lunedì 6 aprile 2015

Trekking del 6 aprile 2015


Benché desideroso di correre un po' sono costretto a ripiegare su un trekking per colpa di un vento teso da nord.
Così indossato l'abbigliamento invernale, decido di salire da Cavoli fino al Masso alla Quata, per descrivere una sorta di anello.

Inizio il cammino alle 9,06 lungo il sentiero per le "Cave Antiche"; piuttosto in chiusura, rientra fra le "Vie del Granito" e non ostante sia corredato da segnaletica orizzontale è privo di numerazione.

Meno di un quarto d'ora e raggiungo il segnavia per "La Macina", lo seguo e con una breve deviazione di quasi 100 metri la rivisito volentieri.
Quindi dietro front, riprendo a salire fino a raggiungere il bellissimo caprile di Marco, realizzato chiudendo con un muro a secco un suggestivo tafone.

Cercando di procedere in direzione nord ovest, supero il sentiero 33 e raggiunto il 35, lo seguo fino al bivio con il 34, dove mi attende un'altra bella salita.
Supero il successivo caprile (di Tozza al Protano) e mi soffermo a guardare il cartello che riporta la mappa de "Le vie dei Pastori", alla ricerca del pallino rosso "voi siete qui" purtroppo assente...

Continuo in direzione Piane al Canale fino al bivio con il 30 su cui passo per prendere poi il sentiero del Collaccio con cui raggiungo il 7 al Masso alla Quata.
Ne faccio alcuni metri contemplando gli alberi caduti alla mia destra, ben presto ne troverò molti altri ad ostacolarmi il cammino; sarò costretto più volte ad abbandonare il sentiero per aggirare le impenetrabili ostruzioni e la situazione non migliora nemmeno dove il 7, allargandosi sensibilmente piega verso sud avvicinandosi alle Piane al Canale.

Il disastro ritengo sia da imputarsi all'ultima forte sventolata che ha colpito duramente tutto il versante nord dell'isola (22 ottobre 2014).
Ovviamente adesso dovremo attendere i consueti tempi biblici per la loro rimozione.
Dall'ente Parco, chiuso nel suo mondo virtuale, presumo potremo solo aspettarci uno dei suoi fantastici bandi di concorso (in questo sono fenomenali...) 
Ricorrere al volontariato? La vedo dura, l'entità del lavoro richiede personale qualificato ed attrezzatura professionale.
Lasciare il compito a Madre Natura? Beh, nel giro di una decina di anni dovrebbero marcire... forse, nel frattempo magari avvisiamo gli escursionisti, che, come oggi, interrogati, rispondono:
"Posto bellissimo, un peccato i sentieri in questo stato"; poche parole che fotografano perfettamente la sentieristica elbana.

Ma niente paura, per questa stagione sono sicuro, accorreranno in gran numero per ammirare le "resuscitate" dune di Lacona...

Tornando alla realtà, raggiunte le Piane al Canale, mentre mangio due mele, ammiro l'ennesima cavolata: sul vicino pannello in legno è stato dipindo un segnavia a bandiera che riporta il numero 30, peccato il sentiero in questione non sia il 30 ma il 34...

Attraverso un altro sentiero soprattutto sfruttato dai bikers e brivo di numerazione, riscendo sul 35; due foto al mulino di Moncione, dove saluto un nutrito gruppo di escursionisti e mi ricollego al tratto fatto alla partenza, chiudendo così l'anello.

Raggiungo l'auto verso le 13, i chilometri fatti sono poco più di 11, finalmente il sole comincia a scaldare.

Max