lunedì 27 maggio 2024

Trekking del 26 maggio 2024: anello da San Piero - Macinelle - GTE

 

Parto dal campo di calcio di San Piero alle 8,44 e dato che vorrei restare in maglietta, scelgo di procedere in senso orario in modo da sfruttare la maggior esposizione al sole.

Raggiunto rapidamente il bivio fra i sentieri 107 e 135, riesco ad immortalare un bell'esemplare di gruccione quindi entusiasta, dopo qualche scatto anche alle capre al pascolo, imbocco il s. 135. 

Lo percorro tranquillamente seguendo le indicazioni di Moncione, ma prima di raggiungere il vecchio mulino, piego a destra lungo un single track che mi porterà direttamente (tutta sallta) alle Piane al Canale.

Quindi con il s. 130 mi incammino verso i caprili delle Macinelle.

Li raggiungo dopo circa un'ora ed un quarto, ma sarà il caprile del Collaccio Basso il primo che incontrerò e successivamente l'ormai sbiadita targa in memoria del disastro aereo dell'aprile del 1944.

Una volta alle Macinelle il sentiero riprende a scendere fino ad un piccolo corso d'acqua, dove dovrò farmi largo fra le rigogliose felci che hanno invaso il passaggio.

Poco meno di mezz'ora, comprese le foto per immortalare Pianosa sospesa nel blu, ed arrivo al bivio con la GTE che ovviamente seguirò in direzione nord.

Salgo lentamente fermandomi ogni tanto a scattare qualche foto al panorama alle mie spalle ed ai cespugli di ginestra in fiore che con il loro giallo intenso spiccano particolarmente nel verde circostante.

In prossimità di Malpasso, grida gioiose di alcuni ragazzi impegnati lungo la ferrata del s. 100 attraggono la mia attenzione e forse anche per questo (ma è solo un vano tentativo di trovar scuse) non riconosco Michela, la compagnia dell'amico Matteo che sorridendo mi sta salutando nel tentativo di farsi riconoscere... 

Breve sosta per scambiare quattro chiacchiere e procediamo insieme verso m. Perone incrociando svariati escursionisti e perfino alcuni bikers con le loro mtb che al momento stanno spingendo a forza di braccia...

In effetti questo maggio sta regalando giornate ideali per gli sport all'aria aperta.

In prossimità del bivio con il s. 107 saluto Michela, lei è quasi arrivata all'auto, io ho ancora un cinque chilometri abbondanti di cammino.

Il 107 è uno dei miei sentieri preferiti, ombreggiato, panoramico dal fondo compatto e battuto, se percorso come sto facendo, è praticamente in falso piano e discesa.

Evito di salire fino al Masso alla Quata solo perché l'inclinazione del sole non è adatta a fotografare lo stupendo panorama che la vecchia postazione antincendio offre sotto di se.

Scelgo invece di percorrere il sigle track "Sheriff" che si sviluppa a sud del 107, non sembre molto trafficato dalle mtb e scoprirò poi, mi farà accorciare il cammino di quasi 200 metri.

Raggiunte nuovamente le Piane al Canale, continuo sempre sul 107 dedicando alcune foto ad un esemplare di farfalla cardinale (credo) quindi alle 13,45 concludo la mia passeggiata di 14,5 km.

Max



 

martedì 21 maggio 2024

Trekking del 18 maggio 2024: anello dal Volterraio all'Aia di Cacio

La bella giornata di sole dalla piacevole temperatura è l'ideale per una passeggiata lungo i sentieri dell'isola.

Così parcheggio l'auto nel piccolo piazzale sterrato ai piedi del castello del Volterraio, a pochi metri il segnavia verticale indica in 40 minuti il tempo di percorrenza per raggiungere il maniero, il sentiero è il 255, sono le 9,04.

Salgo lentamente, la scusa è quella di fotografare, parzialmente vero, ma sono gli alti gradini in legno a farmi venire l'affanno!

In prossimitò del maestoso olivastro mi ritrovo ad un tu per tu con un grosso esemplare di biacco che si sta scaldando al sole, mi arresto immediatamente mentre la mia mano cerca lentamente di togliere il tappo dell'obiettivo.

Purtroppo la vicinanza è tale da non far passare innosservato il mio gesto... odorandomi con la sua lingua, sparisce senza troppa fretta fra le piente di cisto.

Peccato!

Avvicinandosi alla chiesina di San Leonardo, si riesce a procedere con minor fatica, raggiungerò le mura del castello in venti minuti.

Breve sosta, dal momento che l'ingresso è chiuso e riscendo fino ad intersecare il sentiero 254 su cui proseguo a camminare.

Dieci minuti abbondanti e sono sulla provinciale, ne percorro un breve tratto in discesa per andare a prendere il sentiero 220.

Lungo il sentiero, incontro alcuni esemplari di limantria appese al loro filo di seta, quindi al successivo bivio con il Sentiero del Pastore tengo la sinistra (est) e salgo verso la baracca in legno in cui l'uomo ha vissuto per alcuni anni.

Qualche foto alla fatiscente struttura nascosta nella macchia e proseguo in direzione sud est fino a raggiungere la GTE.

Dal superbo percorso di crinale, continuo a salire fino a Cima del Monte incrociando alcuni escursionisti.

Successivamente ne troverò veramente tanti e la cosa non può che farmi piacere, a quanto pare il turismo "green" è in notevole crescita.

Il panorama è fantastico, il pendio ricoperto di fiori e colori contrasta con l'azzurro intenso del mare, indubbiamente uno dei tratti più belli della GTE (se non il più bello...). 

Alle 11,18 attraverso l'asfalto alle Panche e proseguo verso il monte Capannello dove si è "accampato" un gruppetto di bikers che dopo poco mi supereranno con le loro biciclette.

Avvicinandomi allo Strega la presenza di escursionisti è notevole, in piccoli gruppi a poca distanza fra loro, mi costringeranno ad alcune brevi soste per agevolargli il passaggio. 

Lungo la ripida e sconnessa discesa finale, mi rendo conto che sono stati riposizionati nuove traverse in legno per contenere il terreno, ben fatto.

Raggiunto l'asfalto all'Aia di Cacio, ne percorro circa 300 metri per immettermi sull'ampio sterrato sulla destra con cui tornerò alle Panche mantenendomi a valle della GTE.

Rio Elba sotto di me è adornata da un tripudio di fiori e colori.

Non so dire a che ora raggiungo nuovamente Le Panche poiché non mi sono reso conto che nel frattempo il mio Garmin ha smesso di funzionare (pile esaurite).

Posso solo dire che scelgo di percorrere l'asfalto della provinciale per poco meno di un chilometro verso il castello del Volterraio, quindi una volta raggiunto il piccolo parcheggio sterrato imbocco il 255A con cui ritorno all'auto.

Lungo il cammino riesco a fotografare anche un sospettoso coleottero antagonista della Limantria, il Sicofante (Calosoma sycophanta) già notato la mattina in partenza, un efficace e naturale strumento di controllo delle popolazioni di Lepidotteri defogliatori.

Alle 13,30 termino la mia piacevolissima escursione, di circa quattro ore e mezzo.


Max

domenica 5 maggio 2024

Trekking del 4 maggio 2024: anello da La Zanca

 

In circa 45 minuti di auto da Portoferraio raggiungo agevolmente l'abitato della Zanca.
Parcheggio in una piccola area sterrata a fianco della provinciale ed alle 8,45 inizio l'escursione.

Scendo lungo l'asfalto di via Sant'Assunta, quindi proseguo sulla sinistra, il segnavia in legno riporta ancora la vecchia numerazione (117), scoprirò poco dopo che adesso è il sentiero 150.

Breve sosta per immortalare alcuni stupendi fiori di Calla (dal greco: bellezza) e riprendo la marcia lungo un piacevolissimo sentiero dal fondo compatto e ben battuto che talvolta regala bellissimi scorci della costa nord ovest e si sviluppa parallelo alla provinciale.

Dopo circa 800 metri un rustico segnavia (non sarà l'unico) invita a scendere verso La Cotaccia, Sant'Andrea e La Cala, ma il mio programma prevede di proseguire sul 150 per Patresi dove con un breve andirivieni ne approfitto per visitare la chiesina di Santa Lucia.

Torno quindi sulla provinciale dove non passa certamente inosservato il nuovo punto di arrivo della GTE, (per 30 anni è stato il vicino "ponte dei 3 archi").
Decisamente più attratto dal vecchio percorso e da un 177 (un tempo il 27) che ritengo uno tra i sentieri più belli dell'isola (non a caso scelto dagli ideatori della GTE come tratto finale) percorro i 400 metri scarsi di asfalto per riprendere il cammino fra un cisto prorompente che pare voglia inghiottirsi il sentiero.
Fortunatamente, basta superare il piccolo ponte in legno che il 177 torna alle sue dimensioni originarie e ben percorribile.

L'ambiente circostante è incantevole, il cammino si snoda in costante salita tra castagni secolari, l'assenza della macchia (e dei rovi) amplifica gli spazi, il correre dell'acqua del vicino ruscello è una piacevolissima melodia che mi accompagna in questo luogo fiabesco.

Lentamente, osservando ed ascoltando, supero il bivio con il sentiero "Dell'Ombria" che ritorna sulla provinciale e dopo un'altra mezz'ora, compresa la sosta per fotografare una vecchia stazione dell'acquedotto, mi collego al 103 a quota 556 s.l.m. che mi consente di procedere più speditamente.

Col raggiungere Serraventosa praticamente finiscono i tratti in salita di questo mio percorso ad anello.
Avvicinandomi alla Madonna del Monte incontrerò svariati gruppi di escursionisti, (mai trovati così tanti) ed il santuario pare preso d'assalto, ragazzini che corrono in tutte le direzioni, adulti seduti sulle panchine in castagno, bikers che spingono a piedi le loro mountain bike lungo il lastricato in granito, fedeli che pregano all'interno della chiesa.

Sicuramente troppa confusione per i miei gusti (da solitario), così riempio velocemente la borraccia e fuggo lungo la via Crucis.

In prossimità della quinta sosta, piego a sinistra lungo il sentiero 113 dedicando qualche minuto ad un'affascinante struttura in muratura di un acquedotto che pare ancora in attività.
Mangio una banana riscaldato dai piacevoli raggi del sole e proseguo a scendere.

Alle 12,25 il segnavia in località I Canali mi ricorda che ormai manca poco alla fine della mia escursione, perdo circa un paio di minuti per sciogliere i nodi di un cartello dell'ultima Elba Trail evidentemente sfuggito al "debalisaggio" e proseguo a scendere incontrandone poi un secondo (rimuovo anche questo).

In questo ampio tratto finale comincio ad accusare un po' di stanchezza, soprattutto le ginocchia non sono molto entusiaste della ripida discesa.
Ore 12,50 sarà un piacere rimettere le zampe sull'asfalto ed arrestare il gps.

Max