martedì 4 marzo 2025

1 e 2 marzo 2025 - Bat box

 

Fine settimana dedicato ai chirotteri, più precisamente al controllo di alcune vecchie bat box ed al posizionamento di nuove.

Ma cosa sono le bat box?
Non sono altro che costruzioni, generalmente in legno, o in altri materiali (nel nostro caso legno/cemento) utilizzate dai pipistrelli come rifugio o posatoio durante le ore diurne in cui non sono a caccia e costituiscono indubbiamente un'efficace misura di protezione per questi importantissimi mammiferi. 

Teniamo presente inoltre che i pipistrelli sono predatori naturali di zanzare, ne divorano dalle 1000 alle 2000 a notte, quindi incentivare il loro numero significa contenere la popolazione di questi fastidiosi insetti senza dover ricorrere ai pesticidi.

Così, su invito dell'amico Paolo e Fabrizio, esperti in materia, aderisco a questa importante ed utile iniziativa.

Trascorreremo buona parte del sabato al fissaggio di una quindicina di nuove bat box in un'area caratterizzata da alberi di alto fusto ed attraversata da un piccolo corso d'acqua, un habitat ideale per i pipistrelli.

Quindi ci spostiamo in una zona dove a suo tempo ne erano state collocate altre.
Anche in questo caso ovviamente la presenza d'acqua costituisce un elemento essenziale per la buona riuscita del progetto.

Presenza d'acqua, in questo caso garantita dalla vasca antincendio di Pedalta, che però pare sia stata causa di morte della locale colonia di rospi che nel tentativo di risalire la scivolosa superficie in plastica, sono affogati.
L'ipotesi iniziale di un avvelenamento dell'acqua è stata presto scartata dalla presenza di gambusia viva e vegeta...

Amareggiati per l'infelice scoperta, riprendiamo con la nostra attività pro chirotteri con la sostituzione di alcune bat box danneggiate e la pulizia delle restanti.

Una pioggia sempre più insistente ci costringerà ad abbandonare anzitempo il lavoro che ultimeremo domenica.

Nel complesso oltre trenta bat box sono pronte ad ospitare i loro inquilini!

Piccolo suggerimento: collocare un paio di pannelli informativi su bat box e pipistrelli ritengo sarebbe sicuramente apprezzato dagli escursionisti e da chi ama fare quattro passi nella zona e magari robuste reti a maglie grosse dentro le vasche antincendio (come veniva fatto molti anni fa...) eviterebbero vittime innocenti.
Ulteriori approfondimenti, potrebbero a mio avviso attribuire la moria dei rospi (in prevalenza femmine) al soffocamento provocato dai compagni maschi durante l'accoppiamento.

Max

sabato 22 febbraio 2025

Trekking del 21 febbraio 2025 - Parco della Maremma

 

Indovinando una finestra di bel tempo fra una perturbazione e l'altra, parto in compagnia dell'amico Mario da Portoferraio con il traghetto delle 7,00.

L'intento è di visitare una porzione del Parco della Maremma e magari riuscire ad immortalare qualche interessante esemplare di fauna selvatica.
Quindi oltre alla normale dotazione nello zaino sono riuscito ad inserire un secondo corpo macchina con obiettivo, un monopiede e perfino il seggiolino pieghevole nel caso dovessi dedicare del tempo all'aspetto.

Arriviamo ad Alberese alle 9,20 circa, nel centro visite, già aperto dalle 8,30 facciamo i biglietti d'ingresso, quindi breve sosta bagno/caffè all'adiacente bar.

Tenendo la chiesa di Santa Maria sulla destra, alle 9,47 ci incamminiamo inizialmente lungo la strada del Cimitero, per seguire poi le indicazione dei sentieri A5 ed A6 (mi sono stati suggeriti per il mio interesse fotografico).
Ben presto dalle querce il verso potente delle ghiandaie riecheggia nell'ambiente circostante, tenterò di fotografarle più volte, ma invano; mi dovrò accontentare di un solo scatto.

Dopo un doppio cancello d'ingresso affrontiamo il sentiero A5, praticamente un breve anello all'interno del bosco, piacevole ma poco adatto ai miei scopi (troppo in ombra).
Apprezzo decisamente di più il successivo A6, un'ottimo compromesso fra vegetazione di alto fusto e spazi aperti, ne percorreremo una metà circa per poi abbandonarlo in prossimità della strada degli Ulivi per seguire il percorso A11 (asfalto) per circa 3,6 chilometri quando finalmente torniamo sul sentiero, nello specifico sull' A3.

Breve sosta al laghetto del Pretoriale e proseguiamo fino ad arrivare in prossimità del canale Scoglietto Collelungo, l'ampia radura sembra perfetta per una sosta e visto che sono le dodici e trenta, apriamo gli zaini ed il pranzo è servito!
Dopo circa una ventina di minuti riprendiamo quindi  il cammino, ma fatti pochi metri scorgiamo sulla nostra destra delle interessanti cavità nella roccia, più precisamente la Grotta delle Caprarecce.
Un'occhiata e qualche foto mi sembra scontato.

Con il ponte delle Tartarughe attraversiamo il canale, la vegetazione è completamente cambiata, procedendo all'interno di una bella pineta arriviamo a casa Pinottolai, altro luogo dove si può parcheggiare l'auto.

Nuovamente i piedi sull'asfalto, anche se piacevolmente inserito nel verde, avrei preferito continuare a calpestare lo sterrato...
L'obiettivo è raggiungere la foce dell'Ombrone con l' A7, altra tratto che mi è stato suggerito.
Stavolta il suggerimento si rivela del tutto inappropriato poiché ci costringe ad una estenuante marcia asfaltata (andata e ritorno) dal momento che superato il canale Essiccatore, una transenna con tanto di cartello divieto di accesso ci impedisce di raggiungere il castello di Bocca d'Ombrone ed il vicino punto di osservazione.

Benché gli ampi pascoli a nord offrano sicuramente un bel paesaggio, sono piuttosto contrariato, avrei sicuramente dedicato il nostro tempo a percorrere altre zone più "wild" piuttosto di spenderlo su strada a fotografar bovini...

Pazienza, con una marcia sostenuta poiché dobbiamo uscire dal parco entro le 17,00 seguiamo la pista ciclabile che porta ad Alberese, lungo la quale riesco a scattare anche alcune foto.

Torniamo all'auto con circa quaranta minuti d'anticipo, il gps segna 25 km, collo e spalle sicuramente di più.
Uscita entusiasmante?
Ni, diciamo che con equipaggiamento più leggero ed accantonando l'aspetto fotografico poco praticabile soprattutto per il fatto che l'orario di entrata ed uscita preclude alba e tramonto, (i momenti migliori per immortalare fauna selvatica), senza dubbio merita un'altra chance.

Max

sabato 11 gennaio 2025

Escursione del 10 gennaio 2025: Anello da Laconella a Fonza


Venerdì 10 gennaio, parcheggio l'auto in via Dei Vigneti, a circa 200 metri dalla provinciale per Marina di Campo, la giornata è bellissima con una temperatura sicuramente al  di sopra della media, tanto che fatti pochi metri, dovrò togliermi anche la leggera vecchia giacca antivento.

Sono le 11,29 quando mi incammino lungo l'asfalto in direzione del ponte di Caubbio ancora incerto sul percorso da fare.

Proseguo su via Laconella, meno di cinquecento metri ed inizia lo sterrato, il sentiero è il 250, tutto intorno un vasto intervento di taglio della macchia regala ampi panorami (compresi quelli delle bottiglie che la vegetazione ha nascosto per anni e che ora sono in indegna mostra).

Proseguo nel cammino fino al bivio col s. 243 e dopo un breve attimo di incertezza, decido di continuare sul 250 in direzione di Capo di Fonza.

Da questo punto il 250 abbandona le ampie dimensioni di strada sterrata per assumere quelle di tipico sentiero regalandomi per lunghi tratti un fondo veramente piacevole e ben battuto.

In poco più di un'ora raggiungo il bivio col 248A mi mantengo sul 250 per arrivare fino allo spiazzo del Capo di Fonza per poi ripercorrere a ritroso i 350 metri fino al bivio precedente e iniziare a salire sul 248A.

Oltre alla discreta pendenza è soprattutto il fondo a soqquadro che rende difficoltoso procedere, fortunatamente presumo appassionati di mtb, hanno realizzato una sorta di pista alternativa che con una serie di tornanti che lo attraversano, permette di procedere più agevolmente anche se ciò comporta un leggero incremento della distanza.

Breve sosta sul monte Fonza, per colpa di un fastidiosissimo vento teso, sarò costretto a indossare la giacca da trekking, ne approfitto per scattare qualche foto, compreso il semi nascosto caprile.

Riprendo la marcia sul 248, ma solo per 800 metri, fino al successivo incrocio col 243 con cui riprendo a scendere sperando di trovare un po' di riparo dal vento.

Il sentiero di larghe dimensioni mi permette di procedere in completo relax, supero l'incrocio con cui si può raggiungere la provinciale e dopo altri 100 metri svolto sulla sinistra lungo il s. 246 che mi consentirà di raggiungere l'auto in minor tempo e soprattutto di evitare di ripercorrere lo sterrato della partenza.

Concludo la piacevole passeggiata alle 14,23 dopo aver percorso circa 11 chilometri.

Max