giovedì 31 gennaio 2008

Diario GR20 - 2007

Grazie all’esperienza acquisita lo scorso anno e l’ulteriore studio in fase di programmazione, intendo ricongiungermi al tratto abbandonato nel 2006 dopo la bergeries di Tolla e proseguire possibilmente fino al rifugio dei Prati.
L’idea di viaggiare da solo non è assolutamente un problema, unico inconveniente presumo sarà il rientro a Vizzavona, dove lascerò l’auto.

1° giorno – domenica 20 maggio
Parto con la prima nave da Portoferraio alle 5,10 ed una volta sbarcato a Piombino arrivo tranquillamente a Livorno da dove alle 9,00 parte il traghetto per Bastia, la durata della navigazione è di 4 ore.
Sbarcato a Bastia mi dirigo a Vizzavona (via Corte) e dopo circa 100 km, posteggio l’auto davanti alla piccola stazione ferroviaria per chiedere la disponibilità di un letto al “Rifuge de la Gare”.


E’ un gite d’etape del GR20 dove per 34 € si può scegliere la ½ pensione.
Le camere con letti a castello sono da 4 o 6 posti ed il bagno e la doccia sono in comune, la gestione familiare è all’insegna della cortesia e disponibilità, si possono prenotare i letti che vengono forniti solo di cuscino e coperta telefonando a M. Pinelli tel. 04 95472220.
Opto per la ½ pensione ed una volta in camera preparo la zaino per domattina, sarà una giornata impegnativa, un anello di circa 17 km con un considerevole dislivello (+ 1500 m. / - 1300 m. circa).

2° giorno – lunedì 21 maggio
da Canaglia via Tolla, Rifugio Onda fino a Vizzavona
8h e 30” di cammino – 17 km circa
Sveglia alle 5,00 circa, ricca colazione e poco prima delle 6,00 sono già in guida per Canaglia, dove parcheggio l’auto ed inizio il cammino, sono le 6,20.
Il sentiero sale dolcemente nel verde costeggiando il torrente Manganello, cammino spedito grazie anche al peso leggero dello zaino (5 kg.) in cui ho inserito lo stretto necessario, e solo 1 litro di acqua in 2 borracce, scelta che si rivelerà sbagliata.
Dopo circa 1 ora raggiungo il GR20 in prossimità del bivio per le bergeries de Tolla, breve sosta per foto e riparto.


Continuo a salire senza sforzo fino al rifugio dell’Onda, 1430 m. di altitudine, sono le le 8,20.
Il rifugio è bello e ben tenuto, un pannello solare offre luce ed acqua calda, esternamente un bagno ed una doccia completano i servizi.
Mi trattengo 50 minuti per usufruire del bagno e mangiare un boccone, quindi approfitto dell’arrivo di un gruppo di francesi per ricomporre lo zaino e partire.
Lasciato il rifugio la salita diventa più impegnativa, supero i 2100 m del passo del Muratello verso le 11,00 piuttosto stanco ed accaldato, complice anche la bellissima giornata di sole, e con la riserva idrica agli sgoccioli.
Devo così approfittare di un piccolo corso d’acqua che incontro scendendo, per riempire le mie due borracce, saggia decisione!
Al riguardo suggerisco di portarsi del disinfettante per l’acqua, in casi del genere ti tranquillizza su quello che bevi.
Il piccolo ruscello diventa sempre più consistente e rumoroso, supero così le cascades des Anglais, tentato di fare un bel bagno rinfrescante, ma l’idea poi di dovermi rimettere scarponi ed abiti sudati non mi piace affatto, così stringo i denti e proseguo il cammino fino a Vizzavona, dove arrivo alle 14,50.
Dopo una bella doccia ed una fresca birra Pietra il gestore del rifugio gentilmente mi accompagna a riprendere l’auto a Canaglia , quindi cena e a letto, stavolta divido la camera con altri due ospiti francesi, e domattina si parte alla volta del rifugio delle Capannelle.

3° giorno – martedì 22 maggio
da Vizzavona a Capannelle
4h e 45” di cammino – 15 km

Parto alle 6,00 esatte da Vizzavona con lo zaino al completo, il che significa 14 kg. circa sulle spalle e con i primi 6 chilometri di lenta salita nella bellissima foresta di larici, ci metto più di un’ora ad abituarmi al maggior peso.
Poco prima di arrivare ai 1640 m. di Bocca Palmente, supero la sorgente e ne approfitto per un sorso di freschezza, di li a poco scollo la vetta, sono le 8,00 e lo scenario che si presenta alla mia vista è stupendo, infatti oltre monti e vallate si scorge il mare della costa orientale.
Durante la discesa attraverso la pittoresca bergeries d’ Alzeta e ne approfitto per una foto, quindi il sentiero continua più o meno sullo stesso livello fino alla fine.
Attraverso l’asfalto della D 169 e poco dopo sono al rifugio delle Capannelle, anzi ai rifugi, sono le 10,45.
Il posto non è certamente dei più belli, una volta era una stazione sciistica, e sono ancora visibili i piloni di sostegno.
Riguardo ai rifugi uno è ben tenuto con tanto di terrazza e ristorante, è privato e la mezza pensione è obbligatoria, l’altro quello del parco sembra in abbandono, mal messo, privo del bagno e con una doccia a dir poco fatiscente evidentemente l’intenzione è quella di invitare le persone a soggiornare nell’altro.
Ovviamente decido per quello del parco, e dopo una doccia rinfrescante, ne approfitto per fare il bucato, dare una pulita dentro il rifugio e quindi prepararmi un meritato riso al tonno.

Mi sono appena seduto al sole che arrivano i miei primi compagni di tetto, sono le 12,30 circa e nel pomeriggio il rifugio sarà completo.
Unico italiano faccio presto amicizia con la coppia di francesi conosciuti a Vizzavona, il più riservato Pierre ed il garbato Christophe, che presto coinvolgerà anche due simpatiche ragazze tedesche a bere una birra, ebbene si, benché uomini duri abbiamo temporaneamente ceduto alle tentazioni del “lussuoso” rifugio sottostante.
Sono le 19 ed è ora di cena, torno su a preparare la minestra, quella in busta da 5’, e dato l’affollamento e i soli due fuochi a disposizione dovrò attendere il mio turno.

4° giorno – mercoledì 23 maggio
da Capannelle a Col de Verde
4h di cammino – 14 km

In effetti sarebbero 13,2 km in 3h e 40’ se non avessi sbagliato sentiero…

Non sono ancora le 6,00 che sono già pronto per partire, Pierre e Christophe mi suggeriscono così di avviarmi dato che sono a conoscenza del mio programma di tornare a Vizzavona in autostop… magari vogliono fare gruppetto con le due tedesche, penso io…
Così senza fare troppe domande, li saluto e mi avvio.
La luce è veramente bella, il sole è sempre basso ed il panorama eccezionale.
Cedere troppo spesso alla tentazione di fotografare i bellissimi paesaggi che offre il GR20 significa allungare anche di ore il cammino, così mi limito all’essenziale.
Poco dopo transito vicino alle bergeries E Traghjette, quindi dopo più di un ora di marcia, in prossimità di un tornante, sbaglio proseguendo a dritto ingannato da una pila di pietre davanti a me, che mi faranno così perdere tempo e pazienza…
Torno sulla retta via dopo 20’ incontrando gli amici francesi, da questo momento in poi viaggeremo insieme.
La maggior parte di questa tappa è in discesa, con numerosi punti di approvvigionamento d’acqua, ne approfitto talvolta per bagnarmi la testa, e come la tappa di ieri, per chi ama il bosco è l’ideale.

Arriviamo a Col de Verde alle 10,00 esatte, e dopo una birra ed i saluti di rito (loro proseguono per il rifugio dei Prati), mi metto a fare l’autostop, sono le 10,20.
Alle 15,00 mentre comincio a pensare di trafiggermi il ventre per muovere a compassione qualcuno, la vista del sangue ha sempre il suo effetto, una coppia di turisti francesi si offre di portarmi fino a Vivario… non ci posso credere!!!
Peccato che lui sbaglia strada e così invece di 30 minuti (sono 37 km per Vivario) mi infliggono “solo” 1 ora e 50 minuti di finestrino chiuso, perché forse lei aveva paura di prendere fresco, fuori c’erano solo 28 gradi, e ben presto in auto abbiamo superato i 30!
Arrivo così alla stazione ferroviaria di Vivario alle 16,50, narcotizzato dal caldo e dalla stanchezza, e mentre cadono anche alcune gocce di pioggia da un piccolo nuvolone di passaggio, un gatto non so se per giocare o per il mio aspetto cadaverico mi pianta anche un morsetto nella gamba…
Il treno per Vizzavona è alle 17,37, cosa può accadere ancora?
Lo stupore della signora Pinelli nel rivedermi è ancora indelebile nella mia mente, per me è la fine di un’odissea!
Doccia, cena e alle 21 sono già a letto, in camera da solo per giunta.

5° giorno – giovedì 24 maggio
Faccio con molta calma colazione, e con abiti “civili” saluto il gestore, sono le 7,30.
Durante il trasferimento a Bastia, faccio varie soste, a Corte, a Ponte Leccia ed a Furiani (periferia di Bastia) per acquisti vari.
Il forte caldo mi fa rinunciare ad un tuffo nel bellissimo mare di capo Corso, lasciare l’auto chiusa al sole temo comprometterebbe la qualità dei salami e dei formaggi che ho appena acquistato.
Attendo così fino alle 15,00 la partenza del traghetto.

Senza dubbio una bellissima esperienza anche se di soli quattro giorni, viaggiare in solitario ha ovviamente vantaggi e non, personalmente gli unici rammarichi sono stati il tempo perso per il rientro, avrei sostato volentieri al rifugio dei Prati, ma vista la difficoltà per trovare un passaggio ho fatto bene a rinunciarvi, e il dispiacere per quello che si sono persi i miei amici a non venire, trattenuti da cause di forza maggiore.
Per il prossimo anno?
Magari proseguire il cammino fino a col de Bavella, anche se non mi dispiacerebbe provare il Mare a Mare sud.

Max