sabato 30 dicembre 2023

30 dicembre 2023: Matteo Anselmi distrugge il muro delle 5 ore sulla GTE

 

Cavo, via Procchi, ore 8,31 del mattino, Matteo Anselmi è pronto ad infrangere il suo prestigioso record.

Con il tempo di 5 ore 17 minuti e 06 secondi il 16 gennaio 2021 aveva strappato "il titolo" all'atleta e amico Giovanni Zorn; una prestazione di tutto rispetto, ma la successiva crescita atletica, i sensibili miglioramenti fatti in questi tre anni circa, hanno maturato nel giovane atleta Marcianese la certezza di poterlo migliorare.

Il percorso di quasi 52 chilometri e con un dislivello che si aggira sui 2.800 metri ricalca la GTE "storica" ovvero quella ideata da Ferrrari e Giombini nel lontano 1987 ad eccezione di un breve tratto in zona Buraccio, dove le recinzioni elettriche per il bestiame la rendono impraticabile da anni

Non solo una sfida con se stesso, ma un grido forte affinché la nostra GTE possa divenire terreno di gara fra i migliori atleti di trail running.

Valorizzare il territorio elbano è senza dubbio una delle priorità del nostro Matteo e grazie alle sue sorprendenti capacità atletiche ci sta riuscendo benissimo.

In inverno l'isola offre generalmente delle temperature miti che sono ideali per competizioni del genere, a tutto vantaggio di quella destagionalizzazione tanto auspicata ma solo a parole.

Il suo messaggio da sportivo è chiaro, con impegno, sacrifici e perseveranza si può riuscire in imprese che sembrano irrealizzabili e sarebbe bello che questo suo messaggio contagiasse ognuno di noi.

Ad aspettare il suo arrivo a Pomonte, oltre ad amici e curiosi, ovviamente i suoi familiari ed il maggior esponente della giunta Marcianese, il sindaco Barbi.

Matteo taglierà il traguardo sul piccolo ponte in via del Passatoio alle ore 13,21 con il tempo di 4 ore 50 minuti e 13 secondi!

Grande Matteo, sei motivo di orgoglio per tutti noi, Massimo compreso!

Max

sabato 16 dicembre 2023

Trekking del 16 dicembre 2023: GTE da Cavo a... casa di Mario


L'aliscafo delle 6,50 ha già mollato gli ormeggi quando squilla il cellulare di Susy, è Mario, che dal molo ci vede partire; che amico, è venuto a salutarci... in realtà è arrivato in ritardo!
Deciderà cosi di tornare a casa e venirci incontro da Schiopparello.

Non ostante il mare leggermente mosso, sbarchiamo in perfetto orario, accendo il gps sono le 7,12 quando inizia a registrare.

Illuminati dalla fioca luce del crepuscolo (il sole sorgerà alle 7,41) ci concediamo una sosta caffè al Flam nur inin probabilmente l'unico bar aperto a Cavo, quindi alle 7,30 iniziamo il cammino sul lungomare Kennedy.

Evitiamo il tratto della GTE storica che parte dalla spiaggia di Frugoso optando per la via più breve ed attualmente segnalata che in poco più di venti minuti ci consente di arrivare al bivio col mausoleo Tonietti.
Propongo di spendere qualche minuto per visitarlo, merita sicuramente una sosta.

Eretto con molta probabilità all'inizio del 900 dall'architetto Coppedè come tomba per la famiglia Tonietti, non ebbe mai l'autorizzazione cimiteriale motivo che ne impedì l'impiego secondo le volontà dei committenti e contribuì al suo abbandono.

Riprendiamo così la marcia lungo la GTE mentre i raggi del sole penetrano in qua e in là la macchia circostante.
Lentamente saliamo verso monte Grosso, un tempo sede di un semaforo della Marina Militare (il gemello di quello di Campo alle Serre) e da qualche anno ristrutturato a civile abitazione.

Quindi affrontiamo con cautela la tecnica discesa che in una mezz'ora ci conduce all'asfalto della provinciale ma ne percorreremo pochi metri poiché la GTE prosegue giustamente sullo sterrato.

Risentiremo telefonicamente Mario, stabilendo di incontrarci sul monte Strega che prevedo di raggiungere in una mezz'ora.
Previsione suggerita da un'andatura che ormai non sono più in grado di fare, saranno 40 i minuti necessari per raggiungere l'Aia di Cacio!

Ci concediamo una breve sosta prima di affrontare la ripida salita, giusto per bere qualcosa, la barretta preferisco mangiarla una volta raggiunta la vetta.

Salendo la sagoma di Mario si staglia di fronte a noi, è sceso leggermente per trovar riparo dal fresco vento di maestrale.

Adesso che il gruppetto si è riunito, le conversazioni fra Mario e Susy mi consentono di aumentare l'andatura per poter effettuare delle brevi "fughe fotografiche" in modo da immortalare i miei compagni di trek.

Alle 11,06 attraversiamo l'asfalto alle Panche, un'altra mezz'ora per la vetta di Cima del Monte dopo di che è praticamente tutta discesa!

Nello scendere individuiamo dietro di noi una coppia di runners; che bravi in breve tempo il primo ci raggiunge, ha un volto familiare.
"Ma era Michele?" Mi domanda Susy
"Dalla voce direi di si" Le rispondo, chiedendo conferma al secondo corridore.

Saluteremo con piacere l'amico piombinese in perfetta tenuta trail ranning che praticamente sta facendo la nostra stessa strada, solo un po' più velocemente...

Una volta raggiunte le Piane della Madonna, il sentiero diventa una strada bianca ed anche la nostra andatura ne guadagna in velocità ma solo leggermente poiché il fondo in prevalenza costituito da ciottoli è piuttosto duro e certamente non l'ideale per Susy ed il sottoscritto. 

Alle 12,59 abbandoneremo la GTE per seguire la Strada del Fabbrello in direzione di Schiopparello, di proseguire a piedi per Portoferraio non abbiamo molta voglia, meglio l'auto di Mario, che regalerà a questa piacevolissima camminata il miglior finale possibile: uno spaghetto pancetta e peperoncini piccanti da leccarsi i baffi!

Che altro dire, bellissima giornata, ed un grazie di cuore ai miei compagni di trekking!

Max




domenica 10 dicembre 2023

Trekking del 10 dicembre 2023: Anello da San Piero lungo i s. 135 - GTE - 130 - 107

 

Il programma odierno era di prendere l'aliscafo delle 6,50 e scendere a Cavo per rientrare verso Portoferraio seguendo la GTE.
Ma una volta in biglietteria, vengo informato che l'aliscafo non viaggia.

Rientro in auto e mi dirigo così verso Campo nell'Elba, pianificando strada facendo, possibili alternative che possano garantirmi un minimo di riparo dal vento di maestrale ed un'esposizione al sole.

La scelta ricade su un anello da San Piero, una volta in marcia deciderò come svilupparlo. 

Alle 7,27 sono già in cammino, il sole non è ancora sorto, lo farà dopo alcuni minuti colorando tutto di un rosso arancio.
La prima sosta lungo il s. 135 è al mulino del Moncione, a cui dedicherò alcuni minuti entrando al suo interno per qualche scatto più interessante.

Quindi proseguo in direzione di Vallebuia, nell'attraversare il fosso del Malocci apprezzo la ravvicinata segnaletica orizzontale che mi guida correttamente nello scendere una "delicata" (se umida) liscia di granito; migliorabile decisamente quella per l'attraversamento del successivo fosso dell'Inferno, impreziosito oltre tutto dalla caratteristica distesa di tubi in polietilene (tipica vergogna elbana).

Li supero con disappunto e raggiunto un vecchio segnavia in legno mi alleggerisco nel vestiario, adesso c'è da salire!
L'ascesa sarà ancora più lenta del previsto, madre natura ha deciso di offrirmi un'inaspettata colazione: dolcissime corbezzole mature, ne farò una scorpacciata!

Raggiunto quindi il bivio con il s. 135A (Breve bretella per la GTE) posso sicuramente affermare che la maggior parte del terreno del 135 è stato dissestato dai cinghiali, completamente "arato".

Per fortuna passando sulla GTE il problema ungulati si riduce sensibilmente, aggirato il m. Cenno, in circa venti minuti raggiungo il caprile della Grottaccia, la precisione con cui è stato realizzato il varco d'ingresso del recinto è sorprendente.

Riprendo a salire, alle mie spalle le vette innevate della Corsica sono una perfetta cornice al paesaggio circostante.

Alle 11,00 raggiungo il bivio con il s. 130, ne approfitto per scartare una barretta al sesamo che mangerò strada facendo.

Dopo altri trenta minuti eccomi alle Macinelle, altro luogo incantevole, impossibile non effettuare una breve sosta anche solo per qualche fotografia.

Quindi riprendo il cammino fino sotto alla liscia del Collaccio, dove una piccola targa ricorda un tragico evento accaduto il 3 aprile del 1944.

Sono le 12,00 quando raggiungo le Piane al Canale e dove abbandono il s. 130 per passare sul s. 107 che praticamente in costante discesa mi condurrà fino all'auto.

Spengo il gps alle 12,30 tredici i chilometri percorsi.

Max




domenica 26 novembre 2023

Trekking del 25 novembre 2023: da Reale a Capo D'Arco e ritorno

 

Contrariamente al titolo, stamani è stata una semplice passeggiata con partenza dal parcheggio sterrato a monte della spiaggia di Reale.
Scelta indovinata poiché il versante parzialmente a ridosso dal freddo vento da nord ovest e ben esposto al sole, mi consentirà di trascorrere una piacevolissima mattinata.

Ovviamente l'abbigliamento è cambiato rispetto alle ultime escursioni, pantaloni lunghi, giacca e berretto adesso sono obbligatori.

Camminando lungo la battigia, supero la spiaggia di Terranera ed inizio a salire in direzione dell'ingresso dell'area di Capo D'Arco.

Mi mantengo sul sentiero alto sempre in direzione nord fino a raggiungere una scarpata di roccia.
La risalgo con cautela e mi addentro nella macchia non troppo fitta.

Rapidamente scorgo l'ingresso della piccola e malmessa galleria già esplorata in precedenza, una controllatina veloce, qualche foto e riesco.

Riprendo il cammino ma in direzione sud est, visto che sono in vena di rovine minerarie, voglio rivedere anche l'ingresso della profonda discenderia.
La raggiungo in circa quindici minuti, apparentemente non è cambiato nulla dalla mia ultima volta.
Anche in questo caso, qualche foto, compresa la struttura di fronte all'ingresso dove sicuramente era collocato l'argano per la risalita.
L'ampiezza della galleria mi fa pensare fosse a doppio binario.

Pienamente soddisfatto mi concedo una breve sosta al sole per mangiare un'arancia ed alle 11,41 riprendo il cammino.

Nel rientrare apprezzo con piacere i brevi ed interessanti percorsi "botanici" che mi consentono di ammirare una superba pianta di alloro, un possente leccio ed una sempre gradevole mimosa.
Percorsi ben indicati da una pregevole cartellonistica verticale ad opera della Tenuta Agricola di Monte Arco (TAMA).

Ripercorrendo a ritroso il tratto davanti al laghetto di Terranera, desto l'interesse di una femmina di germano.
La "disinibita paperetta" spinta presumo da una considerevole fame, mi si avvicina decisa, posso solo offrirle mezza barretta al sesamo, che divorerà dal palmo della mia mano dopo averle scattato qualche foto.

Un incontro sorprendente ed inaspettato, probabilmente giustificato dal fatto che l'habitat da lei scelto  è inquinato dall'acido solforico presente nella verde acqua del laghetto (verde vetriolo...), cosa che non favorisce sicuramente lo sviluppo di alghe, piante acquatiche, larve, vermi, girini ed in generale di gran parte della sua dieta.

Pochi minuti ed alle 13,30 concludo la mia interessante passeggiata di 10 chilometri.

Max




martedì 21 novembre 2023

Trekking del 19 novembre 2023: Anello San Piero - Pietra Murata - Masso alla Quata - San Saverio

 

Domenica mattina, temperatura ideale e sole dappertutto tranne il luogo scelto per l'escursione odierna... poco male, l'importante e fare quattro passi con l'amica Susy.

Partiamo come faccio sempre dal campo sportivo di San Piero alle 8,42 e tranquillamente ci incamminiamo lungo il sentiero 135.

Qualche centinaio di metri e scorgiamo avanti a noi una pattuglia di Carabinieri intenta ad osservare il territorio, probabilmente in missione di controllo nei confronti dei numerosi cacciatori della zona (a sentire dalle fucilate...).

Dopo averli superati, raggiungiamo in breve tempo il mulino di Moncione, impensabile non fermarsi per qualche scatto.
Ci manteniamo sul 135 per un'altra ventina di minuti abbondanti quindi lo abbandoneremo per affrontare la salita di quello che un tempo era il sentiero 34, adesso pare sia stato privato di numerazione anche se continua ad essere frequentato da escursionisti e bikers, come dimostrano le impronte sul terreno.

Il malridotto segnavia verticale di "Tozza al Protano" si sposa perfettamente al sentiero per raggiungere il caprile, completamente in chiusura dalla vegetazione!
Scatto un paio di foto a distanza e proseguiamo verso Pietra Murata.

Purtroppo anche in questo caso, per l'incuria del sentiero ma soprattutto per la mancanza di un segnavia verticale non mi accorgo della deviazione sulla destra, cosa che ci costringerà a tornare sui nostri passi per un  200 metri abbondanti alla ricerca del sentiero, che comunque individuiamo rapidamente.

Impavidi pettirossi ci saltellano a pochi metri di distanza, mettendosi in bella mostra sugli scogli di granito, ma quasi a farlo a posta, al momento dello scatto, volano via.

A Pietra Murata, ci concediamo una breve sosta di cinque minuti per un'arancia ed un po' di frutta secca quindi zaino in spalla e riprendiamo il cammino verso Masso alla Quata.

Optiamo per il 107 all'interno del bosco, l'alternativa del Collaccio oltre ad essere più ripida potrebbe esporci a possibili scivolate data l'alta percentuale di umidità.

Nell'attraversare il tratto delle Piane al Canale non posso fare a meno di notare la moltitudine di pini secchi con il tronco ricoperto di resina.
Non sono assolutamente un esperto, ma sembra siano stati attaccati da qualche parassita.

Lungo la successiva salita veniamo superati da due e-bikers, una bella batteria sarebbe utile anche a me...

Eviteremo di salire fino al vecchio punto di avvistamento, tanto la visibilità è pessima e proseguiamo lungo il 107 in direzione di monte Perone.

Il sentiero presenta vari tratti messi a soqquadro dai cinghiali (non è certo una novità) mentre una leggera brezza ci convince ad indossare un windstopper.

Ragionando del più e del meno alle 12,03 attraversiamo la provinciale per scendere sul 119 ma solo per circa 800 metri, poiché lo abbandoneremo per il 124 che passa dall'eremo di San Francesco Saverio.

Altro tratto di asfalto fino alla pieve di San Giovanni per continuare sul 124 finché alle 13,27 ci ricolleghiamo al 107 percorso alla partenza, il campo sportivo è a solo 300 metri.

Concludiamo la nostra piacevolissima passeggiata di quasi 15 chilometri alle 13,32 ancora immersi fra le nubi basse, mentre a Campo nell'Elba (come a Portoferraio) il sole la fa da padrone...

Max




sabato 4 novembre 2023

Trekking del 4 novembre 2023: Anello da Colle Reciso - Segagnana - Mezzane

 

Approfitto della mattinata relativamente tranquilla (meteorologicamente parlando) per una passeggiata nel versante centro meridionale dell'isola.

Parcheggiata l'auto a Colle Reciso, alle 9,09 inizio il cammino lungo la GTE.
Il sensibile calo della temperatura ed una certa umidità mi spronano ad adottare un'andatura spedita.
In circa 25 minuti raggiungo il rudere del mulino a vento, un paio di foto e proseguo lungo l'adiacente single track usato spesso dai bikers locali per scendere verso Lacona (in via di Santa Maria).

Una ventina di minuti lungo le vie della zona fino ad imboccare la salita di Laconella, dove decido di "tagliare" dentro il bosco di pini e seguire lo sconnesso sterrato, mi renderò conto poi che se avessi proseguito lungo la strada asfaltata avrei fatto prima...

Quindi eccomi sulla Segagnana, grazie alle recenti piogge il terreno è più compatto e privo di polvere, situazione sempre utile quando c'è la possibilità di incrociare qualche veicolo a motore... così sarà!

Al bivio per Capo di Fonza scatto un paio di foto ad un gruppo di bikers che intercetto leggermente in ritardo, mentre superato quello per la provinciale 30, sarà il rombo di un paio di buggy ed un quad ad avvisarmi del loro passaggio.

Alle 12,04 raggiungo il bivio col s. 248 su cui proseguo per  arrivare alla vetta del m. Tambone.
Il panorama sul golfo di Marina di Campo non è niente male.

Con una certa attenzione affronto la successiva sconnessa discesa verso m. Cocchero, un tempo sede del caposaldo Tivoli e dove a distanza di tanti anni, si possono visitare i resti delle opere difensive pesantemente attaccate durante l'operazione Brassard nel giugno del 1944.
Per far ciò occorre deviare dal s. 248 e prendere il breve s. 248B.

Mantenendomi sempre sul s. 248, attraverso la provinciale e mi incammino lungo lo sterrato delle Mezzane, in effetti è più corretto dire ciottolato (ex strada militare) che in circa 20 minuti mi consente di tornare sulla GTE.

In meno di dieci minuti sono a Buca di Bomba, quindi circa 50' per percorrere i quasi 4 chilometri per tornare all'auto.

Concludo la panoramica passeggiata di 19 chilometri alle 13,58.

Max




mercoledì 18 ottobre 2023

Trekking del 12/13/14 ottobre: Isola di Capraia

 

Giovedì 12 ottobre

Finalmente si parte!

In origine il programma era quello di un week end in barca a vela dal 22 al 24 settembre con amici di vecchia data, ma le avverse condizioni meteo marine ci costringeranno a rinunciare.
Per i successivi fine settimana, precedenti impegni ci impediscono di ritentare.

Deciso a non darmi per vinto e prima che quest'inaspettata alta pressione cessi di regalarci giornate estive anche ad ottobre, mi ritaglio un paio di giorni infrasettimanali e prenoto un appartamento, Mario indeciso, si unirà all'ultimo momento.

Il traghetto della Toremar parte dal porto di Livorno alle 13,45 l'arrivo a Capraia è previsto per le 16,30.
Una volta sbarcati, un piccolo autobus, che al prezzo di 1 euro fa la spola fra porto e paese,  ci lascia in piazza Milano.

Posiamo i bagagli, acquistiamo alcuni generi alimentari al vicino mini market ed alle 17,24 iniziamo con il breve e panoramico percorso di Cala dello Zurletto, perfetto per tirare fino al tramonto.

GPS alla mano, dopo qualche incertezza, ci incamminiamo verso il maestoso forte San Giorgio quindi seguendo via De' Mari raggiungiamo la piazzola dell'elisoccorso da dove tenendo la sinistra per sud est dopo circa 200 metri raggiungiamo una bellissima terrazza panoramica, la sagoma dell'Elba affiora all'orizzonte, tutto è quiete, non potevamo ricevere benvenuto migliore.

Breve dietro front e riprendiamo il cammino lungo il sentiero 410, un segnavia verticale ci informa che in 15 minuti raggiungeremo la cala.
Una piccola ed incantevole insenatura dal mare cristallino fra rocce vulcaniche ricche di Asfodelo (o Zurletto, come è chiamato localmente).

In pochi minuti risaliamo lungo il sentiero (410A) corredato da un'utile staccionata per proseguire su quello del Reganico (410); 20 minuti di cammino ed alle 18,35 ci congiungiamo al s. 406.
Un simpatico cartello mette in guardia sulla presenza di api, Mario afferma più volte di percepirne il ronzio, sarà...

Rientrando in paese, propongo di tornare nuovamente davanti al castello, sarà la curiosità (e la luce dei lampioni) a farci scorgere un vasto numero di vasche scavate nella roccia, i Palmenti utilizzati un tempo per la pigiatura dell'uva.

Entusiasti col buio rientriamo in appartamento, è ora di cena e per domani partenza all'alba!

Venerdì 13 ottobre

Sveglia alle 6,00 ed alle 6,58 siamo già fuori, breve sosta per riempire le bottiglie al distributore di ASA e ci incamminiamo lungo via del Semaforo (s. 406 già percorso ieri sera).

Gli incantevoli colori dell'alba ci porgono il buongiorno.

Pochi minuti ed una deviazione sulla destra (sentiero delle Tigghielle) consente di visitare altri Palmenti dell'isola, noi proseguiamo dritto per poi seguire, al successivo bivio, le indicazioni per Punta dello Zenobito (s. 401).

Avvicinandoci alla pieve di Santo Stefano, insoliti e colorati centrini abbelliscono il cammino, il progetto nato dall'iniziativa di Simonetta Filippi, il 16 settembre scorso ha legato virtualmente la Torre del paese alla Pieve con oltre duemila "mattonelle" di tessuto (scopriremo poi).

Evitiamo di proseguire sul 409 fino alla Cala del Ceppo, mentre optiamo per la successiva Cala della Carbicina seguendo il s. 401A.
Purtroppo il sentiero è decisamente in chiusura dalla vegetazione e bisognoso di manutenzione, tanto che dopo circa un centinaio di metri Mario è indeciso se proseguire, lo inciterò a farlo.

La decisione si rivela azzeccata, la piccola cala di grossi ciottoli merita sicuramente la visita.
Breve dietro front e riprendiamo il cammino sul s. 401 per lo Zenobito.

Prima delle 10,00 arriviamo al bivio col s. 403 per il monte Arpagna, ma al momento il nostro interesse è tutto sullo Zenobito e la sua magnifica cala Rossa che raggiungeremo in circa mezz'ora.

Non potevamo scegliere giornata migliore, il mare cristallino risalta incredibilmente con il grosso sperone di rossa roccia vulcanica, immediatamente a sinistra la pietra grigio chiaro accresce il contrasto, un vero spettacolo!

Alzando gli occhi, sovrasta su tutto la superba torre eretta nel 1545.
L'ingresso, volutamente rialzato per una migliore difesa, richiede attenzione ed un minimo di tecniche di arrampicata.
Una volta all'interno ne resteremo affascinati, la sala principale, con la sua doppia rampa di scale che consentono di salire sul soppalco in legno sovrastante, è impreziosita da un grosso caminetto.
La costruzione in un luogo così isolato deve essere stata sicuramente molto difficoltosa.

Approfittiamo della bellezza del luogo per uno spuntino, la schiaccia di Mario è perfetta!

Dopo quasi quarantacinque minuti, riprendiamo con il trekking ripercorrendo a ritroso il chilometro circa che ci separa dal bivio per l'Arpagna.
Poco prima di arrivarci l'incontro con un bellissimo esemplare di biacco che per nulla spaventato si lascia fotografare più volte.
Solo una mia carezza imprimerà un'accelerazione al suo lento movimento sinuoso che farà allontanare di qualche metro il colubride di discrete dimensioni.

Che bello!
Per l'intera giornata rammenterò più volte questo stupefacente incontro.

Sapendo cosa ci aspetta, saliamo con passo lento e costante verso il vecchio semaforo, ma poiché ci interessa raggiungere anche la punta del Trattoio, propongo di proseguire con l'anello ovest (s. 413W) e espugnare successivamente la vetta da nord.

Scelta malaugurata!
Infatti il s. 413W oltre che in chiusura dalla vegetazione, si rivela veramente pessimo nel fondo e nel suo sviluppo, assolutamente sconsigliato!
Impiegheremo quasi 45 minuti per arrivare al bivio col s. 411 dove finalmente potremo riprendere a camminare con piacere.

Va segnalato comunque che benché la realizzazione di quest'ultimo sentiero ne garantisca un agevole passaggio, in alcuni tratti necessita di taglio dell'invadente vegetazione.

Prima delle 13,30 siamo ai piedi del faro, con l'ultimo centinaio di metri percorso "a naso" vista la mancanza di un sentiero ben delineato (probabilmente chiuso da vegetazione).
Stavolta durante la breve sosta ci mangeremo un paio di mele, il panorama della costa ovest è spettacolare.

Nuovo dietro front fino al bivio col 403, alzando leggermente lo sguardo lo scheletro del semaforo si staglia nel cielo azzurro, bastano 10 minuti di cammino per la vetta.

Purtroppo come spesso accade a molte sommità, anche quella dell'Arpagna è stata "tappezzate" da pannelli solari e antenne, non sarà facile escluderle dalle foto mentre osservo con rammarico alcune pareti arrugginite in lamiera disseminate a terra.

La stanchezza comincia a farsi sentire, benché non abbia particolarmente fame, scelgo di mangiare comunque la busta di bulgur e quinoa che ho nello zaino, saggia decisione (appurerò di li a poco).
Caldo e stanchezza incidono significativamente sulla nostra scorta idrica, fortunatamente ho seguito il consiglio di Mario di accrescerla di mezzo litro, portandola così a 2 litri (2,5 litri Mario).

Comincio a dubitare di riuscire a raggiungere anche punta della Teglia, comunque non diamo nulla per scontato ed alle 14,40 ci rimettiamo in cammino verso l'ex rifugio militare (s. 404).

Sono le 15,00 quando arriviamo al bivio con l'anello Est dell'Arpagna (s. 413E), Mario sarcastico mi domanda se intendo percorrerlo...
"Non ci penso nemmeno!" Rispondo deciso.
Mi è bastato il lato ovest.

Continuiamo quindi sul 404 aggirando monte Pontica ed una volta alla Sella di Monte Cancelle (bivio fra i s. 405 e 402) proseguiamo verso lo Stagnone.

Ma prima di giungervi, una piccola deviazione verso il punto panoramico alla Sella dell'Acciatore, scelta indovinata, il panorama è veramente notevole quindi breve sosta davanti al pannello dedicato alle Praterie di Capraia in cui ne viene descritta l'importanza e le azioni intraprese per la salvaguardia.

Eccoci così al cospetto dello Stagnone, non ostante la stagione calda e priva di piogge permane una minima presenza d'acqua.
Il sito di indubbio valore naturalistico è costantemente oggetto di intervento e monitoraggio da parte dell'Ente Parco e del Dipartimento di Biologia dell'Università di Firenze.

A pochi metri il segnavia per la via Diretta verso il Porto (s. 414).
Proseguiamo sul 402 per monte Le Penne, spero sinceramente sia l'ultima salita della giornata, il peso dello zaino mi sta mettendo fuori uso le spalle e le gambe non sono più quelle di qualche anno fa, praticamente da rottamare!

Mario beffardo mi attende sulla vetta, immortalandomi col suo cellulare il volto provato per lo sforzo, meno male è un amico...

Evitiamo il successivo punto panoramico come la via di crinale del s. 415A, sicuramente panoramica ma anche più faticosa e accidentata.
Il tempo a nostra disposizione comincia a diminuire, mancano circa due ore al tramonto e proseguire sul più veloce 402 è sicuramente la scelta migliore.

Avanzando, sotto di noi piacevoli scorci del porto e dell'Ovile che raggiungiamo alla 17,18 dopo una breve ma ripida discesa che comunque non crea particolari problemi.

Singolari i cartelli esposti al lato di due cancelli che delimitano la proprietà agricola "La Mursa" attraversata dal sentiero e che invitano a richiuderli dopo il passaggio.

Una breve sosta per decidere il da farsi, data l'ora raggiungere Punta della Teglia, implicherebbe di ritornare col buio, cosa non proibitiva (abbiamo entrambi la frontale) ma sinceramente sconsigliabile, optiamo quindi per percorrere un tratto dell'ampio e comodo sterrato (s. 407) in modo da rientrare poi in paese al tramonto.

In circa 20 minuti di marcia in concomitanza di uno stretto tornante il segnavia per il sentiero 412 che stima in un ora il ritorno al porto ci pare la scelta giusta; vuoi mettere un altro po' di sconnesso su e giù piuttosto al comodo rientro col 407 ???
Scendendo ci domandiamo più volte se sia una novità o lo abbiamo già percorso nella nostra precedente escursione di 12 anni fa.
Già percorso, (scoprirò poi) ma che vuoi, coi vecchi ci vuole pazienza...

Come del resto avevamo completamente rimosso dalla memoria il piacevolissimo 401, benché consapevoli di averlo già percorso, è stato come farlo per la prima volta e la cosa non è poi così male.

Raggiunto Porto Vecchio, passiamo sul s. 402 ed in venti minuti siamo al porto, con ulteriori 800 metri circa ritorniamo davanti alla chiesa di San Nicola in piazza Milano.
Riempiamo le bottiglia al distributore d'acqua, sono le 19,07 poco più di dodici ore di trekking per percorrere i 28 chilometri circa di questa splendida isola.

Sabato 14 ottobre

Sveglia alle 6,30 circa e iniziamo la nostra mattinata con un giro alla torre del porto, quindi risaliamo verso l'Aghiale per fotografare e curiosare all'interno di alcuni edifici abbandonati.

Una sorta di tranquilla passeggiata nel passato della colonia penale che concluderemo poco dopo le 10,00, è giunta l'ora di cambiarci, preparare i bagagli e mangiare un boccone, il traghetto della Toremar parte alle 12,15 e la nostra avventura è terminata.

Conclusioni
Rispetto a dodici anni fa, la segnaletica è decisamente migliorata, purtroppo non altrettanto la manutenzione dei sentieri che comunque non ci ha precluso nessun passaggio (cosa che avvenne nel 2011 col sentiero per il Trattoio).

L'isola continua ad offrire paesaggi unici e quella selvaggia bellezza che solo qui abbiamo provato, peccato vedere sull'Arpagna pannelli e stazioni meteo, il ricordo che avevo della sua vetta era senz'altro più in sintonia con lo spirito del luogo.

L'ideale sarebbe stato soggiornarvi un giorno in più, avremmo potuto percorrere l'intera rete sentieristica, spero vivamente di poterlo fare prima possibile.

Max

Nota spese
Affitto appartamento 2 notti: 215€
Traghetto Livorno - Capraia: 23,49€
Traghetto Capraia - Livorno: 21,49€
Spese generi alimentari: 40€

lunedì 9 ottobre 2023

8 OTTOBRE 2023: Una domenica a Pianosa

 

Il calendario dice autunno, ma questo ottobre continua a regalarci delle splendide giornate estive.
Ne approfittiamo quindi per trascorrere una piacevole domenica a Pianosa.

Parcheggiamo l'auto in piazza dei Granatieri a Campo nell'Elba, a pochi metri l'ufficio della Pro Loco ospita la biglietteria dell'Aquavision, acquistiamo 4 biglietti e ci incamminiamo tranquillamente verso il molo (piazzale della Salata).

La partenza è alle 10,00 (in perfetto orario) ed in meno di un'ora raggiungiamo l'isola di Pianosa.
Appena sbarcati, dedichiamo quasi un'ora a gironzolare fra gli edifici in completo abbandono (la maggior parte) quindi molto interessante sarà la mostra fotografica dedicata a "Pianosa com'era" ad opera dell'Associazione per la Difesa dell'isola, uno scrigno di bellissimi ricordi di storia locale.

Ci avviciniamo poi verso cala Giovanna, l'unica spiaggia dell'isola dove è consentita la balneazione.
Mario e Tamara non si lasciano sfuggire l'occasione di un bella nuotata nelle acque cristalline di un mare tuttavia leggermente mosso dal costante maestrale; al loro ritorno pranzo al sacco!

Dopodiché mentre moglie ed amici si rilassano sotto un piacevolissimo sole, in compagnia della mia Nikon preferisco percorrere in lungo e largo l'area portuale (a cui si può accedere liberamente); le due ore a mia disposizione sono più che sufficienti.

Ci riuniremo così circa alle 15,00, per le 15,45 dobbiamo andare a visitare le catacombe, escursione (come tutte le altre) a cui si può scegliere di partecipare durante la traversata in traghetto.

La visita guidata, dalla durata di circa 45 minuti, si rivelerà decisamente interessante ed il ristretto gruppo di partecipanti, mi consentirà di scattare agevolmente varie foto.

Una ventina di minuti di attesa e possiamo salire a bordo del traghetto che in leggero anticipo, ci riporta a destinazione a Marina di Campo.

Bellissima giornata di sole, quasi perfetta, se solo il maestrale fosse stato meno intenso...

Max

sabato 16 settembre 2023

Trekking del 16 settembre 2023: Da Capoliveri alla Batteria Antinave Gino Fara Forni

 

Nuvole e leggero scirocco, per fare quattro passi non è niente male.

Capoliveri, dal parcheggio di viale Australia raggiungo la sovrastante piazza del Cavatore, sono le 8,51 e superata la caserma dei Carabinieri, decido di continuare con Sigurt.
In circa mezz'ora raggiungo l'anello alto, proseguo tenendo la sinistra lungo il sentiero 232 poiché più riparato dal vento.

Con andatura costante e senza sforzo grazie all'ottimo fondo in leggera pendenza alle 10,10 mi affaccio a dare un'occhiata al vecchio rifugio della Forestale, non è poi così trascurato, la scopa subito a sinistra dell'entrata sembra invitare a tenerlo pulito mentre i vari tavoli su cui sono state appoggiate le sedie sono perfetti per una "ribotta"!

Peccato che la vicina sorgente abbia smesso da molti anni di regalare la sua preziosa acqua...

Al successivo incrocio prendo la sinistra tenendo Poggio Fino sulla destra, il piacevole sentiero è decisamente più accattivante dell'ampio sterrato dalla parte opposta e mi consentirà di scattare qualche foto al piccolo stagno più avanti.

Pochi minuti e raggiungo il recinto dei cavalli della Tenuta, ma invece di proseguire a dritto, scendo sulla destra seguendo un'indicazione per i bikers.
Raggiungo così lo sterrato principale che porta all'ingresso del Villaggio, ne percorro un breve tratto in salita per imboccare un sentiero che mi dovrebbe avvicinare alla spiaggia del Remaiolo.

Ma come volgo lo sguardo sulla destra, mi rendo immediatamente conto che una recinzione in rete elettrosaldata ne preclude l'accesso.
Dispiaciuto, rimango alcuni secondi a studiare lo sbarramento, quindi rimanendo fedele ai miei propositi, con attenzione lo aggiro e continuo il cammino.

Strada facendo suppongo che troverò una "chiusura" più blanda anche alla fine del single track, così sarà!
Una doppia catena ne vieta il passaggio, ma attraversarla a piedi è un attimo.

Mi trattengo alcuni secondi per decidere se scendere fino alla spiaggia sottostante del Remaiolo, poi lascio perdere e proseguo con la leggera salita sulla sinistra.

Raggiungo quindi il panoramico tornante sotto cui il gabbiano in acciaio mi ricorda una bell'autoscatto in compagnia di Luigi e del nostro Massimo, che il destino crudele ci ha portato via più di un anno fa.

Continuo a salire, al successivo bivio mi mantengo a destra ed inizio a scendere lungo uno sterrato meno trafficato e più trascurato; la successiva traversa sulla destra è decisamente in chiusura dalla vegetazione e siccome con le zecche per quest'anno non ci voglio più avere a che fare, evito di imboccarlo, anche se con quest'ultimo avrei descritto un piacevole anello.

Nell'avvicinarmi alla batteria antinave, mi soffermo a fotografare quello che forse doveva essere un osservatorio, collocato al disopra della prima piazzola quindi scendo a dare una sbirciata alla polveriera, da diversi anni convertita in magazzino/deposito.

Continuo poi a scendere per entrare nella terza piazzola, esattamente sopra strada, qualche anno fa ripulita da alcuni volontari.

Dopo circa un quarto d'ora di visita (ogni volta sempre interessante), nell'uscire dal bunker, vengo accolto da una leggera pioggerellina che mi accompagnerà per oltre un'ora e mezzo, fortunatamente senza inzupparmi troppo.

Breve tratto percorso in precedenza verso il centro della Tenuta ed il successivo piccolo stagno, quindi seguo prima il cartello per i bikers "Capre 2" e successivamente quelli "Ripa est" con cui grazie ad un piacevolissimo e panoramico sentiero, in zona Pinocchiello (se non erro) mi ricollego all'asfalto da cui sono partito.

Ritorno al parcheggio alle 14,23 dopo aver percorso 21 chilometri pienamente soddisfatto della bella escursione.

Max




lunedì 19 giugno 2023

Trekking del 18 giugno 2023: anello da Straccoligno al Ginevro

 

Stamani rotta per sud est verso Straccoligno quindi superato il fosso di Ferrato, parcheggio lo scooter ed alle 8,17 inizio a salire lungo uno dei single track del Bike Park. 
Il sentiero è molto trafficato e ben pulito e dopo circa 700 metri, in prossimità di un rudere, diventa un'ampia strada sterrata che però si sviluppa verso ovest, cosa che mi obbliga a seguire un sentiero molto più "sporco" per continuare a sud.

Con qualche difficoltà nell'avanzare, riesco a collegarmi al sentiero sovrastante, fortunatamente ben battuto e libero dalla vegetazione, l'ho percorso più volte e mi consentirà di avvicinarmi a Poggio Fino.

Fiancheggio lo stagno artificiale (particolarmente colmo d'acqua) e scendo verso la Tenuta delle Ripalte.
Sempre verso sud, raggiungo Poggio Turco e successivamente, girando verso est, inizio a scendere verso la miniera del Ginevro.

Nel fotografare l'ingresso di quota 6, avverto il rumore di un motore, è il pulmino della Caput Liberum da cui esce un gruppo di visitatori accompagnati dall'amico Luigi, valida guida ambientale, che mi soffermo ovviamente a salutare.

Spendo alcuni minuti a fotografare le rovine della laveria, le sue lamiere ormai strappate e contorte dal vento e dal tempo, testimoniano ancora il passato minerario dell'isola.

Riprendo quindi a salire lungo lo sterrato principale, il caldo comincia a farsi sentire...

Tutta salita fino al vecchio capannone (da diversi anni trasformato in appartamenti) aggiro le vigne sulla destra e dopo una breve sosta sotto un pino, inizia a scendere verso Calanova.

Tranne il primo tratto all'ombra, il resto del percorso è esposto ai raggi del sole, fortunatamente in costante discesa.

Mi soffermo qualche istante a fotografare l'assalto indisciplinato delle imbarcazione davanti alla spiaggia di Buzzancone, completa anarchia in barba alla normativa sulla navigazione e sulla sicurezza; analoga situazione davanti a Calanova.

Attratto dal luogo, mi addentro nel bosco di pini a ridosso della spiaggia di quest'ultima.
Posto incantevole, mi soffermerò quasi quaranta minuti a chiacchierare con Stefano, gestore del noleggio di windsurf, canoe e sup.
Prodigo di iniziative, ha creato una fantastica armonia fra uomo e ambiente, un'esempio di come dovrebbero essere mantenute le spiagge, sempre più spesso "svendute" solo per profitto.

Alle 13,37 riprendo il cammino, impiegherò 15 minuti a percorrere gli ultimi 1200 metri fino allo scooter.

Anche stamani bella passeggiata di 16 chilometri.

Max




sabato 10 giugno 2023

Trekking del 10 giugno 2023: anello San Martino - Lacona - m. Tambone

 

Continuo con le passeggiate settimanali, stavolta partenza alle 7,48 da San Martino lungo il piacevole sentiero 221 (CAI) o 121 (RET).
Purtroppo di piacevole stamattina c'è stato ben poco per colpa delle zanzare che non mi hanno dato un attimo di tregua; d'ora in poi inserirò il repellente fra il materiale da portare sempre nello zaino!

Arrivo finalmente sulla GTE che per ampiezza ed esposizione alla luce mi mette al riparo dalle fastidiose Culicidi, supero le due riservette della seconda guerra mondiale, il mulino a vento e poco dopo, imbocco il sentiero 215 per scendere verso Lacona.

Strada facendo (900 metri) noto sulla sinistra una piramide di pietre a segnalare quello che sembra un sentiero.
Incuriosito dalla novità, decido di vedere dove mi porta.

Nella sua prima parte si snoda nella macchia, a tratti con una certa pendenza, successivamente si allarga (una vecchia strada interpoderale probabilmente) ed anche se poco trafficata (la vegetazione è rigogliosa) mi conduce fino a via di Santa Marta.

Interessante alternativa che mi consente di scattare un paio di foto alla chiesa di Santa Maria della Neve e di fare un po' di asfalto, cosa che stamattina non mi disturba affatto, dopo le zanzare nella discesa è stato il turno delle ragnatele...

Dopo un breve e vano tentativo di aggirare il ponte di Caubbio, continuo sull'asfalto fino al camping Laconella, quindi proseguo con l'ampio sterrato (s. 250) con cui intendo raggiungere il 248.

Il sole non è certo di sollievo, come se non bastasse l'andirivieni di tornanti...
Lungo questa costante salita l'unica nota piacevole sarà scambiare quattro chiacchere con un vecchio amico, Alessandro, in sella alla sua nuova mtb.

Alle 11,27 raggiungo il 248, breve sosta di 8 minuti per mangiare un po' di frutta comodamente seduto alla panchina in legno a pochi metri dall'incrocio dei sentieri e riprendo a salire verso la vetta del m. Tambone.

Scendo quindi verso il Cocchero evitando di passare dalle rovine del caposaldo Tivoli, per colpa di spiacevoli recenti incontri con le zecche, cerco di scansare i tratti che potrebbero essere più invasi dalla vegetazione.

Attraverso così la provinciale e proseguo lungo il ciottolato delle Mezzane, prima in leggera salita, quindi in discesa, lungo la quale raccolgo un uccellino ferito alla testa, mi spiace lasciarlo a terra al suo destino.

Sempre mantenendomi sul 248, raggiungo Buca di Bomba, meno di 500 metri e passo sul 245 per ritornare a San Martino.

Concentrato su dove mettere i piedi, non mi accorgo in tempo della lotta fra due serpenti, più che lotta il grosso che vuole mangiarsi il piccolo.
Sarà la fuga del primo, che non riesco a identificare, a rendermi conto di cosa stava accadendo, mi accontenterò di scattare qualche foto alla preda che tramortita, ha avuto un bel colpo di fortuna nell'incontrarmi.

Concludo la mia passeggiata di 20 chilometri abbondanti alle 13,29, frutta e birra fresca mi attendono a casa!

Max




domenica 4 giugno 2023

Trekking del 3 giugno 2023: anello Marciana - Patresi - Bollero

 

Il clima continua a regalare giornate in cui si può godere sia del mare che del bosco, finché è così, preferisco i sentieri nel bosco.

Parto quindi da piazza Umberto I a Marciana, sono le 8,33 e diversamente dal solito, decido di procedere lungo via delle Fonti, via della Coste ed infine via dei Monti, praticamente un chilometro e mezzo di panoramico asfalto che offre stupendi scorci del paese e della costa nord dell'Elba.

Circa venti minuti ed inizio a salire sul sentiero 103, quindi raggiunto il bivio con il 113 passo su quest'ultimo.
Un breve su e giù (anzi giù e su) ed in prossimità del bivio per il punto panoramico dell'Omo Masso il 113 inizia a scendere di quota.
All'interno del bosco, dal fondo compatto e scorrevole, è un vero piacere percorrerlo.
Andrebbero tagliati un paio di castagni caduti, che comunque non intralciano più di tanto il cammino.

Alle 10,03 raggiungo il bivio in località Canali e poiché ho intenzione di scendere a Patresi, proseguo sul 114.
Supero una vecchia stazione dell'acquedotto e poco dopo il terzo albero di traverso al sentiero.

Avvicinandomi a Patresi, ciottolato e granito prendono il posto al morbido terreno; anche la pendenza si accentua.
Al bivio della Scoperta, ricco di segnavia verticali, proseguo in discesa ed in pochi minuti raggiungo l'asfalto della provinciale.
Ne percorro circa 400 metri per passare, in prossimità del ponte dei tre archi, sul sentiero 177 (ex 27 e per 30 anni autentica conclusione della GTE).

Basta percorrerne un centinaio di metri che alcuni alberi da frutto ormai inselvatichiti mi danno il benvenuto nel passato, un passato ricco di muretti a secco dove la melodia dello scorrere dell'acqua mi accompagna per gran parte del cammino.

Castagni secolari mi osservano avanzare mentre un muflone, mi avvisa della sua presenza senza darmi il tempo di vederlo.
In questo ambiente fiabesco, continuo lentamente a salire, rimproverandomi di aver fatto passare troppo tempo dall'ultima volta.
Un sentiero da percorrere assolutamente almeno un paio di volte l'anno!

Impiegherò quasi un'ora e mezzo prima di raggiungere il 103 al Bollero, quindi la minor pendenza, mi consentirà un'andatura più spedita.

Il resto del cammino vien da se, Serra Ventosa, Madonna del Monte ed alle 13,32 spengo il gps in via delle Fonti a Marciana.

Un bellissimo anello di circa 14 chilometri.

P.s. anche sul 177 andrebbe effettuato il taglio di almeno un paio di castagni caduti.

Max






lunedì 29 maggio 2023

Trekking del 28 maggio 2023: anello Marciana - Tabella - Semaforo

 

Parto alle 7,54 dalla fortezza Pisana di Marciana, giornata stupenda, temperatura piacevole mitigata da una leggera brezza di maestrale.

Avvicinandomi al s. 110, un Volkswagen blu scuro (targa Svizzera) parcheggiato lungo il 106 mi fa pensare tanto a campeggio abusivo... gli scatto un paio di foto e proseguo.

Pochi metri dopo i caprili di Campo al Castagno, un altro pino è caduto sul sentiero recentemente ripulito in occasione dell'Elbatrail del 21 maggio, riesco comunque a passare aggirandolo sulla destra.

Senza ulteriori problemi, raggiungo quindi La Tavola, immortalando i primi colorati cuscini di ginestra aspaladoide; ma com'era prevedibile, è sul versante sud che il giallo dei suoi fiori sta illuminando il paesaggio circostante.

Scendendo mi rendo conto che la maggior parte delle piante non ha ancora raggiunto l'apice della fioritura, che è assolutamente da non perdere.

Breve deviazione fino al caprile di Natalino davanti al quale rigogliose felci sembrano avere la meglio su erica ed elicriso ed  approfittando della rada vegetazione, descrivo un piccolo anello per ricollegarmi al 110 leggermente più a sud.

Al successivo cartello dei Caprili della Tabella, come in precedenza, effettuo un'altra deviazione, stavolta il tratto da percorrere mi porta via un po' più di tempo, sia per la maggior lunghezza che per la maggior difficoltà nel procedere.
La sommità è completamente invasa dalle felci, qua e in la, cuscini di ginestra e massi di granito, paesaggio incantevole!

Meno di quaranta minuti e riprendo l'andatura regolare sul 110, che nel suo tratto finale di "regolare" ha ben poco; ripido, malmesso, dovrò fare attenzione prima di raggiungere "La Terra" e passare sul 103.

Poche decine di metri ed un insolito rumore d'acqua mi insospettisce, si tratta di un tubo in polietilene che disperde il suo prezioso contenuto sul terreno circostante; la vista invita a bere, ma non mi fido e poi la mia scorta idrica è sempre cospicua.

Alle 11,19 sono al Troppolo, abbandono temporaneamente il 103 per proseguire sul 125 prima e 176A dopo fino al Semaforo.
Evito di menzionarne i dati storici (fatto recentemente nell'escursione del 22 aprile) sono molto più interessato dalla stupenda fioritura che le piogge di maggio ci stanno regalando.

Mi trattengo "solo" una mezz'ora, giusto il tempo di mangiare un po' di frutta all'ombra e scattare qualche foto, comprese quelle ad un vecchio fusto da 200 litri della Wehrmacht del 1942.

Lungo la via del ritorno, fantastico su come sarebbe bello che almeno una delle due strutture (come molte altre in abbandono) fossero ricostruite ed adibite a rifugio per escursionisti, ma queste sono iniziative che le nostre amministrazioni preferiscono ignorare.

Tornato sul 103, dopo aver scavalcato un modesto albero abbattuto sul sentiero, supero un gruppo di escursionisti tedeschi, ne troverò un altro bivaccare allegramente ai tavoli di Serra Ventosa.

Come di consueto, appagante bevuta alla squisita fonte della Madonna del Monte, dove ovviamente riempio le borracce ed in meno di mezz'ora concludo questa piacevolissima escursione di 17 chilometri, di cui 2,1 km con gps spento, (solo dopo 26 minuti mi sono accorto che le batterie si erano esaurite...).

Max




lunedì 15 maggio 2023

Trekking del 14 maggio 2023: anello Marciana Marina - Marciana - La Cala

 

Con lo scopo di "assaggiare" il trekking del 21 maggio organizzato in occasione della 13° edizione dell'Elba Trail, sveglia di buon mattino e per le 7,47 parto da viale Aldo Moro a Marciana Marina in direzione dell'Uccellaia.

Devo salire fino a Marciana, punto di partenza del trekking ma che la prossima settimana, gli escursionisti potranno raggiungere grazie ad un servizio navetta dedicato.

Con il terreno inumidito dalla pioggia notturna e la temperatura, ben al di sotto della media stagionale, sembra di essere d'autunno; è la ricca fioritura ha ricordarmi che siamo in primavera.

Circa dieci minuti di tosta salita ed il segnavia del 157 sancisce l'inizio del sentiero.
Inizialmente piuttosto sconnesso, quindi diventa una sorta di scolo per l'acqua per poi migliorare nel fondo e nella pendenza.

Alle 8,34 raggiungo la provinciale per Pomonte, meno di un quarto d'ora e percorro il chilometro di asfalto fino ad arrivare in piazza Umberto I a Marciana.
Qualche foto ed alle 8,50 mi incammino fra le caratteristiche vie del paese fino ad imboccare il sentiero 103 lungo il quale noto subito la "Domus mellifera" una sorta di nido artificiale recentemente collocato per la tutela delle colonie selvatiche delle api.

All'altezza della prima sosta della via Crucis, in prossimità di un ampio incrocio, abbandono il 103 per passare sul 157 con cui raggiungo rapidamente il cimitero di Marciana e subito dopo, la provinciale percorsa in precedenza.

Continuo la discesa nella macchia, stavolta invece di proseguire a dritto per Marciana Marina (come indicato dal vecchio ma sempre utile segnavia verticale IN LEGNO) tengo ovviamente la sinistra.

Il sentiero cambia rapidamente fondo, si abbandona il ciottolato per passare ud terreno liscio e compatto privo del minimo ostacolo, gli atleti del trail sicuramente lo percorreranno a gran velocità!

Al successivo bivio, mentre i runners continueranno in direzione della Cala, proseguo in direzione di Sant' Andrea tenendo la sinistra come faranno gli escursionisti.

Pochi metri ed incontro un cartello della King of Elba di quattro anni fa, evidentemente sfuggito a chi avrebbe dovuto rimuovere la segnaletica e magari evitare di apporla con le viti autofilettanti nel tronco degli alberi...

Quindi breve sosta alla vecchia cantina lungo il sentiero, per riprendere il cammino sovrastato da numerose file di muretti a secco; la zona un tempo doveva essere completamente coltivata.

L'ottimo fondo del sentiero consente un'andatura spedita e fluida, in breve tempo raggiungo il suggestivo ponte del Maciarello (o della Conca) che merita assolutamente una sosta; bisogna scendere al suo lato per ammirarne la struttura e quanto sia sottile lo strato sotto cui sono appena passato!

Pochi minuti ed eccomi a La Conca, altra località della zona, un segnavia sul muro di un'abitazione mi indica che sto procedendo sul 150.

Breve tratto pianeggiante ed il sentiero inizia a scendere più deciso, un groviglio di tubi in pvc sulla destra, un vero schiaffo alla vista di chi passa a cui purtroppo pare non si riesca a porre rimedio o magari non c'è interesse a farlo... 
Mentre scatto la foto un muflone in lontananza pare condividere la mia opinione.

Raggiungo così il fosso della Cala, volutamente fotografato con e senza l'incriminata tubazione...
Subito dopo un cartello recita "Se amate la natura" in cui si son dimenticati "Non stendete più tubazioni".

Riprendo a salire, supero il simpatico cartello di benvenuto a La Cala fino a raggiungere un bivio in cui il 150 si divide, a destra il 150F a sinistra il 150.
Proseguo a sinistra (lungo costa) sia per avere un miglior panorama della costa, sia perché l'alternativa si presentava "meno appetibile".

Pochi minuti ed il sentiero diventa prima un'ampia strada sterrata quindi una strada asfaltata che con un paio di tornanti mi fa subito risalire di quota.

Continuo così a seguire l'asfalto ignorando un paio di segnavia che fanno rientrare nella macchia, preferisco godermi un po' di panorama.

Avvicinandomi a Marciana Marina, una pioggerellina mi fa riporre anzitempo la Nikon nello zaino. poco male, ormai manca meno di un chilometro al lungomare.

Invito quindi chiunque voglia fare quattro passi in un luogo incantevole ad approfittare dell'escursione di domenica prossima, con una modica cifra si viene portati in bus fino a Marciana,  si riceve una maglietta ricordo e si ha diritto di pranzare presso il pasta party a Marciana Marina una volta arrivati.
Per maggiori info: elba trail

Max

p.s. la successiva mappa con altimetria si riferisce al trekking del 21 maggio prossimo