domenica 29 dicembre 2013

Trekking del 29 dicembre 2013


Le gambe ancora indolenzite per la corsa di ieri chiedono un trekking leggero, così le accontento con piacere con un breve giro a capo Poro.

Parto dal parcheggio di Marina di Campo alle 8,32 e fatti pochi metri comincio a salire lungo la vicina scalinata (Salita del Salandro), quindi proseguo lungo un sentiero fino a congiungermi sullo sterrato che porta alla spiaggia di Galenzana; ne percorrerò buona parte per poi seguire i segnavia fino all'arenile.

Facendo attenzione a non scivolare raggiungo punta Bardella, partenza del sentiero 40; peccato che per alcune decine di metri non solo i segnavia bianco rossi sono stati coperti con un bianco sporco, ma varie rocce, riportano la scritta "PRIVATA", realizzata in maniera vergognosa solo da chi a torto o a ragione pare voglia dissuadere il passaggio degli escursionisti.
Al riguardo sarebbe stato molto più intelligente e "delicato" rivendicare la proprietà con un semplice cartello (magari in legno) e soprattutto sostituire l'arrugginita ed abbattuta recinzione metallica con una nuova, piuttosto che imbrattare di vernice la pietra.

In poco meno di un'ora, raggiungo comunque Capo Poro, soffermandomi diversi minuti a fotografare il faro e le numerose opere belliche che avrebbero dovuto contrastare un eventuale sbarco alleato, che poi si verificò il 17 giugno del 1944.

Proseguo quindi sempre con il 40 verso ovest, poi il sentiero piega a nord fino ad incontrare il 39 con cui ero partito da Marina di Campo.
Torno al parcheggio alle 11,03, dopo aver attraversato tranquillamente il paese.

Max

sabato 21 dicembre 2013

Trekking del 21 dicembre 2013


"Si va o no?" mi scrive Mario.
Purtroppo la pioggia suggerisce di restare in casa così annulliamo l'appuntamento per le 8,00; ma fortunatamente dopo circa 30 minuti nuovo giro di telefonate ed in poco tempo siamo in viaggio per Capoliveri.

La marcia inizia alle 9,20 dall'ingresso della miniera del Vallone dove ho parcheggiato l'auto; le nubi grigie stanno scomparendo e la piacevole temperatura ci fa dimenticare che siamo ufficialmente in inverno.

In compagnia di Luca, ci incamminiamo in salita verso Poggio Polveraio quindi, ripiegando verso est, attraverso un bel sentiero torniamo lungo lo sterrato che porta alla Fattoria della Costa dei Gabbiani; lo lasceremo nuovamente per scendere verso quello della spiaggia del Remaiolo per poi svoltare ancora ad est verso l'ingresso della miniera del Ginepro.

Con particolare attenzione ci addentriamo nella zona mineraria, ovviamente non riesco a trattenermi dallo scattare un po' di foto ai vecchi escavatori ridotti al silenzio da molti anni mentre Luca e Mario ne approfittano per bere e mangiare qualcosa.
Proseguendo nella discesa, disturbiamo un cinghiale prima ed una lepre poco dopo; sono le 11,26 quando raggiungiamo il piccolo ma robusto cancello che impedisce l'ingresso della galleria, è arrivato il momento di far marcia indietro.

"Dobbiamo venirci a correre" mi propone più volte Mario, "Si può fare" rispondo non troppo convinto.
Nel ritorno approfittiamo di un "nuovo" sentiero per raggiungere prima la strada del Villaggio ed alle 13,05 la nostra escursione è terminata.

Max

domenica 15 dicembre 2013

Trekking del 15 dicembre 2013


La sera leoni e la mattina... 
Una sveglia piuttosto traumatica, mi suggerisce di evitare grandi cose, così decido di fare un breve anello da San Piero.

Le previsioni annunciano sole, ma affacciandomi alla finestra è pioggia leggera quella che vedo; così indosso la giacca meno traspirante ma più adatta alle intemperie.

Parto dal campo di calcio alle 8,28 incamminandomi su un 35 in buone condizioni e giusto per soddisfare la richiesta telefonica di Massimo, direi ciclabile al 95%.
Raggiunta l'intersezione con il 34, inizio a salire; in questo tratto la situazione cambia decisamente, pendenza e fondo corroso dalle piogge non lo rendono affatto adatto ai bikers, per lo meno a quelli che conosco.

Sorprendente cambiamento invece, una volta raggiunto il caprile (Tozza al Protano), il terreno è stato perfettamente spianato ed allargato, ci si potrebbe transitare in auto!
Ne percorro con piacere circa 500 metri per poi deviare sul 30, quindi salgo fino al Masso alla Quata attraverso il Collaccio.

Proseguo con il 7, in alcuni tratti devastato dai cinghiali, fino a raggiungere il 5 da cui è stato rimosso il pino caduto che ostacolava maggiormente il cammino ed attraverso l'asfalto del Perone.
Anche questo tratto di sentiero è stato perfettamente spianato ed allargato, ottima la pulizia per lo scolo dell'acqua.
Lo abbandono in prossimità del primo deciso tornante a sinistra, proseguendo a diritto lungo un tratto decisamente più trascurato ma che comunque mi consente di arrivare al romitorio di San Francesco.

Giusto qualche foto e continuo fino a ritornare sulla strada, 250 metri di asfalto ed eccomi all'imbocco del 7A, a fianco della bella chiesa di San Giovanni; mi concedo una sosta di 15 minuti per godermi il sole che nel frattempo è subentrato alle nubi e mangiarmi un po' di frutta.

Il resto del percorso è scontato, completato un 7A ricoperto dalle foglie, passo sul 7 e ritorno all'auto alle 12,30.

Per oggi può bastare.

Max

sabato 14 dicembre 2013

Trekking del 14 dicembre 2013


Stamani è proprio il caso di dire che i programmi son fatti per essere modificati; in compagnia di Luigi e Mario avevamo infatti l'intenzione di unirci al gruppo "Andar per sentieri" promotore di un'interessante escursione con partenza dalla casa del parco di Rio Elba.

Purtroppo strada facendo, siamo stati informati da Pasquale che a causa di una leggera pioggia mattutina l'escursione era stata annullata, così dato che ormai eravamo intenzionati a camminare un po', siamo andati ugualmente con l'auto fino all'eremo di Santa Caterina da dove parte il breve sentiero 103 che volevo tracciare con il gps.

Raggiunto in circa mezz'ora l'asfalto della Parata, proponiamo a Luigi di raggiungere il Termine, dal momento che non ci è mai stato.

Tenendo il monte Giove sulla nostra destra, scendiamo così fino al suggestivo laghetto, insolitamente povero di acqua e probabilmente proprio per questo di un rosso particolarmente acceso quindi, dopo una doverosa sosta, proseguiamo lungo lo sterrato che attraverso una seri di tornanti conduce fino alla sommità del monte.

Breve giro intorno alla vetta modellata dal lavoro dei minatori molti anni fa e scendiamo fino all'azienda agricola poco lontano, dove ci mangeremo delle squisite corbezzole mature.
Dietro front ed attraverso un bel sentiero nella macchia, torniamo sulla Parata; ne dovremo percorrere circa 1,6 chilometri per ritornare al 103 che ci riporterà all'auto.

La raggiungiamo alle 13,50 ed ovviamente la promessa di essere a casa per le 13, è andata infranta, ma saprò farmi perdonare il considerevole ritardo omaggiando la moglie con un mazzo di profumatissime rose rosse... (scherzo) mi è bastato un buon caffè caldo preso al bar Angolo!

Max

domenica 1 dicembre 2013

Trekking del 01 dicembre 2013


Come programmato con Mario, per stamani passeggiata a Capo d'Arco in compagnia della sua cagnetta Scricciolina.
Parcheggiamo appena varcato l'ingresso del villaggio turistico ed alle 8,22 ci incamminiamo lungo il comodo sterrato a nord.
Tutto sommato la temperatura sarebbe piacevole, peccato non lo sia il vento teso da nord, così gli 11 gradi, vengono percepiti come 3°.

Dopo quasi 800 metri, abbandoniamo l'ampio sentiero per raggiungere quello sottostante attraverso una ripida cessa spartifuoco; una volta raggiunto, breve cambio di direzione per andare a vedere una piccola cava, attualmente adibita a spartano magazzino, quindi tornati indietro, proseguiamo verso la spiaggia di Ortano.

Attraversando l'arenile, scorgiamo alcune strane sagome squadrate: piccoli frigoriferi che presumo siano giunti sulla spiaggia a seguito dello sciagurato naufragio della Costa Concordia; ne contiamo 4, tutti uguali, di cui uno ancora con lo sportello, oltre al quale probabilmente erano custodite le bottigliette e gli snack adesso sparpagliati tutt'intorno.

Sorpresi per l'inconsueto incontro, proseguiamo in salita, superiamo una barbetta in ottime condizioni, 70 anni fa vi si doveva avere il perfetto controllo del golfo ed ancora su, fino a raggiungere l'ex vedetta che sempre durante l'ultima guerra, se non ricordo male, svolgeva funzioni di osservatorio e stazione radio.

Per descrivere un anello, torniamo in prossimità della spiaggia prima attraverso lo sterrato a sud di monte Fico, probabilmente disturbando anche un paio di poste di cacciatori, quindi lungo l'asfalto.
Il resto del percorso, ricalcherà sostanzialmente il tragitto fatto all'andata, uniche eccezioni la cessa fatta in discesa, opteremo per un più agevole tratto asfaltato e l'incontro con un porcospino scontroso che non ha voluto concedersi alla stampa!

Circa 13 chilometri di lenta andatura, in cui più di una volta sono stato tratto in inganno dalle numerose deviazioni un po' tutte uguali.

Max

domenica 24 novembre 2013

Trekking del 24 novembre 2013 - Test Elbatrail 2014


Probabilmente sia per la mia buona conoscenza dei sentieri elbani che per il mio database, sono stato invitato dall'amico Massimo a collaborare alla realizzazione del percorso per la prossima Elbatrail 2014.

Cercando di soddisfare due punti fermi, ovvero anticipare la salita per la vetta del monte Capanne e consentire agli atleti di poter optare per un percorso più breve (7000 passi) ho parzialmente modificato il tracciato della vecchia edizione, in modo da soddisfare le sue richieste.

Così stamattina, fiducioso nelle previsioni meteo, sono andato a Marciana Marina per testare il percorso breve; per il lungo le mie gambe sono poco adatte...

Senza svelare troppe informazioni, un minimo di sorpresa non può che giovare ad un genuino spirito trail, posso affermare di essere moderatamente soddisfatto del giro effettuato che mi ha permesso di individuare un paio di criticità  a cui ad almeno una suggerirei di porre rimedio, ovvero ripiegare su un sentiero più adatto alla corsa con conseguenze ininfluenti per il chilometraggio ed altimetria; modifica che per altro non riguarda chi sceglie il trail lungo.

Al momento comunque, per il corto ho registrato i seguenti dati: 
lunghezza 21,8 km con un'ascesa accumulata di +1.310 metri; se fosse accettata la mia proposta passerebbe a 21,9 km / + 1.307 metri.

Approfitto inoltre per segnalare qualche problemino su alcuni sentieri attraversati; il fondo dell' 1, 5 e 09 è stato danneggiato dai cinghiali, i tratti ineressati comunque sono fortunatamente una minima parte; 
al contrario per il 15 posso affermare con un modesto margine di errore che nell'ultimo tratto verso la provinciale del monte Perone (circa 400 metri), è stato come camminare in un campo appena arato (meno male avevo gli scarponi...)!

Per quanto riguarda gli alberi caduti ne ho contati ben 5, di cui:
2 pini sul sentiero 5, 
il primo alle coordinate N42 46.596 E10 11.858 invade completamente l'ampio sentiero, ma aggirandolo si passa; 
il secondo coordinate N42 46.521 E10 11.556 interessa il sentiero per la maggior parte.

3 castagni sull' 1, rispettivamente alle coordinate:
1°) N42 46.836 E10 09.975
2°) N42 46.916 E10 09.896
3°) N42 46.954 E10 09.834
il primo ed il terzo al momento consentono di passarvi sotto, il secondo va scavalcato.

Interventi che auspico siano effettuati tempestivamente, anche se la tempistica degli enti preposti ha i suoi tempi; rivolgersi al volontariato?
Possibile, ho giusto avuto notizia della probabile creazione di un gruppo, del tutto informale ed aperto a chiunque, dall'ambientalista più itegralista (ce ne sono) al motocrossista con un minimo di sensibilità verso i sentieri che deturpa (ce ne sono?) il cui denominatore comune sia il miglioramento del nostro ambiente, con un occhio di riguardo proprio ai sentieri.
La motivazione di raggruppare le singole energie dando vita ad una forza di un certo spessore inoltre, farà in modo che non ci siano più tante singole iniziative di cui spesso solo pochi sono al corrente, ma varie iniziative comuni a più volontari ed a conoscenza di molte più interessati.

Per concludere, invito a non imbrattare con la vernice (in questo caso rossa) la segnaletica, è già messa a dura prova dall'intemperie e dall'assenza di manutenzione.

Max

domenica 17 novembre 2013

Trekking del 17 novembre 2013

Breve ed affascianante l'escursione odierna in compagnia di Mario.
Optiamo per un'esplorazione della miniera di Rio Albano, in particolare della vetta del monte Calendozio, dove un paesaggio dai particolari colori, riesce ad arrestare il tempo ed a trasportarci in uno spazio vagamente lunare.

Dopo un'approfondita ed appagante ricognizione, tentiamo di individuare un anello che ci consenta di avvicinarci verso il Termine senza dover tornare indietro; affrontiamo così un lungo tratto piuttosto chiuso, che ovviamente ci rallenta molto, ma che possiamo affermare con sicurezza, un tempo fosse sicuramente percorso dai mezzi che lavoravano nella cava.
Longherine di ferro contorte, vecchi edifici nascosti nella macchia, sono ottime conferme che l'ampio terreno spianato su cui adesso avanziamo lentamente, era uno sterrato pulito.

Purtoppo una vegetazione sempre più fitta ci costringerà a desistere; provvidenziale sarà l'acuta vista di Mario che intravedendo la sagoma di un tetto, (che poi si rivela una semplice collinetta di roccia rossastra), ci suggerisce di cambiare direzione alla ricerca di una zona più percorribile.

Quindi giriamo ad est e dopo circa 100 metri torniamo sul sentiero iniziale che avremmo voluto evitare di fare a ritroso.
Va bene così, proseguire a sud era diventato veramente difficile; peccato che una volta scaricata la traccia, mi sono reso conto che a circa 80 metri ad ovest si trovava l'area perfettamente pulita del Termine che tentavamo di raggiungere!

Tornati comunque sui nostri passi, scendiamo lungo l'agevole sterrato fino all'ameno casale in pietra; agriturismo particolarmente curato a cui dedichiamo una breve sosta per ammirarne la struttura.

Proseguiamo con la discesa, cercando per quanto possibile di tenere la destra, in maniera da ridurre il più possibile il tratto di asfalto della provinciale per Cavo, che sappiamo non poter evitare per raggiungere l'auto.

Così facendo, dopo circa 4 ore e mezzo siamo nuovamente davanti alla rugginosa sbarra in ferro che delimita l'accesso all'area mineraria; i chilometri percorsi sono stati veramente pochi, ma più che sufficienti per la buona riuscita del trek.

Max

domenica 10 novembre 2013

Roberto & Capo Enfola



Ricurvo sulla zappa, bagnato dal sudore, un paio di guanti per proteggere le mani, a pochi metri carretta, rastrello e la bottiglia d'acqua nascosta al sole.

Se siete mattinieri e avete voglia di fare due passi lungo lo sterrato che dall' ex tonnara porta al promontorio, sicuramente vi imbatterete in Roberto.
Classe 1956, alto, longilineo, da maggio 2010 ha fatto del sentiero 108 uno dei suoi principali interessi.

In effetti parlare solo di sentiero è decisamente riduttivo, poiché è solamente il tramite per consentirvi di ammirare uno dei luoghi più belli dell'isola, uno di quei posti che non scorderete più ed in grado di emozionarvi ogni volta che ci tornate.
Questo Roberto lo sa benissimo ed il suo scopo, il suo interesse è proprio renderlo sempre più incantevole.

Per questo motivo, specialmente durante la bella stagione, a giorni alterni, prima di prendere servizio nel suo laboratorio a Carpani, vi trascorre almeno un paio di ore.
Se il piano di calpestio è sgombro da ostacoli, se il canale di scorrimento dell'acqua è continuamente ripulito dalle pietre che vi rotolano dentro, se gli sporadici rifiuti vengono tempestivamente rimossi è proprio grazie a lui.

Ma la pulizia ed il decoro sono solo un aspetto, un risultato del suo impegno; condividendo con altri amici questa sua passione, ha contribuito in maniera determinante alla realizzazione di una serie di iniziative che stanno coinvolgendo sempre più persone.

"Il tempo per riflettere" suggestivo punto d'incontro dove chiunque, soffermandosi incantato ad ammirare i panorami, può scrivere una poesia o semplicemente lasciare un commento e che in pochi mesi ha collezionato oltre 140  pensieri.

Gli incontri notturni con gli astrofili, per ammirare la volta celeste in compagnia di amici ed appassionati.

Il coinvolgimento delle scuole, con l'organizzazione di passeggiate didattiche grazie alla sensibilità dei docenti ed alla partecipazione di studiosi ed appassionati locali.

Non dimentichiamo infatti che il luogo, incantevole dal punto di vista naturalistico, ha tanta storia da raccontare, da quella legata alla pesca del tonno ai drammatici episodi della Seconda Guerra, in quanto sede della Batteria Antinave della Regia Marina "Ludovico De Filippi", come testimoniano le numerose strutture difensive ancora presenti.

Con insistenza è riuscito ad ottenere la sostituzione dell'orrenda rete metallica eretta per impedire il passaggio ai veicoli, con un cancello in legno decisamente più appropriato all'ambiente circostante ed attualmente è profondamente impegnato nella realizzazione di un percorso botanico, all’interno di quella che nel ‘43 era la stalla dei somari, mentre adesso è un ottimo affresco della locale macchia mediterranea.

"Lo faccio volentieri e ho piacere nel condividere con gli altri la bellezza che trasmette questo luogo".
Risponderà alla mia richiesta di informazioni per scrivere il post.

Fortunatamente non è il solo a pensarla così; importante ingranaggio di quel volontariato che opera nell'ombra, lontano dai riflettori, che sacrifica il proprio tempo (e denaro) per migliorare concretamente l'ambiente in cui viviamo ed a cui purtroppo solo raramente vengono riconosciuti i meriti.

Il miglior modo di ringraziarlo?
Offritegli la vostra disponibilità, ne sarà ben lieto.

Un sincero grazie.

Max

domenica 3 novembre 2013

Trekking del 01 novembre 2013


Attratto dall'odierna Sagra della Castagna, mi invento un anello con partenza ed arrivo da Poggio.
Attraverso il paese mentre tutto è ancora in allestimento, sono le 8,15 e superata la provinciale, mi incammino sul sentiero 2.

Il tratto iniziale conferma i miei ricordi: ripido, dal fondo granitico sconnesso e scivoloso; farlo in discesa sarebbe decisamente pericoloso.

Ma dato che è da molto tempo che non ci passo, ne sono ugualmente felice, anche perché la cosa mi permette di segnalare che un albero caduto intralcia completamente il sentiero (coordinate gps: N 42 46.967 - E 10 10.905).

Ragiunta l'intersezione con il 6, passo su quest'ultimo in direzione sudovest; purtroppo molti dei suoi tratti di terreno compatto e scorrevole adesso sono un lontano ricordo grazie al "passaggio" dei cinghiali; la loro opera di devastazione si protrae anche su vari tratti del 28, con cui raggiungo il 10.

Continuo a salire sempre più immerso nelle nubi basse, solamente avvicinandomi al punto d'impatto del quadrimotore dell'Itavia, il sole torna a farsi vedere.

Non sono ancora le 11,00 che abbandono il 10 per il 3 con cui supero Il Troppolo, Serra Ventosa e la Madonna del Monte, dove mi fermerò pochi minuti per riempire le borracce con la sua fresca acqua e salutare Stefania, un'amica che non vedevo da anni.

Approfitto quindi del ritrovato segnale wind per chiamare casa, pronosticando il mio arrivo all'auto prima delle 14; nel frattempo completo il 3 e mi concedo un passaggio nella silenziosa piazza di Marciana, per forza, sono tutti a Poggio!

Quindi mi incammino lungo il sentiero 1 ed arrivato al romitorio di San Cerbone, lo abbandono per l'ampio sterrato che mi porta al piccolo cimitero a fianco di una provinciale già invasa dalle automobili in sosta.

Ancora pochi metri di asfalto e raggiungo Poggio in festa; mi ci vorra un po' di tempo per attraversarne la piazza affollata, dove sarà veramente dura resistere al profumo delle penne al cinghiale appena sfornate.

Max

mercoledì 30 ottobre 2013

Capo Enfola e Volterraio


Lunedì 28 e mercoledì 30: due piacevoli escursioni in compagnia di amici.

La prima alla scoperta della suggestiva Batteria della regia Marina "Lodovico De Filippi" immersa in uno dei più belli scenari che l'isola sa offrire, ovvero il promontorio dell'Enfola.

Lungo il sentiero 108, magistralmente mantenuto dall'amico Roberto, abbiamo curiosato fra i vari bunker ricordandone i fatti antecedenti lo sbarco Alleato del 17 giugno 1944; un vero peccato che tutte queste opere difensive siano lasciate in completo abbandono.
Terminiamo l'escursione sulla punta di fronte allo scoglio della Nave, immersi nell'aroma dell'elicriso cresciuto vicino alla scogliera che si sta colorando di arancio per il basso sole.

Trascorsi due giorni, siamo nuovamente insieme per "espugnare" il castello del Volterraio.
Con Sergio, Sofia, Sonia, Stefano ed un entusiasta Amerigo che ha sostituito Simone, lentamente ci incamminiamo lungo il sentiero 55 raggiungendo in circa mezz'ora le mura del diroccato maniero.

Che dire, altro luogo stupendo, offre delle vedute su Portoferraio assolutamente particolari.
La scura pietra, colorata dal giallo intenso dei licheni offre dei contrasti incredibili quando colpita dai raggi del sole ed al di sopra di tutto, il maestoso castello riesce ancora ad intimorire chi lentamente vi si avvicina.

E' sempre un piacere tornarvi, ma lo è ancora di più portarci gli amici, specialmente se per loro è la prima volta.

Max

domenica 13 ottobre 2013

Trekking del 13 ottobre 2013


Ore 6,25, leggo solo adesso l'sms che Mario mi ha inviato ieri sera ed in cui mi chiedeva info per l'uscita domenicale, esito un po' e poi decido di rispondergli anche se sono certo lo leggerà più tardi.
Mi dispiace per la sua assenza, ma conoscendolo dubito che si sarebbe presentato alle 7,10 come han fatto i coniugi Zamboni con cui condividerò il trekking odierno; che volete, comincia ad avere una certa età..

Il programma prevede di descrivere un anello con partenza da Pomonte, aggirare il massiccio granitico del m. Capanne salendo dalla Grattaccia e ritornare dal Colle San Bartolomeo; in tutto 17,1 chilometri con 1.264 metri di ascesa (riporterà poi il gps).

Iniziamo la nostra marcia alle 7,52 ed invitati da un'arietta fresca a tenere un passo svelto, raggiungeremo il primo caprile nei pressi del monte Orlano in meno di 50 minuti.
Proseguiamo quindi verso il m. Cenno; finora grazie ai recenti interventi di manutenzione il 31 è in ottimo stato.
Peccato che poi tali interventi si siano fermati poco prima di raggiungere il sentiero di collegamento con il 35, così fino al successivo punto di intersezione con l' 8, per vari tratti dovremo farci largo fra un' invadente bassa vegetazione.

L'entusiasmo iniziale riguardo ai tempi di percorrenza, comincia lentamente a svanire, la costante salita fino a Malpasso metterà a dura prova i miei compagni ma dato che non ci rincorre nessuno, non permettiamo che l'orologio ci condizioni la camminata e proseguiamo con i nostri ritmi.

Purtroppo non sarà nemmeno di grande aiuto la discesa lungo il 5 prima e l'1 poi, un umido ed insidioso granito impone prudenza ed attenzione su dove mettere i piedi.
Finalmente raggiungiamo il 6, ottimo e piacevolissimo sentiero che ci consente di rialzare la media ed apprezzare gli stupendi panorami sul versante settentrionale dell'isola.

Alle 11,17  lo abbandoniamo per riprendere a salire lungo il 28 e ancora su con il 10 che giocherà un brutto scherzo a Gaia; temporaneamente alla guida del terzetto si imbatterà in una vipera decisamente addormentata da una temperatura a lei non più congeniale, la stuzzico un po' con la bacchetta e la lascio sfilare via fra le rocce per riprendere poco dopo la guida del gruppo.

Raggiunta l'intersezione con lo 00, finisce la salita, per ritornare a Pomonte adesso ci aspetta tutta discesa!
Prima di abbandonare il 10 per il 3, passiamo a pochi metri dal punto in cui il 14 ottobre 1960 il quadrimotore dell'Itavia partito da Roma alle 15,02 e diretto a Genova impattò rovinosamente.
Disastro aereo che costò la vita di undici persone, 4 dell'equipaggio e 7 passeggeri; proprio per commemorare questa tragedia incontriamo quattro ragazzi che muniti di attrezzi sono in procinto di realizzare una sorta di targa alla memoria.
Scambio interessato quattro chiacchiere con loro, palesemente delusi per essere riusciti a trovare solo pochi resti del quadrimotore.

Al proposito invito a visionare il seguente filmato su youtube:
http://www.youtube.com/watch?v=3RRBig4EwhQ


Quindi passiamo sul 3 e dopo circa 15 minuti sul 4 con cui arriveremo a Pomonte alle 13,54, ma non prima di aver fornito alcune informazioni ad una famiglia tedesca (credo).
L'escursione si conclude alla fonte del paese per un sorso di acqua fresca, mentre le nostre gambe indolenzite ci chiedono un po' di meritato riposo.

Max

domenica 6 ottobre 2013

Trail del 06 ottobre 2013


Stavolta, in tutta sincerità, non potevo scrivere trekking; anche se è da poco che ho ripreso a correre, abbigliamento ed intenzioni erano decisamente più orientate per un percorso da fare il più possibile di corsa piuttosto della solita camminata che effettuo la domenica.

Premesso ciò, parto da Capoliveri alle 7,48 per descrivere un anello che si rivelerà di 26,8 chilometri e 1000 metri di ascesa accumulata e che a mio avviso, tocca alcuni dei punti più suggestivi del Calamita; un percorso già fatto a fine settembre e stamani solo leggermente modificato.

Memorabile sarà il mio "piccolo momento Kilian", quando superata la Tenuta delle Ripalte, dopo aver già percorso oltre 20 chilometri, lungo la salita che porta all'incrocio di vari sentieri ad ovest di Poggio Fino, sarò affiancato da due bikers.
Fatto un breve tratto insieme, a circa cento metri dall'incrocio e fine dell'ascesa, decido di scattare lasciandomeli così decisamente alle spalle.
E' stato un momento indimenticabile!

Come indimenticabili sono stati i colori ed i paesaggi del luogo; grazie alla pioggia abbondante del giorno precedente ed a un inaspettato sole mattutino, non sono riuscito a trattenermi dallo scattare qualche foto curiosando fra queste bellissime nature morte industriali; pur conoscendole da anni, mi affascinano sempre come la prima volta.

Max

domenica 29 settembre 2013

Trekking del 28 settembre 2013 - mezza GTE


Come da programma, ritrovo alle 06,15 al parcheggio del Tennis Club, dove lasciamo il mio Discovery, quindi con l'auto di Mauro ed in compagnia di Gaia, Paola ed Umberto raggiungiamo la zona portuale per prendere  l'aliscafo delle 06,50 per Cavo.

L'abbigliamento tecnico da runners "navigato" del mio amico mi costringerà in fretta e furia a sostituire gli scarponi e lo zaino da 35 lt con le scarpe basse e lo zaino piccolo, ma più adatto alla corsa, che per fortuna avevo lasciato nel bagagliaio; pare proprio abbiano intenzioni serie!

Quindi, dopo una colazione al bar Pierolli, l'alba ci sorprende sul lungomare Kennedy, mentre tranquillamente ci incamminiamo verso via Procchi (ex via Frugoso) da dove parte la GTE (s. 60).
La temperatura è perfetta, sono le 7,38 quando iniziamo a camminare sulla Grande Traversata Elbana.

Nemmeno il tempo di scaldarsi e già la coppia Zamboni è in fuga; 
"Arriviamo presto" penso fra me e me. 
L'andatura si mantiene spedita grosso modo fino alla vetta di monte Grosso, poi nell'affrontare la ripida discesa Paola inizia ad accusare dolori al ginocchio; il gruppo così si sgrana con Gaia avanti, Mauro, Paola ed Umberto più indietro ed io nel mezzo.
Ci ricompatteremo solo sull'asfalto della Parata, per procedere abbastanza uniti fino all'Aia di Cacio, dove il vento teso di scirocco ci impedisce di sostare.

Evidenti gli interventi sui sentieri attraversati, sia per quanto riguarda il taglio della vegetazione che della realizzazione di nuovi segnavia; peccato anche in questo caso l'opera di manutenzione non abbia riguardato l'interezza dei sentieri ma solo dei tratti.

Superato il monte Strega riusciamo a sostare parzialmente riparati dal crinale per quasi 20 minuti, giusto il tempo perché i miei compagni possano mangiare i loro panini caserecci.

Alle 11,07 finalmente ci rimettiamo in marcia, i windstopper indossati per la sosta non hanno impedito che il sudore ci si ghiacciasse addosso e riprendere il movimento non ci dispiace affatto.

Peccato che le condizioni meteo caratterizzate da vento umido e nubi basse ci abbiano impedito di gustare i panorami di gran parte del percorso più alto, sarebbe stato decisamente più spettacolare, anche se a dir di Umberto resta sempre suggestivo.

Purtroppo superate le Piane della Madonna, anche Gaia è fuori combattimento, malessere accompagnato da attacchi di vomito la costringeranno a ridurre andatura e decidere di abbandonare la traversata.

Con rammarico quindi Gaia e Paola abbandonano il cammino a casa Marchetti, arrivandovi proseguendo lo sterrato del Buraccio; Mauro, Umberto ed io invece, ci sganciamo prima per seguire la GTE che passando da casa Galletti prima e casa Tondi poi, porta leggermente più a sud est sulla provinciale per Porto Azzurro.

Attraverseremo l'asfalto dopo un breve tratto a corsetta, alle 13,55 per passare dal s. 63 ad un s. 64 recentemente manutenuto lungo tutto il tratto che costeggia il fosso dei Catenacci.

Seguire il tratto originale lungo la cessa è fuori luogo, troppo mal messo e chiuso dalla vegetazione, approfitto così, come ad aprile, dell tracciato usato dalle moto che corre parallelo a pochi metri per guadagnare quegli 80 metri di dislivello.

Sempre "tirati" da un Umberto perfettamente a suo agio, dovremo rallentare un po' per consentire a Mauro di recuperare le energie, le ultime salite lo stanno mettendo a dura prova.

Superiamo la vetta di monte Orello con soddisfazione, le salite sono finite!
Bevuta veloce a fonte Schiumoli ed alle 15,50 raggiungiamo l'auto a San Giovanni.

In totale abbiamo percorso circa 30 chilometri in 8 ore e 27', di cui 27,2 km di GTE in 7h 46'; l'ascesa positiva totale accumulata è stata di 1.757 metri e la media di 3,5 km/h.

Max

lunedì 23 settembre 2013

Sentiero 45, ritorno alle origini


Il sentiero 45 ha recentemente subito una modifica di percorso; come da foto, fino a poco tempo fa, attraversata la provinciale per Procchio, proseguiva lungo la strata privata della Guardiola (tratto color magenta), per poi piegare a destra in direzione nord con una serie di tornanti molto graditi dai bikers.

I recenti interventi sulla sentieristica invece, ne hanno riaperto quello che con molta probabilità era il tratto originale (tratto verde) che con un ampia curva inizialmente verso est, man mano girava a nord fino alla spiaggia della Lamaia per poi riallacciarsi al vecchio itinarario dopo aver superato anche la spiaggia di Porticciolo; cosa che ovviamente ne ha aumentato il chilometraggio di circa 700 metri.

Giusto per correttezza va riportato inoltre che anche il tratto iniziale da San Martino in origine era diverso, in quanto all'altezza dell'attuale Park Hotel Napoleon, girava a sinistra (WSW) passando vicino a villa Demidoff, per collegarsi sul 48 subito dopo Buca di Bomba.

Concludo segnalando che l'attuale tratto in magenta resta perfettamente percorribile (anche da mtb) con numerazione 46.
Benché in origine fosse disegnato sulla mappa ad est del 45, con partenza dalla provinciale fino a raggiungere  a sud del fosso della Lamaia il 45.

Max

giovedì 19 settembre 2013

Sentiero 19 riaperto


Ultimo testimone dei gravi danni causati dalla nevicata del marzo 2010, finalmente è stato recentemente riaperto nel tratto fra il s. 17 ed il s. 18.


Un significativo esempio dell'opera di manutenzione promossa dall'Ente Parco ed effettuata dalla ditta Terra che iniziata in primavera è tuttora in corso.

Con una serie di interventi mirati, dettati presumo da esigenze di risparmio e per questo non sempre risolutivi, ha comunque interessato numerosi sentieri, riaprendone tratti chiusi e migliorandone sensibilmente la segnaletica.

Progetto che se ulteriormente affinato attraverso un migliore e maggiore monitoraggio del territorio pare vada nella direzione giusta, ovvero una manutenzione mirata ma costante e che soprattutto non lasci passare anni da un'intervento all'altro.

Max

domenica 15 settembre 2013

Trekking sul Pania della Croce


Venerdì 13 settembre 2013

Partiamo alla scoperta delle Apuane, a dire la verità qualcosa avevamo già visto e proprio per la bellezza dei paesaggi ma anche per le nubi trovate la volta precedente, abbiamo deciso di fare un anello che ci consenta di raggiungere la vetta del Pania della Croce.

La partenza con il traghetto delle 8,35 ci concede tutto il tempo per visitare l'Antro del Corchia, quindi lasciamo Levigliani per raggiungere il vicino Pruno da dove alle 15,05 iniziamo a salire lungo il sentiero 122.

Inizialmente un bivio non segnalato ci rallenta leggermente, quindi identificato il giusto percorso, proseguiamo lungo la costante salita.
Dopo circa un'ora, ci sfuggirà anche un segnavia su l'angolo in alto di una marginetta: 400 metri abbondanti di cammino in più, quindi tornati sui nostri passi, notiamo che il sentiero (piuttosto invaso da bassa vegetazione), piegava in salita sulla sinistra.

Verso le 16,20 raggiungiamo il passo dell'Alpino, dove il 122 lascia il posto al 9 e dopo circa mezz'ora Foce di Mosceta; altri 5 minuti e siamo al rifugio del Freo, dove ovviamente avevo preventivamente prenotato due letti. 

Sabato 14 settembre 2013

Dopo una notte pressoché insonne grazie ai ripetuti miagolii di una gatta nascosta fra i letti a castello (da sottolineare che eravamo solo in tre ospiti e vani sono stati i patetici tentativi del sottoscritto di cacciarla), nutro serie perplessità sulle mie capacità di conquistare il monte Pania ma soprattutto di rientrare ad Orzale (Cardoso) attraverso il 7.

Ma la giornata che si preannuncia stupenda e la compagnia dell'amico Mario mi impongono di tentare; cercherò il più possibile di restare lucido ed attento su dove mettere i piedi e così dopo un'ora e trentasette minuti, alle 9,41 raggiungiamo la vetta.
Il sole ed il panorama stupendo invitano ad un meritato riposo, ma la temperatura di 10° e soprattutto un vento a dir poco pungente, ci costringono a riprendere la marcia dopo pochi minuti.

Seguiamo le indicazioni per il rifugio Rossi, anche se avrei preferito un bel segnavia a bandiera... così, chiederò conferma ad una coppia di escursionisti che salgono con apparente agilità la ripida cascata di roccia, ma la loro risposta non è molto convincente.

Solo verso le 10,20 mi rassicura leggere nel segnavia in legno il numero 7 per Foce di Valli; poco più avanti leggo anche che il sentiero è per escursionisti esperti, così penso subito  al "nostro" 00, sperando proprio non sia a quel livello, sarei in seria difficoltà con uno zaino carico come quello che indosso oggi.

Benché tecnico, prestando la dovuta attenzione e sfruttando le più "comode" catene fissate alla roccia, superiamo senza difficoltà il tratto difficile ed affacciandoci sulla bassa Foce di Valli, ci concediamo anche un paio di minuti di sosta.

La comunicazione di un mio leggero capogiro nel rialzarmi, mette subito in allarme il mio compagno:
"Bevi e riposa un altro po'" Si affretta a rispondermi.
Così faccio e poco dopo iniziamo a scendere.

Con una lunga sequenza di tornanti, man mano sempre più piccoli, arriviamo a Foce di Valli, sono le 11,13 ed a questo punto dobbiamo decidere se continuare come da programma la discesa sul 7 o passare sul 110 per rivedere ed apprezzare come si deve, il monte Forato.

Temo solo che per la mancanza di riposo, le mie energie mi abbandonino prima dell'arrivo, ma so già che direzione prenderemo, quella del Forato ovviamente, come propone anche Mario. 

Procediamo tranquillamente lungo il crinale ed in circa 40 minuti ci troviamo davanti al suggestivo arco di roccia; adesso ci possiamo mangiare il panino che ci ha preparato il custode del rifugio.
Riusciamo anche a telefonare a casa, Mario per informazioni sullo stato della sua canina Nebbia ed io per tranquillizzare la moglie.

Trascorsa quasi mezz'ora, ci rimettiamo in marcia, alla ricerca del sentiero 12; non accorgendoci che un suo segnavia orizzontale era a due metri dietro di noi, percorriamo più di 300 metri lungo il 110 per poi tornare indietro e parlando con altri escursionisti, accorgerci che il 12 passa proprio attraverso il foro nella roccia; che pivelli, un errore che ci ha fatto perdere ben 20 minuti.

A causa del fogliame ma sopratutto della considerevole pendenza, scendiamo lentamente prestando la massima attenzione; lo stato di questo sentiero non è certamente dei migliori, troveremo anche alcuni alberi caduti a sbarrarci il passaggio.

Con difficoltà cerco di capire la direzione giusta da seguire per intercettare il 124 con cui vogliamo tornare sul 7; certamente non aiuta la completa mancanza di segnavia a bandiera in prossimità dei vari bivi, di quelli verticali manco a parlarne.

Fra imprecazioni e avvisi di sentieri temporaneamente chiusi come quello che indica un ponte pericolante a Colle Mezzana, decidiamo di lasciar perdere il 124 e continuare la discesa lungo il 12 fino a Cardoso, consapevoli che per tornare all'auto parcheggiata a Pruno, la bella camminata lungo l'assolato asfalto sarà ancora più lunga.

Chiedendo informazioni su un'eventuale scorciatoia ad una gentile coppia lungo il tratto finale del sentiero, veniamo incoraggiati a proseguire, ma la conversazione viene fortunatamente ascoltata anche da un "camminatore" della zona, che non convinto di ciò che sente, poco dopo si offrirà di accompagnarci in auto fino a destinazione.

Un colpo di fortuna considerevole che mi fa decisamente tornare il buon umore ma soprattutto che ci evita un'estenuante marcia finale.
Lo ringrazieremo sinceramente, invitandolo a contattarci nella sua prossima visita all'Elba e dato che siamo in discreto anticipo sulla tabella di marcia, non possiamo rinunciare ad una birra fresca.

Alcuni dati (dopo aver pulito la traccia)

Da Pruno al rifugio del Freo attraverso i sentieri 122 e 9: 
4,6 km con +756 metri di ascesa;

Dal rifugio del Freo a Cardoso (via Pania e Forato) attraverso i sentieri 126, 7, 110 e 12:
10,4 km con +1.077 metri di ascesa.

Max

domenica 1 settembre 2013

Trekking del 01 settembre 2013


Piacevole escursione in compagnia di Luigi e Mario, ritrovo "comodo" alle 8.00 ed in pochissimi minuti parcheggiamo a San Martino.

Ho intensione di fare un anello che ci consenta di percorrere interamente il sentiero 45, recentemente oggetto di manutenzione, così ci incamminiamo lungo il 121, ma ne percorreremo solo alcuni tratti, privilegiando il più dolce e pulito sentiero usato da bikers e runners che confluisce sempre sul 65 ma 380 metri più ad est.

Immersi completamente nel verde in circa 45 minuti raggiungiamo la strada militare, quindi seguendo il percorso della GTE, saliamo lungo la cessa che passa dal monte Barbatoia e dal m. San Martino, dove ci scattiamo la classica foto ricordo.

Scendiamo fino a Buca di Bomba, dove a quanto pare, è in corso l'opera di taglio degli alberi precedentemente abbattuti; un grosso macchinario, taniche di olio e combustibile ed svariati utensili sono disseminati tutto intorno.

Proseguiamo sempre lungo la GTE, quindi breve tratto del 48 per passare poi sul 44 fino a Colle di Procchio. In che condizioni è?
Al solito, pendenza, pioggia e passaggio di moto obbligano a fare attenzione anche a chi lo percorre a piedi; per le mtb decisamente sconsigliato.

Superata casa Miliani, seguendo il suggerimento di Luigi, evitiamo di percorrere l'asfalto della provinciale ed attraverso un sentiero usato dai runners che non conoscevo, arriviamo alla chiesa del piccolo paese dove ci concediamo una breve sosta al bar.

Costeggiamo quindi la spiaggia verso La Guardiola e dopo alcuni minuti spesi a conversare con Monica e Fabrizio, imbocchiamo il 45.

Veramente ben tenuto e trafficato, si snoda fra lecci seguendo la costa e superate le spiagge di Porticciolo e Lamaia, piegando verso sud, si sovrappone per poche decine di metri al Percorso della Salute.
Avanziamo paralleli al fosso per poi attraversarlo, alcuni pezzi di fettuccia e recenti segnavia ci indicano il corretto cammino sino alla provinciale per Procchio.

Prestando attenzione nell'attraversarla, continuiamo a salire verso monte Pericoli, superiamo il bivio con il 48 e ben presto lo abbandoniamo per proseguire sul 45 che attraverso vari tornanti ci riporta a San Martino dove ci concediamo acqua e birra fresca.

Max

domenica 25 agosto 2013

Trekking del 25 agosto 2013


Indeciso fino all'ultimo su dove andare, mi butto su una passeggiata con partenza dalla fine di viale Enaudi.
Non sto a redigere il solito diario in quanto l'escursione non è certo una delle mie più interessanti, mi limito solo ad elencare una serie di brevi osservazioni:
  • il sentiero delle Pietre è in ottimo stato e pare molto gradito dai bikers, dato che il fondo comincia ad essere segnato in più punti dal loro passaggio.
  • il segnavia principale fra il 51 ed il 49 mostra inequivocabili segni di "vecchiaia", meriterebbe la sostituzione.
  • sempre suggestivo ma un po' "blindato" il tratto di costa sotto l'hotel Hermitage, specialmente il tunnel all'interno della roccia; un tempo ci si poteva passare liberamente...
  • nelle piccole spiagge di Lamaia e Porticciolo mucchi di rifiuti, anche se ben raggruppati, non passano certamente inosservati.
  • idem le bottiglie ed altri troiai abbandonate lungo la provinciale che da Procchio va verso Campo.
  • abbandono volentieri l'argomento rifiuti, concludendo con le pietose immagini della roulotte ancora abbandonata a Buca di Bomba, ammirata con curiosità anche da una coppia di escursionisti che procedevano nel senso opposto al mio.
  • segnavia principali da modificare, entrambi sul 48, il primo a circa 150 metri a nord di Buca di Bomba riporta sia il n° 48 (giusto) che il n° 45 (errato) quindi procedendo sempre verso nord al successivo bivio il segnavia in legno riporta solo il n° 48 mentre manca quello del n° 45 (è qui che andava posizionato).
  • dopo aver lasciato il 45, il sentiero 48 avrebbe bisogno di qualche intervento di pulizia da rami e tronchi che obbligano a chinarsi per passare; ci sono anche un paio di robusti corbezzoli di traverso, ma suggerisco di non tagliarli, sono un ottimo e naturale deterrente al passaggio delle moto.
Max