Oltre le mura di casa, dopo giorni lunghissimi, finalmente di nuovo in mezzo alla natura.
Esco da casa alle 7,10 scarponi, zaino leggero, giusto l'essenziale, unica limitazione, restare nel comune di Portoferraio...
Dopo l'inevitabile asfalto di viale Enaudi, mi dirigo in direzione Enfola, poco più di 800 metri e passo sullo sterrato.
Salgo tranquillo verso monte Poppe, la temperatura è perfetta ed il cielo velato evita sudate superflue.
Raggiunto il 248 ne scendo poche decine di metri verso ovest per intrufolarmi in un piacevolissimo e meno trafficato single track con cui mi ricongiungerò al 248 molto più a sud.
Attraverso l'asfalto all'altezza del bivio Biodola Forno e sempre seguendo il 248 arrivo fino a Buca di Bomba.
Mi rifiuto di seguire la nuova GTE ed inizio a salire verso monte San Martino, tutta un'altra storia...
La fioritura del cisto è favolosa, mi rendo conto solo adesso di come la natura non sia fermata, nessun lockdown per lei!
Rumore di ruote veloci, cari amici con le loro mtb si fermano a salutarmi, che bello potersi rivedere.
"Buon giro"
"Anche a te" Rispondono sparendo in pochi secondi davanti a me.
Colle Reciso, altro breve tratto asfaltato e proseguo verso monte Orello.
Ho un'ampia scelta di sentieri da percorrere e privo di ogni limitazione temporale, lascio il timone alle gambe, accetterò qualsiasi rotta vorranno.
Passo così da poggio Corsetti ed evitando la cessa dei Catenacci (Susy sa perché) raggiungo Casa Marchetti.
Con rammarico scopro che il piccolo rudere in cui ero solito nascondere i viveri nelle mie traversate lungo la GTE è stato demolito, adesso solo uno spazio vuoto.
Sono le 11,43 quando attraverso la deserta provinciale per Porto Azzurro, sempre presto per mangiare qualcosa, riprendo così a salire lungo la strada del Buraccio.
Supero l'azienda Terra e Cuore, sembra tutto deserto.
Continuo sulla GTE fino ad un'amena radura a circa 100 metri dall'imbocco del sentiero del Pastore, spendo 5 minuti per tentare invano di telefonare a casa (assenza segnale) e mangiare una banana, poi riprendo il cammino.
Devo ammettere che aver avuto le mie Speedcross sarebbe stato veramente fantastico.
Il sentiero con continui tornanti in adrenalinica discesa sarebbe assolutamente da correre...
Peccato indossi gli scarponi, abbozzo comunque una corsetta, per quanto possibile.
Mantenendomi sulla sinistra raggiungo la valle delle Trane, in alto spicca la chiesa di Santo Stefano, è proprio bella, vale la pena deviare ed andare a visitarla.
Scatterò solo qualche foto degli esterni, l'ingresso è chiuso.
Mi siedo così sugli scalini, veramente dei bei momenti.
L'arietta sulla schiena mi suggerisce di riprendere la marcia, non voglio certo ghiacciarmi.
Meno di 900 metri e sono sulla provinciale 28, sono così felice che percorrere l'asfalto non mi disturba minimamente.
All'altezza del bar La Curva proseguo verso casa dell'amico Mario, non risponde al telefono, forse è a passeggiare anche lui.
Lo cerco fino alla spiaggia, invano, pazienza l'avrei salutato volentieri.
Tramite strade alternative ritorno sulla provinciale che percorrerò fino all'altezza del ponte della Madonnina, quindi mi dirigo verso nord, supero il circolo Teseo Tesei , il distaccamento dei Vigili del Fuoco, un saluto immaginario a Gian Luca e proseguo verso i Cimiteri di Portoferraio.
Pochi minuti ancora e ritorno a casa.
Proprio una bella passeggiata, oltre 38 chilometri in meno di 9 ore di cammino, è stato proprio bello!
Non credo negli esseri umani, ma chi è felice del proprio passato, non teme il futuro.
Max