giovedì 18 aprile 2019

Stati Generali della Sentieristica - 15 aprile 2019


Resoconto esaustivo (ma non troppo).

Apertura dell'incontro da parte del presidente Sammuri quindi il direttore Burlando entra nel vivo della discussione affermando che il PNAT:

  • non può mantenere tutti i sentieri esistenti (circa 500 chilometri) per un ovvio problema di costi, per questo motivo ne ha scelti per circa 350 km (rete ufficiale);
  • è intenzionato ad evitarne il proliferare;
  • ritiene necessario trovare una condivisione su chi può farsi carico della manutenzione;
  • ritiene indispensabile che venga adottata un' unica segnaletica (CAI);

Riguardo poi alla sicurezza:
  • non esistono percorsi a rischio zero, è quindi importante che i sentieri siano ben segnalati e curati; 
e inoltre:
  • Chi interviene sui sentieri ha copertura assicurativa?
  • Chi interviene sui sentieri ha attrezzatura idonea?
  • Chi interviene sui sentieri indossa DPI rispondenti alla normativa?
Concluderà il suo primo intervento con la richiesta da parte delle associazioni mtb di implementare sentieri a loro dedicati.

Quindi l'architetto De Luca (sintetizzando) conferma l'intenzione del PNAT di abbandonare la metodologia d'intervento dei sentieri "a macchia di leopardo" per arrivare ad un piano annuale di manutenzione ordinaria.

Il direttore Burlando:
Il contributo dalle associazioni locali potrebbe essere quello di piccoli interventi di manutenzione con l'impegno di almeno 5 anni, ovviamente con copertura assicurativa ed attrezzature idonee.

Il presidente del CAI Toscana Giancarlo Tellini (sintetizzando): 
Il CAI ha due parole chiave: fruibilità, i sentieri devono essere sempre accessibili e devono essere in sicurezzaanche un escursionista mediocre deve essere in grado di orientarsi.

Prende quindi la parola il locale responsabile CAI Cervellino, a cui seguirà l'interessante esposizione del rappresentate di Legambiente Mazzantini, che con dovizia di particolari storici, afferma:
Insieme alle spiagge i sentieri costituiscono la più grossa infrastruttura turistica dell'Elba.
Passare dai grandi progetti a step che finiscono e poi si riprendono alla manutenzione continua della sentieristica è un grosso passo avanti, è l'uovo di Colombo!
Non si devono aprire nuovi sentieri.
Le amministrazioni comunali devono classificare i sentieri.
Se motocross e caccia sono consentite, vanno regolamentate.

Prende quindi la parola Marta Iavarone (Regione Toscana) ribadendo l'importanza del turismo outdoor e di promuovere la toscana in tal senso.

Sempre legato al concetto di promozione turistica, Claudio Della Lucia ritiene fondamentale che anche l'Elba si inserisca nel mercato dei "cammini", sia con la storica GTE (da valorizzare ulteriormente) che con la promozione di un cammino costiero.

Concetto di cammino costiero che verrà ripreso da Cecilia Pacini (Italia Nostra) con il suo progetto del Cammino della Rada.
Quindi un'interessante intervento del dott. Manni sull'importanza di ritrovare le vie storiche ed il diritto che abbiamo di camminarvi senza invadere il privato, ovvero le strade vicinali.
La rete delle strade vicinali benché scolpita nella cartografia catastale è andata perdendosi e rappresenta il vero concetto di bene comune.

E' la volta quindi del sindaco di Marciana Anna Bulgaresi (unica rappresentante dei comuni elbani) che in quanto "persona molto concreta", cerca di riportare il dibattito su quali sono i problemi che Comuni, Parco ed associazioni devono affrontare.
Fino a dove deve arrivare il Parco?, dove può contribuire il comune?, dove possono arrivare le associazioni?
Lo smaltimento della risulta?
Non si può bruciare, non si può ammassare per il pericolo di incendi, in moltissime situazioni non può essere portata via, come si deve fare???
Sottolinea infine la carenza di servizi.
Non c'è un bar, non c'è un posto letto e le ordinanze servono a poco...
APPLAUSI (gli unici!)

Il Comandate Pezzotta (Forestale) auspica di trovare una soluzione fra Parco e Comuni per come gestire il problema delle biomasse.
Poi riguardo alla sicurezza:
Le persone si perdono, non affrontano con i corretti criteri le escursioni, solo dove la fruizione è guidata non ci sono problemi, per questo l'apporto delle associazioni di categoria è importantissimo.

Arriva infine il momento delle associazioni.
Gli Amici di Patresi e Colle D'Orano propongono l'organizzazione di corsi di formazione per camminare  in sicurezza e sottolineano la carenza della mobilità (bus assenti);

l'Associazion Pedalta solleva nuovamente il problema della risulta, il fatto che alcuni sentieri 14, 12 (vecchia numerazione) non rientrando nella rete ufficiale adottata dal Parco siano stati abbandonati  e che vincoli ed eccessiva burocrazia non aiutino.
La discussione poi passa sul problema dei castagni caduti coinvolgendo il Presidente Sammuri, il Direttore Burlando e  Mazzantini di Legambiente.

De Simone (Presidente Confesercenti) espone tre suggerimenti:

  • Aiutare il volontariato attraverso corsi di formazione su come e cosa tagliare;
  • valorizzare i reperti storici vicino ai sentieri, valorizzare ciò che abbiamo;
  • segnalare ciò che non va con apposite app.

L'associazione Il Libeccio (organizzatrice del Libeccio trail) si mette a disposizione per la manutenzione sui sentieri; auspicando una consulta fra Parco, Comuni ed associazioni.

Il simpatico e genuino Galullo degli Amici dell'Enfola in maniera sincera e schietta:
Ma questa risulta dove si mette?
Ed i volontari? Se devono essere anche assicurati, chi ci viene???

Con un breve intervento Michele Serafino (CAI) esprime la volontà del CAI di coinvolgere la segnaletica della rete sentieristica del Parco con quella "fuori" Parco.

Giampiero Mocali (guida mtb) esprime i suoi dubbi sul fatto di essere in regola nella pulizia dei sentieri e che l'attuale segnaletica CAI non è adatta alle esigenze dei bikers.

Con De Luca (responsabile uff tecnico PNAT) si arriva quindi ad una sorta di compromesso:
per piccoli interventi di manutenzione non è necessario un permesso, per interventi più consistenti occorre il permesso del Parco.

Dopo altri brevi interventi, il direttore Burlando dichiara chiusa questa prima conferenza.


Riflessioni personali:

  • L'ente Parco ha chiaramente mandato questo segnale: per risolvere il problema della manutenzione dei sentieri occorre il contributo di tutti (Parco, Comuni, Volontari).
  • Questa opera di manutenzione va eseguita con dei paletti ben precisi (assicurazione, dpi, attrezzatura idonea, autorizzazioni).
  • Bisogna risolvere il problema della gestione delle biomasse.
Volontario (da Treccani): "...chi assume un impegno o si presta a operare, a collaborare, a fare qualcosa di propria volontà, indipendentemente da obblighi e da costrizioni esterne".

Che dopo 22 anni il Parco si sia reso conto che la manutenzione dei sentieri debba essere costante è già un passo avanti, un bel passo avanti, che si chieda l'aiuto dei volontari (mai personalmente ringraziati per il lavoro fatti da anni) è sicuramente apprezzabile e non può che trovare il consenso di chi (come il sottoscritto) considera la sentieristica locale un tesoro inestimabile, ma che si pretenda che chi "si fa il mazzo" si preoccupi pure di stipulare un'assicurazione, lo trovo veramente eccessivo.

Bisogna sottostare a determinate regole, benissimo, vorrà dire che chi ama dare il proprio contributo nella pulizia dei sentieri, comunicherà i propri dati (nome, cogmome, nascita...) al PNAT che annualmente si attiverà per garantirgli la copertura assicurativa richiesta e duclis in fundo magari evitando di "spillare" il costo delle marche da bollo a chi ha avuto il desiderio di adottare un sentiero.

Se il PNAT chiede collaborazione, occorre che ci sia anche da parte sua COLLABORAZIONE!!!

Max