domenica 18 maggio 2025

Trekking del 17 maggio 2025: anello dal rifugio San Francesco (o ciò che ne resta)


Avevo programmato di andare a nuotare, ma la mancanza di sole mi suggerisce di optare per una passeggiata, così farò!

Parcheggio a fianco del rifugio di San Francesco, o meglio, di quello che ne rimane, poiché il tetto, grazie ad un fantastico rimpallo di competenze (tipico di quando a nessun ente frega nulla...) ce lo siamo giocato già da un po' di tempo.

Immediatamente adiacente alla struttura, parte o meglio partiva il sentiero 24, come da pregevole segnavia in legno che a distanza di oltre trent'anni svolge ancora perfettamente la sua funzione.
Uso l'imperfetto in quanto anche il sentiero, come il rifugio, è stato abbandonato da anni, ma scavalcando i numerosi pini caduti, riesco comunque in circa 15 minuti a collegarmi al 107.

Proseguo quindi in direzione sud verso Masso alla Quata fino ad arrivare al bivio con il sentiero 123 su cui mi immetto.
Il cisto circostante è letteralmente ricoperto dalla schiuma bianca della Sputacchina, e sarà difficile procedere senza bagnarsi gli indumenti.

Proseguendo nella salita, il panorama diventa sempre più bello e l'assenza di sole per lo meno mi consente di scattare agevolmente a trecentosessanta gradi.

Ogni intersezione nel granito è occupata dalla rigogliosa vegetazione, non poteva essere altrimenti data l'abbondanza di pioggia degli ultimi mesi.

Avvicinandomi alla vetta delle Calanche, rimango sempre affascinato dalle formazioni granitiche che sembrano sempre in procinto di crollare.

Una volta raggiunta la cima, breve sosta per ammirare il panorama quando vengo immediatamente avvolto dai ricordi che custodisce questo luogo, così caro anche al nostro Massimo.
E' sempre stata la mia vetta preferita, adesso lo è ancora di più.

Riprendo serenamente il cammino verso La Stretta è tutto così perfettamente bello.

Raggiungo Malpasso in quasi due ore di cammino e senza fermarmi tengo la sinistra sulla GTE (sud est) continuando con cautela a scendere.

Nello scorgere una bottiglia di vino abbandonata sul granito del caprile, mi vengono immediatamente alla mente le parole dell'amico Pasquale che in questi casi sbotta più o meno  così:
"Ma se te la sei portata piena, cosa ti costa riportarla via vuota???"

Successivamente sarà un gruppo di escursionisti a portarmi via un paio di minuti, stanno salendo mentre io sono ad una quindicina di minuti dal bivio della Grottaccia dove abbandono la GTE per il sentiero 130.

Il sentiero in questione mi permette un'andatura più spedita, fortunatamente ho con me la sacca stagna in cui riparare la reflex dalla leggerissima pioggia che cade in maniera intermittente e che comunque non riesce a bagnarmi il vestiario.

Sono le 12,41 quando raggiungo i caprili delle Macinelle, altro luogo veramente piacevole ed assolutamente da visitare.

Avvicinandomi alle Piane al Canale, incuriosito dal recente taglio della vegetazione, ne approfitto per curiosare lungo un paio di deviazioni che invase dall'acqua, mi consentono di scoprire quelli che presumo siano dei pozzi di ASA.

Una volta alle Piane, seguo il 107 solo per un breve tratto perché vengo attratto da un single track da cui vedo passare dei bikers, decido di percorrerlo, scoprirò arrivando nuovamente al 107 che si tratta del "Greepass".

Una decina di minuti e raggiungo l'asfalto della provinciale, a pochi metri la fonte del Castagnone, proseguo in leggera salita per altri dieci minuti prima di tornare all'auto.

Bellissimo trekking relativamente breve ma assolutamente consigliato.

Max