1° giorno
Zona portuale di Portoferraio, area autobus, quello per Pomonte dovrebbe partire alle 5 e 35 ma è solo alle 5 e 45 che le luci del torpedone ci tranquillizzano, pensavamo già alle possibili alternative!
Arriviamo comunque in perfetto orario, attraversiamo il paese e passando davanti ad un panificio, un pezzo di pizza ancora calda “cade” nello zaino di Mauro!
Ad onor del vero, Mauro se la mangia subito, mentre è Gaia che gli stiva i nostri pezzi nel suo zaino.
Più avanti notiamo l’indicazione di una fonte, dove è possibile fare il carico di acqua; ancora 100 metri e raggiungiamo il piccolo ponte in legno(1) che segna l’inizio del GTE con il sentiero 31, sono le 7 e 15.
Resetto il GPS, prendo nota dell’ora e via!
Si comincia a salire fra terrazze coltivate; dopo circa 850 metri di cammino il primo incrocio(2) fra il sentiero n° 9 che continua a costeggiare il fosso di Pomonte verso Est ed il 31 che gira a destra in direzione Sud Est verso il monte Orlano.
La salita diventa presto più ripida e con 11 kg sulle spalle, è opportuno dosare bene le forze; giusto il tempo di arrivare sull’Orlano che comincia a piovere, così sfruttiamo un caprile(3) come riparo, ed attendiamo pazientemente 55 minuti prima di riprendere il cammino sotto una pioggerellina leggera; l’umida attesa non ha giovato al mio tendine destro che comincia a pungere, ma cerco di non dargli importanza.
Oltrepassiamo un secondo bivio, una deviazione che congiunge il sentiero 31 al 35; superiamo poi il monte Cenno e le Mure felici nell’ incontrare ancora altri caprili, se la pioggia aumenta...
Superiamo il colle della Grottaccia, e poco dopo siamo al bivio(4) formato da quattro sentieri l’ 8, il 9, il 30 ed il 31; alcuni mufloni si fanno avvicinare fino a poche decine di metri, consapevoli di essere nel loro habitat ideale, per poi allontanarsi rapidamente a loro piacimento; intorno alle 11 cessa finalmente di piovere, e proseguiamo la salita in direzione di Malpasso(5), dove scolliamo nel versante nord alle 11 e 12 incrociando lo 00.
Subito sotto troviamo la biforcazione del GTE, ovviamente seguiamo il n° 5 verso Est ed alle 11 e 40 decidiamo di fermarci una mezz’ora per il pranzo.
Approfitto volentieri delle schiaccine sotto vuoto confezionate da Gaia, del resto per alleggerire lo zaino di un amico si fa questo ed altro!
Svegliamo Mauro che è riuscito pure a schiacciare un breve “pisolino” ed alle 12 e 30 attraversiamo la strada asfaltata(6) lasciando il n° 5 per il n° 18.
Zona portuale di Portoferraio, area autobus, quello per Pomonte dovrebbe partire alle 5 e 35 ma è solo alle 5 e 45 che le luci del torpedone ci tranquillizzano, pensavamo già alle possibili alternative!
Arriviamo comunque in perfetto orario, attraversiamo il paese e passando davanti ad un panificio, un pezzo di pizza ancora calda “cade” nello zaino di Mauro!
Ad onor del vero, Mauro se la mangia subito, mentre è Gaia che gli stiva i nostri pezzi nel suo zaino.
Più avanti notiamo l’indicazione di una fonte, dove è possibile fare il carico di acqua; ancora 100 metri e raggiungiamo il piccolo ponte in legno(1) che segna l’inizio del GTE con il sentiero 31, sono le 7 e 15.
Resetto il GPS, prendo nota dell’ora e via!
Si comincia a salire fra terrazze coltivate; dopo circa 850 metri di cammino il primo incrocio(2) fra il sentiero n° 9 che continua a costeggiare il fosso di Pomonte verso Est ed il 31 che gira a destra in direzione Sud Est verso il monte Orlano.
La salita diventa presto più ripida e con 11 kg sulle spalle, è opportuno dosare bene le forze; giusto il tempo di arrivare sull’Orlano che comincia a piovere, così sfruttiamo un caprile(3) come riparo, ed attendiamo pazientemente 55 minuti prima di riprendere il cammino sotto una pioggerellina leggera; l’umida attesa non ha giovato al mio tendine destro che comincia a pungere, ma cerco di non dargli importanza.
Oltrepassiamo un secondo bivio, una deviazione che congiunge il sentiero 31 al 35; superiamo poi il monte Cenno e le Mure felici nell’ incontrare ancora altri caprili, se la pioggia aumenta...
Superiamo il colle della Grottaccia, e poco dopo siamo al bivio(4) formato da quattro sentieri l’ 8, il 9, il 30 ed il 31; alcuni mufloni si fanno avvicinare fino a poche decine di metri, consapevoli di essere nel loro habitat ideale, per poi allontanarsi rapidamente a loro piacimento; intorno alle 11 cessa finalmente di piovere, e proseguiamo la salita in direzione di Malpasso(5), dove scolliamo nel versante nord alle 11 e 12 incrociando lo 00.
Subito sotto troviamo la biforcazione del GTE, ovviamente seguiamo il n° 5 verso Est ed alle 11 e 40 decidiamo di fermarci una mezz’ora per il pranzo.
Approfitto volentieri delle schiaccine sotto vuoto confezionate da Gaia, del resto per alleggerire lo zaino di un amico si fa questo ed altro!
Svegliamo Mauro che è riuscito pure a schiacciare un breve “pisolino” ed alle 12 e 30 attraversiamo la strada asfaltata(6) lasciando il n° 5 per il n° 18.
N° - Luogo Coordinate - GPS - Altitudine - Distanza km. - Orario
1 - partenza da Pomonte - N42 44.913 E10 07.540 - 33 m. - 0 - 7.15
2 - bivio fra s. 9 e 31 - N42 45.095 E10 08.017 - 139 m. - 0,9 - 7.31
3 - Caprile sull’Orlano - N42 44.750 E10 08.404 - 448 m. - 2,5 - 8.15*
4 - bivio fra s. 8 , 9 , 30, 31 . - N42 45.552 E10 09.786 - 623 m. - 5.6 - 10.14
5 - Malpasso - N42 46.123 E10 10.326 - 836 m. - 7.3 - 11.12
6 - Perone (asfalto) - N42 46.631 E10 11.990 - 617 m. - 10.2 - 12.30
* da questo momento l’orario è “ingrassato” dalla sosta forzata di 55’ nel caprile.
Evidentemente distratto dalla conversazione (come dice la moglie due cose contemporaneamente non riesco a farle...) non mi accorgo di un evidente segnale bianco rosso e così perdiamo il sentiero, fortunatamente sono solo 100 metri ed in pochi minuti torniamo sulla retta via.
La discesa diventa sempre più ripida ed il dolore al tendine adesso è veramente forte, così rantolando ed imprecando spero che il sentiero spiani il prima possibile.
Non è certo di consolazione il fatto che anche Mauro sia in difficoltà, il suo ginocchio sinistro è da tempo che lo ha lasciato...
Sorretti così da una ferrea volontà, ma più che altro trainati dalla valanga Gaia raggiungiamo lo sterrato più ampio avvolti dal profumo delle ginestre spinose in fiore (il pruno caprino per intenderci), circa 500 m. e arriviamo alle Solane, quindi abbandoniamo lo stradone(7) e superando il modesto monte Castello, raggiungiamo il Colle di Procchio(8) , sono le 14 e 22.
A questo punto lo zaino ha svolto perfettamente il suo compito: spaccarci irrimediabilmente le spalle e la sosta di 20 minuti é solo un effimero sollievo prima di attraversare il caldo asfalto della provinciale.
Un consiglio: nell’ attraversare non proseguite, come indicato sulla carta, nella stessa direzione da cui siete venuti, ma costeggiate la provinciale in direzione Sud per prendere il primo asfalto sulla sinistra; questo perché la fine del n° 18 è erroneamente tratteggiata più a Sud.
Siamo sul 44, inizialmente in asfalto, e grazie nuovamente alla nostra carta dei sentieri, che all’altezza del campo sportivo indica di seguire la destra, commettiamo un altro errore che ci costerà circa 15 minuti per poi riattraversare il ponte e fare rotta tenendo la sinistra per casa Miliani (lo sapevo che bisognava passare di qui!).
Raggiungiamo un grosso rudere dove, come se non bastasse, il n° 44 comincia decisamente a salire ed il sole a picchiare sulla schiena.
Poco prima di congiungersi con il più ampio sterrato del sentiero 48(9), nell’attendere i miei compagni, desto l’interesse di una vipera ancora mezza addormentata, ed è solo grazie al grido di Gaia che evito di calpestarla... dite che mi ha salvato la vita?
Non credo, si era solo spaventata.
Sostiamo 10 minuti per bere e riprendere fiato e proseguiamo sul 48 fino ai pressi di Buca di Bomba(10), intersezione fra i sentieri 48, 55 e 65, dove lo abbandoniamo per il più impegnativo ma panoramico 65, che ci fa passare dal monte S. Martino (Termine(11) e dal monte Barbatoia, per poi continuare sul trafficato stradone militare.
Esausti, procediamo per inerzia, calamitati verso la fattoria di monte Orello, con le scorte di acqua oramai agli sgoccioli attraversiamo l’asfalto di Colle Reciso(12) passando dal 65 al 64, quindi superata fonte Schiumoli(13) attraversiamo il ranch di Antonio, mancano poche centinaia di metri, e finalmente alle 18 e 05 raggiungiamo la fine della tappa; proprio sotto di noi c’é la villa che ci attende per la notte!
N° - Luogo - Coordinate GPS - Altitudine - Distanza km.- Orario
7 - S 18 - N42 46.758 E10 13.393 - 180 m. - 13,4 - 13,39
8 - Colle di Procchio - N42 46.709 E10 14.778 - 49 m. - 16,1 - 14,22
9 - bivio fra s. 44 e 48 - N42 46.510 E10 16.342 - 243 m. - 19,1 - 16,00
10 - bivio fra s. 48 , 55 e 65 - N42 46.780 E10 16.345 - 284 m. - 19,7 - 16,20
11 - Termine - N42 46.584 E10 16.615 - 368 m. - 20,3 - 16,35
12 - Colle Reciso - N42 46.892 E10 18.732 - 201 m. - 24.0 - 17,27
13 - Curva dopo f. Schiumoli - N42 47.084 E10 19.299 - 162 m. - 25,1 - 17,46
14 - Arrivo fattoria m Orello - N42 46.959 E10 19.558 - 246 m. - 26,3 - 18,05
Benché fisicamente molto provati, l’ alloggio per la notte si rivela un vero toccasana, il freddo dovuto soprattutto alla stanchezza ben presto svanisce di fronte al caldo tepore di un bel caminetto acceso, e lo scoppiettio della legna diventa ben presto una piacevole melodia.
Gaia prepara un ottima cena che non poteva concludersi che con una bella bottiglia di rosso portataci dall’amico Maurizio.
Telefonicamente, abbiamo sentito più volte l’amico Alberto, avrebbe voluto unirsi a noi, ma impegni di lavoro l’hanno trattenuto; con l’ultima chiamata ci comunica di raggiungerci al mattino per la seconda tappa.
Dubbiosi sulle nostre capacità di recupero, confortati comunque dalle considerevoli ore di sonno a disposizione, ma soprattutto dalla bustina di Aulin presa dopo cena, alle 21 e 30 andiamo a dormire, perplessi sul domani.
Sostiamo 10 minuti per bere e riprendere fiato e proseguiamo sul 48 fino ai pressi di Buca di Bomba(10), intersezione fra i sentieri 48, 55 e 65, dove lo abbandoniamo per il più impegnativo ma panoramico 65, che ci fa passare dal monte S. Martino (Termine(11) e dal monte Barbatoia, per poi continuare sul trafficato stradone militare.
Esausti, procediamo per inerzia, calamitati verso la fattoria di monte Orello, con le scorte di acqua oramai agli sgoccioli attraversiamo l’asfalto di Colle Reciso(12) passando dal 65 al 64, quindi superata fonte Schiumoli(13) attraversiamo il ranch di Antonio, mancano poche centinaia di metri, e finalmente alle 18 e 05 raggiungiamo la fine della tappa; proprio sotto di noi c’é la villa che ci attende per la notte!
N° - Luogo - Coordinate GPS - Altitudine - Distanza km.- Orario
7 - S 18 - N42 46.758 E10 13.393 - 180 m. - 13,4 - 13,39
8 - Colle di Procchio - N42 46.709 E10 14.778 - 49 m. - 16,1 - 14,22
9 - bivio fra s. 44 e 48 - N42 46.510 E10 16.342 - 243 m. - 19,1 - 16,00
10 - bivio fra s. 48 , 55 e 65 - N42 46.780 E10 16.345 - 284 m. - 19,7 - 16,20
11 - Termine - N42 46.584 E10 16.615 - 368 m. - 20,3 - 16,35
12 - Colle Reciso - N42 46.892 E10 18.732 - 201 m. - 24.0 - 17,27
13 - Curva dopo f. Schiumoli - N42 47.084 E10 19.299 - 162 m. - 25,1 - 17,46
14 - Arrivo fattoria m Orello - N42 46.959 E10 19.558 - 246 m. - 26,3 - 18,05
Benché fisicamente molto provati, l’ alloggio per la notte si rivela un vero toccasana, il freddo dovuto soprattutto alla stanchezza ben presto svanisce di fronte al caldo tepore di un bel caminetto acceso, e lo scoppiettio della legna diventa ben presto una piacevole melodia.
Gaia prepara un ottima cena che non poteva concludersi che con una bella bottiglia di rosso portataci dall’amico Maurizio.
Telefonicamente, abbiamo sentito più volte l’amico Alberto, avrebbe voluto unirsi a noi, ma impegni di lavoro l’hanno trattenuto; con l’ultima chiamata ci comunica di raggiungerci al mattino per la seconda tappa.
Dubbiosi sulle nostre capacità di recupero, confortati comunque dalle considerevoli ore di sonno a disposizione, ma soprattutto dalla bustina di Aulin presa dopo cena, alle 21 e 30 andiamo a dormire, perplessi sul domani.
2° giorno
Se il mattino ha l’oro in bocca non lo so, ma di sicuro la dormita ed il robusto analgesico ci hanno rimesso in sesto, e senza nemmeno consultarci ci prepariamo per la seconda tappa.
Con un mesto messaggino Alberto ci avvisa di dover rinunciare, peccato (per lui), ma tanto è giovane ed avrà certo occasione di riprovarci....
Facciamo colazione, prepariamo gli zaini già alleggeriti dal cibo consumato la sera prima, decidendo di lasciare in custodia al disponibile signor Giorgio (il responsabile della fattoria), i sacchi a pelo e altre cose inutili, risultato? abbiamo risparmiato circa 3 kg.!
Sono le 7 e 30 e le basse nubi sospinte dallo scirocco non ci intimidiscono, partiamo in direzione del monte Orello(15).
Raggiunta la vetta, mi rendo conto di avere dimenticato le borracce sul tavolo della cucina, così mi aggiudico il premio di bella fava, che consiste nel posare lo zaino e correre a prenderle; 15 minuti di “puro divertimento”.
Riprendiamo a scendere alle 8 e 17 lungo il sentiero che costeggia il fosso dei Catenacci fino a casa Marchetti(16).
Quindi, come indicato facciamo un breve tratto lungo la strada provinciale, per poi girare a sinistra sempre sul lungo 63.
Sono le 9 e 37 quando raggiungiamo lo sconnesso sterrato del Buraccio(17), continuiamo a salire dolcemente fino ad arrivare al bivio con il 77(18), quindi alle 10 ci fermiamo al riparo per una colazione.
Riprendiamo il cammino dopo 20 minuti continuando a salire, rientriamo così nelle nuvole, schiacciate contro il crinale dal fastidioso vento di Sud Est che ci costringe ad indossare la giacca.
Superata Cima del Monte(19) , incrociamo un nutrito gruppo di turisti tedeschi incuranti dell’ aria e del terreno certamente non adatto alle loro calzature.
Nel tratto in discesa che ci avvicina alla strada asfaltata20 del Volterraio, il sole comincia a farsi vedere, e da questo momento ci seguirà per il resto della giornata.
N° - Luogo - Coordinate GPS - Altitudine - Distanza km.- Orario
15 - Monte Orello - N42 46.815 E10 19.274 - 377 m. - 1,1 - 7,49
16 - Casa Marchetti - N42 46.744 E10 20.829 - 47 m. - 4,4 - 8,51*
17 - Sterrato del Buraccio - N42 46.989 E10 22.047 - 166 m. - 7,0 - 9,37
18 - bivio fra s. 63 e 77 - N42 46.754 E10 22.584 - 242 m. - 8,0 - 9,53
19 - Cima del Monte - N42 47.704 E10 23.428 - 507 m. - 10,7 - 11,03
20 - Asfalto fine 63 inizio 62 - N42 48.504 E10 23.592 - 330 m. - 12,3 - 11,39
* da questo momento l’orario è “ingrassato” di 15’ per recupero borracce.
Riprendiamo per l’ampia salita sulla destra del monte Capannello (sentiero 62), fino a raggiungere una vetta vicina(21), il panorama e veramente superbo, il castello del Volterraio sembra proprio inespugnabile, e sotto di lui la valle del Frasso e quella delle Foreste, mostrano fiere la loro bellezza.
Da qui è un sali scendi fino allo Strega(22), superato il quale, l’impegnativa discesa ci conduce all’Aia di Cacio, sono le 12 e 37.
Abbandoniamo il crinale continuando a scendere fino alle 13, dove in un gradevole tratto in ombra decidiamo di fermarci per pranzare e recuperare le forze per quella che dovrebbe essere l’ultima salita impegnativa.
Mezz’ora di relax e via verso l’ultima sfida, almeno così dice Max (che sono io); calpestiamo per pochi metri la strada della Parata(23), per cominciare a risalire le pietre del monte Grosso(24) sul sentiero 61.
Il sole ed il brutto terreno sassoso sembrano volerci sfidare, accetto, ed inarrestabile arrivo sulla vetta del monte in 30 minuti, è il mio momento di gloria!
Sono così entusiasta che non tolgo nemmeno lo zaino dalle spalle ed aspetto Gaia e Mauro che dopo poco si affacciano fra la bassa vegetazione.
Una bevuta e cominciamo la discesa calcolando già il probabile orario di arrivo a Cavo, superiamo l’insegna dell’agriturismo dell’Amandolo(25) lasciando il 61 per il 60; il paese e proprio sotto di noi, tuttavia il GTE, come ultimo scherzo, ci allunga il tragitto di qualche chilometro.
I piedi cominciano a bruciare, e ad ogni passo i sassi pungono sempre di più, ma ormai niente può più fermarci, nemmeno i continui tornanti che ci tengono sempre vicini al mausoleo Tonietti, “...ma quando finiscono...” mi domanda Mauro più volte, “...presto, presto, ...vedrai, alla prossima curva...” rispondo sicuro, ma sò una sega.
Il rumore delle onde che si infrangono sulla costa diventa sempre più forte, ci affacciamo sulla spiaggia di Capo Castello alle 16,31; è finita!!!
Un raduno di vespe e lambrette sul lungomare, crea una piacevole atmosfera di festa, e per noi lo è veramente; aspettiamo seduti l’arrivo del signor Nino (il padre di Gaia) che gentilmente si è offerto di venirci a prendere in auto; meglio di così non poteva finire.
N° - Luogo - Coordinate GPS - Altitudine - Distanza km. - Orario
21 - Vetta al Capannello - N42 48.785 E10 23.446 - 408 m. - 13,0 - 11,56
22 - Monte Strega - N42 49.384 E10 23.891 - 425 m. - 14,4 - 12,25
23 - Asfalto Parata - N42 50.630 E10 24.019 - 138 m. - 17,7 - 13,52
24 - Monte Grosso - N42 51.153 E10 23.981 - 340 m. - 18,9 - 14,24
25 - Amandolo - N42 51.486 E10 24.637 - 91 m. - 21,2 - 15,09
26 - Spiaggia di Frugoso - N42 51.981 E10 25.168 - 12 m. - 26,8 - 16,31
Ormai stanco per le ore passate davanti al computer per dare (spero) degna memoria a questa nostra avventura, non posso non pensare all’amico Alberto, impegni di lavoro non gli hanno consentito di essere uno di noi, e so che ci teneva tanto.
La bellezza dei luoghi attraversati, i profumi, le immagini, la sofferenza e la gioia di questi indimenticabili due giorni rimarranno sempre con noi, ...sarebbe stato bello dividerli anche con gli altri amici.
Portoferraio 01.05.2006
Gaia, Mauro e Max
(...“chi un ci conosce, sa’ na sega chi siamo!”...)