Domenica 12 ottobre 2008, l’alta pressione regna sovrana da più di una settimana e le bellissime giornate che ci sta offrendo sono quanto di meglio si possa sperare per godersi sia il mare che la montagna.
Optiamo per una bella passeggiata fra i castagni del marcianese, e con calma, una volta preparati gli zaini, ci dirigiamo a Marciana dove posteggio l’auto nel parcheggio sottostante il paese.
Attraversiamo l’accogliente piazza, sono le 11,26 resetto il gps mentre mia figlia Alessia parte spedita alla testa della famiglia e mia moglie Grazia, osservando i locali aperti, rimpiange di avere dimenticato il portamonete a casa, “Un cafferino ci stava bene…” sussurra malinconica.
Facciamo poche decine di metri lungo il piacevole ed ombreggiato sentiero n° 1 che Alessia, un po’ per l’ora un po’ per la tipica impazienza dei bambini già mi domanda quando ci fermiamo a pranzare.
“Fra un po’”, le rispondo, certo che una risposta più esauriente sarebbe servita a poco.
Ho intenzione di portarle al romitorio di S. Cerbone, dove comodamente sedute sui rustici tavoli di castagno, potranno riposarsi e mangiare.
Impieghiamo circa 45 minuti per percorrere i 2 chilometri fino all’eremo, dove Alessia arriva con le tasche gonfie per le castagne raccolte, mentre Grazia sembra accusare un’anomala stanchezza.
Il luogo è stato scelto anche da altri escursionisti evidentemente anche loro interessati alle castagne, e così mia figlia incontra anche un suo compagno di scuola.
La sosta si protrae per una mezz’ora abbondante, quindi tolte le felpe ci rimettiamo in cammino per quello che sarà il tratto più impegnativo del nostro giro.
Il sentiero n° 1 infatti dopo poco diventa più ripido e gli ultimi 200 metri circa, prima di incrociare il n° 6, sono praticamente una scalinata di blocchi di granito, per fortuna al riparo dai raggi del sole.
“Forza, ci siamo quasi”, continuo a ripetere ad Alessia che accusa lo sforzo.
Concedendole solo alcune brevi soste per bere un po’ d’acqua, alle 13,05 svoltiamo finalmente sul sentiero n° 6, la cui più modesta pendenza permette alle mie care di recuperare il fiato.
Approfittiamo del bel panorama per fare qualche fotografia mentre i piccoli cesti metallici della cabinovia ci sfilano vicino.
Abbiamo ormai imboccato il n° 28 e comincio a pensare di aver preteso un po’ troppo da una bambina di 7 anni.
Mentre ne percorriamo lentamente un umido tratto, si lamenta insistentemente dicendo di essere stanca, ed è solo grazie agli inaspettati rumori emessi da quelli che dopo pochi metri si rivelano essere una bella coppia di mufloni che riesco a distoglierla dalla fatica ed a farla proseguire un altro po’.
Sono circa le 14,15 e siamo in prossimità del n° 10, le prospetto così la possibilità di abbandonare il 28 per scendere anzi tempo a Marciana, anche se questo comporterà il mancato passaggio dalla Madonna del Monte.
Alessia non esita nel rispondermi che vuole riempire la sua borraccia con la fresca acqua del santuario, si continua così a salire lungo il 28 che ci porterà proprio sotto la vetta del monte Giove.
Rassicurato e compiaciuto dalla sua risposta le rassicuro entrambe sul fatto che di li a poco la salita finirà e riesco a strappare perfino qualche risata a mia figlia nel inorridire per le continue ragnatele che prendo in faccia.
Dalle pendici del Giove il panorama è incantevole, e Grazia non può non ammette che ne sia valsa la pena.
Iniziamo così a scendere, Alessia mi supera ponendosi al comando, la sua stanchezza magicamente, sembra essere svanita ed assorta nel suo nuovo ruolo di guida si impegna alla ricerca dei piccoli cumuli di pietra che marcano il sentiero.
Sono quasi le 15,30 quando soddisfatti arriviamo al santuario.
Le concedo una meritata pausa, riempiamo tutte le borracce della freschissima acqua della fonte, mangiamo qualcosa ed aiuto Alessia a cercare qualche riccio da portare a scuola.
Nel frattempo Grazia ha scoperto il motivo della sua anomala stanchezza, … complicazioni femminili.
Benché piacevole, la temperatura nei tratti ombreggiati comincia a ricordarci che siamo in ottobre, rassettiamo quindi gli zaini e prima delle 16 cominciamo a scendere lungo la via crucis, sempre con Alessia in testa che divertita ora si nasconde dentro le piccole cappelle restaurate, ora raccoglie ancora castagne.
Attraversando le pittoresche vie di Marciana raggiungiamo la macchina che non sono ancora le 16,30; abbiamo percorso più di 8 chilometri e trascorso proprio una bella giornata!
Soddisfatto e fiero per come si è comportata Alessia, guido compiaciuto la vettura verso casa, e poco importa adesso se è crollata nel sonno.
Max
Optiamo per una bella passeggiata fra i castagni del marcianese, e con calma, una volta preparati gli zaini, ci dirigiamo a Marciana dove posteggio l’auto nel parcheggio sottostante il paese.
Attraversiamo l’accogliente piazza, sono le 11,26 resetto il gps mentre mia figlia Alessia parte spedita alla testa della famiglia e mia moglie Grazia, osservando i locali aperti, rimpiange di avere dimenticato il portamonete a casa, “Un cafferino ci stava bene…” sussurra malinconica.
Facciamo poche decine di metri lungo il piacevole ed ombreggiato sentiero n° 1 che Alessia, un po’ per l’ora un po’ per la tipica impazienza dei bambini già mi domanda quando ci fermiamo a pranzare.
“Fra un po’”, le rispondo, certo che una risposta più esauriente sarebbe servita a poco.
Ho intenzione di portarle al romitorio di S. Cerbone, dove comodamente sedute sui rustici tavoli di castagno, potranno riposarsi e mangiare.
Impieghiamo circa 45 minuti per percorrere i 2 chilometri fino all’eremo, dove Alessia arriva con le tasche gonfie per le castagne raccolte, mentre Grazia sembra accusare un’anomala stanchezza.
Il luogo è stato scelto anche da altri escursionisti evidentemente anche loro interessati alle castagne, e così mia figlia incontra anche un suo compagno di scuola.
La sosta si protrae per una mezz’ora abbondante, quindi tolte le felpe ci rimettiamo in cammino per quello che sarà il tratto più impegnativo del nostro giro.
Il sentiero n° 1 infatti dopo poco diventa più ripido e gli ultimi 200 metri circa, prima di incrociare il n° 6, sono praticamente una scalinata di blocchi di granito, per fortuna al riparo dai raggi del sole.
“Forza, ci siamo quasi”, continuo a ripetere ad Alessia che accusa lo sforzo.
Concedendole solo alcune brevi soste per bere un po’ d’acqua, alle 13,05 svoltiamo finalmente sul sentiero n° 6, la cui più modesta pendenza permette alle mie care di recuperare il fiato.
Approfittiamo del bel panorama per fare qualche fotografia mentre i piccoli cesti metallici della cabinovia ci sfilano vicino.
Abbiamo ormai imboccato il n° 28 e comincio a pensare di aver preteso un po’ troppo da una bambina di 7 anni.
Mentre ne percorriamo lentamente un umido tratto, si lamenta insistentemente dicendo di essere stanca, ed è solo grazie agli inaspettati rumori emessi da quelli che dopo pochi metri si rivelano essere una bella coppia di mufloni che riesco a distoglierla dalla fatica ed a farla proseguire un altro po’.
Sono circa le 14,15 e siamo in prossimità del n° 10, le prospetto così la possibilità di abbandonare il 28 per scendere anzi tempo a Marciana, anche se questo comporterà il mancato passaggio dalla Madonna del Monte.
Alessia non esita nel rispondermi che vuole riempire la sua borraccia con la fresca acqua del santuario, si continua così a salire lungo il 28 che ci porterà proprio sotto la vetta del monte Giove.
Rassicurato e compiaciuto dalla sua risposta le rassicuro entrambe sul fatto che di li a poco la salita finirà e riesco a strappare perfino qualche risata a mia figlia nel inorridire per le continue ragnatele che prendo in faccia.
Dalle pendici del Giove il panorama è incantevole, e Grazia non può non ammette che ne sia valsa la pena.
Iniziamo così a scendere, Alessia mi supera ponendosi al comando, la sua stanchezza magicamente, sembra essere svanita ed assorta nel suo nuovo ruolo di guida si impegna alla ricerca dei piccoli cumuli di pietra che marcano il sentiero.
Sono quasi le 15,30 quando soddisfatti arriviamo al santuario.
Le concedo una meritata pausa, riempiamo tutte le borracce della freschissima acqua della fonte, mangiamo qualcosa ed aiuto Alessia a cercare qualche riccio da portare a scuola.
Nel frattempo Grazia ha scoperto il motivo della sua anomala stanchezza, … complicazioni femminili.
Benché piacevole, la temperatura nei tratti ombreggiati comincia a ricordarci che siamo in ottobre, rassettiamo quindi gli zaini e prima delle 16 cominciamo a scendere lungo la via crucis, sempre con Alessia in testa che divertita ora si nasconde dentro le piccole cappelle restaurate, ora raccoglie ancora castagne.
Attraversando le pittoresche vie di Marciana raggiungiamo la macchina che non sono ancora le 16,30; abbiamo percorso più di 8 chilometri e trascorso proprio una bella giornata!
Soddisfatto e fiero per come si è comportata Alessia, guido compiaciuto la vettura verso casa, e poco importa adesso se è crollata nel sonno.
Max