lunedì 25 agosto 2014

Trekking del 24 agosto 2014

Come si suol dire, non c'è due senza tre, così anche per stamani breve escursione con tratto fuoripista in compagnia di Luigi e Mario.
Il programma è di descrivere un anello intorno a Chiessi salendo fino al monte San Bartolomeo quindi abbandonare il sentiero 3 per collegarsi a quello proveniente dal fosso del Bacile che se pulito, ci consentirà di rientrare agevolmente al paese.

La lenta marcia inizia alle 8,15 di fronte alla chiesa San Loreto lungo un sentiero 3 che a testimonianza delle abbondanti piogge estive, appare subito in chiusura dalla leggera vegetazione.

Meno di dieci minuti ed arriviamo al bivio con il 41, ovviamente continuiamo sul 3 dato che vogliamo raggiungere il massiccio granitico del San Bartolomeo, la principale palestra dell'isola per gli appassionati di arrampicata.

Altri 900 metri circa ed uno sbiadito segnavia il legno indica sulla destra la direzione per raggiungere la partenza di alcune delle sue vie, così decidiamo di seguirlo, benché ci rendiamo subito conto che il sentiero sia decisamente in abbandono e parziale chiusura.

Raggiunta la base della montagna, ne costeggiamo il lato nord fino ad arrivare al sentiero "ufficiale" che dal 3 consente di visitare i resti della chiesa di San Bartolomeo ed accedere alla vetta attraverso una suggestiva via ferrata.

Senza la minima esitazione il più atletico Mario, indossati i guanti, si lancia sulla ferrata ed in brevissimo tempo ne espugna la vetta.
"E' bellissimo, venite su" griderà più volte.

Nel frattempo anche Luigi, che si era trattenuto a fotografare le rovine della chiesa, mi raggiunge e dopo qualche esitazione decide di provare a salire lungo il verticale cavo metallico.

Benché privo dell'agilità del più giovane Mario e nascondendo una certa emozione, come ci dirà in seguito, più lentamente ma senza commettere errori, raggiungerà anche lui la sommità.

A questo punto non resto che io, invitato più volte a salire dai due giovani alpinisti, pur con una certa esitazione, preferisco dare ascolto a quella vocina che per questa volta mi consiglia di essere prudente e rimandare la scalata ad un altra occasione; così farò, anche perché per me non è una novità, l'ho già fatta più volte!

Mentre attendo paziente che i miei compagni ammirino il fantastico panorama che si estende ai loro occhi, rifletto sull'immininte fuoripista che ci attende, quindi una volta scesi, riprendiamo il cammino verso NNE.

Verso le 10,30 arriviamo nella zona in cui dobbiamo abbondonare il 3 per iniziare il fuoripista; zona individuata attraverso google earth e confermata dai ricordi di un abitante della zona.

Dopo un inizio lento e piuttosto chiuso dall'erica, fortunatamente entriamo in un sottobosco di castagni decisamente pulito, che senza difficoltà ci permette di scendere rapidamente di quota e di avvicinarci al punto di attraversamento del fosso del Bacile, salvato precedentemente come waypoint nel mio gps.

Strada facendo, sempre casualmente ci imbattiamo in un piccolo e ben conservato rifugio in roccia, l'ingresso è parzialmente ostruito dalle fronde di un albero vicino, ma verranno rapidamente rimosse da Luigi e dalle sue forbici.

Attraverso una costante sequenza di terrazzamenti, siamo ormai a poche decine di metri dal fosso, mi dirigo spedito lungo una liscia di granito senza rendermi conto che sto per tuffarmi in un'enorme ragnatela di un bel ragno vespa; troppo tardi, l'urlo di terrore metterà in agitazione anche Luigi, non ancora abituato alla mia fobia, che poi con calma si dedicherà a fotografare il ragno, immobile nella sua tela parzialmente distrutta.

Ancora spaventato dall'insetto, non i accorgo nemmeno del fico sotto cui sono successivamente passato, è il richiamo di Mario a farmi tornare indietro ad assaggiarne gli squisiti frutti.

Alle 11,44, raggiungiamo un rudere ben tenuto e data l'ora, ci concediamo una meritata sosta per mangiare la nostra consueta frutta, soddisfatti per aver raggiunto il sentiero del Bacile.

Quindi poco prima di mezzogiorno riprendiamo il cammino, rallentati nella degustazione delle dolci more che delimitano per lunghi tratti il sentiero.

Rientriamo a Chiessi prima dell'una, una rinfrescata alla fontana della piazzetta ed ovviamente birra e caffè al bar del paese.

Anche per oggi, pochi chilometri (meno di 8) ma decisamente interessanti e piacevoli, specialmente per i miei amici.

Max