giovedì 3 dicembre 2020

Vandalismi di qualcuno

 

Il segnavia in questione è stato posizionato da Pasquale e me nel pomeriggio dell' 8 ottobre 2020.

Da allora è stato vandalizzato ben 3 volte, di seguito le comunicazioni ricevute da Pasquale che

in data 18 ottobre mi scrive:

"Le due nuove frecce sono già state vandalizzate. Per la precisione strappate dal palo e per fortuna, lasciate sul posto."

poi in data 5 novembre:

"è rimasta coinvolta la sola freccia che indica la loc. di Ortano, che è stata nuovamente strappata

infine in data odierna:

"E tre con i vandalismi. Inspiegabilmente anche questa volta la sola freccia che indica Ortano, lasciata per terra."

Sinceramente non mi interessa conoscere l'autore di queste azioni, personalmente li considero solo atti di basso vandalismo, senza escludere che invece potrebbero avere giustificate motivazioni.

Mi piacerebbe invece conoscere proprio queste a me ignote motivazioni, sapere perché qualcuno si "diverta" a strappare dei segnavia che oltre ad essere di aiuto per qualsiasi escursionista, contribuiscono a trasmettere quella sensazione di amore del territorio.

Ti fanno capire che c'è Qualcuno che ha cura del luogo, che si prende cura dei sentieri ed ha piacere quando un estraneo li attraversa e sospira: "Che bello!"

Mi rivoglo così direttamente all'autore dello scempio per conoscere le sue ragioni, io penso di avergli fatto capire quelle di Qualcuno che con pazienza ritornerà a riparare il danno.

Max

domenica 15 novembre 2020

13 novembre 2020 - tesori nascosti

 


A seguito delle recenti restrizioni imposte dal governo*, mi concedo una breve camminata all'interno del comune di Portoferraio.
Le solite zone, percorse un infinità di volte e che conosco come le mie tasche, ma giusto per sfuggire dal banale (che poi banale non lo è mai) do pieno sfogo alla curiosità.
Alla ricerca dello scorcio particolare, decido così di allontanarmi dal sentiero.

Mi muovo lentamente e con cautela, raggiungo la meta, mi pare buona, 3/4 scatti giusto per essere sicuro del risultato e ripongo la Nikon nello zaino.
Un'occhiata intorno, vale la pena di provare a farsi strada fra la macchia e magari con un po' di fortuna e senza ammazzarmi troppo, ritornerò sul sentiero principale.

Delicatamente supero una pianta di pruno caprino, salgo meno di due metri e resto di stucco!
Una scalinata perfettamente conservata e manutenuta (di recente) si prospetta ai miei occhi, incredibile!
Un solo disappunto, non avere il gps con me!

Ovviamente inizio a salire l'erta via, una decina di metri e trovo una deviazione, pazzesco, ancora euforico per la recente scoperta e ne trovo un'altra!
Abbandono così la scalinata per il sentiero sterrato in quota sulla sinistra; un leggero su e giù quindi dopo un tornante a destra una nuova scalinata, ma meno ripida della precedente mi condurrà fino ad una successiva deviazione, scelgo la destra, in teoria dovrei ricongiungermi con quella ripida scoperta inizialmente.

Davanti a me si apre una piacevolissima radura, basamenti in cemento mi fan pensare a strutture belliche, chissà se gli amici di elbafortificata ne sono a conoscenza?

La vista è pazzesca, un luogo incantevole che un bravissimo manutentore sta curando nei minimi dettagli, lo confermano i vari tratti addirittura rastrellati.
In completa fibrillazione, proseguo lungo il sentiero, riflettendo su costui o costoro che si sono presi l'impegno di accudire con tale precisione e discrezione il vecchio percorso.
Le estremità ancora intatte e nascoste dalla vegetazione rivelano l'intenzione di non renderlo pubblico.

Per rispetto di chi se ne sta occupando e sinceramente anche per preservalo dalla massa spesso disseminatrice di bottiglie e fazzoletti decido di mantenere un certo riservo, evito così di postare foto rivelatrici ed ovviamente far nomi.

E' difficile non condividere la bellezza del luogo, ma ritengo spetti all'impeccabile manutentore decidere di farlo.
Per quanto mi riguarda, a frugar meglio nelle tasche, a volte si trova un tesoro!!!

* la minuscola non è casuale

Max

domenica 8 novembre 2020

Trekking del 7 novembre 2020 - Anello Aia di Cacio

 

Sabato 7 novembre, giornata stupenda, compagnia pure!

Ritrovo all'Aia di Cacio alle 8,30, quindi in compagnia di Anna, Mario e Susy scendo verso l'eremo di Santa Caterina dove ogni lunedì di Pasquetta viene celebrata la festa della  Sportella, un tipico dolce della tradizione riese.

Proseguendo lungo il sentiero, raggiungiamo la provinciale, prima sosta per alleggerimento vestiario, t-shirt e pantaloncini sono d'obbligo data la temperatura ben sopra la media stagionale.
Poco più di 500 metri e rieccoci sullo sterrato, la salita verso la torre del Giove ci attende, salita oltretutto in ottimo stato, presumo per la costante manutenzione effettuata dai bikers locali.

Alle 9,26 raggiungiamo le mura della torre, o meglio quello che ne resta poiché pesantemente devastate durante l'assedio dei turchi nel sedicesimo secolo.

Il luogo comunque conserva integro il suo fascino e la vista su 360 gradi è veramente spettacolare; se si attraversa poi in direzione sud la lecceta che lo cinge, in meno di due minuti si gode di una panoramica impareggiabile su Rio Marina e valle Giove.

Quindi breve marcia indietro fino ad un adrenalinico single track con cui scendiamo fino allo sterrato che dall'officina del Portello porta al laghetto delle Conche, nostra prossima meta.

Oramai il livello dell'acqua si è decisamente abbassato e le recenti pioggie autunnali lo hanno solo timidamente rinvigorito; comunque regala ancora colori e riflessi sorprendenti.

Mentre Mario offre nozioni di geologia alle nostre ospiti, io cerco di catturare qualche bella immagine con la mia macchina fotografica.

Dopo un abbondante quarto d'ora, riprendiamo quindi il cammino verso un altro luogo suggestivo, il Termine e monte Calendozio.

Dal paesaggio quasi lunare, ricco di giacimenti di ferro, è un'altra meta assolutamente consigliata per chi effettua un'escursione in zona.
Anche qui sosta e foto sono d'obbligo.

Meno di 500 metri e ritorniamo sul sentiero principale (206) un paio di chilometri abbondanti e raggiungiamo la strada della Parata, ne percorreremo circa 800 metri in direzione ovest (in discesa) per poi risalire in meno di 200 metri sulla GTE.

Girare a sud ci riporterebbe rapidamente all'Aia di Cacio, ma perché non fare un salto alla spiaggia dei Mangani?
Così rotta verso nord, in poco più di mezz'ora percorriamo i 2 chilometri che ci separano dalla bellissima quanto selvaggia spiaggia!

Una sosta per rinfrescare le zampette, rimpiangendo di non avere costume e telo mare e dopo dieci minuti abbondanti ci rimettiamo in marcia per affrontare la breve ma ripida salita con cui ci avvicineremo a Nisportino.

Ne raggiungiamo l'ampia spiaggia poco dopo le 14, non ci resta che la lunga salita (di quasi 2 km) per concludere la nostra escursione.
Temuta da Anna, ma solo a parole poiché visto il distacco che ci rifilano le "bimbe" non so se portarle ancora a spasso in futuro...

Il generoso Mario ed io chiudiamo l'anello di circa 19 chilometri alle 14.45; bellissima giornata, bellissima escursione e complimenti alle donne!

Max

domenica 1 novembre 2020

Trekking del 1 novembre 2020 - anello da Pomonte


Domenica primo novembre, il programma odierno prevede di descrivere un anello di circa una ventina di chilometri con partenza ed arrivo a Pomonte.

Iniziamo il cammino alle 8.02 seguendo il percorso della GTE.
Arrivati al monte Cenno, impossibile non notare che il 131 è stato oggetto di manutenzione, si d'accordo veloce ed essenziale, con il tagliato che giace ancora lungo il sentiero, ma che indubbiamente ci consente una marcia più agevole fino alla Grottaccia.

Prestando la massima attenzione su dove mettere i piedi, quando il granito è bagnato è come camminare sul sapone, raggiungiamo Malpasso alle 10.31.
Quindi con ancora più attenzione, con i sentieri 101, 106 e 110* scendiamo fino ad intercettare la salita della via Crucis (sentiero 103).
*Verso la fine del 110 un pino caduto sbarra il passaggio.

Brevissima sosta alla Madonna del Monte  e sempre seguendo il 103 superiamo Serraventosa ed il Troppolo quindi attraversando un tratto manutenuto di recente (con le stesse caratteristiche del 131), arriviamo sotto San Bartolomeo.

La sconnessa discesa verso il paesino di Chiessi sarà particolarmente dura, anche perché i 20 chilometri fin'ora percorsi non è che siano stati proprio una passeggiata...
Fra dita dei piedi, caviglie, ginocchia e schiena, sembra di essere in sala d'attesa di ortopedia!

Ma lungo il piacevole sentiero del Tramonto (di collegamento fra Chiessi a Pomonte) un Mario solo apparentemente provato, abbozzerà perfino una timida corsetta mentre il sole già basso, continua a scaldare regalando temperature sensibilmente sopra la media.

Le articolazioni doloranti non riusciranno comunque a farci perdere il sorriso, eccomi così, dopo oltre sette ore di cammino e 24 chilometri percorsi, a sorseggiare una meritatissima birra a Pomonte in compagnia di Anna, Mario e Susanna, felici per la bellissima giornata trascorsa insieme, rallegrata da comiche cadute e qualche scivolone.

Max

domenica 6 settembre 2020

Trekking del 6 settembre 2020 - anello Piane al Canale, Macinelle, Malpasso


Giornata quasi perfetta per camminare!
Il cielo parzialmente nuvoloso ha attenuato sensibilmente il calore del sole e non ostante le temperature sempre sopra ai 20° la piacevole aria settembrina ha fatto il resto.

Parto alle 7,57 dalla provinciale del monte Perone, dopo aver parcheggiato proprio davanti all'imbocco dello sterrato delle Piane al Canale.
Quindi mi dirigo verso le Macinelle seguendo il sentiero 130 in buone condizioni.
I colori del paesaggio sono favolosi.

Raggiungo i caprili alle 8,36 qualche foto e proseguo verso ovest fino a raggiungere il bivio con la GTE.
La salita con il passare degli anni diventa sempre più impegnativa, ma faccio finta di niente...
Breve sosta a pochi metri da Malpasso per ulteriore pausa foto ed alle 9,44 inizio a scendere nel versante nord.

A meno di 200 metri dal bivio della GTE, supero un paio di piante abbattute sul sentiero (è da un po' che lo sono), quindi do una riassettata al vecchio segnavia del 125 (ottimo sentiero!).

Alle 10,20 sono al bivio con il 107 su cui proseguo con piacere.
Scendendo da Masso alla Quata incrocio tre escursionisti, altri tre li avevo incrociati un'ora prima sulla GTE.

Continuo la discesa seguendo il single track "Pietre Strette", ideale per gli appassionati di downhill, un insolito masso di granito tagliato a metà forse è la ragione del nome del sentiero.

Raggiungo l'auto alle 11,20 dopo aver percorso 11,5 km.
Proprio una piacevolissima passeggiata!

Max

domenica 26 luglio 2020

Trekking del 26 luglio 2020 - Pedalta, San Cerbone e m. Giove



Caldo, decisamente caldo, l'assenza di vento non aiuta, mi dirigo alla fortezza pisana di Marciana e parcheggio l'auto nell'effimero tentativo di cercar refrigerio.
Inizio il cammino alle 8,58 incrociando subito due escursionisti e dopo circa 30 minuti raggiungo Pedalta (vasca antincendio).

Proseguo sull'ampio sentiero (un tempo il 6), attraverso il vecchio ponte e raggiungo il romitorio di San Cerbone (530 m slm) dove vengo raggiunto e superato da una coppia di runners.

Continuo a salire sul 101 fino a tornare nuovamente sul vecchio 6 (adesso GTE nord); quindi seguendo l'indicazione "Caprile della Stretta" (un tempo il sentiero 28) mi dirigo in direzione del m. Giove rinunciando alla piacevole ombra del bosco.

Il tratto in questione è decisamente trascurato e se non fosse per sporadici ometti in pietra difficile da seguire, specialmente per chi non lo conosce.
Un vero peccato poiché consente di raggiungere la Madonna del Monte o la vetta del monte Giove offrendo nel contempo scorci superbi del versante nord occidentale dell'isola.

Raggiungo la vetta poco dopo le 11, breve sosta per una bevuta e per godermi il panorama ed inizio la discesa verso Serraventosa.
Discesa bellissima ma consigliata solo ad escursionisti esperti, specialmente nel tratto iniziale ed oltretutto priva di segnavia (come la salita del resto), solo raggiungendo il caprile dell'Albero il sentiero diventa più agevole e definito.

Da Serraventosa in circa 15 minuti raggiungo la Madonna del Monte, altro luogo incantevole (infatti vi troverò numerosi escursionisti), un vero piacere dissetarsi con la freschissima acqua della sua sorgente.

Scendo così lungo la via Crucis incrociando ancora diversi turisti, evidentemente non sono l'unico a sfidare il caldo pur di evitare la ressa nelle spiagge.
Alle 12,09 ritorno al punto di partenza dopo aver descritto un bellissimo anello di circa 11 chilometri.

Max

venerdì 24 luglio 2020

Sentiero 139 - Capo Poro




Dopo aver letto il recente articolo del CAI sul sentiero 139 (riportato in "Rassegna stampa") decido di andare a vedere di persona.

Per ridurre il tempo di percorrenza, scelgo di salire attraverso via Salita del Salandro ed in breve tempo mi ritrovo sul sentiero 138; meno di 400 metri e raggiungo il bivio con il 139, inizia "lo sbancamento"!

Il primo impatto non è dei migliori, adesso più che un sentiero sembra una carrareccia...
Confermo le osservazioni rilevate dal Cai, il tagliato abbandonato ai lati (solo i professionisti evitano di farlo...), alcune piante tagliate in malo modo (sfregiate), tratti di muretti a secco disintegrati.

Del piacevole sentiero, anche se talvolta in chiusura c'è rimasto ben poco, adesso misura almeno un metro e mezzo di larghezza!
Hai voglia a passarci prima che si richiuda!

L'energico intervento "di manutenzione" prosegue anche oltre il rudere interessando così circa 1,1 chilometri, un reset storico il cui unico beneficio probabilmente è stato rendere il fondo meno tecnico ed un po' più sicuro.

Preso atto del cambiamento, ovviamente raggiungo il faro che purtroppo ho trovato in brutte condizioni.
La struttura è crepata in più punti e necessita assolutamente di un urgente intervento di muratura.

Presumo invece che le matasse di rete all'interno del vicino rudere, siano state lasciate per recintarlo, al momento solo pittoresche scritte sui muri avvisano di tenersi alla larga. 

La cessa di pulizia per i tralicci elettrici?
Probabilmente necessaria, ma è proprio orribile a vedersi!

Max

domenica 12 luglio 2020

Trekking del 12 luglio 2020 - da Magazzini al m. Mar di Capanne



Partenza ore 7,40 dal bivio per Magazzini e dopo un breve tratto di asfalto entriamo nel bosco sfruttando il suggestivo single track "buca del Bandito", inizia la salita, ma fortunatamente tutta all'ombra!

Alle 8,36 raggiungiamo il bivio col sentiero 220, pieghiamo a sud facendo scappare una famiglia di cinghiali per poi raggiungere la GTE dove riusciamo ad immortalare un bellissimo esemplare di ramarro, sempre più difficili da avvistare.

Alle Piane della Madonna seguiamo il sentiero 205 per circa 600 metri quindi proseguiamo a sud col 218 in direzione della croce che raggiungeremo col 225 alle 9,41.

Il percorso offre scorci particolari e paesaggi così incantevoli che saremo obbligati a numerose soste per scattare foto.

Quindi breve dietro front per tornare vicino al bivio con 205 dove decidiamo di effettuare un bellissimo fuori pista verso la vetta di monte Castello.
La roccia friabile richiede attenzione, ma fortunatamente garantisce un'ottima aderenza alle suole delle nostre scarpe.

Alle 10,30 circa siamo nuovamente alla Piane della Madonna, seguiremo la GTE per circa 2,2 chilometri per deviare a nord lungo un sentiero nella macchia probabilmente ripulito da bikers locali, con cui arriviamo agevolmente in via Le Trane.

Ritorneremo al punto di partenza alle 11,30 circa sfruttando l'asfalto della provinciale dopo aver percorso circa 12 chilometri.

Bellissima escursione!

Max

domenica 28 giugno 2020

Trekking del 28 giugno 2020 - Anello Pietre Rosse e m. Serra




Per stamattina ho deciso di percorrere l'anello Pietre Rosse, parcheggio quindi l'auto presso l'Aia di Cacio ed alle 8,13 inizio la discesa lungo l'ampio ed a tratti ripido sterrato che all'ombra della macchia, per circa 1,3 chilometri mi indirizza verso Nisportino.

Raggiungo la spiaggia dopo altri 750 metri circa di asfalto, dove purtroppo non sfuggono alla mia attenzione i bidoni per la raccolta differenziata, che fan capire quanto sia più civile il sistema di raccolta "porta a porta"...

Il mare cristallino esercita un fortissimo richiamo, ma di continuare l'escursione con il sale addosso non ne ho assolutamente voglia.
Mi limito quindi a qualche foto e proseguo in direzione della spiaggia dei Mangani con il sentiero 265.

Dopo circa un 700 metri un insolito colore giallognolo nella macchia sottostante mi incuriosisce.
Un attimo di indecisione ed abbandono il sentiero per verificare di cosa si tratta.
Con gran stupore scopro una sorta di accampamento ben nascosto alla vista da una grossa roccia.
La tenda strappata in più punti e le pessime condizioni del resto dell'attrezzatura mi suggeriscono siano li da molto tempo.
Comprendo perfettamente il fascino dell'avventura, del campeggio di fortuna, ma perché abbandonare tutto?
Questo dubbio mi accompagnerà per il resto dell'escursione.

In generale il tratto Nisportino - Mangani non presenta particolari problemi, anche se potrebbe esserne migliorata la manutenzione e la segnaletica orizzontale, quella verticale è ampiamente rappresentata dai cartelli della "King of Elba" dello scorso anno e non più rimossi...

Attraverso la spiaggia perfettamente ripulita dai rifiuti accumulati dalle mareggiate, mentre alcuni bagnanti ne hanno già preso possesso arrivando via mare ed inizio la tecnica salita verso nord est.

Il sentiero in generale si presenta in buono stato, con maggiori segnavia orizzontali, solo nella sua parte centrale (fra spiaggia e la Parata) il fondo è un po' dissestato e da ripulire dalle fronde secche di un albero caduto.

Raggiunto il bivio con la GTE, in circa 40 minuti torno all'Aia di Cacio, sono le 10,51 ho tutto il tempo per fare anche l'anello di monte Serra con il sentiero 202.
Scelgo il senso antiorario e noto con piacere che l'opera del decespugliatore lo ha reso perfettamente percorribile per 800 metri abbondanti, dopo purtroppo bisogna farsi largo fra la vegetazione che in qualche punto tende a chiudere il sentiero.

Raggiungo la vetta in circa 20 minuti (la metà di quanto indicato dal segnavia) ed in meno di 20 sono nuovamente all'auto dopo aver concluso anche questo breve anello di 2,4 chilometri.

Max

martedì 23 giugno 2020

Trekking del 23 giugno 2020 - Anellino delle Calanche e giglio rosso di San Giovanni



Approfitto della mattinata libera per un'escursione sulla vetta delle Calanche.
Parcheggio l'auto alla fonte del Castagnone, lungo la provinciale che porta al monte Perone e dopo aver dato alcune informazioni ad un biker, alle 9,09 inizio il cammino partendo dal sentiero dietro la sorgente.

Raggiunto il 107, continuo a salire su quest'ultimo, poco prima di raggiungere Masso alla Quata, dove effettuerò una breve sosta, noto con piacere che qualcuno si è preso la briga di tagliare un albero caduto che sbarrava il passaggio da molto tempo.

Sempre salendo, al successivo bivio proseguo sul 123 in direzione della vetta ma prima di raggiungerla, troverò un bellissimo giglio rosso di San Giovanni, la sosta foto è obbligatoria.

Raggiungo i 900 metri slm delle Calanche, come testimoniato da una parte del segnavia verticale, poiché la restante giace a terra... altre foto e proseguo verso Malpasso attraverso il sentiero 100 (ex 00).

Strada facendo mi imbatto in un altro esemplare di giglio rosso, altre foto ed alle 10,47 abbandono il 100 per scendere verso est con il 105.
Meno di 100 metri ed il tronco di un pino caduto sbarra il passaggio, poco dopo altri 2 alberi lo faranno.

Arrivato al bivio con il 107 nuovo cambio di direzione e grazie al vecchio 24 (in pessime condizioni di abbandono) arrivo al povero rifugio di San Francesco.
Meno di 700 metri lungo l'asfalto della provinciale e ritorno all'auto dopo aver effettuato un anello di circa 7 chilometri.

Max

Trekking del 21 giugno 2020 - Val di Cappone e Cala





Domenica 21 giugno, la partenza da Marciana Marina è insolitamente tardi (sarà la vecchiaia...).
Inizio a salire lungo val di Cappone alle 9,16 e con rammarico devo affermare che i primi metri del sentiero, dopo aver costeggiato la recinzione del cantiere nautico, sono in pessimo stato e privi di qualsiasi indicazione.

Continuando a camminare nel sottobosco, si trova qualche pannello e segnavia verticale, ma son tutti rigorosamente appoggiati chi ad un albero chi ad un sasso e l'assoluta carenza di manutenzione non risparmia nemmeno il fondo del sentiero, sparso di pietre e rami caduti.
Insomma guai ad alzare lo sguardo se non si vuole inciampare o peggio.

Dopo circa 45 minuti, raggiungo il vecchio incrocio ancora segnalato (fortunatamente) dal buon legno dei segnavia di un tempo, proseguo in direzione di Sant Andrea visitando anche una vecchia cantina.
Altri 700 metri circa e finalmente il sentiero cambia completamente volto, appena supero la recinzione di una bella ed isolata villa infatti, diventa perfettamente pulito, sembra di passeggiare su un biliardo!

Alle 10,34 sono esattamente sul probabilmente il più bel ponte edificato sull'isola, merita assolutamente una sosta e qualche foto.
Mi sono sufficienti pochi minuti e riprendo il cammino verso le abitazioni di via La Conca.

Seguendo il sentiero 150 scendo verso la spiaggetta della Cala, per poi risalire e proseguire verso Marciana Marina che raggiungerò alle 12,03 descrivendo un piacevole anello di 8 chilometri esatti.

Max

domenica 14 giugno 2020

Trekking del 14 giugno 2020 - San Martino - Fonza



Inizio l'escursione alle 8,12 da San Martino.
La giornata si presenta stupenda e la vegetazione è ancora bagnata dall'acquazzone di  sabato sera.

Mi incammino su quello che erroneamente il segnavia in legno della rete escursionistica toscana riporta come sentiero 121.
Erroneamente sia perché da qualche anno è stato cambiato in 221, sia perché si sviluppa diversamente da quanto indicato.
Inoltre il primo centinaio di metri è decisamente in chiusura dalla vegetazione e proseguendo andrebbe rimosso un albero caduto.

Raggiunto il bivio con il "vero" 221 proseguo dritto in salita lungo un sentiero privo di numerazione che benché con qualche albero caduto da rimuovere, mi porta agevolmente sulla GTE.

Passo quindi sul 215, inizialmente all'ombra nella macchia, poi man mano che scende verso Lacona, offre superbi panorami del golfo.
300 metri circa di asfalto della provinciale quindi giro sulla sinistra per Laconella.

L'intenzione era di percorrere la Segagnana, è da diverso tempo che non lo faccio, ma raggiunto il segnavia per Capo Fonza, decido di deviare e mantenermi sul sentiero 250 che fortunatamente non necessita di particolari interventi di manutenzione.

Alle 10,30 raggiungo il punto panoramico, qualche foto, una bevuta e mi rimetto in marcia, mi aspetta una discreta e dissestata salita sotto il sole per raggiungere la vetta del monte Fonza.

In 18 minuti (contro i 40 indicati dal segnavia del 248A) raggiungo la sommità, concedendomi anche un paio di brevi soste foto.
Un nutrito gruppo di motociclisti ha appena ultimato il dispiegamento delle loro moto da enduro, presumo per una bella foto di gruppo.

Proseguo fino alla panchina in legno sul bivio con la Segagnana, mi concedo una sosta per mangiare un po' di frutta e riprendo il cammino lungo il 248 verso monte Tambone e le sue splendide antenne...

Scendendo verso il Cocchero, incrocio una giovane biker, spinge la propria mtb senza troppa difficoltà lungo un tratto decisamente tecnico e ripido.

Supero le deviazioni per visitare il caposaldo Tivoli (248B) ed attraverso la provinciale proseguendo lungo la vecchia ed ampia strada militare delle Mezzane.
Seguendo sempre il 248 supero Buca di Bomba e raggiunto il bivio con il 245 passo su quest'ultimo per circa 250 metri, per tornare a San Martino preferisco sfruttare il piacevolissimo e divertente single track "Napoleone" aperto abbastanza recentemente da bikers locali.

Proprio una bella camminata di poco più di 17 chilometri.

Max

sabato 30 maggio 2020

Walk and Work del 30 maggio 2020 - Calamita


Durante l'ultimo allenamento, ho avuto qualche inconveniente di "transito" a causa soprattutto della crescita a dismisura dei rovi.

Così stamattina ho deciso di ripercorrerne i tratti più critici.
Munito di falcetto, forbici e sega ho così effettuato un minimo di manutenzione ad alcuni sentieri, in primis quello che costeggiando l'asfalto, dalla cessa di Nico si collega alla valle di Fosco.

Mantenendomi sempre in quota, breve tratto in salita su Sardina e quindi procedo in direzione est.
Altro apprezzatissimo single track fino ad un nuovo (per me) sentiero segnalato da un segnavia in legno con la scritta E3.

Ovviamente lo seguo, immaginando che mi porterà sull'ampio sterrato sottostante.
Non immaginavo però lo facesse con tutta una serie continua di tornanti e brevi ma ripide discese, assolutamente spettacolare anche per il running!

Raggiungo così lo sterrato principale, lo attraverso quindi altra novità, segnalato con E4, attraversa quello che credo un tempo fosse chiamato il campo delle patate.
Il contrasto fra l'azzurro del mare ed il terreno dall'aspetto lunare è bellissimo, continuo a scendere velocemente fino ad incrociare il sentiero del ferro, quello proveniente dall'Innamorata.
Tengo la sinistra fino al trincerone, quindi risalgo verso il museo e continuo lungo la Polveriera, proseguo fino alla Garitta e scendendo tutta la cessa di Nico, ritorno all'auto dopo circa 3 ore e 40 minuti, 12 i chilometri percorsi.

Max

martedì 26 maggio 2020

Sentiero 255 - castello del Volterraio


25 maggio 2020, rientrando da un importante intervento di manutenzione sulla GTE sotto monte Grosso, ne approfitto per andare a fare una visita al castello del Volterraio.

Parcheggio nel modesto piazzale sterrato a margine della provinciale dove si notano ancora le strutture belliche di quella che un tempo fu la 123° Batteria 149/12; quindi inizio lentamente a salire lungo il sentiero 255.

Non ricordavo fosse stato sottoposto ad un così attento e consistente intervento di manutenzione del fondo.
Certo, al momento avrebbe bisogno di una mezza giornata di decespugliatore e rastrello in quanto vegetazione e pietre ne hanno in parte preso possesso, ma la travatura in legno che ne accompagna gran parte della sua lunghezza è ancora integra e svolge perfettamente la sua funzione di aiuto a coloro che si avventurano per il ripido cammino.

Meno di 400 metri e raggiungo la chiesa di San Leonardo, la porta d'ingresso pare chiusa, ma avvicinandomi per controllare, mi accorgo che la catena è solo agganciata ad un occhiello avvitato (malamente) nel legno, così entro per scattare qualche foto e riavvitare per quanto possibile l'effimero sostegno.

Continuo con la salita aiutato da scalini in muratura che nascondono bene la loro recente realizzazione.
Quindi un'attenta occhiata e molte foto a parte del perimetro del maniero che ovviamente è chiuso, per accedervi occorre contattare l'ente Parco.

Rientro all'auto che sono quasi le 19,30 per avere la luce giusta e gustare l'impareggiabile tramonto dovrei aspettare almeno un'altra ora.

Max

Rifugio San francesco - parte 3


23 aprile 2020, novità per il rifugio San Francesco!

Il pino che lo aveva danneggiato è stato rimosso; e questo è già un passo avanti, peccato che il tetto oramai sia completamente distrutto...

e gran parte della travatura che lo sosteneva giace al suolo in compagnia dell'eternit ancora più sbriciolato di prima.



Però la porta è stata rifatta e rimessa al suo posto, così passando per la provinciale non ci si rende conto del penoso stato di abbandono.

Post precedente del 10 aprile 2015.

Max

domenica 3 maggio 2020

Trekking del 3 maggio 2020 - Anello Covid



Esco di casa alle 7,13, l'appuntamento con Mario è alle 8,00 a San Giovanni e se non fosse stato per la diga delle Terme, danneggiata evidentemente dall'ultima mareggiata, sarei arrivato in perfetto orario.

Ma è solo telefonandogli che riusciamo a stabilire il contatto.
Lui proveniva da tutt'altra direzione rispetto a quello che pensavo.

Poco male, saliamo insieme lungo il percorso della Rada, mantenendoci sempre a distanza di sicurezza.

Raggiunta la spiaggia delle Prade, pieghiamo verso sud, attraversiamo la provinciale e proseguiamo verso le Trane.
Continuiamo a salire verso la GTE decidendo di evitare il sentiero principale ed imbocchiamo quello sulla sinistra un centinaio di metri prima del massiccio ponte militare.

Lo seguiamo senza particolari difficoltà finché non troviamo una bassa recinzione in rete elettrosaldata.
Incuriositi, decidiamo di seguirne il perimetro, cosa che ovviamente ci allontana dal sentiero e ci costringerà per qualche tratto ad avanzare cercando un varco fra la vegetazione.

La GTE ormai è vicina, salgo deciso verso sud est quando mi cade l'attenzione sui colori del mantello di una bellissima e grossa vipera (almeno 80 cm).
Immobile, allerto subito Mario, che procede dietro di me, quindi estraggo lentamente la macchina fotografica ed immortalo il rettile.

Come prevedibile, il lento avanzare di Mario la mette in allerta, meno di un secondo e cercherà invano riparo nel cisto.
Dico invano poiché Mario, non contento dell'avvistamento, individua rapidamente la sua nuova posizione e munito di un ramoscello la importunerà fino a farle emettere più volte il tipico soffio di pericolo.

Riprendiamo il cammino entusiasti per l'inaspettato incontro, anche se per il resto della passeggiata faremo molta attenzione a dove mettere i piedi...

Scendiamo lungo la GTE fino ad imboccare la strada di Fabbrello, quindi con un piacevole sentiero nel bosco, raggiungiamo un laghetto popolato da tartarughe.
Ne individuiamo diverse, ma come tento di avvicinarmi per fotografarle, scappano giù con rapidità!

Attraversiamo così la zona di Schiopparello ed oltrepassata la provinciale saliamo lungo la strada del Vecchio Papa in direzione di Colle Reciso.
Raggiunto lo stretto tornante delle Picchiaie, giriamo verso nord fino a tornare alle Grotte ricollegandoci così al percorso fatto in precedenza.

Un'altra piacevole ed entusiasmante passeggiata di oltre 23 chilometri in circa 6 ore.

Max

venerdì 1 maggio 2020

Trekking del 1 maggio 2020 - Anello Covid 19



Oltre le mura di casa, dopo giorni lunghissimi, finalmente di nuovo in mezzo alla natura.
Esco da casa alle 7,10 scarponi, zaino leggero, giusto l'essenziale, unica limitazione, restare nel comune di Portoferraio...

Dopo l'inevitabile asfalto di viale Enaudi, mi dirigo in direzione Enfola, poco più di 800 metri e passo sullo sterrato.
Salgo tranquillo verso monte Poppe, la temperatura è perfetta ed il cielo velato evita sudate superflue.

Raggiunto il 248 ne scendo poche decine di metri verso ovest per intrufolarmi in un piacevolissimo e meno trafficato single track con cui mi ricongiungerò al 248  molto più a sud.

Attraverso l'asfalto all'altezza del bivio Biodola Forno e sempre seguendo il 248 arrivo fino a Buca di Bomba.

Mi rifiuto di seguire la nuova GTE ed inizio a salire verso monte San Martino, tutta un'altra storia...
La fioritura del cisto è favolosa, mi rendo conto solo adesso di come la natura non sia fermata, nessun lockdown per lei!

Rumore di ruote veloci, cari amici con le loro mtb si fermano a salutarmi, che bello potersi rivedere.
"Buon giro" 
"Anche a te" Rispondono sparendo in pochi secondi davanti a me.

Colle Reciso, altro breve tratto asfaltato e proseguo verso monte Orello.
Ho un'ampia scelta di sentieri da percorrere e privo di ogni limitazione temporale, lascio il timone alle gambe, accetterò qualsiasi rotta vorranno.

Passo così da poggio Corsetti ed evitando la cessa dei Catenacci (Susy sa perché) raggiungo Casa Marchetti.
Con rammarico scopro che il piccolo rudere in cui ero solito nascondere i viveri nelle mie traversate lungo la GTE è stato demolito, adesso solo uno spazio vuoto.

Sono le 11,43 quando attraverso la deserta provinciale per Porto Azzurro, sempre presto per mangiare qualcosa, riprendo così a salire lungo la strada del Buraccio.
Supero l'azienda Terra e Cuore, sembra tutto deserto.
Continuo sulla GTE fino ad un'amena radura a circa 100 metri dall'imbocco del sentiero del Pastore, spendo 5 minuti per tentare invano di telefonare a casa (assenza segnale) e mangiare una banana, poi riprendo il cammino.

Devo ammettere che aver avuto le mie Speedcross sarebbe stato veramente fantastico.
Il sentiero con continui tornanti in adrenalinica discesa sarebbe assolutamente da correre...
Peccato indossi gli scarponi, abbozzo comunque una corsetta, per quanto possibile.

Mantenendomi sulla sinistra raggiungo la valle delle Trane, in alto spicca la chiesa di Santo Stefano, è proprio bella, vale la pena deviare ed andare a visitarla.
Scatterò solo qualche foto degli esterni, l'ingresso è chiuso.
Mi siedo così sugli scalini, veramente dei bei momenti.

L'arietta sulla schiena mi suggerisce di riprendere la marcia, non voglio certo ghiacciarmi.

Meno di 900 metri e sono sulla provinciale 28, sono così felice che percorrere l'asfalto non mi disturba minimamente.
All'altezza del bar La Curva proseguo verso casa dell'amico Mario, non risponde al telefono, forse è a passeggiare anche lui.
Lo cerco fino alla spiaggia, invano, pazienza l'avrei salutato volentieri.

Tramite strade alternative ritorno sulla provinciale che percorrerò fino all'altezza del ponte della Madonnina, quindi mi dirigo verso nord, supero il circolo Teseo Tesei , il distaccamento dei Vigili del Fuoco, un saluto immaginario a Gian Luca e proseguo verso i Cimiteri di Portoferraio.

Pochi minuti ancora e ritorno a casa.
Proprio una bella passeggiata, oltre 38 chilometri in meno di 9 ore di cammino, è stato proprio bello!

Non credo negli esseri umani, ma chi è felice del proprio passato, non teme il futuro.

Max

venerdì 28 febbraio 2020

Walk & Work del 28 febbraio 2020 - s. 101



Mattinata libera, perfetta per un sopralluogo sul 101 che a quanto mi dicono necessita di svariati interventi di manutenzione.

Parto dal parcheggio di Marciana, salgo per via Santa Croce seguendo le indicazioni per il sentiero 101 ed in pochi minuti eccomi di fronte al primo problema: due grossi tubi di polietilene che attraversano il sentiero!
Purtroppo non è una novità, pratica inarrestabile che affligge numerosi sentieri (dentro e fuori l'area parco) a cui pare non ci sia rimedio....

Proseguo per altri 300 metri ed ecco il primo castagno abbattuto.
Non è molto grosso, puntellato al terreno con i rami, consente di passarvi sotto agevolmente ma ovviamente andrà rimosso.

Poco più di 100 metri ed i castagni sdraiati sono due.
Il primo è decisamente più grosso ed entrambi sbarrano il passaggio con il loro tronco.
Anche se si è già creato un passaggio alternativo a monte, occorre sicuramente un intervento da parte di personale qualificato.

Sessanta metri ed ecco un'altra ostruzione costituita dai rami di un castagno.
La fisso per qualche secondo, è alla mia portata, tolgo lo zaino ed estraggo la sega da pota.
Impiegherò circa 40 minuti per liberare il sentiero quindi alle 9,30 riprendo il  cammino.

Per circa 800 metri tutto libero, ma il brutto stato del fondo mi obbligherà a continue soste per rimuovere pietre e rami secchi.

Arrivo così sotto ad un altro castagno, è momentaneamente sorretto da un'altra pianta, a pochi metri il tronco secco di una più piccola.
Provo con cautela a rimuoverla e farla scivolare lungo il pendio, ci riuscirò dopo qualche tentativo.

Pensavate fossero finiti?
Negativo, ancora un castagno sdraiato sul piano di passaggio e prima di raggiungere il romitorio di San Cerbone ne troverò uno in bilico.

Breve sosta per qualche foto e proseguo a salire lungo il sentiero.
Con un ulteriore intervento di taglio, rimuovo il modesto tronco di un secco castagno, quindi pulizia pietre a parte, raggiungo finalmente l'innesto con il sentiero 106.

Sarebbe stato interessante proseguire, ma l'ora mi impone di rientrare ed anche piuttosto rapidamente.

Il possibile è stato fatto, adesso occorre la motosega.

Max

domenica 16 febbraio 2020

Trekking del 16 febbraio 2020 - Procchio Cavoli



Febbraio??? Ma sembra aprile!

Non ostante il calendario richieda tutt'altro abbigliamento, stamani passeggiata all'insegna del relax.

Parcheggio l'auto a Procchio, ore 9,15, breve tratto asfaltato quindi inizio a salire lungo la GTE (ex 18).

Ne percorro però poco più di 300 metri per deviare su un sentiero sulla sinistra con cui raggiungo via dei Forcioni e successivamente Colle Reciso.

Continuo sull'ampio sterrato fino ad avvicinarmi a Sant Ilario, quindi riprendo a salire lungo il 119 (ex 5).

La pendenza mi suggerisce immediatamente di togliere la giacca, ma la fresca brezza di maestrale me la fa rimpiangere.

Raggiungo il bivio con il 124 alle 11,18 meno male, adesso posso indossarla nuovamente!

Romitorio di San Saverio, breve tratto asfaltato e piccolo stop alla chiesa di San Giovanni.
Importanti interventi di manutenzione hanno temporaneamente (spero) asportato alcuni metri di sentiero.

Proseguo sul 107 dove il castagno caduto notato la scorsa settimana è stato affettato, ma ancora non rimosso.

Lascio quindi il 107 per seguire le indicazioni San Piero, so che mi porteranno sul 135 dove voglio proseguire.

Una breve sosta al mulino di Moncione è d'obbligo quindi Capanna di Marco e seguendo la segnaletica (fortunatamente presente) ripercorro un sentiero (piuttosto trascurato) che non facevo da anni e con cui raggiungo la provinciale sopra Cavoli.

Pochi minuti e sono in spiaggia per godermi uno splendido sole... di febbraio!

Max

P.s. Passeggiata di 16 chilometri.

domenica 9 febbraio 2020

Trekking del 9 febbraio 2020 - anello San Saverio e vie del Granito


Stamani passeggiata in compagnia di Mario, Massimo D e Massimo R.

Ore 9,07, parcheggiamo a pochi metri dall'imbocco del sentiero 124 ma ci incamminiamo verso la chiesa romana di San Giovanni.
L'area è interessata dal taglio di castagni, spero taglino anche quello caduto che dovremo scavalcare dopo meno di 300 metri di sentiero.

Continuiamo lungo il 107 sfruttando un paio di single track aperti da bikers, decisamente più accattivanti del sentiero ufficiale.

A pochi metri da Masso alla Quata, altro albero caduto ma ormai si è creato un passaggio alternativo sulla destra, proseguiamo così in direzione nord.

Meno di 20 minuti e sono le fitte fronde di un corbezzolo ad impedire il passaggio.
Fortunatamente Massimo D. ha con se il seghetto ed in breve tempo apre un varco più che sufficiente.
Altri 40 metri e dobbiamo vedercela con due tronchi secchi di pino, perfettamente di traverso, occorrerebbe la motosega per rimuoverli, ma con un po' di pazienza e soprattutto grazie alle spinte di Mario e Massimo D, in meno di sei minuti il sentiero ritorna perfettamente fruibile.

Alle 11,06 attraversiamo la provinciale del Perone per proseguire verso sud ovest lungo il sentiero 124.

Qualche leggera ostruzione che comunque non impedisce il passaggio ed in meno di mezz'ora raggiungiamo il romitorio di San Saverio.

Concluderemo la passeggiata alle 11,44 dopo aver percorso quasi 10 chilometri.
I miei amici preferiscono rientrare, io voglio camminare un altro po' così scendo in auto fino al campo sportivo di San Piero.

Riparto alle 11,54 lungo il 135 in direzione del mulino di Moncione.
Lo raggiungo in circa 35 minuti, altri escursionisti lo stanno visitando, mi unisco a loro per curiosare e scattare qualche foto.

Quindi riprendo la marcia sul vecchio 17 (117?), l'area conserva ancora vecchi segnavia in legno della Comunità Montana, benché privi di tempi di percorrenza e numerazione, hanno tutto un altro fascino (ed aspetto), il legno è un'altra cosa!

Descrivo un ulteriore anello lungo le vie del Granito e buscioni (aggiungo a causa della scarsa manutenzione) fino a raggiungere  "la Capanna di Marco" come riporta il segnavia.

Un particolare e suggestivo riparo che sfrutta una grossa sporgenza di granito  sotto al quale una sorta di recinzione in pietra ne costituisce le pareti, la vista mare è spettacolare.

Breve dietro front e proseguo verso est passando sotto al Moncione.
Evito di visitare i Sassi Ritti, è ora di rientrare.

Raggiungo l'auto alle 14,38 con altri 8 chilometri in saccoccia.
Per oggi può bastare.

Max

lunedì 27 gennaio 2020

Trekking del 26 gennaio 2020 - Promontorio di Piombino


La lettura dell'escursione proposta dalla locale sottosezione CAI nel Piombinese, ha subito suscitato un forte interesse, così dopo qualche ricerca sul web mi sono reso conto che Piombino non è solo acciaierie e fumo grigio, ma che adiacente al suo abitato si cela un polmone verde ricco di storia e di sentieri da esplorare.

Pianifico così la mia escursione per domenica 26 gennaio.

Da Portoferraio con l'aliscafo delle 6.50 quindi prendo l'autobus n° 1 delle 7.48 che parte a fianco della stazione marittima.
Per il biglietto a bordo pagherò un supplemento di 1 euro (2.50 €) l'edicola purtroppo era chiusa.

Scendo davanti alla Coop di Salivoli, meno di 500 metri e sono davanti al Gatta Rossa (il bar sopra la spiaggia di Calamoresca).

Ho già individuato i segnavia verticali, l'intenzione è di seguire il sentiero 302 fino a Baratti (tempo indicato dalla segnaletica 3h e 20') e rientrare con il 300 descrivendo così un anello prima lungo costa e poi via crinale.

8.18, inizio la marcia su un ampio sterrato perfettamente battuto ed ancora umido per la pioggia notturna.

Circa 15 minuti ed arrivo al primo bivio con il 305 (uno dei vari sentieri di collegamento fra 302 e 300) non lo considero, mentre l'indicazione sulla sinistra per la spiaggia Lunga è decisamente più interessante, così decido di scendere a vederla.

Quindici minuti fra andata e ritorno, foto comprese e proseguo sul 302.

Supero il bivio con il 304 e dopo un'ora esatta dalla partenza, raggiungo Fosso alle Canne.
Continuo speditamente fino al bivio successivo con il 303, girando sulla sinistra come indica l'anomalo cartello su sfondo giallo che riporta 302; pessima scelta, tratto decisamente più trascurato ed un po' in chiusura, risultato: bagnato gambe e braccia dalla vegetazione.
Probabilmente se avessi proseguito a diritto sarei rimasto su un sentiero più ampio e trafficato.

Alle 10.15 sono alla cala di San Quirico, un biker locale mi fornirà utili informazioni su dove proseguire, così continuo lungo costa.

Supero Buca delle Fate e trascorro alcuni minuti su una panchina in legno ad ammirare il panorama e mangiare un boccone.
Quindi non curante del cartello di divieto di passaggio (causa frane) proseguo sul 302 invece di optare per il 301.

Con la dovuta attenzione, scavalco la distrutta scala in legno che comunque mi consente di superare una recinzione.
Proseguo fino a raggiungere un altro bivio; un cartello "SENTIERO IN FRANA" su sfondo giallo indica una deviazione sulla destra.
Indeciso sul cammino da fare, mi vengono incontro due coppie di escursionisti dal tratto vietato... la scelta è presto fatta!

Ore 11.20 dopo aver superato nuovamente la recinzione (stavolta la scalinata in legno era in ottimo stato) raggiungo l'estremità della spiaggia di Baratti, proprio accanto al ristorante Canessa.

Un chilometro abbondante di asfalto in salita verso Populonia ed al primo tornante (come da segnavia) rientro nel bosco per raggiungere la località Reciso.

Assorto dal pensiero di individuare il sentiero di crinale (300) commetto un fatale errore... bastava percorrere ancora 600 metri circa di asfalto ed avrei potuto visitare Populonia!

Me ne rendo conto solo più avanti e forse per questo decido di effettuare una breve deviazione per visitare almeno i resti del monastero di San Quirico.
Come per la precedente deviazione, in circa quindici minuti vado, fotografo e torno, tutto molto interessante, ottima decisione.

Ritornato sul 300, proseguo lungo l'ampio sterrato, un po' monotono dal momento che l'alta vegetazione preclude la vista, oltretutto i successivi bivi  (importanti) sono privi di segnaletica, ricorrerò alla mappa del mio Garmin per avere conferma della giusta direzione.

Finalmente pendenza e vegetazione consentono di scrutare l'orizzonte, questo per circa gli ultimi due chilometri dalla fine.

Chiudo l'anello arrivando al punto di partenza alle 13.35 dopo aver percorso 20 chilometri!
Breve sosta e considerando che è sempre presto, decido di proseguire a piedi fino al porto.

Max