Indovinando una finestra di bel tempo fra una perturbazione e l'altra, parto in compagnia dell'amico Mario da Portoferraio con il traghetto delle 7,00.
L'intento è di visitare una porzione del Parco della Maremma e magari riuscire ad immortalare qualche interessante esemplare di fauna selvatica.
Quindi oltre alla normale dotazione nello zaino sono riuscito ad inserire un secondo corpo macchina con obiettivo, un monopiede e perfino il seggiolino pieghevole nel caso dovessi dedicare del tempo all'aspetto.
Arriviamo ad Alberese alle 9,20 circa, nel centro visite, già aperto dalle 8,30 facciamo i biglietti d'ingresso, quindi breve sosta bagno/caffè all'adiacente bar.
Tenendo la chiesa di Santa Maria sulla destra, alle 9,47 ci incamminiamo inizialmente lungo la strada del Cimitero, per seguire poi le indicazione dei sentieri A5 ed A6 (mi sono stati suggeriti per il mio interesse fotografico).
Ben presto dalle querce il verso potente delle ghiandaie riecheggia nell'ambiente circostante, tenterò di fotografarle più volte, ma invano; mi dovrò accontentare di un solo scatto.
Dopo un doppio cancello d'ingresso affrontiamo il sentiero A5, praticamente un breve anello all'interno del bosco, piacevole ma poco adatto ai miei scopi (troppo in ombra).
Apprezzo decisamente di più il successivo A6, un'ottimo compromesso fra vegetazione di alto fusto e spazi aperti, ne percorreremo una metà circa per poi abbandonarlo in prossimità della strada degli Ulivi per seguire il percorso A11 (asfalto) per circa 3,6 chilometri quando finalmente torniamo sul sentiero, nello specifico sull' A3.
Breve sosta al laghetto del Pretoriale e proseguiamo fino ad arrivare in prossimità del canale Scoglietto Collelungo, l'ampia radura sembra perfetta per una sosta e visto che sono le dodici e trenta, apriamo gli zaini ed il pranzo è servito!
Dopo circa una ventina di minuti riprendiamo quindi il cammino, ma fatti pochi metri scorgiamo sulla nostra destra delle interessanti cavità nella roccia, più precisamente la Grotta delle Caprarecce.
Un'occhiata e qualche foto mi sembra scontato.
Con il ponte delle Tartarughe attraversiamo il canale, la vegetazione è completamente cambiata, procedendo all'interno di una bella pineta arriviamo a casa Pinottolai, altro luogo dove si può parcheggiare l'auto.
Nuovamente i piedi sull'asfalto, anche se piacevolmente inserito nel verde, avrei preferito continuare a calpestare lo sterrato...
L'obiettivo è raggiungere la foce dell'Ombrone con l' A7, altra tratto che mi è stato suggerito.
Stavolta il suggerimento si rivela del tutto inappropriato poiché ci costringe ad una estenuante marcia asfaltata (andata e ritorno) dal momento che superato il canale Essiccatore, una transenna con tanto di cartello divieto di accesso ci impedisce di raggiungere il castello di Bocca d'Ombrone ed il vicino punto di osservazione.
Benché gli ampi pascoli a nord offrano sicuramente un bel paesaggio, sono piuttosto contrariato, avrei sicuramente dedicato il nostro tempo a percorrere altre zone più "wild" piuttosto di spenderlo su strada a fotografar bovini...
Pazienza, con una marcia sostenuta poiché dobbiamo uscire dal parco entro le 17,00 seguiamo la pista ciclabile che porta ad Alberese, lungo la quale riesco a scattare anche alcune foto.
Torniamo all'auto con circa quaranta minuti d'anticipo, il gps segna 25 km, collo e spalle sicuramente di più.
Uscita entusiasmante?
Ni, diciamo che con equipaggiamento più leggero ed accantonando l'aspetto fotografico poco praticabile soprattutto per il fatto che l'orario di entrata ed uscita preclude alba e tramonto, (i momenti migliori per immortalare fauna selvatica), senza dubbio merita un'altra chance.
Max