lunedì 11 febbraio 2019

GTE trail del 10 febbraio 2019


Doveva essere un semplice allenamento per fare un po' di chilometri in compagnia dell'amica Susy, ma come sempre, la voglia di ridurre i tempi di percorrenza prenderà il sopravvento...

Parto da Portoferraio con il solito bus delle 5.10, Susy sale alla fermata di Campo nell'Elba ed insieme alle 06.17 indossate le frontali, iniziamo la traversata.

La tabella di marcia sempre a portata di mano, confermerà costantemente il nostro buon livello di preparazione, siamo sempre leggermente in anticipo rispetto alla mia precedente edizione, la cosa è decisamente motivante.

L'obiettivo di Susanna è portare a termine la GTE sotto le 10 ore, io consapevole delle sue capacità, non solo sono convinto che ci riuscirà facilmente, ma valuto al 40% le probabilità di infrangere il muro delle 9 ore.

In avvicinamento a Malpasso, alle nostre spalle un paesaggio fantastico, quasi fiabesco, un enorme banco di candide nubi avvolge il versante sud ovest dell'isola.
Solo le vette del monte Cenno e Le Mure fuoriescono da questo soffice mantello, bellissimo, tanto che Susy mi chiede se voglio fermarmi per fotografare; con rimpianto, ma senza esitare le rispondo di no.

Fin dall'inizio abbiamo concordato che ognuno avrebbe tenuto la propria andatura, quando capita di perderci di vista, chi è in vantaggio arresta il cronometro in attesa di essere raggiunto e di ripartire insieme.
Cosa che comunque è capitata poche volte, benché ognuno abbia i suoi "terreni preferiti" siamo indubbiamente sullo stesso livello atletico.

Con questa mentalità e voglia di affrontare la GTE, tutto fila alla perfezione... almeno fino alla cessa dei Catenacci, brutta in salita ma tremenda in discesa!

Praticamente da fermo, perdo aderenza con il terreno (eufemismo) ed in un istante cado malamente di schiena, lo zaino si rivela un buon ammortizzatore, purtroppo per il mio polso sinistro le cose non vanno altrettanto bene.
Un dolore lancinante per poco non mi fa perdere i sensi, pallido cerco invano di riacquistare le forze.

"Bevi un po' di acqua".
Mi suggerisce Susy, spaventata nel vedermi a terra in quelle condizioni.
"Riposati, non ti preoccupare, chiamiamo Grazia e ci facciamo venire a prendere".
Continua già rassegnata a doverci fermare.

Il dolore sembra non abbia fine, ma voglio assolutamente reagire così dopo alcuni minuti, provo ad alzarmi, cercando in tutti i modi di allontanarmi da quel ripido ed instabile pendio e raggiungere il battuto sentiero a pochi metri.

Mollare? non se ne parla, sono solamente contrariato per l'incresciosa perdita di tempo.

Così riprendiamo a corricchiare, il nostro secondo punto di ristoro è a pochissimi minuti e non ostante tutto, vi arriviamo sempre in anticipo sulla tabella di marcia.
Ce la possiamo fare, ce la posso fare!

La vista della moglie (un'inaspettata sorpresa) e Mario infondono ancora più coraggio; pochi minuti di sosta per mangiare e reintegrare le scorte idriche e ripartiamo.

Uso la buff per fasciare il polso e riesco ad infilare l'avambraccio all'interno dello spallaccio dello zaino, fungerà da sostegno; se non lo muovo il dolore è minimo.

La salita per Cima di Monte si rivela meno impegnativa di quanto immaginassi, procediamo spediti, niente ci può fermare.

Monte Capannello, lo Strega, l'asfalto della Parata.
"L'ultima salita" 
Sottolinea Susy, anticipando il mio pensiero.
Espugneremo anche monte Grosso, come sempre, testa bassa e mai mollare.

Nella successiva discesa, riprendo parzialmente anche l'uso del braccio, indispensabile per una corsa più fluida.

All'ultimo check point, siamo ancora in vantaggio, ma temo di non riuscire ad abbattere il muro delle 9 ore; in ogni caso non ci diamo per vinti e manteniamo la miglior andatura che le nostre gambe riescono a consentirci.

Affrontiamo l'ultima curva a sinistra, dove inizia l'asfalto, è finita!
Arresto il mio Garmin, segna 9:05:03, ottima prova!
Sarebbe bastato pochissimo per demolire quel muro, ma dentro di noi, siamo riusciti a farlo.

Dopo una birra per festeggiare in compagnia di Mario e Grazia, che mi accudirà meglio di una crocerossina, rientriamo a Portoferraio.
Susy proseguirà per Campo, io per il pronto soccorso.

P.S. Con questa 14° edizione, abbraccio l'unica valida e sensata modifica apportata alle GTE  ovvero il passaggio lungo la strada del Buraccio anziché attraverso i campi di Galletti, con il conseguente aumento a 51 del chilometraggio.

Max