domenica 17 aprile 2022

Trekking del 17 aprile: Falconaia - Santa Caterina e castello del Giove

 

Sveglia di buon mattino e dopo aver parcheggiato l'auto lungo la panoramica strada della Falconaia, alle 7,46 inizio la marcia lungo il sentiero 253.
Come preannunciato, il forte vento di grecale ha causato un brusco abbassamento della temperatura tanto che il mio abbigliamento è quasi invernale.

Immediatamente alle mie spalle Poggio Fortino, sede di quella che fu la batteria E.133; con compito antiaereo e di difesa della rada di Portoferraio, durante il giugno del 1944, oppose una resistenza eccezionale contro le truppe alleate continuando a sparare incessantemente con un solo cannone rimasto.

Meno di quaranta minuti di salita ed incrocio la GTE, quindi poche decine di metri e mi tengo a ore 11 abbandonando il 253 che prosegue verso Le Panche.
Il sentiero, non segnalato, si mantiene parallelo alla GTE, sotto di me Rio nell'Elba e tutto intorno un verde manto erboso.

Alle 8,44 raggiungo l'asfalto sotto l'Aia di Cacio, ne percorro oltre 400 metri per poi imboccare lo sterrato che porta all'eremo di Santa Caterina e all'Orto dei Semplici (che data l'ora, non è ancora aperto).

Col sentiero 203 attraverso quindi l'asfalto della Parata fino ad arrivare all'importante cantiere minerario di valle Giove, il più grande e recente di Rio Marina, in attività dagli anni 50' fino agli 80', si presenta all'osservatore nella sua suggestiva forma ad anfiteatro, particolare il suolo che sotto i raggi del sole brilla per la grande quantità di ematite.

Continuando verso est, le rovine di quella che era l'officina del Portello, le cui generose travi in legno stanno lottando per arginare il crollo del soffitto.

Un'occhiata all'orologio e mi rendo rapidamente conto che raggiungere il laghetto delle Conche (meta ultima del mio itinerario) mi costerebbe troppo tempo e non voglio certamente rischiare di arrivare in ritardo a pranzo.

Abbandono così l'ampio sterrato per imboccare un noto single track che dopo un breve tratto iniziale, piega deciso verso sud ovest e mi consente di arrivare sul 259 e salire fino al castello del Giove.
Breve visita di pochi minuti e scendo fino all'asfalto della Parata, stavolta ne percorro circa 500 metri prima di ritornare al 203 in direzione dell'eremo.
Per quanto possibile, evito sempre di percorrere in senso contrario i sentieri, preferendo sempre percorsi ad anello, in quest'ottica, decido di sfruttare una sorta di ripida bretella che collega il 203 al 202 più a monte per raggiungere poi l'Aia di Cacio.

Seguendo quindi la GTE, affronto la sconnessa e ripida salita del monte Strega, la cui fatica è sempre ampiamente ripagata dal successivo panorama che offre il tratto di cresta.

Alle 11,40 sono nuovamente sul 253 che per forza di cose ripercorro a ritroso in meno di mezz'ora ed alle 12,08 concludo la mia passeggiata di 16 chilometri esatti.

Buona Pasqua, Max.