sabato 7 gennaio 2023

Trekking del 6 gennaio 2023: dalle Panche alle Conche e ritorno

 

Venerdì 6 gennaio, approfitto della festività per una bella passeggiata con partenza dalle Panche.
Anche oggi cielo coperto e temperatura mite, ottimo per camminare un po' meno per fotografare.

L'intenzione è quella di raggiungere il laghetto delle Conche e tempistica permettendo proseguire fino al Termine.

Inizio il cammino alle 9,18 (lo so, decisamente in ritardo) lungo il sentiero 253 ma ne seguo solo i primi 600 metri circa, quindi proseguo sul sentiero "Mezza Strega" (così nominato dai bikers locali) immediatamente alla mia destra; corre parallelo alla GTE ma ne evita il dislivello anche se ciò comporta dover rinunciare ad un importante porzione di panorama, in compenso regala degli stupendi scorci di Rio nell'Elba.

Alle 9,53 raggiungo il tornante della Falconaia, poco più di 400 metri di asfalto per riprendere lo sterrato che porta al romitorio di Santa Caterina.

Ne costeggio la recinzione mantenendomi sul 203, quindi attraverso la provinciale della Parata per continuare sul 203 purtroppo privo di segnaletica.
Ad un successivo bivio, anch'esso privo di segnaletica mi tengo nuovamente a destra seguendo quello che ritengo sia il sentiero 259 e col successivo 212 entro nella zona mineraria.

Mantenendomi sullo sterrato principale, raggiungo in poco tempo valle Giove e successivamente la vecchia officina del Portello, il cui tetto purtroppo è destinato a crollare, almeno parzialmente.

Continuo spedito lungo l'ampio sterrato per cercare di recuperare un po' del tempo perso a scattare foto in questo ambiente così sempre suggestivo e particolare.

Avvicinandomi al laghetto delle Conche, il costante abbaiare di un cane diventa sempre più forte, proviene da un punto preciso, come se la bestia sia impossibilitata a muoversi.

Pochi minuti e ne scopro il responsabile ed il motivo, un bell'esemplare di setter che forse nel seguire la traccia di qualche preda è finito su una ripida parete a monte del sentiero.

Provo a calmarlo, rendendomi conto che il punto in cui si trova è troppo ripido per me da salire e per lui da scendere; così effettuo un breve dietro front per seguire il vecchio sentiero, ormai completamente chiuso dalla vegetazione che conduce alla struttura in muratura dell'ascensore.
Facendomi lentamente strada fra il fitto lentisco, riesco a raggiungere il bordo della scarpata sotto cui dovrebbe trovarsi l'animale, purtroppo sono troppo in alto, non riesco nemmeno a vedere la bestiola sotto di me
Torno così indietro in compagnia di un bastardino che nel frattempo è arrivato sul posto e che dal collare, pare condivida lo stesso padrone del setter che fortunatamente si è spostato lateralmente dal punto critico in cui si trovava ed è riuscito ad avvicinarsi al sentiero, forse rincuorato dalla vista del suo compagno.

Provo a chiamarlo, spronandolo a scendere, non è in una posizione facile ma ce la può fare.
Sembra mi abbia capito, si avvicina leggermente al percorso che gli sto suggerendo di seguire, poi sembra desistere, riprendendo ad abbaiare.

Ci vuole una pausa, proseguo così fino al laghetto per scattare un bel numero di foto, le piogge di dicembre ne hanno leggermente alzato il livello, che comunque rimane bel lontano da quello di un tempo, inalterato il colore rosso sangue, sempre stupefacente!

Dedicherò oltre quindici minuti ai colori delle Conche per ritornare quindi sui miei passi, proseguire verso il Termine allungherebbe troppo i tempi a mia disposizione.
La pausa a quanto pare a fatto bene anche al setter, lo ritrovo in mezzo al sentiero in compagnia del bastardino, sembra mi aspetti ed una volta raggiunto, anche se ad una certa distanza, inizia a seguirmi.

La cosa mi fa piacere, la mia direzione di marcia è verso Rio nell'Elba e magari è proprio da li che la coppia di cani si è allontanata.
Proseguo senza infastidirli e guadagnando lentamente un po' della loro fiducia, il bastardino è più socievole, coda fra le gambe e testa bassa, si lascia avvicinare, il setter mantiene una certa riservatezza, benché lo sento alitare sempre più vicino, temo sia stanco ed abbia bisogno di bere.

Arrivato sull'asfalto della Parata, inizio a scendere soffermandomi a parlare con un abitante della casa a pochi metri dal bivio col 203.
Gli spiego che i cani non mi appartengono e che mi stanno seguendo dal laghetto, lui comprende la situazione e si attiva immediatamente provando a contattare un conoscente che possa riuscire ad identificarne il padrone.

Durante la mia conversazione i cani si sdraiano a riposare, ne approfitto così per avvicinarli e riuscire, non senza difficoltà, a leggere il numero di cellulare scritto sul loro collare.
Dopo vari tentativi riesco a finalmente contattare il padrone, si trova a Cavo e mi dice che viene a prenderli subito, ci diamo appuntamento all'ingresso dello sterrato che porta all'eremo di Santa Caterina, che abbiamo appena superato.

Purtroppo ho fatto i conti senza l'oste, una volta raggiunto il bivio le bestiole senza aspettarmi continuano a scendere verso il cimitero del paese, il tentativo di tenerli vicino a me non è riuscito.
Non mi resta che informare il padrone e proseguire il cammino.

Stavolta scelgo il sentiero più basso dell'Acquavivola e con piacere noto che dopo lungo tempo, la sorgente a ripreso a buttare, anche se è solo un esile rivolo d'acqua.

Evito quindi di scendere verso il paese e dopo un dritto quanto ripido tratto in salita mi collego al sentiero percorso all'andata.

Ritorno alle Panche alle 14,44 dopo aver percorso oltre 16 chilometri, con la speranza che i due cani abbiano ritrovato il loro padrone.

Max