sabato 16 febbraio 2013

Le vie dell'Amandolo


Disponibile, sincero, schietto ma soprattutto instancabile.
Alessandro gioisce nel salutarti e quando lo vai a trovare è sempre una festa.

Dal 2005 "dirige" con il consenso di Mavi e Nazareno l'agriturismo Amandolo a Rio Marina.
Ex rudere Gemelli, incastonato nella macchia mediterranea, ottimo rifugio per chi ama la tranquillità ed il mare cristallino incontaminato dal turismo.

Ma non è del mare che voglio scrivere, quanto dei sentieri che gravitano intorno all'Amandolo.
In parte "famosi" come il 60 e 61 (GTE) in parte "minori", come vecchie vie per accedere ai campi coltivati o più semplicemente per affacciarsi sugli scogli.
Riaperti con fatica da Alessandro, aspri e contorti come le tamerici piegate del vento di pomente, consentono di ammirare vecchie fornaci, miniere di manganese abbandonate e incredibili scogliere modellate dal tempo e dagli elementi. 

Sono abbondantemente segnalati da macchie color verde.
Definirle segnavia è veramente dura, con tutta la buona volontà possibile, tanto che la discutibile scelta del colore passa decisamente in secondo piano.
Evidentemente riflettono il lato artistico del loro creatore, ma comunque svolgono egregiamente il loro compito... se sapute interpretare.

Dettaglio sentieri
Le tracce in rosso sono relative al 60 e 61, quelle in verde ai sentieri "minori" e come riferimento delle distanze l'Amandolo è il punto di partenza; 

Iniziamo da nord: sfruttando un breve tratto del 60 possiamo raggiungere cala Mandriola (500 m.) quindi continuando sulla "via costa nord" cala Cancherelli (1.050 m.) ed a seguire una bella fornace (1.100 m.) ed un suggestivo arco di roccia (1.230 m.) oppure tenendo la destra andare ad incontrare nuovamente il s. 60 (1.230 m.) con cui ritornare all'agriturismo descrivendo un anello di 3.730 m.

La zona centrale mette in evidenza la "via costa sud" che consente di avvicinarsi a cala del Pisciatoio (290 m.), vedere una bella fornace ed attraverso la "via interna" ed i sentieri 61 e 60, descrivere un anello di 2.360 m.


Il versante sud, attraverso la "via costa sud" e la "via del monte" permette di costeggiare il versante ovest di monte Grosso andando a ricongiungersi alla GTE ( 2.350 m.) per descrivere così un anello di 5.250 m.

Permette di visitare alcune caverne realizzate nei primi del 900 per estrarre il manganese, di cui una veramente bella (1.190 m.) e scendere attraverso un sentiero ben disegnato fino a cala Mendolina. (dettaglio sotto).



Concludo specificando che i nomi dei sentieri "minori" li ho scelti solo a scopo esplicativo, ma che non trovano riscontro nella realtà; ringraziando l'amico Alessandro che con il suo lavoro mi ha permesso di scoprire un altro "pezzo" di Elba e avvisando che il punto d'incontro fra la "via interna" e il s. 61 è territorio di Achille, un mastino non troppo socievole...


Max