriviamo in prossimità del faro, attratti più dalla scogliera che dalla trasandata struttura, l'insieme di colori la rende molto più interessante; peccato le unghie di strega non siano ancora in fiore, sarebbe stato un vero spettacolo.

Breve sosta e risaliamo tenendo la destra attraverso il s. 6 con cui chiudiamo l'anello e che strada facendo, ci offre i primi scorci della Torre di Campese, dominatrice del golfo.

La raggiungeremo intorno alle 17.00, dopo aver attraversato i sentieri 7, 8 e 9; eretta da Cosimo De medici nella metà del 500, con lo scopo di avvistamento e difesa della costa dalle scorribande piratesche.

Raggiungiamo anche il segnavia del 15, un salto al Faraglione non ci dispiacerebbe, ma vista l'ora riteniamo opportuno rimandare l'esplorazione e far rotta verso Giglio Castello attraverso il s. 12.

L'intera escursione di circa 13 km. culmina alle 18,15 di fronte al piccolo alimentari "Da Lela e Pepi"; una birra per cena ce la siamo meritata!

Venerdì 22 marzo
Alle 8,03, lasciata piazza Gloriosa alle spalle, ci dirigiamo a sud lungo il 19.
Una ripida salita ci porta presto verso Poggio del Mulino a Vento, ricco di antenne e ripetitori, quindi attraverso un bel bosco di pini raggiungiamo Le Porte, dove troviamo una nutrita serie di segnavia; benché orientati tutti verso la stessa direzione, decidiamo per il 28.
Lo percorreremo pochi metri, per passare sul 20; l'idea di raggiungere i 496 m s.l.m. di Poggio della Pagana, la vetta più alta dell'isola, ci pare scontata.

Il panorama è decisamente appagante, tanto che invece di tornare indietro lungo il breve 20, un convincente Mario mi trascina lungo tutto il crinale, in una sorta di facile fuori pista attraverso cui, dopo 390 m. circa, ci ricongiungeremo al sentiero che porta verso i Castellucci (25 o 26? non è chiaro).

Nel frattempo, dopo numerosi tentativi sono riuscito a contattare telefonicamente il nostro locatore; durante la notte il pellet si è esaurito e se al nostro rientro vogliamo trovare la casa calda...
Gentilmente mi comunica di non preoccuparmi, ci penserò lui a reintegrare la scorta e riavviare la stufa.

Tranquillizzato, arriviamo al bivio fra il 27 ed il 28 optando per il primo, anche se sappiamo che dovremo fare dietro front una volta raggiunto il Poggio del Sasso Ritto; ma pare sia un luogo da vedere.
Il sentiero è piacevole e fortunatamente privo di acqua, vantaggi della via in cresta.

Raggiungiamo la meta alle 9.52, breve sosta e qualche foto; avrei mangiato volentieri anche un frutto, se non li avessi scordati in casa...

Tornati sui nostri passi, scendiamo a sud lungo il 28 che oltre ad essere in leggera chiusura  e abbondantemente invaso dall'acqua; andatura a passo ridotto!
Contrattempo a parte, raggiungiamo il faro di Capel Rosso alle 11,18, decisamente meglio conservato di quello del Fenaio.
Sosta per mangiare un panino e decidiamo di visitare la scogliera; bellissima!
Anche in questo caso abbellita da unghie di strega, con una lunga scalinata in pietra che permette di raggiungere il mare, è un luogo da visitare assolutamente.

Trascorriamo così un'ora abbondante a fotografare e curiosare e verso le 12,30 con rotta nordovest riprendiamo a salire prima lungo lo stretto sentiero, quindi sull'ampio sterrato che consente il passaggio delle auto dato che a qualche centinaio di metri inizia l'asfalto.  
Non sono certo venuto al Giglio per camminare sul "catrame", ma piuttosto che rifare il 28 in salita...

Sotto un sole che comincia a "picchiare", ci incamminiamo per oltre 2 km fino a raggiungere la partenza del 26, con cui torneremo sul crinale.
E qui un Mario scatenato inizia a "tirare" lungo una salita niente male, meno male che mi ero messo in maglietta!
A spronarlo così deve essere stato il libro di  Kilian Jornet che gli ho prestato ieri sera... e per fortuna ha letto solo poche pagine!!!

In meno di 20 minuti siamo nuovamente in alto sul 28, altri 310 metri più a nord e raggiungiamo il bivio per il 21/24 il cui primo tratto è in comune; raggiunta la deviazione scegliamo il 24, che benché presenti vari tratti invasi dall'acqua non è niente male.
Un solo grosso dubbio ci assale, una volta finiti all'interno di un recito di asini, abbiamo sbagliato strada?
Fortunatamente la presenza del proprietario dei quadrupedi ci conferma il corretto percorso ed aprendoci il cancello del recinto ci fornisce anche alcune indicazioni per il sentiero lungo costa, che la mappa tratteggia in rosso e con cui intendiamo arrivare fino a cala delle Cannelle.
Non sarà facile, come pronosticato dall'uomo, ma con una sorta di continui sali scendi, arriviamo alla prima cala delle Caldane.
La piccola spiaggia è favolosa, una piccola Fetovaia per sabbia e colore del mare; fra le insenature viste, sicuramente la più bella.

Da qui il sentiero migliora e dopo poco arriviamo a cala delle Cannelle, bella ma già troppo turistica.
Lasciamo il tortuoso sentiero lungo costa per la strada asfaltata ed alle 16,23 siamo vicini alle abitazioni di Giglio Porto; breve sosta per divedere l'ultimo panino e con calma ci incamminiamo verso Giglio Castello.

Per concludere la giornata ci aspetta l'ultimo sentiero, il n° 1; una dura mulattiera che ovviamente in maniera decisa ci porta fino in Largo Baffigi, a nord di piazza Gloriosa.
Sono le 17,34 ed il gps segna più di 25 km,  non vedo l'ora di arrivare in casa.
Il programma? Doccia, cena e nanna; stasera spero proprio di riuscire a dormire!

Sabato 23 marzo
Dato che la partenza del traghetto per la terra ferma è alle 16,15, abbiamo tutta la mattina per un'ultima escursione che dedicheremo al versante ovest.
Sono le 8,23 quando varchiamo le mura del Castello e di inzupparci i piedi non ne abbiamo proprio voglia, così niente 10 ed attraverso i tornanti di asfalto scendiamo fino a prendere il sentiero 11.

Purtroppo l'approccio con l'acqua è stato solo rimandato, infatti anche questo sentiero, oltre all'invadente bassa vegetazione ne è ricco.
Poco male, percorreremo i modesti 1.300 metri in poco più di 40 minuti, per passare poi, una volta fra le case di Campese, allo scorrevole asfalto.

Costeggiamo la spiaggia decisi a fare il 15 fino al Faraglione; ne percorreremo solo 280 metri dato che in prossimità di una piccola quanto graziosa cala, della fettuccia bianco rossa sbarra il cammino; un avviso recita: "DIVIETO DI ACCESSO - SENTIERO CHIUSO PER STRAORDINARIA MANUTENZIONE".
Ovviamente ci atteniamo (con rammarico) all'ordinanza, decidendo in sostituzione di fare il 14 che parte proprio a pochi metri.

Ampio ed in salita ci allontana dal mare e dopo 680 m. raggiunto un bivio, svoltiamo a sinistra per rientrare verso Campese; ne raggiungiamo lo sterrato che porta verso sud (Allume) e poco prima che finisca, troviamo il segnavia per il 17.
Descrivendo un lento anello ci mostra un bel panorama sull'abitato; intersechiamo poi il 13, da questo punto l'esposizione a nord ne cambia drasticamente la vegetazione; attraversiamo così bei tratti nel bosco.
Avvicinandoci a castello, il bosco lascia spazio a vecchi terrazzamenti; sono le 11,35 quando passiamo davanti alle sorgente Acqua Selvaggia, il gps segna poco più di 9 km, il nostro trekking è finito!

Con calma, prepariamo le valige ed indossati gli abiti "civili" verso le 13,30 lasciamo l'appartamento; grazie all'auto di Mario ci concediamo anche un giro turistico lungo le strade gigliesi ed in attesa del traghetto passeggiata con gelato a Giglio Porto.

Conclusioni:
Bel trekking e bei luoghi, un Elba in piccolo; ricca di sentieri che ci hanno mostrato il carattere forte dei suoi abitanti, ancora legati alla loro terra ed abituati al sacrificio.
Castello è veramente una chicca, assolutamente da visitare, ma anche Porto, non ostante invasa dall'inconsueta attività collegata al naufragio della Costa Concordia, riesce a regalare immagini caratteristiche.
Campese? Troppo turistica per i miei gusti, ne ho apprezzato solo i vecchi manufatti del passato.
L'isola, ben collegata con Porto Santo Stefano, non ha certo quel fascino di selvaggio che ci ha lasciato addosso la Capraia, d'altra parte fuori stagione non "spegne le luci", ma mantiene un'apprezzabile vitalità.

I sentieri? In generale in buono stato, alcuni un po' chiusi ma solo da una bassa vegetazione cresciuta per le abbondanti piogge invernali; ottimi i segnavia principali con tanto di tempi di percorrenza anche se non sempre corretti (ma il Giglio non è come l'Elba nel Parco dell'Arcipelago Toscano???).
Peccato sia praticamente assente la segnaletica secondaria, dato il numero dei sentieri avrebbe fatto comodo.
Utilissime anche le varie mappe affisse sui pannelli informativi, decisamente più precise della cartina 1:10.000 acquistata.

Le spese: traghetto a/r per il Giglio 129 euro (1 auto e 2 passeggeri) l'appartamento 135 euro  e le spese per cibo e varie 70 euro; aggiungendo le 48,20 del traghetto a/r per l'Elba circa 382 euro in due.

Max

domenica 10 marzo 2013

Trekking del 10 marzo 2013


Stamani uscita in solitario per "macinare" un altro po' di km e dare un'occhiata al 18.
Decido così di descrivere un anello con partenza da San Ilario attraverso i sentieri 5, 124, 7A, 7, 34, 30, 8, 5, 18 e 17.
Capisco che la sfilza di numeri per qualcuno possa essere dura da decifrare, perdonatemi, ma per me elencare tutte le zone attraversate sarebbe piuttosto lungo e complicato.

La partenza dal paese è alle 7,12 ...presto? Vi assicuro che il sole è già sorto da almeno mezzo'ora.
Lungo il 5 niente da segnalare (come sempre carente di segnavia) quindi prima di raggiungere l'asfalto del Perone prendo una deviazione sulla sinistra, al momento in parte un po' sporca ma che comunque mi porta fino alla chiesa di San Francesco dove passo sul 124.

Proseguo lungo l'asfalto per circa 250 metri ed in prossimità della chiesa di San Giovanni mi incammino lungo un 7A in ottimo stato.
Dal 7A al 7 fino alle Piane al Canale, dove noto dei nuovi pannelli informativi in legno in attesa di essere completati.
Lascio la zona costatando che il 34 andrebbe riaperto per un breve tratto dalle ginestre (Cytisus scoparius credo) che lo stanno chiudendo.

Dal 34 con un 30 recentemente manutenuto raggiungo le Macinelle, dove peccato la manutenzione si arresta.
Ancora 1,4 km di cammino ed arrivo ad incrociare l'8, breve sosta e via con la salita.
Pochi minuti e mi concedo una visita ad un insolito caprile a circa 60 metri ad est dal sentiero, quindi alle 10,30 raggiungo Malpasso.
Approfitto della comoda discesa per togliere alcuni rami dal sentiero, se percorso velocemente potrebbero essere d'intralcio...

Ore 11,17 attraverso l'asfalto del Perone e inizio ad occuparmi del 18.
Segnavia pietosi a parte lo trovo in buono stato... diciamo che pensavo peggio; il dritto tratto ripido, una sorta di scalinata ha tenuto bene alle intemperie invernali ed anche successivamente il fondo è sempre in stato decente e non ancora invaso dalla vegetazione.

In prossimità del primo incrocio con il 17 effettuo una breve riparazione al segnavia principale riavvitandone alla meglio l'indicazione che ne riporta il numero, quindi superato il breve tratto in comune, scendo lungo la seconda ripida discesa, che grazie al fondo allentato dalle recenti piogge consente un maggior grip agli scarponi.

Con gli ultimi 1900 metri di ampio sterrato raggiungo il parcheggio di San Ilario.

Anche oggi ottima e proficua uscita di 19 km in una mite giornata di sole dai colori sgargianti.

P.S. Curiosa coincidenza, esattamente 3 anni fa una forte nevicata metteva in ginocchio la sentieristica elbana, il 19 è ancora chiuso da quella data; inoltre verso il m. Maolo, un pino caduto sbarra il 5 ma chinandosi si passa.

Max