sabato 30 maggio 2020

Walk and Work del 30 maggio 2020 - Calamita


Durante l'ultimo allenamento, ho avuto qualche inconveniente di "transito" a causa soprattutto della crescita a dismisura dei rovi.

Così stamattina ho deciso di ripercorrerne i tratti più critici.
Munito di falcetto, forbici e sega ho così effettuato un minimo di manutenzione ad alcuni sentieri, in primis quello che costeggiando l'asfalto, dalla cessa di Nico si collega alla valle di Fosco.

Mantenendomi sempre in quota, breve tratto in salita su Sardina e quindi procedo in direzione est.
Altro apprezzatissimo single track fino ad un nuovo (per me) sentiero segnalato da un segnavia in legno con la scritta E3.

Ovviamente lo seguo, immaginando che mi porterà sull'ampio sterrato sottostante.
Non immaginavo però lo facesse con tutta una serie continua di tornanti e brevi ma ripide discese, assolutamente spettacolare anche per il running!

Raggiungo così lo sterrato principale, lo attraverso quindi altra novità, segnalato con E4, attraversa quello che credo un tempo fosse chiamato il campo delle patate.
Il contrasto fra l'azzurro del mare ed il terreno dall'aspetto lunare è bellissimo, continuo a scendere velocemente fino ad incrociare il sentiero del ferro, quello proveniente dall'Innamorata.
Tengo la sinistra fino al trincerone, quindi risalgo verso il museo e continuo lungo la Polveriera, proseguo fino alla Garitta e scendendo tutta la cessa di Nico, ritorno all'auto dopo circa 3 ore e 40 minuti, 12 i chilometri percorsi.

Max

martedì 26 maggio 2020

Sentiero 255 - castello del Volterraio


25 maggio 2020, rientrando da un importante intervento di manutenzione sulla GTE sotto monte Grosso, ne approfitto per andare a fare una visita al castello del Volterraio.

Parcheggio nel modesto piazzale sterrato a margine della provinciale dove si notano ancora le strutture belliche di quella che un tempo fu la 123° Batteria 149/12; quindi inizio lentamente a salire lungo il sentiero 255.

Non ricordavo fosse stato sottoposto ad un così attento e consistente intervento di manutenzione del fondo.
Certo, al momento avrebbe bisogno di una mezza giornata di decespugliatore e rastrello in quanto vegetazione e pietre ne hanno in parte preso possesso, ma la travatura in legno che ne accompagna gran parte della sua lunghezza è ancora integra e svolge perfettamente la sua funzione di aiuto a coloro che si avventurano per il ripido cammino.

Meno di 400 metri e raggiungo la chiesa di San Leonardo, la porta d'ingresso pare chiusa, ma avvicinandomi per controllare, mi accorgo che la catena è solo agganciata ad un occhiello avvitato (malamente) nel legno, così entro per scattare qualche foto e riavvitare per quanto possibile l'effimero sostegno.

Continuo con la salita aiutato da scalini in muratura che nascondono bene la loro recente realizzazione.
Quindi un'attenta occhiata e molte foto a parte del perimetro del maniero che ovviamente è chiuso, per accedervi occorre contattare l'ente Parco.

Rientro all'auto che sono quasi le 19,30 per avere la luce giusta e gustare l'impareggiabile tramonto dovrei aspettare almeno un'altra ora.

Max

Rifugio San francesco - parte 3


23 aprile 2020, novità per il rifugio San Francesco!

Il pino che lo aveva danneggiato è stato rimosso; e questo è già un passo avanti, peccato che il tetto oramai sia completamente distrutto...

e gran parte della travatura che lo sosteneva giace al suolo in compagnia dell'eternit ancora più sbriciolato di prima.



Però la porta è stata rifatta e rimessa al suo posto, così passando per la provinciale non ci si rende conto del penoso stato di abbandono.

Post precedente del 10 aprile 2015.

Max

domenica 3 maggio 2020

Trekking del 3 maggio 2020 - Anello Covid



Esco di casa alle 7,13, l'appuntamento con Mario è alle 8,00 a San Giovanni e se non fosse stato per la diga delle Terme, danneggiata evidentemente dall'ultima mareggiata, sarei arrivato in perfetto orario.

Ma è solo telefonandogli che riusciamo a stabilire il contatto.
Lui proveniva da tutt'altra direzione rispetto a quello che pensavo.

Poco male, saliamo insieme lungo il percorso della Rada, mantenendoci sempre a distanza di sicurezza.

Raggiunta la spiaggia delle Prade, pieghiamo verso sud, attraversiamo la provinciale e proseguiamo verso le Trane.
Continuiamo a salire verso la GTE decidendo di evitare il sentiero principale ed imbocchiamo quello sulla sinistra un centinaio di metri prima del massiccio ponte militare.

Lo seguiamo senza particolari difficoltà finché non troviamo una bassa recinzione in rete elettrosaldata.
Incuriositi, decidiamo di seguirne il perimetro, cosa che ovviamente ci allontana dal sentiero e ci costringerà per qualche tratto ad avanzare cercando un varco fra la vegetazione.

La GTE ormai è vicina, salgo deciso verso sud est quando mi cade l'attenzione sui colori del mantello di una bellissima e grossa vipera (almeno 80 cm).
Immobile, allerto subito Mario, che procede dietro di me, quindi estraggo lentamente la macchina fotografica ed immortalo il rettile.

Come prevedibile, il lento avanzare di Mario la mette in allerta, meno di un secondo e cercherà invano riparo nel cisto.
Dico invano poiché Mario, non contento dell'avvistamento, individua rapidamente la sua nuova posizione e munito di un ramoscello la importunerà fino a farle emettere più volte il tipico soffio di pericolo.

Riprendiamo il cammino entusiasti per l'inaspettato incontro, anche se per il resto della passeggiata faremo molta attenzione a dove mettere i piedi...

Scendiamo lungo la GTE fino ad imboccare la strada di Fabbrello, quindi con un piacevole sentiero nel bosco, raggiungiamo un laghetto popolato da tartarughe.
Ne individuiamo diverse, ma come tento di avvicinarmi per fotografarle, scappano giù con rapidità!

Attraversiamo così la zona di Schiopparello ed oltrepassata la provinciale saliamo lungo la strada del Vecchio Papa in direzione di Colle Reciso.
Raggiunto lo stretto tornante delle Picchiaie, giriamo verso nord fino a tornare alle Grotte ricollegandoci così al percorso fatto in precedenza.

Un'altra piacevole ed entusiasmante passeggiata di oltre 23 chilometri in circa 6 ore.

Max

venerdì 1 maggio 2020

Trekking del 1 maggio 2020 - Anello Covid 19



Oltre le mura di casa, dopo giorni lunghissimi, finalmente di nuovo in mezzo alla natura.
Esco da casa alle 7,10 scarponi, zaino leggero, giusto l'essenziale, unica limitazione, restare nel comune di Portoferraio...

Dopo l'inevitabile asfalto di viale Enaudi, mi dirigo in direzione Enfola, poco più di 800 metri e passo sullo sterrato.
Salgo tranquillo verso monte Poppe, la temperatura è perfetta ed il cielo velato evita sudate superflue.

Raggiunto il 248 ne scendo poche decine di metri verso ovest per intrufolarmi in un piacevolissimo e meno trafficato single track con cui mi ricongiungerò al 248  molto più a sud.

Attraverso l'asfalto all'altezza del bivio Biodola Forno e sempre seguendo il 248 arrivo fino a Buca di Bomba.

Mi rifiuto di seguire la nuova GTE ed inizio a salire verso monte San Martino, tutta un'altra storia...
La fioritura del cisto è favolosa, mi rendo conto solo adesso di come la natura non sia fermata, nessun lockdown per lei!

Rumore di ruote veloci, cari amici con le loro mtb si fermano a salutarmi, che bello potersi rivedere.
"Buon giro" 
"Anche a te" Rispondono sparendo in pochi secondi davanti a me.

Colle Reciso, altro breve tratto asfaltato e proseguo verso monte Orello.
Ho un'ampia scelta di sentieri da percorrere e privo di ogni limitazione temporale, lascio il timone alle gambe, accetterò qualsiasi rotta vorranno.

Passo così da poggio Corsetti ed evitando la cessa dei Catenacci (Susy sa perché) raggiungo Casa Marchetti.
Con rammarico scopro che il piccolo rudere in cui ero solito nascondere i viveri nelle mie traversate lungo la GTE è stato demolito, adesso solo uno spazio vuoto.

Sono le 11,43 quando attraverso la deserta provinciale per Porto Azzurro, sempre presto per mangiare qualcosa, riprendo così a salire lungo la strada del Buraccio.
Supero l'azienda Terra e Cuore, sembra tutto deserto.
Continuo sulla GTE fino ad un'amena radura a circa 100 metri dall'imbocco del sentiero del Pastore, spendo 5 minuti per tentare invano di telefonare a casa (assenza segnale) e mangiare una banana, poi riprendo il cammino.

Devo ammettere che aver avuto le mie Speedcross sarebbe stato veramente fantastico.
Il sentiero con continui tornanti in adrenalinica discesa sarebbe assolutamente da correre...
Peccato indossi gli scarponi, abbozzo comunque una corsetta, per quanto possibile.

Mantenendomi sulla sinistra raggiungo la valle delle Trane, in alto spicca la chiesa di Santo Stefano, è proprio bella, vale la pena deviare ed andare a visitarla.
Scatterò solo qualche foto degli esterni, l'ingresso è chiuso.
Mi siedo così sugli scalini, veramente dei bei momenti.

L'arietta sulla schiena mi suggerisce di riprendere la marcia, non voglio certo ghiacciarmi.

Meno di 900 metri e sono sulla provinciale 28, sono così felice che percorrere l'asfalto non mi disturba minimamente.
All'altezza del bar La Curva proseguo verso casa dell'amico Mario, non risponde al telefono, forse è a passeggiare anche lui.
Lo cerco fino alla spiaggia, invano, pazienza l'avrei salutato volentieri.

Tramite strade alternative ritorno sulla provinciale che percorrerò fino all'altezza del ponte della Madonnina, quindi mi dirigo verso nord, supero il circolo Teseo Tesei , il distaccamento dei Vigili del Fuoco, un saluto immaginario a Gian Luca e proseguo verso i Cimiteri di Portoferraio.

Pochi minuti ancora e ritorno a casa.
Proprio una bella passeggiata, oltre 38 chilometri in meno di 9 ore di cammino, è stato proprio bello!

Non credo negli esseri umani, ma chi è felice del proprio passato, non teme il futuro.

Max