domenica 26 febbraio 2017

Trekking del 26 febbraio 2017


"Non c'è barba d'omo", sentenziava talvolta il mio professore alle scuole medie, non c'è barba d'omo, ripeto adesso io, convinto che le belle giornate invernali, sono quanto di meglio si possa sperare per scorrazzare in lungo e largo nella nostra splendida isola.

Così in compagnia dell'amico Stefano, alle 8,14 iniziamo a salire lungo il sentiero 18, a Colle di Procchio dove abbiamo parcheggiato l'auto.

L'aria di un fresco vento da nord  ci ricorda che siamo ancora in pieno inverno e non ostante la lunga salita, al momento conviene indossare la giacca.

Il sentiero come sempre alterna tratti piacevoli e puliti ad altri in chiusura, su cui sarebbe necessario intervenire un paio di volte l'anno, sarebbe necessario...
Monte Castello, Pietra Acuta, alle 9,50 attraversiamo la provinciale al monte Perone salutando alcuni giovani escursionisti che stanno per mettersi in marcia.

Breve tratto lungo il sentiero 5 ed una volta raggiunto il bivio con lo 00, passiamo su quest'ultimo; per stamani si "vola alto!"
Puro percorso di crinale, disseminato di tratti attrezzati per i quali non è indispensabile l'uso di imbragatura, ma utili sono i guanti (che ovviamente abbiamo con noi) raggiungiamo la vetta delle Calanche.

Cima incantevole, concordiamo nel giudicarla la vetta più bella dell'Elba; non solo per il panorama che offre, per il suo grigio granito macchiato dal verde della tenace vegetazione,  ma forse per il fatto che non è una vetta per tutti, forse è proprio così, perché non è una vetta alla portata di ogni escursionista.

Continuiamo il cammino fino a Malpasso, si riparte con le ferrate.
Alle 11,23 espugniamo la sommità del Capanne, la quota riportata dal mio ETrex è 1019 metri, perfetto!

Breve discesa e riprendiamo a salire, o meglio, ad arrampicarci.
Unico rispetto a tutti gli altri sentieri, lo 00 richiede esperienza, buona forma fisica ed ottime condizioni meteo, come sintetizzato dal malconcio cartello in legno; mai affrontarlo da soli con tempo umido e nubi basse.

Lentamente e con la dovuta attenzione, lo percorreremo fino a raggiungerne la fine alla Tavola, sono le 12,31; stupendo percorso, anche se bisognoso di manutenzione soprattutto alle sue estremità, più compromesse dalla bassa vegetazione.
Discendiamo il versante nord del 10 sino a raggiungere il bivio con il 28 su cui ci dirigiamo e da cui raggiungiamo la vetta del monte Giove.

Il gps mi impone un'andatura lenta e costate, un vero peccato perché le gambe correrebbero volentieri un po' lungo la fantastica discesa fino a Serra Ventosa, dove scatto un paio di foto all'assurdo segnavia che impresso su una pietra all'imbocco del sentiero del Raggio Verde, riporta la scritta GTE.
Con questa nuova segnaletica sulla GTE, stanno proprio scivolando nel comico...

Bella bevuta alla fonte della Madonna del Monte ed ultimata la via Crucis, imbocchiamo il sentiero 13 a sinistra.
Con alcune fronde da tagliare nei suoi primi metri, ci porta davanti al cimitero di Marciana, poche decine di metri di asfalto e con un single track in puro stile "downhill" sbuchiamo a 60 metri dallo 09 (sentiero dei Profumi).

Raggiungeremo il lungomare di Marciana Marina seguendo esattamente il percorso dell'ultima edizione dell'Elbatrail.

Oltre 21 i chilometri percorsi in poco meno di sette ore; offrire un caffè alla moglie che ci è venuta a prendere e una birra a Stefano per la compagnia, mi sembra il minimo.

Max