lunedì 8 dicembre 2025

Trekking del 8 dicembre 2025: da Cavo a Schiopparello


Sono passate da poco le 5,00 quando apro gli occhi, lo zaino ai piedi del letto è pronto dalla sera prima, la scelta è facile, aliscafo delle 6,50.
Ho tutto il tempo a mia disposizione, così scendo al porto a piedi ed in perfetto orario parto alla via di Cavo.

Venti minuti di navigazione ed alle 7,12 accendo il gps, il molo è ancora avvolto dalla luce crepuscolare mentre ad est le varie tonalità di arancio dell'alba sono di ottimo auspicio.
La temperatura è decisamente sopra la media.

Dieci minuti per percorrere il lungomare con tanto di albero di Natale, piacevolissima sorpresa, quindi un segnavia mi invita a girare a sinistra ed attraversata la circonvallazione Faleria inizia lo sterrato della GTE.

Dopo sei tornanti raggiungo il bivio con la GTE Storica (scelta dai runners per raggiungere nel minor tempo possibile Pomonte, l'estremità opposta dell'isola).
Ovviamente con una brevissima deviazione dedico qualche minuto a fotografare il mausoleo Tonietti.

Tornato sul percorso, seguo la segnaletica per monte Grosso, un tempo sede di un semaforo della Marina Militare (il gemello di quello di Campo alle Serre).

Supero l'ingresso dell'agriturismo Amandolo, sono le 8,10 chissà se Alessandro è già a lavoro?

Riprendo quindi a salire, avvicinandomi alla vetta, il sentiero che sale tortuoso nella macchia cede il posto ad un'ampia strada sterrata ed alle 8,51 oltre la staccionata in legno, il panorama su Portoferraio ed il versante nord occidentale dell'isola è veramente notevole.

Breve tratto pianeggiante a fianco della proprietà per poi affrontare una tecnica discesa di pietre sconnesse ed oltretutto bagnate dall'umidità notturna, dovrò prestare molta attenzione.

Evitando di cadere (ci sono andato vicino un paio di volte) alle 9,22 raggiungo l'asfalto della provinciale della Parata, solo pochi metri perché la GTE mi riporta subito sullo sterrato.

Inizialmente è ripido e tecnico, ma solo per poche decine di metri, poi una volta entrati nell'alta macchia, si procede con piacere.
Giungo così all'Aia di Cacio, avrei intenzione di fermarmi e mangiare qualcosa ma la zona è investita da una fastidiosa brezza di scirocco, così decido di affrontare l'impegnativa salita del monte Strega e fermarmi a pochi metri dalla vetta.

Giusto il tempo di mangiare una banana ed indossare la giacca, il sole purtroppo è ovattato dal un vasto manto di basse nuvole grigie.
Avvicinandomi al monte Capannello una coppia di escursionisti mi domanda se non ho paura dei cacciatori.
"Perché dovrei? Rispondo immediatamente.

Mentre al cacciatore che mi vede arrivare sulla vetta del m. Capannello e sarcastico mi domanda se è dura la salita, rispondo:
"Non è la salita, è la vecchiaia!"

Breve sosta anche alle Panche, il sole sembra riprendere posto nel cielo e per le prossime salite non avrò certamente bisogno della giacca.

Lentamente mi incammino verso Cima del Monte, dove per puro orgoglio, riesco a raggiungere e superare un gruppetto di escursionisti.
Poche decine di metri dopo un inaspettato incontro con un gruppo di bikers piombinesi (mi diranno), li saluterà con un "Bravi!".

Finalmente tutta discesa, certo a tratti è sconnessa ed occorre attenzione, ma una volta raggiunto il bivio col sentiero 220 posso camminare in maniera decisamente spedita.

Supero l'agriturismo "Tra Terra e Cuore" e mi dirigo verso Casa Marchetti lungo la provinciale per Porto Azzurro.
Ma in prossimità del bivio per Strada del Fabbrello scelgo di passare su quest'ultima e concludere la mia escursione a Schiopparello in prossimità del bar La Curva, dove la moglie, precedentemente avvertita è venuta a prendermi.

Ventuno chilometri esatti percorsi tranquillamente in sei ore e mezzo per godere pienamente della splendida giornata.

Max