mercoledì 2 ottobre 2024

Trek del 2 ottobre 2024: SOS sentiero 132

 

Martedì 2 ottobre, ho la mattina libera e ne approfitto per un controllo al sentiero 132 che da molto tempo non percorro.

Per farlo decido di descrivere un breve anello da Sant'Ilario quindi alle 9,20 mi incammino lungo il sentiero 121 in direzione nord per raggiungere dopo quasi 20 minuti di ampio sterrato la GTE con cui inizio a salire.

Procedo lentamente ma senza soste, la GTE è sufficientemente pulita, non ci avrei giurato e comunque la cosa non può che farmi piacere.

Altri venti minuti abbondanti ed eccomi al bivio col sentiero 132.

Purtoppo in questo caso la realtà supera ampiamente le mie previsioni, infatti benché la segnaletica verticale ne indichi la direzione, è talmente chiuso ed in abbandono che per lunghi tratti sarò costretto ad avanzare con estrema cautela, sia per evitare di rimanere "agganciato" dai rovi che per proteggere la mia reflex.

Specialmente la sua prima metà versa in pessimo stato, scattare qualche foto non avrebbe senso, chiusura totale.

Uno scenario sconfortante a cui i cinghiali hanno dato in qua e là anche il loro contributo, mettendone a soqquadro il terreno.

Qualche sporadica "apertura" mi incoraggia a proseguire così in circa 13 minuti ne percorro i sui 570 metri fino a raggiungere, in prossimità del Casotto, il sentiero 119, così ampio da poter essere percorso anche con un veicolo fuoristrada. 

Riscendo con piacere verso il paese con quest'ultimo ed in un'ora e mezzo concludo la mia breve passeggiata di 5 chilometri  con la speranza che l'Ente Parco si attivi quanto prima per la riapertura del s. 132 un utile collegamento fra due importanti e frequentati sentieri.

Max

P.S. come volevasi dimostrare, solo grazie al solito volontari(at)o, il sentiero dal 9 marzo 2025 è nuovamente fruibile.

giovedì 6 giugno 2024

5 giugno 2024: Granchio Blu a Mola

 

Mercoledì 5 giugno, area umida di Mola, sono circa le 18,00 del pomeriggio, seduto sul piccolo sgabello portatile in attesa di una garzetta da immortalare, osservo una graziosa famiglia di gallinelle d'acqua.

Quando a circa una ventina di metri di fronte a me, uno strano movimento nell'acqua attira la mia attenzione.

Immediatamente penso si tratti di un grosso pesce che si è spinto troppo contro corrente e cerchi di ritornare verso il mare.  

Ma inquadrandolo con il teleobiettivo mi rendo conto che si tratta di un grosso granchio!





 

Stupito dall'inaspettato incontro, riesco malgrado la distanza, a scattare una dozzina di foto al crostaceo che viste le dimensioni ed il basso livello dell'acqua, in alcuni tratti non riesce ad immergersi completamente.

Per quasi cinque minuti, seguo i suoi movimenti, poi purtroppo sparirà alla mia vista.

Una volta a casa, guardando le foto al pc, mi rendo conto che si tratta di un granchio blu, che a quanto pare a deciso di invadere anche il territorio del cigno verde...

Max

lunedì 27 maggio 2024

Trekking del 26 maggio 2024: anello da San Piero - Macinelle - GTE

 

Parto dal campo di calcio di San Piero alle 8,44 e dato che vorrei restare in maglietta, scelgo di procedere in senso orario in modo da sfruttare la maggior esposizione al sole.

Raggiunto rapidamente il bivio fra i sentieri 107 e 135, riesco ad immortalare un bell'esemplare di gruccione quindi entusiasta, dopo qualche scatto anche alle capre al pascolo, imbocco il s. 135. 

Lo percorro tranquillamente seguendo le indicazioni di Moncione, ma prima di raggiungere il vecchio mulino, piego a destra lungo un single track che mi porterà direttamente (tutta sallta) alle Piane al Canale.

Quindi con il s. 130 mi incammino verso i caprili delle Macinelle.

Li raggiungo dopo circa un'ora ed un quarto, ma sarà il caprile del Collaccio Basso il primo che incontrerò e successivamente l'ormai sbiadita targa in memoria del disastro aereo dell'aprile del 1944.

Una volta alle Macinelle il sentiero riprende a scendere fino ad un piccolo corso d'acqua, dove dovrò farmi largo fra le rigogliose felci che hanno invaso il passaggio.

Poco meno di mezz'ora, comprese le foto per immortalare Pianosa sospesa nel blu, ed arrivo al bivio con la GTE che ovviamente seguirò in direzione nord.

Salgo lentamente fermandomi ogni tanto a scattare qualche foto al panorama alle mie spalle ed ai cespugli di ginestra in fiore che con il loro giallo intenso spiccano particolarmente nel verde circostante.

In prossimità di Malpasso, grida gioiose di alcuni ragazzi impegnati lungo la ferrata del s. 100 attraggono la mia attenzione e forse anche per questo (ma è solo un vano tentativo di trovar scuse) non riconosco Michela, la compagnia dell'amico Matteo che sorridendo mi sta salutando nel tentativo di farsi riconoscere... 

Breve sosta per scambiare quattro chiacchiere e procediamo insieme verso m. Perone incrociando svariati escursionisti e perfino alcuni bikers con le loro mtb che al momento stanno spingendo a forza di braccia...

In effetti questo maggio sta regalando giornate ideali per gli sport all'aria aperta.

In prossimità del bivio con il s. 107 saluto Michela, lei è quasi arrivata all'auto, io ho ancora un cinque chilometri abbondanti di cammino.

Il 107 è uno dei miei sentieri preferiti, ombreggiato, panoramico dal fondo compatto e battuto, se percorso come sto facendo, è praticamente in falso piano e discesa.

Evito di salire fino al Masso alla Quata solo perché l'inclinazione del sole non è adatta a fotografare lo stupendo panorama che la vecchia postazione antincendio offre sotto di se.

Scelgo invece di percorrere il sigle track "Sheriff" che si sviluppa a sud del 107, non sembre molto trafficato dalle mtb e scoprirò poi, mi farà accorciare il cammino di quasi 200 metri.

Raggiunte nuovamente le Piane al Canale, continuo sempre sul 107 dedicando alcune foto ad un esemplare di farfalla cardinale (credo) quindi alle 13,45 concludo la mia passeggiata di 14,5 km.

Max



 

martedì 21 maggio 2024

Trekking del 18 maggio 2024: anello dal Volterraio all'Aia di Cacio

La bella giornata di sole dalla piacevole temperatura è l'ideale per una passeggiata lungo i sentieri dell'isola.

Così parcheggio l'auto nel piccolo piazzale sterrato ai piedi del castello del Volterraio, a pochi metri il segnavia verticale indica in 40 minuti il tempo di percorrenza per raggiungere il maniero, il sentiero è il 255, sono le 9,04.

Salgo lentamente, la scusa è quella di fotografare, parzialmente vero, ma sono gli alti gradini in legno a farmi venire l'affanno!

In prossimitò del maestoso olivastro mi ritrovo ad un tu per tu con un grosso esemplare di biacco che si sta scaldando al sole, mi arresto immediatamente mentre la mia mano cerca lentamente di togliere il tappo dell'obiettivo.

Purtroppo la vicinanza è tale da non far passare innosservato il mio gesto... odorandomi con la sua lingua, sparisce senza troppa fretta fra le piente di cisto.

Peccato!

Avvicinandosi alla chiesina di San Leonardo, si riesce a procedere con minor fatica, raggiungerò le mura del castello in venti minuti.

Breve sosta, dal momento che l'ingresso è chiuso e riscendo fino ad intersecare il sentiero 254 su cui proseguo a camminare.

Dieci minuti abbondanti e sono sulla provinciale, ne percorro un breve tratto in discesa per andare a prendere il sentiero 220.

Lungo il sentiero, incontro alcuni esemplari di limantria appese al loro filo di seta, quindi al successivo bivio con il Sentiero del Pastore tengo la sinistra (est) e salgo verso la baracca in legno in cui l'uomo ha vissuto per alcuni anni.

Qualche foto alla fatiscente struttura nascosta nella macchia e proseguo in direzione sud est fino a raggiungere la GTE.

Dal superbo percorso di crinale, continuo a salire fino a Cima del Monte incrociando alcuni escursionisti.

Successivamente ne troverò veramente tanti e la cosa non può che farmi piacere, a quanto pare il turismo "green" è in notevole crescita.

Il panorama è fantastico, il pendio ricoperto di fiori e colori contrasta con l'azzurro intenso del mare, indubbiamente uno dei tratti più belli della GTE (se non il più bello...). 

Alle 11,18 attraverso l'asfalto alle Panche e proseguo verso il monte Capannello dove si è "accampato" un gruppetto di bikers che dopo poco mi supereranno con le loro biciclette.

Avvicinandomi allo Strega la presenza di escursionisti è notevole, in piccoli gruppi a poca distanza fra loro, mi costringeranno ad alcune brevi soste per agevolargli il passaggio. 

Lungo la ripida e sconnessa discesa finale, mi rendo conto che sono stati riposizionati nuove traverse in legno per contenere il terreno, ben fatto.

Raggiunto l'asfalto all'Aia di Cacio, ne percorro circa 300 metri per immettermi sull'ampio sterrato sulla destra con cui tornerò alle Panche mantenendomi a valle della GTE.

Rio Elba sotto di me è adornata da un tripudio di fiori e colori.

Non so dire a che ora raggiungo nuovamente Le Panche poiché non mi sono reso conto che nel frattempo il mio Garmin ha smesso di funzionare (pile esaurite).

Posso solo dire che scelgo di percorrere l'asfalto della provinciale per poco meno di un chilometro verso il castello del Volterraio, quindi una volta raggiunto il piccolo parcheggio sterrato imbocco il 255A con cui ritorno all'auto.

Lungo il cammino riesco a fotografare anche un sospettoso coleottero antagonista della Limantria, il Sicofante (Calosoma sycophanta) già notato la mattina in partenza, un efficace e naturale strumento di controllo delle popolazioni di Lepidotteri defogliatori.

Alle 13,30 termino la mia piacevolissima escursione, di circa quattro ore e mezzo.


Max

domenica 5 maggio 2024

Trekking del 4 maggio 2024: anello da La Zanca

 

In circa 45 minuti di auto da Portoferraio raggiungo agevolmente l'abitato della Zanca.
Parcheggio in una piccola area sterrata a fianco della provinciale ed alle 8,45 inizio l'escursione.

Scendo lungo l'asfalto di via Sant'Assunta, quindi proseguo sulla sinistra, il segnavia in legno riporta ancora la vecchia numerazione (117), scoprirò poco dopo che adesso è il sentiero 150.

Breve sosta per immortalare alcuni stupendi fiori di Calla (dal greco: bellezza) e riprendo la marcia lungo un piacevolissimo sentiero dal fondo compatto e ben battuto che talvolta regala bellissimi scorci della costa nord ovest e si sviluppa parallelo alla provinciale.

Dopo circa 800 metri un rustico segnavia (non sarà l'unico) invita a scendere verso La Cotaccia, Sant'Andrea e La Cala, ma il mio programma prevede di proseguire sul 150 per Patresi dove con un breve andirivieni ne approfitto per visitare la chiesina di Santa Lucia.

Torno quindi sulla provinciale dove non passa certamente inosservato il nuovo punto di arrivo della GTE, (per 30 anni è stato il vicino "ponte dei 3 archi").
Decisamente più attratto dal vecchio percorso e da un 177 (un tempo il 27) che ritengo uno tra i sentieri più belli dell'isola (non a caso scelto dagli ideatori della GTE come tratto finale) percorro i 400 metri scarsi di asfalto per riprendere il cammino fra un cisto prorompente che pare voglia inghiottirsi il sentiero.
Fortunatamente, basta superare il piccolo ponte in legno che il 177 torna alle sue dimensioni originarie e ben percorribile.

L'ambiente circostante è incantevole, il cammino si snoda in costante salita tra castagni secolari, l'assenza della macchia (e dei rovi) amplifica gli spazi, il correre dell'acqua del vicino ruscello è una piacevolissima melodia che mi accompagna in questo luogo fiabesco.

Lentamente, osservando ed ascoltando, supero il bivio con il sentiero "Dell'Ombria" che ritorna sulla provinciale e dopo un'altra mezz'ora, compresa la sosta per fotografare una vecchia stazione dell'acquedotto, mi collego al 103 a quota 556 s.l.m. che mi consente di procedere più speditamente.

Col raggiungere Serraventosa praticamente finiscono i tratti in salita di questo mio percorso ad anello.
Avvicinandomi alla Madonna del Monte incontrerò svariati gruppi di escursionisti, (mai trovati così tanti) ed il santuario pare preso d'assalto, ragazzini che corrono in tutte le direzioni, adulti seduti sulle panchine in castagno, bikers che spingono a piedi le loro mountain bike lungo il lastricato in granito, fedeli che pregano all'interno della chiesa.

Sicuramente troppa confusione per i miei gusti (da solitario), così riempio velocemente la borraccia e fuggo lungo la via Crucis.

In prossimità della quinta sosta, piego a sinistra lungo il sentiero 113 dedicando qualche minuto ad un'affascinante struttura in muratura di un acquedotto che pare ancora in attività.
Mangio una banana riscaldato dai piacevoli raggi del sole e proseguo a scendere.

Alle 12,25 il segnavia in località I Canali mi ricorda che ormai manca poco alla fine della mia escursione, perdo circa un paio di minuti per sciogliere i nodi di un cartello dell'ultima Elba Trail evidentemente sfuggito al "debalisaggio" e proseguo a scendere incontrandone poi un secondo (rimuovo anche questo).

In questo ampio tratto finale comincio ad accusare un po' di stanchezza, soprattutto le ginocchia non sono molto entusiaste della ripida discesa.
Ore 12,50 sarà un piacere rimettere le zampe sull'asfalto ed arrestare il gps.

Max




lunedì 5 febbraio 2024

Trekking del 4 febbraio 2024: anello da Marciana via Tavola e Semaforo

 

Domenica 4 febbraio, le condizioni meteo continuano a regalarci splendide giornate di sole ed ovviamente ne approfitto per piacevolissime escursioni come quella odierna in compagnia di Mario.

Partiamo alle 8,51 dalla fortezza Pisana di Marciana seguendo l'ampio sterrato con cui dopo circa quindici minuti imbocchiamo il sentiero 110.

Tutta lenta salita in gran parte esposta al sole, dovrò alleggerire ben presto il vestiario.
Poco più di un'ora e raggiungiamo il segnavia della Tavola, il panorama è superbo!

Quindi affrontiamo con  cautela la successiva sconnessa discesa, superiamo la zona del tragico impatto del volo Itavia 115 nel lontano ottobre del '60 e con la sagoma del m. San Bartolomeo di fronte a noi, prestando particolare attenzione all'ultimo ripido tratto, passiamo sul sentiero 103 che fortunatamente ci consente un'andatura più rilassata.

In breve tempo siamo al bivio del Troppolo, abbandoniamo così il 103 per seguire il 125 in direzione del Semaforo di Campo alle Serre (a cui si arriva col 176A).

Ci concediamo una prolungata sosta di oltre mezz'ora, non tanto per riposarci quanto per curiosare fra le rovine della struttura ed alle 12,38 ci rimettiamo in cammino.
25 minuti e torniamo al bivio del Troppolo per proseguire verso nord lungo il 103.

Ben presto ci rendiamo conto che il sentiero in questione è stato oggetto di manutenzione, il fondo è ben pulito ed il procedere è un vero piacere.

A Serra Ventosa incrociamo una coppia di escursionisti, noi proseguiamo per la Madonna del Monte dove in pochi secondi riempiamo le borracce di ottima e freschissima acqua.

Seguendo la Via Crucis con le sue 14 cappelle, alle 14,39 concludiamo la nostra escursione di quasi 16 chilometri.

Max




lunedì 29 gennaio 2024

Trekking del 28 gennaio 2024: Calamita piacere puro

 

Domenica 28 gennaio, prendete 4 amici uniti dalla passione per il trekking, aggiungete una giornata dalle stupende condizioni meteo, versate tutto in un luogo incantevole come Calamita ed ecco pronta l'escursione perfetta!

Parcheggiamo l'auto di Mario davanti al museo della Vecchia Officina ed alle 8,42 ci mettiamo in cammino lungo lo sterrato che sale in direzione nord superando la vecchia sbarra di ferro che stranamente, con tanto di lucchetto nuovo, preclude il passaggio ai veicoli.

Poche decine di metri e svoltiamo sulla destra per un sentierino che ci permette di visitare una casa matta un tempo adibita a pollaio.
Quindi proseguiamo in direzione est lungo uno dei numerosi single track del Bike Park.

Sempre in leggera ma pressoché costante salita e coccolati dai raggi del sole ci avviciniamo all'anello alto che eviteremo, preferendo la discesa panoramica con cui torniamo sullo sterrato principale per la Tenuta delle Ripalte.

Aggiriamo lo sbarramento (rete elettrosaldata) sulla destra e scendiamo fino alla spiaggia del Remaiolo.
Una breve sosta è d'obbligo, giusto dieci minuti quindi lentamente affrontiamo il ripido tratto in cemento per proseguire sull'ampio sterrato lungo costa.

In circa mezz'ora di lenta salita arriviamo all'ingresso del Villaggio, sono le 11,11 e poiché dobbiamo tornare alla Vecchia Officina o lo facciamo tramite Poggio Fino che implica una discreta sudata... o via sterrato principale, decisamente più facile anche se molto meno panoramico.

La scelta ricade sulla seconda via, tre chilometri abbondanti che percorreremo in meno di un'ora.
Raggiunta l'auto (parcheggiata volutamente all'ombra), cambio tattico: lo zaino da trekking viene sostituito dal più capiente zaino "ribotta" dotato di tutto il necessario per un gustoso pranzetto in spiaggia!

Una mezz'ora per raggiungere la spiaggia del Cannello ed iniziamo a preparare il "barbecue" sfruttando le numerose pietre già usate a questo scopo.
In breve tempo quattro salsicce iniziano a cuocere diffondendo nell'aria il loro caratteristico ed appetitoso profumo.

Le inseriremo nel pane casereccio preparato da Mario, libidine!
Nell'addentare il prelibato panino già altre quattro salsicce sono sul fuoco con tanto di rosmarino aromatizzante.

Il dolce all'arancio preparato da Susy ed i mandarini di Anna concluderanno lo squisito pranzetto gustato sotto i caldi raggi del sole ed annaffiato da birre in lattina.

Due ore di autentico e piacevolissimo relax!

Ci rimettiamo in marcia alle 14,35 lungo la spiaggia in direzione delle Francesche per poi imboccare per un breve tratto il Sentiero del Ferro, cosa che ci consentirà di allungare anche se di poco il ritorno all'auto.

Sfruttando i numerosi single track ci imbatteremo in quello che verrà immediatamente ribattezzato come il "Muro della Salsiccia", una rampa quasi verticale che ovviamente i bikers percorrono in discesa.

La sfida viene subito accettata da Mario che con entrambe le mani occupate raggiungerà agevolmente la vetta.
Sarà Anna per nulla intimorita la seconda ad affrontare e raggiungere la cima anche se con un attimo di incertezza per la mano impegnata a proteggere le fette di dolce avanzate.

A questo punto anche Susy, inizialmente più titubante, si lancia contro la parete di terra riuscendo tranquillamente nell'impresa.
Il sottoscritto?
Il risultato sarà scontato: come rubare le caramelle ai bimbi! 

Felici per la puerile prova superata concluderemo la piacevolissima escursione alle 15,40 dopo aver percorso (fra l'altro) quasi 17 chilometri.

Incantevole esperienza da ripetere sicuramente.

Max




lunedì 22 gennaio 2024

Trekking del 21 gennaio 2024: Anello intorno a Monserrato

 

Domenica dal freddo ancora pungente, parcheggio l'auto a pochi metri dal segnavia del sentiero 217 in località Monserrato, sono le 8,08 quando inizio l'escursione.

La visibilità è straordinaria, me ne sono subito reso conto uscendo di casa, il sole ancora basso disegna colori incredibilmente definiti; speravo in un calo del vento, ma avverrà solo in tarda mattinata.

Consapevole della lunga salita che mi aspetta, proseguo con "le ridotte" concedendomi svariate soste per fotografare.

Poco più di dieci minuti ed attraverso il fosso dei Sassi Turchini, quindi sempre in costante salita lungo l'ampio sterrato.

Con il successivo breve tratto in discesa supero il bivio col sentiero che scende in Acquaviva, di li a poco il percorso diventa una sorta di fuoripista, anche se qua e in la è segnalato da ometti in pietra e vecchie pennellate di svariati colori.

Nell'affrontare la parete di roccia procedo con cautela usando talvolta le mani per aiutarmi, la lenta andatura che mi sono imposto mi consente di valutare con buon anticipo le possibili traiettorie.

Benché più in basso alla mia sinistra sia presente una sorta di pista segnalata che probabilmente consente di procedere più velocemente, dal momento che non ho nessuna fretta, scelgo di mantenermi vicino al crinale, cosa che mi consente un panorama decisamente migliore.

Solo avvicinandomi ad un caratteristico passaggio fra la roccia, riprenderò a seguire la segnaletica.

Un passo dopo l'altro raggiungo la GTE, ma prima di incamminarmi lungo il blasonato tracciato, la vicina radura a ridosso dal vento è perfetta per farsi scaldare dai raggi del sole giusto per qualche minuto.

Indeciso sulla direzione da prendere, visto il considerevole tempo a mia disposizione, decido per la nord con l'idea di superare Cima del Monte e descrivere un piccolo anello sfruttando il sentiero del Pastore.

Ma avvicinandomi alla vetta la voglia di fotografare prende il sopravvento, prima nei confronti di un nutrito branco di capre selvatiche quindi spenderò vari minuti per una serie di spericolati autoscatti.

Dopo aver speso oltre mezz'ora a giocare con la reflex, abbandono l'idea del sentiero del Pastore e con un breve dietro front, proseguo verso le Piane della Madonna.

Col 205 prima e col 218 poi, mi incammino verso monte Mar di Capanne ma evito di salire fino alla vetta poiché sarei completamente in contro sole ed una volta al bivio, inizio a scendere nel bosco di pini, dove non pensavo proprio avrei visto, anche se di sfuggita, altre capre.

Nella discesa fino al Pino Monumentale impiegherò una ventina di minuti e camminando lungo il manto erboso a destra del fosso, riduco il tratto asfaltato con cui torno alle 11,43 al punto di partenza.

Bellissima escursione!
 
Anche se di solo 8 chilometri regala paesaggi mozzafiato.
Allungandola con una salita fino alla croce ed una visita al suggestivo santuario di Monserrato diventa perfetta.

Max



domenica 14 gennaio 2024

Trekking del 13 gennaio 2024: Anello di Calamita

 

Non c'è barba d'omo, le belle giornate invernali sono le migliori giornate per godere delle bellezze dell'isola.
Convintissimo di questa mia affermazione, propongo all'amica Susy (visto che Mario sta uscendo dall'ennesimo raffreddore...) di trascorrere l'intera giornata a zonzo per Calamita.

Per l'occasione e per sfruttare al massimo l'esposizione al sole ho studiato un percorso con partenza dal piccolo ma dato il periodo, vuoto parcheggio a fianco della spiaggia dell'Innamorata.

Alle 8,35 iniziamo il cammino seguendo l'ampio sterrato adiacente al fosso del Calone in direzione sud est per poi piegare in costante salita verso nord fino a raggiungere il recente asfalto per la Costa dei Gabbiani.
Lo attraverseremo per proseguire a salire lungo la bellissima cessa dell'Asta fino a raggiungere l'anello Alto.

Seguendolo in senso anti orario raggiungiamo in meno di mezz'ora l'incrocio ai piedi di Poggio Fino, preferendo il sentiero di crinale (un po' in chiusura) alla strada sterrata sulla destra.

Iniziata la discesa, breve sosta al laghetto artificiale che pensavo di trovare più ricco d'acqua ed in pochi minuti eccoci al villaggio delle Ripalte che aggireremo sulla sinistra passando al lato dalla scuderia dei cavalli.

Continuiamo a scendere fino alla Cantina, sperando di trovare aperto l'accesso alla sua panoramica terrazza, purtroppo non sarà così.

Sempre in discesa seguiamo quindi le indicazioni per la spiaggia del Remaiolo, l'ampio sterrato offre stupendi scorci della costa.
Ovviamente non scenderemo fino in spiaggia, seguiremo invece il sentiero sulla destra che (benché chiuso alla fine da rete elettrosaldata) ci consente di ritornare sullo sterrato a circa 500 metri dall'ingresso del Villaggio.

Sterrato che seguiremo per oltre un chilometro per poi imboccare sulla destra (in prossimità di una vecchia sbarra) un sentiero grazie al quale ed alla successiva rete dei percorsi del Bike Park, ci avvicineremo al museo della Vecchia Officina.

Da li tutta discesa fino alla spiaggia del Cannello, è ora di pranzare!
Ci "parcheggeremo" a pochi metri dalla battigia, mentre apparecchio la tavola sfruttando un pancale individuato lungo la discesa, Susy rinfresca le zampette nell'acqua di mare mentre un paio di temerari e presumo avvezzi alla fresca temperatura invernale, fanno tranquillamente il bagno.

Il menù prevede pizza, budino di riso e mandarini colti stamattina, il tutto innaffiato da una bottiglia di Icnusa, niente male, compresi i bicchieri improvvisati grazie all'idea di Susy di tagliare in due una bottiglia vuota da 500 ml.

Spenderemo un'ora in questa piacevolissima sosta, quindi dopo aver percorso già 16 chilometri, alle 13,50 riprendiamo il cammino in direzione delle Francesche.
Strada facendo riesco perfino a far entrare Susy in una vecchia galleria mineraria dal pavimento disseminato di Copiapite.
Solo pochi metri, ma sicuramente un successo conoscendo la sua repulsione a luoghi del genere.

Dalle Francesche continuiamo lungo il sentiero del Ferro, dove riuscirò a scattare qualche foto ad un bell'esemplare di Poiana che benché a notevole distanza, volteggerà più volte sopra di noi.

Breve tratto asfaltato (poco più di 200 metri) ed imbocchiamo un sentiero leggermente in chiusura con cui raggiungiamo la punta delle Ciarpe.

Susy non c'era mai stata, ne approfitto così per mostrare il grosso silos minerario e la sottostante incantevole spiaggetta.

Concludiamo la nostra piacevolissima escursione alle 15,38 dopo aver percorso 21 chilometri abbondanti ed aver sfruttato a pieno questa bellissima giornata di sole.

Max