venerdì 1 maggio 2015

Trekking del 1 maggio 2015

Ritrovo alle 8,00 con Mario per un'escursione da San Martino, dove abbiamo parcheggiato l'auto, fino a Fonza e ritorno.

In primis passiamo sul sentiero che recentemente ho scoperto (grazie a Stefano) e ripulito e che Mario non conosceva, quindi raggiunto il 65, ne percorreremo pochi metri per passare su un altro sentiero che scende fino alle vecchie scuderie dei cavalli.
Noi ovviamente non scendiamo così a valle, ma giusto i metri necessari per intersecare una sorta di ripida cessa con cui arriviamo a Buca di Bomba.

Da qui passiamo sul 48, quindi attraverso le Mezzane, Cocchero e Tambone fino al caprile che domina il promontorio di Fonza.

A questo punto, l'intenzione sarebbe di abbandonare il 48 e proseguire verso la punta di Fonza se non che, alcuni ometti in pietra ci incuriosiscono.
Collocati lungo il tragitto del 48, fanno pensare che il sentiero sia percorribile.

In effetti, non ostante la costante chiusura ed un fondo spesso disastrato, riusciamo a superare punta di Mele ed a raggiungere la vicina spiaggia di ciottoli.
Indispensabili saranno le macchie di vernice rossa, brutte da vedere, ma utili per non perdere la retta via.

Dalla spiaggia, attraverso una rustica scalinata, passiamo a fianco di un'abitazione; continuando a salire arriviamo fino al ripido sterrato che dal monte Tambone conduce fino al vicino agriturismo, da dove proseguiva il 48.

Noi continuiamo sullo sterrato, ma poco dopo notiamo sulla sinistra un paletto in legno con un segnale bianco rosso; che sia una deviazione per poter camminare indisturbati fino alla spiaggia di Fonza?
Certo che si!
Il nuovo tratto, fra parentesi veramente ben fatto, presumo sia stato realizzato dai proprietari dell'agriturismo, stufi di veder transitare sconosciuti nella loro proprietà; così invece di impedirne il passaggio (come sovente fanno stupidamente altri soggetti, vedi Galenzana o P. Penisola) hanno modificato il percorso originale del 48.
Così ben presto ci ritroviamo sulla spiaggia di Fonza, soddisfatti della piacevole scoperta.

Dalla spiaggia riprendiamo a salire lungo la Segagnana (s. 47); mai vista in condizioni del genere, la forza dell'acqua l'ha veramente messa a soqquadro, impensabile da fare in fuoristrada, la sconsiglio decisamente anche ai bikers.

Proprio in questo scompiglio di pietre, Mario rimarrà attratto da un masso particolare (a suo dire...) e senza scomporsi troppo se lo porterà fino all'auto!
Deve essere un suo nuovo metodo di allenamento, penso fra me e me, stimando in 8 chilogrammi il peso del suo souvenir.

Raggiunta la vetta del Tambone, lo aiuto a riporlo a fatica nel suo piccolo zaino, collocherò nel mio la sua felpa e la sua bottiglia d'acqua.
Meno impacciato dalla pietra, affronteremo il restante cammino con un'andatura ancora più spedita, divertendoci perfino ad infastidire per diversi secondi una biscia comodamente sdraiata al sole.

Raggiungiamo l'auto alle 14,30 ed approfittando del vicino bar aperto, ci facciamo una birra fresca, i chilometri percorsi sono stati 19,5 ed il sasso, una volta pesato, si rivela di 9 chilogrammi!

Max