giovedì 30 dicembre 2021

Trekking del 29 dicembre 2021: anello Pomonte, Semaforo, il Capo, Chiessi.

 

Il programma odierno è di effettuare una bella escursione con partenza da Pomonte e per "bella", non mi riferisco tanto al paesaggio quanto al fatto che ho voglia di camminare sodo.

Parcheggio in via del Passatoio ed alle 8,29 mi incammino lungo via Martini per imboccare il sentiero 104.
La temperatura è già piacevole all'ombra ed una volta investito dai raggi del sole diventerà decisamente sopra la media.

Il 104 non rivela particolari sorprese, lo sconnesso ciottolato di granito sottopone sempre a dura prova le mie articolazioni.
Raggiungo l'intersezione col 103 dopo un'ora ed alle 9,44 in località La Terra la GTE NORD.

Il grosso della salita è passato e per l'avvicinamento al Troppolo  posso aumentare leggermente l'andatura.
Passo così sul 125, provo sempre un gran piacere nel percorrerne questo tratto, vista impagabile, ambiente superbo, consigliatissimo!
Venti minuti e sono al bivio col 176A che prosegue dritto verso il Semaforo.

Breve sosta cibo, le solite foto di rito ed alle 10,58 sono nuovamente sul 125 in direzione Chiessi.
Scendo con attenzione (il fondo non è dei migliori) fino a raggiungere un segnavia verticale "fai da te" dove è indicato il 141 e su cui mi incammino.
Risalgo per un breve tratto attraversando anche un paio di lisce di  granito dove sono state posizionate robuste corde di sicurezza ma non mi servono, stamani la roccia è ben asciutta.

Raggiungo così il vecchio 41, poiché privo di recente segnaletica presumo rientri fra quelli "abbandonati" dall'ente parco.
La salita fino al Capo è comunque ben percorribile ed invogliato dalla buona manutenzione del sentiero continuo a salire visitando alcuni magazzini.
Una ventina di minuti ben ripagati dalla bellezza del luogo.

Tornato sul sottostante pianoro, la situazione cambia drasticamente poiché la restante parte del 41 è stata completamente abbandonata e la bassa vegetazione ne rende difficile l'individuazione.
Commettendo alcuni errori di direzione, aiutato da sbiaditi segnavia ma soprattutto dalla traccia sul mio Garmin che sono costretto a controllare continuamente, riesco comunque a seguirne il percorso.

Superato il fosso della Gneccarina fortunatamente la situazione migliora decisamente, ho quindi un ulteriore conferma sull'abbandono del 41 poiché non c'è nessun segnavia verticale ad indicare il bivio con il 103.

Seguendo via della Chiesa lascio l'abitato di Chiessi e mi incammino lungo il sentiero del Tramonto, raggiunto il cimitero di Pomonte, benché siano già le 14,00 decido di salire fino alla croce in legno che sovrasta il paese.

Sono passati molti anni dall'ultima volta, ricordavo che non era una "passeggiata" ma devo ammettere complice il completo abbandono in cui versa anche questo sentiero (sbaglierò più volte traiettoria) che raggiungerne la vetta sarà una vera liberazione!

Dietro front (non privo di errori di percorso) e dopo un'ora e cinque minuti sono nuovamente davanti al cimitero, una ventina di minuti e concludo la mia escursione davanti alla sorgente di Pomonte a riempire le borracce svuotate da almeno mezz'ora.

Trekking piuttosto impegnativo di quasi sette ore e circa 19 chilometri in una giornata dalle temperature autunnali.

Max

domenica 26 dicembre 2021

Trekking del 26 dicembre 2021: dal bivio Helvetelba a Cima del Monte

 

Parto dal bivio dell' Helvetelba alle 9,31 con tanto di ombrello aperto, le previsioni meteo prevedono miglioramento ed effettivamente dopo circa una decina di minuti la leggera pioggia cessa del tutto.

Seguendo via del Fabbrello, non posso non notare nuovi sacchetti di immondizia abbandonati nel fosso sottostante, come del resto il saccone in polipropilene contenente rifiuti vari da molti mesi in attesa di essere conferito allo smaltimento.

Una volta sulla GTE continuo a salire fino a raggiungere il bivio col 210 che scende a Porto Azzurro.
Passo davanti alla fattoria Terra e Cuore e sempre seguendo la GTE alle 11,07 sono alle Piane della Madonna, breve sosta fotografica del versante est e riprendo a salire fino a superare il bivio col 220.

Circa 200 metri e con passo lento e furtivo, mi avvicino con cautela al gruppetto di capre selvatiche che stanno tranquillamente bivaccando davanti a me.
Dedicherò svariati minuti per cercare di portarle a tiro del mio 18-105, quindi compiaciuto del risultato, proseguo senza infastidirle fino alla vetta di Cima del Monte.

Singolare e suggestiva la vista che si offre ai miei occhi, il versante est è completamente invaso da nubi basse, la visibilità ridotta a zero!
Scendo fino a raggiungere il bivio col 254, abbandono così la GTE per seguire le indicazioni per l'Acquariese.

Brevissimo tratto asfaltato della provinciale e proseguo sul 254 intersecando il 255 che sale al castello del Volterraio.
A circa 300 metri dalla fine però abbandono il 254 ed attraversando l'asfalto passo su un ampio sterrato che ritengo più adatto e diretto per raggiungere la chiesa di Santo Stefano alle Trane.

A poche decine di metri dal santuario, scendo lungo un breve sentiero che mi collega direttamente a via Le Trane ed una volta attraversato il fosso di Val di Piano seguendo il sentiero in direzione ovest, mi avvicino al fosso del Fabbrello, 250 metri ed alle 14,12 concludo la passeggiata di quasi 15 chilometri, caratterizzata da un'inaspettata giornata dalla temperatura sorprendentemente piacevole.

Max

venerdì 24 dicembre 2021

Trekking del 23 dicembre 2021: anello da Marina di Campo - c. Poro - Castancoli - San Piero

 

Approfitto della piacevole temperatura per effettuare un'altra escursione nel comune di Marina di Campo.

Ore 9,02, dal parcheggio sterrato attraverso la provinciale ed imbocco via Prato Arighetto, in circa 15 minuti raggiungo via del Formicaio, non ho mai seguito questo percorso per andare a Capo Poro e devo ammettere che benché sia piuttosto caratteristico, vedere il segnavia del sentiero 139 affisso ad un palo del telefono è comunque rassicurante.

L'ampio sterrato che prosegue in salita si congiunge rapidamente al 138, breve tratto in comune quindi mi mantengo sul 139 per raggiungere dopo un'ora esatta capo Poro.
Il panorama è veramente stupendo, spenderò diversi minuti a curiosare e fotografare poi senza fretta in quasi mezz'ora ritorno al bivio con il 138 su cui mi incammino in direzione di Colle di Palombaia.

Mi è sufficiente un'ora di marcia per raggiungere la provinciale, ne percorro 300 metri e ricomincio a salire con il 192 che a malincuore devo ammettere è in pessime condizioni, in chiusura dalla vegetazione e dal fondo sconquassato dai cinghiali!

Avvicinandomi al bivio con il 193, l'improvviso rumore di un elicottero attrae la mia attenzione, dedicherò così alcuni minuti ad immortalarne le evoluzioni di quello che spero sia solo un volo di esercitazione.

Salgo lentamente lungo il 193 con la speranza (invano) di fare qualche scatto ravvicinato del velivolo, poi raggiunto il bivio con il 195, proseguo in direzione di San Piero.

Incontro ravvicinato e piacevole con un piccolo gregge di capre, meno piacevole quello successivo con alcuni cani che riesco a tenere a distanza dimostrando di non temere i loro attacchi.

Attraverso il piccolo paese in festa e raggiunto piazzale Facciatoia, grazie ad approssimato sentiero mi collego sull'asfalto di via del Mare, pochi metri e taglio la provinciale per continuare a scendere lungo un ampio sterrato fino a via della Grotta.

In quattro ore e mezza concludo la mia piacevolissima passeggiata di circa 15 chilometri.

Max

martedì 21 dicembre 2021

Trekking del 21 dicembre 2021: anello da Laconella a Fonza

 

Programmata all'ultimo momento, con tanto di ombrello al seguito, l'escursione odierna inizia da Laconella alle 8,17.
Ho intenzione di vedere il tratto attrezzato che mi han detto è stato posizionato dopo Ripa Nera, così mi incammino sul sentiero 250 che mi offre l'occasione per fare qualche suggestiva foto di Punta della Contessa e di Montecristo.

Pochi minuti e faccio una breve deviazione per seguire una sorta di ampia pista sconnessa che pare scenda fino alla spiaggia di Ghiaieto.
Quindi ritornato sul sentiero principale, in prossimità di un tornante a sinistra, altre breve deviazione su un ampio ma trascurato sentiero dove trovo abbandonati sul terreno un gran numero di telaini in legno per arnie.

Altro dietro front e dopo 400 metri sempre mantenendomi sul 250 proseguo in direzione di Capo di Fonza.
Raggiungo quindi il 248A, il cui segnavia verticale giace a terra da diverso tempo, indica 40 minuti per m. Fonza, me ne basteranno meno di 20 (soste foto comprese).

In prossimità del caprile, passo sul 248 seguendo l'indicazione per La Foce.
E' passato qualche anno dall'ultima volta che l'ho percorso, l'unico cambiamento è costituito da una miglior segnaletica mentre il fondo è sempre ripido e sconnesso.

Raggiungo così la ferrata in questione, devo ammettere di poco aiuto (forse per chi sale lo è di più), a mio modesto parere il cavo d'acciaio è stato posizionato troppo in basso per poter essere di valido sostegno anche se la morfologia del terreno non mi sembra consenta di realizzare alternative migliori.

Proseguo superando alcune proprietà private ed alle 10,39 sono sulla spiaggia di Fonza.
Decido di abbandonare il 248 (che prosegue per La Foce) e seguendo lo sterrato di via Fonza mi collego a via Monte Tambone (Segagnana).

In poco più di mezz'ora ne raggiungo il culmine nonché intersezione fra 248 e 243 su cui inizio a scendere.
30 minuti esatti e sono al bivio con il 246, molto più breve e diretto per rientrare a Laconella.

Concludo la piacevole passeggiata alle 12,14 in perfetto orario per il pranzo, i chilometri percorsi sono stati circa 13.

P.S.
L'ombrello fortunatamente non è servito.

Max

lunedì 13 dicembre 2021

Trekking del 12 dicembre: anello da San Piero via Calanche e Macinelle

 

Ritrovo alle 8.15 alla rotatoria degli Orti quindi procediamo in direzione di San Piero.
Parcheggiamo come sempre a fianco del campo sportivo ed alle 8,46 iniziamo il cammino lungo il sentiero 107.

La giornata si preannuncia stupenda ma l'esposizione al sole ci suggerisce di mantenere un'andatura lenta per evitare il più possibile di ghiacciarci nel successivo attraversamento del bosco per raggiungere Masso alla Quata, dove fra l'altro metteremo in fuga un cinghiale.

La vista delle montagne innevate della vicina Corsica è spettacolare.
Mario accetterà con pazienza le mie soventi soste per fotografare e proprio grazie a alla lui riuscirò ad immortalare alcuni mufloni sotto di noi.

Proseguiamo così lungo il sentiero 123, particolarmente indicato per gli scorci sul versante settentrionale ed alle 10,33 espugniamo la bellissima vetta delle Calanche.
Indubbiamente la mia preferita, dai suoi 905 msl si ha un incantevole panorama su Vallebuia a sud, Marciana Marina a nord e dell'intera Elba orientale, il tutto privo di antenne, tralicci o cavi elettrici!

Dopo circa 15 minuti di sosta, riprendiamo il cammino sul sentiero 100, un tempo 00, numerazione che aveva tutto un'altro significato, una sorta di monito per gli escursionisti, come dicesse: "Occhio che qui non si scherza!"

Attenzione e cautela, i tratti in ombra oltre ad essere più freddi e bagnati, conservano ancora piccole pozze ghiacciate e sporadici mucchietti di neve e grandine di un paio di giorni fa.

Cautela che ci costringerà anche a reinventarci alcune decine di metri di sentiero per raggiungere Malpasso (Filicaie) dal momento che salire sui massi di granito coperti di brina non ci sembra affatto sicuro.

Brevissima sosta e continuiamo la discesa lungo la GTE, lentamente e con attenzione, chissà perché una decina di anni fa era decisamente più facile...

Prima di raggiungere il bivio al Colle della Grottaccia, alleggerisco l'abbigliamento, nel versante soleggiato a sud la temperatura avvertita è decisamente più piacevole e le sporadiche folate del maestrale non sono più un fastidio.

Passiamo così sul sentiero 130, il segnavia verticale indica 40 minuti per le Macinelle, ci arriveremo in 24 minuti camminando normalmente.
Macinelle a quanto pare, particolarmente gettonate, oltre ad un nutrito gruppo di escursionisti intenti ad impiattare un paio di teglie di calda polenta, sarà meta di successivi viandanti che incroceremo avvicinandoci alle Piane al Canale.

Io mi accontento di una succosa e fresca arancia, Mario di una barretta sbriciolata (succede a tenerle troppo a lungo in tasca).

Raggiunto l'ampio sterrato ci manteniamo a ovest sud ovest, un paio di foto a Tozza al Protano e continuiamo a scendere fino ad intercettare il 135.

Con andatura spedita, grazie alle ottime caratteristiche  del sentiero, arriviamo al mulino di Moncione, ma invece di proseguire sul 135, che ci avrebbe portato prima all'auto, scendiamo sul vecchio 17 (134A credo).

Mario è interessato a vedere parte della zona incendiata il 17 ottobre scorso.
Fortunatamente ci sono passato recentemente ed ho ancora bene in mente il percorso che, attraverso il 133 ed alcune biforcazioni, ci porterà a San Piero.

Il paesaggio è inimmaginabile, la devastazione delle fiamme ha riportato in vita un passato celato da anni.
Terrazzamenti ovunque, testimonianza inconfutabile del duro e solerte lavoro di tanti elbani che dedicavano una vita di sacrifici alla terra, terra che li ripagava con i sui frutti, la vite in primis. 

Adesso arbusti anneriti vengono lentamente circondati dal verde manto erboso, le felci sembrano le più promettenti.
Entrambi concordiamo che è uno spettacolo bellissimo.

Torniamo all'auto alle 14,07 dopo un "giretto" di oltre 14 chilometri, proprio una fantastica escursione!

Max

sabato 4 dicembre 2021

Trekking del 4 dicembre 2021: promontorio di Calamita

 

Esco di casa poco prima delle 8,00 e mi incammino verso la spiaggia delle Ghiaie.
Il cielo è coperto, la temperatura piuttosto bassa ma con assenza di vento, in compenso la visibilità è fantastica.

Poco prima del bivio del Ponticello vedo l'auto di Mario arrivare, si è offerto di venire a prendermi poiché il mio pandino per seri problemi meccanici è temporaneamente fuori servizio.

Quindi ci dirigiamo verso Capoliveri, poco importa se ci sono stato recentemente, oggi lascio volentieri il timone al mio amico, sarà lui a scegliere meta e percorsi.

Iniziamo così la nostra escursione alle 8,49 davanti al museo della Vecchia Officina per scendere via Le Francesche fino al Vallone Basso.
Il panorama è fantastico, il cielo è tappezzato da nubi minacciose e la sorprendente visibilità fa sembrare l'isola di Montecristo e quella del Giglio a portata di mano.

Le recenti piogge hanno completamente spazzato via la polvere e le pietre di malachite sparse lungo il cammino sono ancora più facili da individuare.
Scendiamo fino allo scheletro della mastodontica laveria, un tempo luogo magico in cui adoravo scattare foto ai giganteschi vibrovagli in cui si riversava il minerale estratto, ma parlo di oltre quarant'anni fa...

Dopo circa un'ora ed un quarto torniamo nuovamente all'auto, tolgo l'imbottitura in pile della giacca e riprendiamo a salire verso il cantiere di Macei Alto quindi mantenendoci ad un centinaio di metri ad est di Poggio Polveraio, riscendiamo fino all'ampio sterrato che oltrepassa il fosso di Rimaiolo e che seguiremo con il sentiero che gli corre parallelo.

Risalendo lungo il ben mantenuto sterrato, non mi aspettavo certamente di poter fotografare un mucchio di grandine caduta più di un giorno fa.
Raggiunto il bivio successivo, ci teniamo a destra per scendere con un sentiero decisamente più stretto e sconnesso fin sopra le ville di punta di Balamorta.

Tornati sull'ampio sterrato, superiamo la terza piazzola della batteria antinave Gino Fara Forni e continuiamo verso Poggio Turco.
Sono passate abbondantemente le 12,00, suggerisco così di rientrare al museo, percorreremo a passo spedito i restanti 3,8 chilometri per concludere la nostra passeggiata di 16 chilometri alle 13,04.

Max

domenica 28 novembre 2021

Trekking del 28 novembre 2021: anello nel Campese

 

Escursione odierna in compagnia di Susy, con ritrovo alle 8,15 nel parcheggio di fronte a via Prato Arighetto.
Ci incamminiamo lungo via del Lentisco, salendo scatto un paio di foto alla Madonna del Buon Consiglio e dopo pochi minuti, sfruttando un breve tratto di via del Mare, raggiungiamo la panoramica terrazza di San Piero. 

Sempre salendo, attraversiamo il piccolo abitato fino a raggiungere il campo sportivo e seguendo lo sterrato principale le Vie del Granito.
Breve visita al sito archeologico (segnavia distrutto dal recente incendio) e riprendiamo a salire sul sentiero 133.

Evitiamo di raggiungere Sassi Ritti preferisco dirigermi verso il mulino di Moncione, vi arriveremo alle 9,45 dopo aver incontrato lungo il sentiero un povero colubro forse morto dal freddo e riposizionato alla meno peggio il pannello divelto del Grottino.

Passiamo quindi sul sentiero 135 sempre in direzione ovest fino all'intersezione con quello che un tempo era il 34, benché privo di segnaletica, pare molto trafficato dai bikers e ci consente di salire fino ad incrociare il 130.
Prima però trascorriamo qualche minuto al sole riparati dal granito di Pietra Murata, il vento freddo di ponente è decisamente insopportabile!

Scendiamo così verso le Piane al Canale, passiamo sul 111 che poi abbandoneremo per seguire con attenzione e cautela il percorso dell'ultima gara di enduro, ci ricolleghiamo al 124 in breve tempo ed alle 11,15 siamo di fronte alla pieve di San Giovanni.

Breve tratto asfaltato e mantenendoci sempre sul 124 raggiungiamo la chiesa di San Francesco Saverio sempre più in rovina.
Proseguiamo sul 124, alcune piante abbattute dal vento ci obbligano ad un piccolo fuoripista.

Alle 11,56 abbandoniamo il 124 per iniziare a scendere con il 119.
Nubi minacciose mi obbligano a riporre la reflex nello zaino, cade qualche goccia di pioggia, ma non passano più di 10 minuti che il vento le spazza via, il sole torna sovrano.

Raggiunto l'abitato di Sant' Ilario, meno di 500 metri di provinciale per imboccare un sentiero sulla destra, pochi minuti ed incrociamo alcuni volontari del CAI intenti al taglio della vegetazione, saluto Vincenzo e proseguo a scendere lungo quella che veniva chiamata la Scorcia di Sant'Ilario.

Evitiamo di collegarci in via Pian di Mezzo, così al bivio teniamo la destra, ottima scelta poiché ci consente di costeggiare il fosso di San Francesco ed alcuni vecchi mulini che non avevo mai visitato.

Sempre in direzione sud, arriviamo al cimitero di Campo nell'Elba, l'auto è a meno di 400 metri.

Ore 13,46 saluto Susy ringraziandola per la compagnia e per la sua guida nel ritorno, entrambi piacevolmente sorpresi di aver effettuato inaspettatamente una bella passeggiata di quasi 20 chilometri.

Max

domenica 21 novembre 2021

Trekking del 20 novembre 2021: girovagando a Calamita

 

Avevo proprio voglia di fare quattro passi a Calamita, lungo quei sentieri che normalmente non percorro durante gli allenamenti di trail running.

Cosi parcheggio l'auto proprio di fronte al museo della Vecchia Officina ed alle 9,34 inizio il cammino.
Inizialmente mi dirigo verso sud ovest, meno di cento metri e cambio idea, dietro front optando per l'ampio sterrato della Tenuta delle Ripalte.
Ne percorro però solo 300 metri circa, preferisco seguire le indicazioni della Legend Cup  ed inizio lentamente a salire lungo un single track che non ho ancora completamente memorizzato.
Curioso l'incontro con un giovane pino dal tronco letteralmente "avvitato" su se stesso.

Seguendo i vecchi percorsi che consentivano il trasporto del minerale fra i vali livelli, con un breve fuori pista, che mi costerà una brutta caduta sulla gamba sinistra, raggiungo un po' indispettito il sentiero del terrazzamento superiore che ben conosco, mentre una vocina continua a ripetermi che non hai più l'età di un bimbo...

Proseguo ferito più nell'orgoglio che dalle piccole escoriazioni in costante salita, fino a raggiungere alle 10,30 il sentiero 231 (anello alto) quindi, tenendo la destra, scendo verso Poggio Fino.
A Poggio Fino ci sono varie alternative, scelgo di continuare a scendere verso Calagrande con il sentiero 230.

Ne percorro circa 150 metri quando individuo un bel sentiero sulla sinistra che non ricordo di aver mai fatto, la scelta e presto fatta, lo imbocco senza troppe esitazioni.

Meno di 500 metri piuttosto in quota e mi collego ad un altro sigle track che ben conosco e su cui proseguo a scendere.
Gli scorci del golfo di Porto Azzurro e forte Focardo sono stupendi.
Raggiungo così la cessa con cui scendo con estrema cautela fino a Calanova ultima chance per tornare verso l'auto.

Imbocco così il sentiero 230 come indicato dal segnavia incollato a fianco della sbarra che delimita la proprietà della società Vallorita.
Il percorso caratterizzato dall'ottimo fondo e dall'ampia larghezza, segue le insenature costiere e offre un'ottima visuale delle spiagge sottostanti.

200 metri dopo aver superato il tornante sotto cui scorre il fosso dello Stagnone, abbandono lo sterrato principale per un sentiero sulla sinistra che oltre ad essere più panoramico, mi consente di raggiungere prima la discesa per la miniera del Ginevro.

Dedico ovviamente svariati minuti a fotografarne gli impianti ormai in rovina, testimoni dell'attività estrattiva di un tempo.
Passando esattamente sopra alla galleria di quota 6, riprendo a salire lungo un relativamente recente sentiero, sempre facente parte del Bike Park.

Tenendo Poggio Turco immediatamente sulla sinistra, in meno di dieci minuti sono davanti alla Reception della tenuta delle Ripalte.
3 chilometri abbondanti mi separano dal museo da dove sono partito, li percorro in circa cinquanta minuti comprese le varie soste per fotografare la spiaggia di Remaiolo.

Alle 15,26 concludo la passeggiata di circa 20 chilometri, è ora di rientrare a casa.

Max

sabato 6 novembre 2021

Trekking del 6 novembre 2021: Volterraio e Cima di Monte

 

Partenza alle 8,29 dall'incrocio fra la provinciale 28 e la 32 (bivio del Volterraio), meno di 100 metri e sulla sinistra il segnavia verticale indica il sentiero 254 su cui ovviamente mi incammino.

Giornata bellissima con sole e vento fresco di grecale.
Non ostante l'andatura tranquilla, sono sufficienti poco più di cinque minuti di salita a farmi togliere la giacca.

Il sentiero, in buone condizioni, sostanzialmente si mantiene parallelo alla strada asfaltata salendo fino ad intersecare il 255 e poiché ho intenzione di raggiungere il castello, passo su quest'ultimo.

Pochi minuti e mi imbatto in un gruppetto di capre selvatiche intente a far scorpacciata di lentisco, per nulla intimorite, mi consentono di scattare varie foto.
Dopo qualche foto anche alla chiesina di San Leonardo, alle 9,18 sono ai piedi del maniero, breve sosta al versante soleggiato a sud, quindi una foto al piccolo ingresso in basso a nord, fino a poco tempo fa sbarrato da una grata in ferro che a quanto pare è stata divelta.

Inizio così la discesa ed una volta raggiunto l'olivastro, piego a sinistra lungo il sentiero 255A, è passato un po' di tempo dall'ultima volta che l'ho percorso e sono curioso di valutarne le condizioni.
Tutto come sempre.

Raggiunto l'asfalto scendo di quasi 200 metri per risalire su uno sterrato sulla sinistra, ampio e piacevole per i primi trecento metri circa, poi si riduce alle dimensioni di un normale sentiero, ma piuttosto ripido e che senza troppi "fronzoli" immette direttamente sulla GTE più a monte dove il segnavia verticale lo indica come 254.

Come immaginavo e già avvertito salendo, l'insopportabile grecale mi obbliga a indossare nuovamente la giacca, nel frattempo un piccolo escavatore, aiutandosi con la benna, sta lentamente salendo verso Cima di Monte, lo raggiungo che si appena portato a ridosso del grosso pannello ripetitore, alcuni operai sono a lavoro.

Abbandono per poche decine di metri la GTE per raggiungere la vetta, sono circondato da antenne, cavi elettrici e parabole, lo spettacolo è decisamente squallido, purtroppo prezzo di un progresso che per lo meno dovrebbe evitare che l'area sia usata a mo' di discarica per vecchie strutture in plastica sbriciolata e pali divelti.

Riprendo quindi la discesa fino ad arrivare al bivio col sentiero 220, mi sarà di aiuto per ritornare verso nord fino al single track "La Buca del Bandito", molto amato dai bikers e su cui proseguo per scendere lungo il fosso del Forcaccio.

Torno all'auto alle 12,34 dopo uno spettacolare percorso di solo 9,4 chilometri ma dal dislivello non trascurabile.

Max

domenica 24 ottobre 2021

Trekking del 23 ottobre 2021: Anello da Rio Marina - m. Giove - m. Serra e Santa Caterina

 

La maggior parte delle mie escursioni le effettuo in solitario, spesso decidendo all'ultimo istante l'itinerario, questa no.

L'escursione odierna praticamente è nata già a fine settembre, quando l'amico Massimo mi ha comunicato che un gruppo di escursionisti d'oltremare aveva intenzione di effettuare un trekking con partenza da Rio Marina.
"La tua conoscenza dei sentieri ci sarebbe utile" Più o meno il riassunto della sua telefonata.

Ovviamente offro la mia disponibilità, sia ad accompagnarli il giorno dell'escursione sia a pianificare i vari itinerari, dal momento che con il passare del tempo, il programma è variato più volte.

Sabato 23 ottobre, gli otto escursionisti finalmente sbarcano dal traghetto delle 9,05 prima tappa della giornata è recarsi alla sede del Parco Minerario per acquistare i biglietti che ci consentiranno sia di visitare il museo che di attraversare la vasta area mineraria.

Iniziamo così la marcia alle 9,45 in direzione del cantiere di Valle Giove quindi dopo una breve sosta alla vecchia e pericolante officina del Portello continuiamo, sempre seguendo il sentiero 206, in direzione del laghetto delle Conche che però evito di raggiungere in quanto la persistente siccità lo ha nuovamente prosciugato.

Decido invece di imboccare un "simpatico" single track con cui lentamente intercettiamo il sentiero 259 con cui raggiungiamo la torre del Giove, o meglio le rovine della torre...

Dopo un breve periplo delle mura e le foto di rito, rimando la discesa lungo il 259 per guidare il gruppo fino al belvedere su Rio Marina e valle Giove, il panorama è entusiasmante, i seducenti raggi del sole invitano a sdraiarsi, manca venti a mezzogiorno, sai che c'è?...
Ci concediamo una piacevolissima sosta pranzo di venti minuti!

Riscaldati e rifocillati riprendiamo il cammino scendendo fino ad incrociare l'asfalto della provinciale, ne percorriamo circa 500 metri per imboccare il sentiero 203 con cui ci avviciniamo all'eremo di Santa Caterina, ma giusto per evitare di percorrere troppa strada avanti indietro, impegno i miei compagni di viaggio in un breve "strappetto" che in circa 5 minuti ed un po' di fatica ci permette di collegarci direttamente al sentiero 202.

Probabilmente lo "strappetto" me lo avrebbero fatto volentieri in testa, dato che sommato alla successiva salita per la vetta del monte Serra, ha fiaccato le energie a più d'uno.
Ma volete mettere la vista che offre?
Impagabile.

Finalmente tutta discesa, almeno così la vendo, sia per rincuorare i più stanchi sia per farmi perdonare per lo sforzo preteso.
Peccato solo che nubi e vento fresco ci obblighino ad appesantire il vestiario.

Altra breve sosta all'Aia di Cacio, i consueti 900 metri di asfalto ed alle 13,56 siamo davanti all'eremo di Santa Caterina.
Continuando più o meno a scendere, ripercorriamo un breve tratto del 203 fatto in precedenza per poi rientrare nell'area mineraria.
Il passaggio davanti l'ingresso di alcune gallerie abbandonate è oggetto d'interesse da parte dell'intero gruppo, sarebbero state utilissime le conoscenze dell'amico Mario, esperto geologo (o quasi) ma problemini di salute gli hanno impedito di partecipare.

Torniamo così in paese alle 15,12 dopo una passeggiata di quasi 15 chilometri.
Il desiderio di mare prevale anche sulla sosta caffè, mentre io rientro a casa il resto del gruppo fa rotta sulla spiaggia di Lacona per godere degli ultimi raggi di sole.

Nel ringraziare Francesca ed i suoi amici per il graditissimo pensierino, posso affermare che sono stati così bravi, che la prossima volta potranno anche fare a meno di me!

Max

martedì 19 ottobre 2021

Trekking del 18 ottobre 2021 : Anello da Colle di Palombaia

 

Escursione pomeridiana da Colle di Palombaia per andare ad intercettare la zona colpita dall'incendio di due giorno or sono.

Inizio la marcia alle 14,09 seguendo le indicazioni del sentiero 192 che dopo una serie di tornanti (non troppo curati) si allarga decisamente, diventando un'ampia strada sterrata, il panorama è notevole.

Meno di venti minuti e raggiungo il bivio con il 193 su cui proseguo, la visuale mi consente di avere già un'idea della zona interessata dall'incendio. 
Raggiunto il bivio successivo (con il 195) proseguo verso nord in direzione di San Piero, percorro l'ampio sterrato fino a congiungermi a "Le vie del granito", già interessate dalle fiamme.

Lo spettacolo è surreale, nella grigia desolazione la pista marrone del sentiero si fa strada, odore di bruciato, terrazzamenti a non finire.
Seguo il sentiero 133, solo avvicinandomi al molino di Moncione, la vegetazione torna presente, breve visita al "Grottino" e passato sul 134 scendo verso la capanna di Marco ai cui piedi riparte la devastazione del fuoco.

Il sentiero ne è stato completamente avvolto, idem il 195 con cui continuo a scendere fino a raggiungere l'asfalto.
Poco più di 800 metri ed eccomi nuovamente sullo sterrato del sentiero 192, 600 metri abbondanti che man mano si fanno sentire nelle gambe e che mi riportano al primo bivio incontrato.

Altri quindici minuti di cammino ed eccomi sulla provinciale, al punto di partenza dopo aver effettuato un anello di 7,5 chilometri, l'orologio segna le 16,47.

Max

sabato 9 ottobre 2021

Trekking del 9 ottobre 2021: Dall' Aia di Cacio alle Foci (via S. Lucia)

 

Il merito è tutto di Mario.
"Potresti accompagnare dei miei amici lungo la GTE?" Mi domandò giorni or sono.
Ovviamente gli dissi di si.

Con un servizio taxi impeccabile alle 7,15 mi viene a prendere al semaforo di San Giovanni quindi recuperati Stefano e Valentina in zona Orti ci dirigiamo all'Aia di Cacio, punto di partenza della nostra escursione.

Iniziamo la marcia alle 7,49 con la salita al monte Strega, giusto per scaldarci un po', quindi procedendo in direzione del m. Capannello, Stefano è il primo ad accorgersi del numeroso branco di capre selvatiche.

Poco convinte se darsi alla fuga, dopo aver percorso alcune decine di metri davanti a noi, si spostano lateralmente, posizionandosi esattamente sul crinale alla nostra sinistra ed incredibilmente si lasciano fotografare, incuranti dei nostri commenti di stupore.
Un incontro del genere non mi era mai capitato, bello!

Euforici, proseguiamo il cammino disturbando (suppongo) alcuni cacciatori di posta alla lepre, altra sosta foto dal m. Capannello ed arriviamo alle Panche, dove la GTE taglia la provinciale.

Sempre infastiditi dal vento di grecale iniziamo la salita per Cima di Monte, fortunatamente la temperatura è piacevole, ottima per fare quattro passi.
Alle 9,18 raggiungiamo la vetta, quindi iniziamo la lunga discesa.
In prossimità del bivio con il sentiero del Pastore, per Mario è giunto il momento di fare dietro front e ritornare all'Aia di Cacio dove ha parcheggiato la sua auto.
Salutiamo così il comune amico e riprendiamo a scendere.

Ore 10,57 attraversiamo l'asfalto, siamo in zona Campo ai Peri, grazie alla compagnia di Stefano a Valentina, che non hanno mai percorso questo tratto di GTE, mi rendo conto della carenza di segnavia, soprattutto in punti nevralgici come alcuni incroci; per me dove passare è scontato, ma per chi non conosce il percorso non lo è affatto.

Carenza di segnavia verticali che ritroveremo anche scendendo da monte Orello, raggiunto con una certa fatica dai miei compagni di viaggio, ovviamente do la colpa a Mario "E' lui che mi ha detto di fervi passare dalla GTE storica" affermo candidamente...

A fonte Schiumoli espongo la mia idea di ritornare alle auto passando da Santa Lucia con il sentiero 266, premetto però che non ho idea delle suo stato, se sia chiuso dalla vegetazione oppure no, sono passati almeno un paio di anni dall'ultima volta che l'ho fatto.

Loro apprezzano l'idea, vada per Santa Lucia!

Per quanto riguarda la salita non avevo grossi dubbi, devo ammettere però che raggiunta la vetta, ho avuto una brutta sensazione di trascuratezza ed abbandono, una pulita del piccolo pianoro dalla secca vegetazione renderebbe sicuramente l'area adiacente alla chiesa più piacevole alla vista, in ogni caso il panorama su Portoferraio resta notevole.

Erano le condizioni della discesa verso Le Foci a preoccuparmi, fortunatamente fatti pochi metri mi rendo subito conto che è tutto regolare, me lo confermano le numerose impronte di scarpe e delle ruotate delle mtb.

Il finale del 266, modificato per evitare di aggirare alcune abitazioni, non è certamente il massimo, sembra di passare ai margini di una discarica per i vari rifiuti e plastiche abbandonati sul terreno.

Alle 13,31 saluto Stefano e Valentina, loro proseguendo dritto per poco più di 200 metri raggiungeranno la provinciale e tenendo la destra in meno di 700 metri saranno alla loro auto, io sfruttando uno sterrato alla mia destra raggiungerò l'asfalto davanti l'ingresso delle Terme, pochi minuti ed anche io sono all'auto.

Bellissima giornata e bella camminata di oltre venti chilometri, il merito?
Di Mario!

Max

domenica 19 settembre 2021

Trekking del 19 settembre 2021: Da Colle Reciso, Segagnana e Literno

 

Parlando con un amico sono venuto a sapere che lo sterrato della Segagnana è stato oggetto di manutenzione e così ho deciso di andare a vedere.

Parto dal bivio di Colle Reciso alle 8,34 seguendo la GTE, faccio solo poche decine di metri e mi imbatto in una bella discarica abusiva, svariati sacchetti disfatti già fotografati poco tempo fa abbandonati al margine dello sterrato, proprio un bellissimo biglietto da visita specialmente in questo periodo in cui l'affluenza di ciclisti ed escursionisti è sicuramente in aumento.

Proseguo disgustato dall'inciviltà umana in direzione di Poggio del Molino a Vento ed una volta superato, abbandono la GTE per il sentiero 215, inizialmente dall'ottimo fondo poi man mano più sconnesso, con cui raggiungo Lacona.

Breve tratto di asfalto ed una volta arrivato a Laconella inizio a salire lungo la Segagnana seguendo il sentiero 250.
Innegabile che sia stata oggetto di manutenzione, non immaginatevi un'autostrada, è sempre piuttosto sconnessa, specialmente il primo "strappetto" in salita a mio avviso poteva essere fatto meglio, ma indubbiamente consente un passaggio meno rischioso a bici e pedoni.

Raggiungo quindi il bivio con il 243 (il 250 prosegue per Punta di Fonza) su cui proseguo l'escursione ma una volta oltrepassata l'intersezione con il 246 (che riscende a Lacona) prima incrocio un pick up (Nissan) in vena rallistica che non curante di chi possa salire, scende spedito senza nemmeno provare a rallentare cosa che oltre ad innervosirmi mi riempe ovviamente di polvere, quindi è la volta di una decina di moto.
Le sento salire veloci in lontananza con la speranza che una volta individuato abbiano il buon senso di rallentare.
Purtroppo a quanto pare il buon senso stamattina lo hanno lasciato sul comodino, specialmente i primi se ne fregano altamente della mia presenza, solo gli ultimi vedendomi intento a fotografare, rallenteranno un po' lasciandomi comunque completamente avvolto nella polvere.

Qui è d'uopo una breve digressione: come recita il proverbio "chi va al mulino s'infarina" è chiaro che nel percorrere strade sterrate metto in conto di impolverami un po', ma rallentare quando alla guida di una moto o veicolo che sia si supera un pedone penso faccia la differenza fra un pilota responsabile ed un penecefalo.

Teste di cazzo a parte (perdonatemi il francesismo) continuo la lunga salita verso m. Tambone e raggiunta l'intersezione con il 248 alle 11,28 inizio a scendere sul versante Campese.
Versante che devo ammettere è stato rimesso in sesto piuttosto bene, tanto che al momento come fondo lo ritengo migliore a quello Laconese.

Sono le 12,17 quando attraverso la provinciale in direzione della Bonalaccia, seguo le indicazioni della pasticceria Lambardi fino al fosso del Filetto, un ampio sterrato (che non conosco) sembra andare nella direzione giusta e magari può farmi risparmiare un po' di strada ed abbandonare anzitempo l'asfalto che da sempre mal gradisco.

Così è, mi ricollego a via Filetto e dopo poco imbocco via Monte Baccile che come indica il nome non senza fatica per il ripido e insidioso sentiero mi riporta nuovamente sulla GTE in prossimità dell'ampio tornante meta un tempo degli appassionati di tiro al piattello.

La stanchezza comincia a farsi sentieri ed il caldo pure, fortunatamente il cielo è parzialmente coperto, altrimenti sarebbe stato un calvario!
Procedo tranquillo quando un rumore di motori si avvicina, riecco i motociclisti!
Il secondo mi affianca e procedendo lentamente mi avvisa che ne manca altri otto, gesto che apprezzo e grazie alla loro minor velocità ed a un terreno un po' più compatto, stavolta il polverone sarà più sopportabile.

Buca di Bomba, Poggio del Molino a Vento (dove scorgo un paio di occhiali dimenticati da qualcuno), Colle Reciso.

Concludo finalmente questa lunga camminata di oltre 24 chilometri alle 14,18 con le spalle indolenzite dal peso dello zaino, non ho più il fisico di una volta!

Max

sabato 11 settembre 2021

Trekking del 11 settembre 2021: eremo di Santa Caterina, Rio Marina e torre del Giove

 

La frescura settembrina pare già finita e stamani complice una partenza più tardi del solito, sono nuovamente a lottare con il caldo.

Parcheggio all'imbocco dello sterrato che porta all'eremo di Santa Caterina ed inizio la marcia alle 9,12 quasi nello stesso momento il custode dell'Orto dei Semplici abbassa la catena per transitare con il suo Ape Piaggio.

Pochi minuti e lo incontro nuovamente mentre scatto un paio di foto alla chiesa, quindi proseguo lungo il sentiero 203, oltrepasso l'asfalto della Parata e con il 259 (decisamente carente di segnaletica) mi dirigo verso San Quirico.

Strada facendo, dedicherò una ventina di minuti per fare una deviazione e scattare un paio di foto ad una vecchia galleria mineraria che non visitavo da diverso tempo quindi proseguo a scendere verso Rio Marina.

Una visita al Parco Minerario per salutare Giovanni e Marco, che però non troverò, in compenso sarà Silvestro ad accogliermi coinvolgendomi in un'interessantissima conversazione.

Breve dietro front e seguendo il sentiero 206 mi dirigo verso Valle Giove.
Nel vasto cantiere a cielo aperto, caratterizzato dai numerosi terrazzamenti di coltivazione, il terreno coperto dai granelli di minerale brilla come sempre sotto i raggi del sole.

Praticamente senza fermarmi, scatto qualche foto alla vecchia officina del Portello, parte del tetto è veramente prossima al collasso, un vero peccato!

Strada facendo, decido di salire verso la torre del Giove piuttosto che raggiungere il laghetto delle Conche (che suppongo sia poco più di una pozzanghera) e così, sfruttando "contromano" un bel single track per gli amanti delle due ruote, alle 12,25 sono davanti alle rovine della fortezza che fu duramente colpita nel sedicesimo secolo dall'assalto dei Turchi.

Trascorro circa mezz'ora per fotografare le vecchie mura e proseguendo in direzione sud per meno di 200 metri, ammirare il bellissimo panorama su Rio Marina e valle Giove.

Altro dietro front e seguendo nuovamente il sentiero 259, ritorno sull'asfalto della Parata, stavolta ne percorro quasi 500 metri prima di ritornare sul sentiero 203 con cui rientro all'eremo.

Raggiungo l'auto alle 13,30 con il gps che segna quasi 13 chilometri, una breve e bella camminata.

Max

domenica 5 settembre 2021

Trekking del 5 settembre 2021: Anello da Marciana

 

Bellissima giornata, bella camminata!
Non è detto che sia sempre così, ma anche stamani lo è stato.

Parto da Marciana alle 8,08 seguendo la strada che fiancheggia la fortezza pisana fino ad intercettare dopo pochi minuti il sentiero 110 su cui proseguo.
In circa quarantacinque minuti di salita mi collego alla GTE (Nord) con cui successivamente raggiungo La Tavola, la giornata è veramente stupenda e l'aria fresca da nord ovest sembra ancora più fredda a contatto con la pelle bagnata dal sudore.

Dalla Tavola (920 slm) inizio a scendere verso sud ovest, la prima parte il solito sconnesso ed ostico ciottolato che obbliga ad abbassare lo sguardo per controllare dove mettere i piedi, quindi avvicinandosi alla zona dove il 14 ottobre del 60 avvenne il tragico incidente aereo dell'Itavia, il fondo migliora leggermente e le pietre lasciano man mano posto al terreno più compatto.

Nella parte finale purtroppo il tagliato è stato lasciato al lato del sentiero, a me hanno insegnato che andrebbe ammucchiato all'interno della macchia in modo da occultarlo alla vista.

Alle 10,11 raggiungo il sentiero 103 proveniente da Chiessi, mantenendomi sempre sulla GTE Nord cambio direzione verso nord ovest con l'intenzione di visitare il Semaforo di Campo alle Serre.
Meno di venticinque minuti e ne raggiungo il bivio, abbandono così la GTE per passare sul 125.

Anche in questo caso, meno di venticinque minuti e sono di fronte alle vecchia struttura usata dalla Marina Militare durante l'ultimo conflitto bellico come stazione di avvistamento navi.
Breve sosta di un quarto d'ora abbondante per mangiare una mela e scattare un po' di foto e torno indietro ricollegandomi al 103 (GTE Nord).

Con andatura spedita, affronto la discesa dal Troppolo  per imbattermi in un grosso castagno dal tronco letteralmente scosciato che preclude parzialmente il passaggio solo a pochi metri dalla Madonna del Bollero.

Quindi superata Serra Ventosa, una breve sosta per sorseggiare la fresca ed ottima acqua alla Madonna del Monte è d'obbligo, peccato che mi ci vorranno circa 50 secondi per riempire la borraccia da 600 ml, la sorgente ne offre sempre meno!

Durante la discesa lungo la Via Crucis incrocerò diverse famiglie salire lentamente verso il santuario, mentre altre avevano già preso possesso degli tavolini in castagno per bivaccare.

Concludo la mia escursione alle 13,03 dopo aver percorso oltre 15 chilometri, sentieri ben segnalati e puliti.

Max

martedì 31 agosto 2021

Trekking del 30 agosto 2021: Anello Panche - monte Serra

 

Finalmente un po' di tregua, il caldo opprimente ha lasciato spazio ad una fresca aria settembrina, ne approfitto così per una breve escursione pomeridiana. 

Parcheggio nell'area di sosta (recentemente manutenuta) delle Panche ed inizio a scendere lungo l'asfalto per imboccare il sentiero 253 cosa che mi consente di sfruttare l'ombra del versante est.

Raggiungo il bivio con la GTE ma proseguo sul sentiero "Mezza Strega" che senza grossi dislivelli, offre bellissime vedute di Rio nell'Elba.
Dopo circa quaranta minuti di andatura tranquilla, raggiungo la provinciale per Nisporto, breve tratto in salita e mi ricongiungo nuovamente alla GTE presso l'Aia di Cacio.

Imbocco quindi il sentiero 202 con cui intendo raggiungere la vetta di monte Serra, il panorama non è niente male, specialmente quello del canale di Piombino.
Proseguo descrivendo un anello (di circa 2,5 km) che con molta calma, in circa un'ora mi riporta all'Aia di Cacio.

Per ritornare alle Panche stavolta scelgo la GTE, il che vuol dire l'impegnativa salita del m. Strega, ripagata comunque ampiamente dal panorama offerto una volta raggiunta la vetta quindi sosta di vari minuti per giocare con l'autoscatto.

Affronterò con molta attenzione la sconnessa discesa con cui torno al bivio con il 253, (la suola delle mie Mutant è ridotta ai minimi termini) e con molta calma la successiva salita per il m. Capannello, altra vetta da cui su gode di una bellissima visuale.

Nel tornare alle Panche, incrocio più volte un runner incerto sul percorso da seguire, lo vedrò allontanarsi lungo l'asfalto della provinciale.

Completo l'intera escursione (di circa 9 chilometri) in tre ore e mezzo, lo so, me la sono presa molto comoda, ma avevo proprio voglia di godermi il paesaggio!

Max

domenica 22 agosto 2021

Trekking del 22 agosto 2021 - da m. Perone al m. Capanne

 

Ritrovo in perfetto orario alle 7,30 in località Scotto, il programma odierno prevede di arrivare in auto fino a m. Perone e successivamente descrivere un breve anello che ci consenta di raggiungere la vetta del m. Capanne.

Iniziamo la marcia alle 8,05 seguendo la GTE, Massimo al comando, Stiv e Serena al seguito ed io a chiudere la fila.

Mantenendo un'andatura tranquilla in mezz'ora esatta raggiungiamo il bivio con il sentiero 100 (diretto verso Le Calanche) breve sosta per bere e continuiamo a salire con la GTE fino a Malpasso (Filicaie) dove dopo un'altra brevissima sosta iniziamo la tecnica salita verso il monte Capanne.

Il tratto in questione, attrezzato con cavo d'acciaio e classificato EEA (escursionisti esperti con attrezzatura) precede abbastanza direttamente verso la cima più alta dell'isola, da evitare assolutamente in caso di pioggia o umidità, offre panorami unici ed in meno di 700 metri passa dagli 839 ai 1019 slm del Capanne. 

Ovviamente non è l'ideale per chi soffre di vertigini, ma l'inaspettato incontro con quattro mufloni per niente spaventati, serviranno a Serena per allentare la tensione accumulata.

Alle 9,45 espugniamo la sommità, l'idea di essere anche solo per poco tempo le persone "più in alto" dell'Elba, infonde sempre una piacevole sensazione.

Foto in tutte le direzioni ed iniziamo a scendere, benché la cabinovia sia in funzione il bar purtroppo è chiuso, ci concederemo ugualmente un'ulteriore sosta per riprendere poi con estrema attenzione la discesa su un 101 dal fondo in pessime condizioni. 

Prima di arrivare al bivio con il 105 incroceremo diversi escursionisti, non li invidiamo affatto, il caldo sta diventando insopportabile e solamente nel raggiungere l'ombra degli alberi riceviamo un po' di sollievo.

Il restante cammino seguirà esattamente quello fatto all'andata, con la sostanziale differenza che stavolta è praticamente tutto in discesa, cosa che comunque non è detto sia di aiuto per chi ha qualche problemino di menisco...

Concludiamo la nostra escursione alle 11,30, con il mio Garmin che riporta 8 chilometri esatti.

Max

domenica 15 agosto 2021

Trekking del 15 agosto 2021 - anello da San Martino

Come mi dissero una volta, i programmi son fatti per essere cambiati...
Stamani avevo previsto di correre un po' ma la cena decisamente abbondante e le poche ore di sonno mi hanno costretto a ripiegare su una tranquilla passeggiata, per quanto lo possa essere camminare con 30° all'ombra...

Parcheggio lo scooter a San Martino, a pochi metri dal segnavia del 245 ed alle 8,31 inizio a salire con la speranza che il percorso scelto mi garantisca la minor esposizione possibile al sole.

A buca di Bomba mi soffermo davanti al pannello informativo dedicato al caposaldo "Monza" impegnato in duri combattimenti in occasione dello sbarco alleato del 17 giugno 1944 quindi proseguo sulla GTE in direzione est.

Superato Poggio del Molino a Vento, approfitto per fare una breve deviazione al vecchio molino.
Sfruttava esclusivamente l'energia eolica e quando fu reso obsoleto da quelli ad acqua o a motore fu trasformato in abitazione dal proprietario che tolse le pale.

Sempre verso est, raggiungo l'asfalto e transitando davanti alla cava della Sales il forte rumore di un getto d'acqua attrae la mia attenzione, non riesco a vedere di cosa si tratti, vedo solamente che da una spaccatura nella parete di roccia sta uscendo una gran quantità di acqua che successivamente confluisce in una sorta di vasca di contenimento a fianco della recinzione che ovviamente non posso oltrepassare. 

Rammaricato per "lo spreco" (ma non è detto lo sia) proseguo seguendo sempre la GTE in direzione di monte Orello.

Al primo tornante da cui si gode una vista stupenda di Portoferraio (e non solo...), approfitto della deviazione sulla sinistra per salire a fotografare la vecchia fornace per la calce (Per maggiori info vedi questo mio post), circa 80 metri che vale sicuramente la pena di percorrere.

Ritornato sulla GTE mi avvicino a monte Orello, ma decido di evitare di raggiungerne la vetta, non tanto per la salita, mi preoccupa di più la discesa dal fondo instabile e sicuramente peggiorato da questo lungo periodo di siccità.
Così mi mantengo sull'anello basso, passando davanti a casa Nannini e scendendo gradualmente verso il Golf Club Acquabona.

Raggiungo l'asfalto della provinciale per Porto Azzurro, pochi metri per riprendere a salire lungo l'ampio sterrato del Vecchio Papa.
Stavolta una sosta a fonte Schiumoli la faccio con estremo piacere, ho ancora una buona scorta d'acqua ma berne qualche sorso di fresca è decisamente un' altra cosa!
Alcuni tratti precedentemente percorsi si sono rivelati decisamente "pesanti" per l'esposizione  al sole...

Davanti alla Sales, il livello della vasca dell'acqua è vicino al troppo pieno, la canalina a fianco strada sta cominciando a bagnarsi, con una certa preoccupazione cerco di scorgere qualcuno all'interno della proprietà per metterlo al corrente della situazione, purtroppo non si vede nessuno.

Marciando a ritroso fino alla prima casermetta, abbandono la GTE per scendere sul piacevolissimo sentiero nel bosco (percorso più volte) con cui mi collego al 221 non ostante i segnavia in legno della Rete Escursionistica Toscana riportino 121.
Al riguardo mi permetto di osservare che i pannelli sintetici (come i pali) posizionati dal CAI saranno sicuramente più duraturi e non necessiteranno di manutenzione, ma quelli in legno sono un'altra cosa...

Torno finalmente allo scooter alle 14,37, sarà stata anche una piacevole passeggiata ma nel superare abbondantemente i 20 chilometri di cammino con questo caldo un po' di stanchezza me la sento addosso.

Max

P.s.
Il percorso, dalla modesta elevazione e dal basso livello tecnico, oltre ad offrire un buon riparo dal sole regala anche alcuni scorci niente male.
Inserirvi le soste Molino e Fornace lo ha sicuramente arricchito dal punto di vista storico/culturale, unica nota dolente (e dolente è sicuramente riduttivo) incappare in ben 5 discariche abusive di cui ho volutamente evitato di parlare (chi vuole approfondire può cliccare qui).

domenica 8 agosto 2021

Walk and work del 08 agosto 2021 - Calamita

 

In effetti di work ne ho fatto veramente poco, giusto una ventina di minuti per tagliare i soliti rovi che durante il running mi agganciavano la maglietta lungo il sentiero che dalla cessa di Nico porta nella valle di Fosco.

Così, ad intervento ultimato proseguo con l'auto fino al museo della Vecchia Officina da dove ha inizio la breve escursione odierna.

Per stamattina ho in programma una tranquilla passeggiata senza una particolare meta, al momento aggirato il Palazzo (casa Del Tin) vengo attratto da un suono familiare, il fischio di una sirena, ma non una qualunque, quella del film di Stefano Muti che viene riprodotto all'interno del capannone adiacente il museo.
Mi soffermo così alcuni minuti ad ascoltare quindi proseguo a scendere verso il cantiere del Vallone Basso, poi si vedrà...

Avvicinandomi alle Francesche, il rumore di un martello, evidentemente un appassionato di minerali alla ricerca di qualche "scherzo" (se non erro termine con cui i minatori si riferivano a pietre di particolare interesse che potevano essere facilmente vendute a collezionisti o appassionati).

Arrivato al trincerone, vengo assalito da un numeroso gruppo di bikers, in gran parte amici venuti (come me) a divertirsi fra i sentieri di Calamita.
Breve sosta e dopo averli salutati, piccolo ma tecnico fuori pista per raggiungere la vetta dove scatto qualche foto interessante.

Riscendo con cautela e mi incammino verso il mare, una sosta alla grotta Rame è d'obbligo, dedicherò quasi mezzora a fotografarne i colori.
Proseguo quindi verso punta Calamita ancora sferzata dal mare di scirocco.

Un imbarcazione decisamente "a terra" attrae la mia attenzione, è vero che i bagnanti stamani sono pochi, ma transitare così vicino alla spiaggia del Cannello non credo proprio sia consentito!

Sotto un sole che comincia "a picchiare" risalgo lentamente seguendo lo sterrato principale, sono a pochi metri dall'auto ma decido di fare quattro passi anche a monte, sfruttando i più recenti sentieri della Legend Bike.

Descrivo così un altro piccolo anello di meno di 2 chilometri per tornare alla Vecchia Officina passando dalle strutture nate inizialmente come "case matte" per custodire la dinamite durante l'attività mineraria ma in seguito trasformate in pollaio dal Capo Servizio di allora.

Vagare per Calamita è sempre un enorme piacere, luogo selvaggio, ricco di storia e di colori inimmaginabili.
Per oggi meno di 7 chilometri in poco più di tre ore.

Max