domenica 27 gennaio 2019

Run & Walk del 27 gennaio 2019 - Capo D'Arco


Non è proprio una novità, ma capita raramente che indossiamo l'abbigliamento running per effettuare la nostra consueta passeggiata domenicale.

Questo ovviamente per abbinare corsa a camminata, vuoi per macinare più chilometri, vuoi (come stamani) per un allenamento in più in vista di una settimana forzatamente sedentaria per il sottoscritto...

Decidiamo di lasciare l'auto alla spiaggia di Barbarossa e procedendo verso quella di Reale, approfittiamo per vedere di persona i danni che ha subito la costa dopo la paurosa tempesta di fine ottobre.

Porzioni consistenti di terreno si sono letteralmente sbriciolate sotto i colpi delle onde, compresi gli ingressi di un paio di sentieri, siamo costretti a raggiungere Terranera seguendo la battigia. 

Sempre seguendo il litorale, entriamo nel comprensorio di Capo D'Arco, ricco di sentieri ed ampi sterrati.
Alterneremo corsa a brevi soste per curiosare fra i resti delle fortificazioni belliche e quelli minerari.

Quindi scendiamo fino ad Ortano seguendo il piacevole (e veloce) "Sentiero dell'isolotto di Ortano".
Raggiunto l'asfalto, propongo di risalire verso monte Arco sfruttando un sentiero che fiancheggia il vicino campeggio.
Affidandomi alla memoria, l'avrò percorso solo un paio di volte, riusciamo facilmente a trovarlo; abbondantemente segnalato, con un'impegnativa ascesa ci riporterà infatti sull'anello alto.

Teniamo la destra per poi salire fino quasi alla vetta, quindi grazie ad un paio di divertentissimi single track aperti dai bikers locali, scendiamo sull'asfalto che porta al comprensorio.

Ne percorreremo un centinaio di metri per riprendere a scendere verso Terranera e ritornare così all'auto.

Divertente escursione e buon allenamento!

Max

sabato 26 gennaio 2019

Trekking del 25 gennaio 2019 - Punta del Cannello


Breve ma decisamente entusiasmante l'escursione pomeridiana in compagnia di Mario.

Lasciata la vettura vicino al museo Vecchia Officina, scendiamo di circa 170 metri lo sterrato dei "Compressori" quindi imbocchiamo un vecchio livello parzialmente chiuso dalla vegetazione. 

Più o meno facilmente, ne percorriamo circa 700 metri, quando scorgiamo distintamente sotto di noi (a 95 metri con medesimo angolo) un grosso rudere privo di copertura, è la meta principale della nostra escursione.

Per raggiungerlo, impensabile scendere, la balza è troppo ripida, quindi proseguiamo verso est.
Fortunatamente sfruttando un canalone creato dalle piogge, dopo aver infastidito una famiglia di cinghiali, riusciamo a scendere alla quota giusta.

L'avvicinamento non sarà certamente facile, ma con un po' di pazienza ed attenzione, dopo 43 minuti di cammino, siamo sotto le pareti della possente struttura, sicuramente usata per il passaggio dei carrelli con il minerale che dalle zone di escavazione veniva convogliato a mare per essere imbarcato sui mercantili.

Mantenendoci in quota, ritorniamo verso ovest con la speranza di intercettare un secondo rudere, di più modeste dimensioni, che il gps mi indica a 130 metri dal primo.
Purtroppo, si trova su un livello superiore al nostro e la verticalità della parete ci impedirà di raggiungerlo.

Da buon consigliere, visto che sono già le 16.40 propongo a Mario di lasciar perdere e dedicare il poco tempo di luce rimasto, a cercar una via per raggiungere la spiaggia del Cannello; da li anche in caso di oscurità non avremo grossi problemi a tornare all'auto.

Durante la prudente discesa, visiteremo un secondo rudere, probabilmente un piccolo magazzino o ufficio, interamente avvolto dalla vegetazione.

Ne scorgeremo addirittura un terzo prima di percorrere gli ultimi livelli sopra la spiaggia.
Il paesaggio, incantevole dalla partenza, ci ha regalato scorci unici, che con il calare del sole, sono diventati ancora più caldi e stupendi.

Raggiungiamo la spiaggia alle 17.20 quindi lentamente risaliamo verso il museo, accarezzati dal freddo soffio della tramontana; vi arriveremo alle 17.52.

Breve ma entusiasmante, come solo i fuori pista sanno essere.

Max

domenica 20 gennaio 2019

Trekking del 20 gennaio 2019 - Calamita


Lunga passeggiata con partenza ed arrivo da Capoliveri insieme all'amico Mario, recuperato alle 9.28 dove la cessa della Feccia si incrocia con lo sterrato per Cala Nova.

Attraversando gran parte del promontorio di Calamita, abbiamo scoperto con estremo piacere anche un nuovissimo single track che scende fino alla miniera del Ginevro.

In sette ore esatte, dalle 7.49 alle 14.49, ho percorso 30 chilometri accarezzato da un leggero grecale ed una temperatura altalenante a seconda dell'esposizione al sole.

Max

sabato 5 gennaio 2019

Trekking del 5 gennaio 2019 - Cavo - Portoferraio


Sveglia presto, aliscafo delle 6.50 ed una volta sbarcato a Cavo alle 7.10, ovviamente si torna a Portoferraio a piedi, semplice no?

Il paese è avvolto nel più completo silenzio, attraverso tutto il lungomare senza vedere anima viva e ben presto sono in via Procchi, da dove parte la GTE storica.

Superato il bivio del mausoleo Tonietti, un paio di piante cadute invadono il sentiero consentendomi tuttavia sufficiente spazio per proseguire.

Ingannato dal freddo pungente di ieri, mi sono vestito a strati... un po' troppi strati, infatti prima delle 9.00 lungo la salita verso monte Grosso, sosta vestiario per togliere l'imbottitura in pile della giacca ed i collant da running.

In occasione di queste camminate di allenamento, le uniche soste che mi concedo sono esclusivamente quelle vestiario e quelle toilette e a questo punto, fatte entrambe, spero di non dovermi più fermare.

Evidenti gli interventi di manutenzione da parte dei bikers di Elba Gravity Park (presumo) sia prima di raggiungere il Semaforo che lungo il tratto che porta all'Aia di Cacio; ben fatto!

Salgo spedito verso monte Strega, ma prima di affrontare la successiva salita del m. Capannello, altra sosta per salutare dei vecchi amici che procedono in direzione opposta.

Per cercare di recuperare il tempo "perso" di buon passo affronto le successive tre salite, mi concederò solamente pochi secondi superato Cima di Monte, per scattare qualche foto al panorama ed al pino caduto sulla GTE.

A questo punto praticamente è tutta discesa, alle Piane della Madonna altra sosta vestiario in cui approfitto per prendere dallo zaino due arance che gusterò con piacere lungo lo sterrato del Buraccio.

Indeciso sul percorso da seguire, scelgo di restare sulla GTE storica (via campi di Giovannino), purtroppo dovrò oltrepassare una catena e quattro volte la recinzione elettrica; benché non mi entusiasmi, devo ammettere che il nuovo tratto della GTE che segue tutto lo sterrato del Buraccio, è l'unica utile, giustificata e sensata modifica che andava fatta.

Raggiunta casa Marchetti, abbandono la GTE e percorro per oltre un chilometro la provinciale 26 fino ad imboccare la strada del Vecchio Papa, altra sosta a fonte Schiumoli (solo per riempire le borracce) e scendo verso il Bucine.

Gli ultimi 40 minuti a bordo strada saranno piuttosto estenuanti, non tanto fisicamente quanto psicologicamente per la monotonia del paesaggio.

Finalmente raggiungo l'auto al parcheggio del porto alle 14.08 dopo aver percorso oltre 31 chilometri.
Ottimo allenamento e giornata perfetta per farlo.

Max