sabato 17 dicembre 2022

Trekking del 17 dicembre 2022: Calamita, miniere e vecchi cantieri

 

Finalmente il sole!

Dopo alcuni giorni di pioggia e vento finalmente una bellissima giornata di sole; preferendo evitare i fuoripista proposti da Mario, optiamo per una passeggiata più tranquilla a Calamita.

Parcheggiamo davanti al museo della Vecchia Officina ed alle 8,42 iniziamo a scendere lungo i single track della Legend Cup.
Dalle Francesche, ci avviciniamo in poco tempo al Vallone Basso, ma invece di scendere fino alle strutture pericolanti sotto di noi, tagliamo verso est in direzione dell'imponente laveria.

Lungo il percorso, non possiamo fare a meno di dare una breve occhiata ad una vecchia galleria, parzialmente allagata dalle abbondanti e recenti piogge, ma sempre dispensatrice di fascino e stupendi colori.

Giusto il tempo di scattare qualche foto e ci avviciniamo alla laveria, sulla destra verso la spiaggia un canalone stuzzica le velleità fuoristradistiche di Mario (è giovane...) e così, (giusto per assecondarlo) scendiamo lungo questa poco ortodossa discesa.

Più facilmente del previsto, ci ritroviamo sulla spiaggia a curiosare fra le vecchie mura della stazione di pompaggio; aspirava l'acqua di mare spingendola fino ad un alto bacino di contenimento, indispensabile per il funzionamento della laveria.

Iniziamo quindi a salire lungo l'ampio sterrato dove la recente pioggia ha scavato dei profondi solchi, come era prevedibile.
All'ultimo tornante lo abbandoniamo per seguire un terrazzamento in direzione est.

Benché abbandonato da anni, è possibile percorrerlo senza grosse difficoltà per ritornare poi sul più trafficato sterrato della Tenuta delle Ripalte.
Ovviamente noi, sempre in cerca di novità, lo lasceremo dopo meno di trecento metri, per scendere di livello, quello sottostante sembra più percorribile e meno occluso dalla vegetazione.

Finalmente, non senza qualche difficoltà, alle 11,23 rimettiamo le suole sul fondo decisamente più "tranquillo" del trafficato sterrato.
Meno di quattrocento metri e stavolta sono io che incuriosito da un vecchio traliccio della corrente, decido di scendere sotto strada.

Decisione che col senno di poi avrei fatto meglio ad evitare, la postura errata nel posare a terra alcuni chili di peso, è causa di una dolorosa fitta alla schiena.

Sofferente, ritorniamo verso la vecchia officina seguendo un piacevole single track che si sviluppa a monte della strada sterrata.
Concludiamo la nostra "avventura" di circa 7 chilometri alle 12,36.

Meno male volevo fare quattro passi tranquilli...

Max




lunedì 12 dicembre 2022

Trekking del 11 dicembre 2022: anello da Marciana Marina

 

Domenica 11 dicembre, bella giornata se non fosse stato per un fastidioso vento di ponente a cui sinceramente non ero preparato.

Parcheggio a pochi metri dalla stazione dei Carabinieri a Marciana Marina ed inizio a salire lungo via "La Fornace", sono le 8,21.
Mi divincolo fra le abitazioni, meno di 300 metri ed ecco inizia il sentiero, riporta ancora la vecchia numerazione (12) ed un piccolo pannello illustrativo gli attribuisce il titolo di Periplo di Marciana Marina.

Ma come temevo è in completo abbandono, la vegetazione consente ancora il passaggio, ma è evidente che dall'ultima edizione dell'Elbatrail nessuno gli ha fatto più manutenzione.
Salendo, la situazione si aggrava ulteriormente, alternando tratti lungo i quali dovrò farmi largo nella macchia che ormai lo ha invaso ad altri (zona di vecchi terrazzamenti) lungo cui riesco a camminare speditamente.

Raggiungo così l'asfalto di Campo Bagnolo per proseguire sul 115 a pochi metri dalla chiesina della Madonna del Buon Consiglio.
Il sentiero è solo sporadicamente strozzato dalla vegetazione ma il suo fondo, nella sua seconda metà, è completamente disfatto dai cinghiali.

Arrivo sulla provinciale alle 9,43 e seguendola ne raggiungo la sommità per intersecare la GTE che seguirò in direzione del m. Maolo.
Ancora salita fino al bivio col sentiero 100, dal 19 settembre intitolato all'amico Massimo Russo, quindi sempre GTE, (lungo la quale troverò un paio di pini abbattuti), fino a raggiungere il bivio col vecchio 125 su cui intendo proseguire.

Anche in questo caso nessuna sorpresa, come immaginavo versa in totale stato di abbandono soprattutto per quando ne riguarda il fondo, grazie al contributo dei soliti ungulati... e di qualche pino caduto.
Un vero peccato che un sentiero così bello ed utile (poiché collega la GTE al 106) sia in uno stato del genere; ma anche per lui, a quanto pare, l'Elbatrail era l'unica occasione di manutenzione.

Raggiungo quindi il 106, ovviamente anche sull'incrocio la segnaletica è in abbandono...
Proseguo in direzione nord, supero l'intersezione con il 105 (un tempo il 2) e successivamente quella con il 101.
Dalla GTE Nord (a quando pare il sentiero che sto percorrendo) piego sulla destra lungo il percorso originale del vecchio 6, un tempo sull'intersezione c'era un segnavia verticale in legno, ma evidentemente è stato deciso di eliminarlo...

Come eliminata è stata la manutenzione di questo altro tratto utilissimo per collegarsi al 101 o per proseguire comodamente verso Pedalta, come ho intenzione di fare.
Peccato che complice il fondo a soqquadro, inciampo stupidamente andando a sbattere contro un bel masso di granito, urto che purtroppo interesserà anche la mia Nikon!

Dopo qualche secondo di terrore, pensavo di averla distrutta, mi rendo conto che funziona ancora, ma la mia preoccupazione non svanisce, spero in bene.

Qualche scatto e poi non da più segni di vita, terrore, è solo il lampeggiare della spia della batteria a calmarmi, probabilmente esaurita precocemente per la temperatura più bassa del solito.

Il sentiero si è trasformato in un ampia strada sterrata, ottimamente livellata presumo dall'escavatore che incontrerò a pochi metri dalla vasca antincendio.

Ripongo a malincuore la reflex nello zaino, al momento è inservibile, rinunciando sicuramente a ulteriori scatti che avrebbero documentato il rientro a Marina.
Una volta incrociato il 103, proseguo seguendo sempre un 157 senza particolari problemi, forse qualche segnavia in più non guasterebbe.

Raggiungo l'abitato del paese intorno alle 13,20 ed in dieci minuti concludo la mia passeggiata di oltre 17 chilometri.

Max




lunedì 21 novembre 2022

Trekking del 20 novembre 2022: monte Orello

 

Domenica 20 novembre, sole e vento di maestrale, ideale per una bella passeggiata.

Esco di casa senza preoccuparmi dell'orario e dopo un breve tratto in auto parcheggio lungo la provinciale 26 a poche decine di metri da dove un tempo era in attività la nota pizzeria "Vecchio Papa" nome con cui, dai meno giovani come il sottoscritto, viene tuttora chiamato l'incrocio con lo sterrato che porta fino a Colle Reciso.

Sono le 9,07 quando inizio il cammino, meno di 500 metri e scelgo di proseguire sulla mulattiera a sinistra che punta diretta verso sud ovest, in prossimità di un simpatico cartello che indica direzione e km di alcune famose spiagge locali.

Lungo la salita alcune deviazioni sia sulla destra che sulla sinistra, ne provo una a sinistra che sembra piuttosto battuta, ma come temevo, si tratta solo di una pista di circa 150 metri che termina in una radura dove viene effettuato il taglio degli alberi.

Poco male, dietro front e riprendo a salire, quindi, superata un'ampia curva sulla destra, imbocco un ripido ripido sentiero che dritto come un fuso, mi porta direttamente davanti a casa Nannini.

L'intera zona, molto frequentata da motociclisti, si è arricchita di numerose piste che tagliano o fiancheggiano i vari sterrati; proprio su una di queste, proseguo in direzione sud  est fino a collegarmi alla GTE, dove alcuni piloti sostano con le loro enduro.

Meno di 600 metri ed abbandono la GTE per tenere la sinistra in direzione sud, fino a raggiungere il lungo tratto in quota da cui si ha uno stupendo panorama di tutto il versante meridionale dell'isola con Lacona ai miei piedi.

Durante la sosta fotografica, non passa inosservato il bel crinale di roccia sulla destra, parte proprio dalla fine del sentiero ed in gioventù ricordo di averlo percorso... pochi minuti ed inizio il fuoripista.

Procedo con cautela e fortunatamente riesco ad aggirare ogni sbarramento che la vegetazione a più riprese mi propone. 
Impiegherò circa mezz'ora (sosta banana compresa) per percorrere i meno di 800 metri che mi dividono dalla meta: i bunker della vetta.

Visto che ci sono e non ho fretta, estraggo la frontale dallo zaino e dedico alcuni minuti all'esplorazione sotterranea.
Stessa cosa farò per i successivi a meno di 200 metri più a nord.

Quindi mi rimetto in cammino in direzione sud est fino alla bella, ampia e ripida cessa che scende verso Norsi.
Un attimo di esitazione e decido di scendere, chissà si possa raggiungere l'asfalto più in basso.

Fedelmente alla mappa del gps, terminata la cessa, un sentiero sulla sinistra prosegue nella direzione sperata, ma anche questo dopo circa 200 metri termina la sua corsa.
Qui il momento di indecisione durerà qualche minuto... tornare indietro o tentare di scendere?

La fitta presenza di pruno caprino è un ottimo deterrente, ma il desiderio di proseguire è altrettanto forte, a brevi tratti e continue soste per osservare e decidere la via migliore proseguo nella discesa.
Quasi venti minuti per fare 280 metri, ma ne è valsa la pena, sia per il panorama che per il morale.

Con i successivi 600 metri abbondanti di asfalto raggiungo uno sterrato che sale sulla destra, come dice il detto non c'è due senza tre...
Magari riesco a riallacciarmi al sentiero 261 con cui posso tornare su m. Orello.
Anche stavolta il gps sarà di valido aiuto, ma lo sarà soprattutto il taglio della fitta vegetazione che corre sotto i piloni della corrente a farmi raggiungere la meta in meno di dieci minuti, ottimo!

Adesso mi aspetta sole e salita lungo il versante sud, ombra e vento nella successiva discesa lungo quello nord.
Attraverso il villaggio dell'Acquabona raggiungo l'auto alle 14,34; quasi cinque ore e mezzo per percorrere gli oltre 15 chilometri di piste su e giù per monte Orello.

Max




sabato 5 novembre 2022

Trekking del 5 novembre 2022: anello da San Felo a monte Fico

 

Da diverso tempo non facevo quattro passi intorno a monte Fico, così approfitto della bella giornata di sole ed imbocco lo sterrato che da San Felo conduce a monte Arco.
Parcheggio in prossimità del segnavia in legno ed alle 9,05 mi incammino con direzione sud est lungo l'ampio sterrato.

Il panorama  è ottimo, dopo il temporale notturno, il vento da nord ha schiarito completamente il cielo.
L'agevole pista si mantiene pressoché in quota e consente di descrivere un anello intorno a monte Arco, ma dopo 1,8 chilometri circa, in prossimità di una vecchia recinzione, scendo sulla destra seguendo i segnavia bianco rossi che indirizzano verso Ortano.

Poco meno di un'ora e ne raggiungo la spiaggia per iniziare a salire lungo quello che era conosciuto come il sentiero dell'Amore (magari lo è ancora).
Al successivo bivio mi tengo sulla sinistra seguendo l'indicazione per la località "La Vedetta" dove è ancora presente un una piccola costruzione del Regio Esercito usata come punto di osservazione costiera.

Qualche minuto per gustare il paesaggio e dopo un breve dietro front proseguo in direzione ovest nord ovest verso monte Fico.
Aggiro agevolmente un doppio cancello che preclude il transito (sicuramente ai veicoli) ed una volta scorto l'asfalto sotto di me, approfitto di un taglio nella vegetazione per raggiungerlo in anticipo e risparmiare oltre 800 metri di strada.

Tutto asfalto (aimè) fino al villaggio di Ortano, quindi ripercorro in senso contrario il sentiero che immette verso monte Arco, ne farò meno di 300 metri per passare sul più ripido che veniva usato in passato e sfruttando una cessa sparti fuoco mi ricollego all'ampia pista abbandonata duo ore e mezzo prima.

Concludo così l'anello di monte Arco attraversando la zona che la scorsa estate è stata interessata da un incendio ed alle 12,27 sono nuovamente all'auto dopo aver percorso poco più di 11 chilometri.

Max




sabato 29 ottobre 2022

Trekking del 29 ottobre 2022: Volterraio e m. Capannello

 

Dopo un periodo forzato in casa, mi ritaglio una breve uscita in zona Volterraio.
 
La giornata  è splendida con temperature da fine estate così prima delle 8,00 parcheggio nel piccolo spazio auto a pochi metri del sentiero 255.

Adiecente all'area di sosta, le transenne del cantiere di Terna bloccano il transito, solo a piedi o in bicicletta si riesce ad aggirare lo sbarramento.
Fortunatamente il 255 è percorribile, quindi alle 7,57 inizio molto lentamente a salire.

Raggiungo la chiesa di San Leonardo e dopo qualche minuto per valutare la corretta direzione da prendere, mi avventuro in un piacevole fuori pista con cui riesco abbastanza agevolmente a collegarmi al sentiero 254 sottostante.

Proseguendo su quest'ultimo, raggiungo l'asfalto della provinciale e tenendo la sinistra ne percorro alcuni metri fino ad imbattermi in un gruppo di capre selvatiche della zona.
La chiusura al traffico di questo tratto stradale le ha fatte "uscire allo scoperto" peccato che la zona sia ancora in ombra, la mancanza di luce penalizzerà le foto che comunque scatto ugualmente. 

Per non disturbarle faccio un breve dietro front e seguendo il sentiero che passa sotto i piloni della corrente le osservo dall'alto.
Dall'asfalto con mia piacevole sorpresa, decidono di salire verso la mia posizione, resto immobile e compiaciuto le osservo mentre mi sfilano vicinissime in assoluta tranquillità, completamente assorte nel brucare le foglie della vegetazione circostante.
Un incontro del genere non mi era mai capitato!

Ovviamente devo rinunciare a fotografare, il minimo movimento le metterebbe immediatamente in allarme; quasi 15 minuti assolutamente entusiasmenti!

Quindi quando il branco riscende verso valle, riprendo il cammino, mi collego alla GTE e la percorro fino al m. Capannello dove un gruppetto di bikers si sta preparando per affrontare la discesa.
Attendo pazientemente la loro vestizione per poter scattare alcune foto alla loro partenza.

Sono le 11,20 è giunta l'ora di rientrare, breve tratto di GTE in discesa fino alla provinciale e poi, sempre mantenendomi sull'asfalto, imbocco il sentiero a monte del 254 che mi condurrà di fronte all'olivastro del 255.
 
Pochi minuti e sono all'auto, piacevolissima escursione di circa 7 chilomteri percorsa comodamente in 4 ore.

Max
 



domenica 11 settembre 2022

Trekking del 10 settembre 2022: a zonzo per Calamita

 

Il consueto (ahimè) mal di schiena mi obbliga a rinunciare al running, unica alternativa concessa, una tranquilla passeggiata.
La scelta ricade ovviamente sul promontorio di Calamita.

Dal parcheggio antistante il Comune di Capoliveri, inizio la marcia alle 7,39 affrontando subito il leggero "strappetto" della Legend.
Una ventina di minuti e piego sulla sinistra seguendo l'indicazione per la cessa della Feccia.

Il piacevolissimo sentiero, dal minimo dislivello, regala scorci fantastici del golfo di Porto Azzurro e del massiccio roccioso alle sue spalle.
Tratti in ombra si alternano ad altri soleggiati in una rilassante cornice di vegetazione sensibilmente rinvigorita dalle ultime piogge.

Attraverso la cessa e proseguo verso Poggio Fino, a cui girerò intorno in senso orario, il sentiero è decisamente più piacevole e panoramico del più frequentato sterrato ad ovest.
Breve sosta al laghetto con la speranza di fotografare qualche anfibio, ma riesco solamente ad avvertirne il tuffo in acqua!

Alle 9,32 raggiungo la Tenuta delle Ripalte, sulla destra oltre la staccionata alcuni cavalli stanno mangiando mansueti, ne approfitto per un paio di foto.
Il villaggio è ancora in piena attività, provo una strana ma piacevole sensazione, poiché abituato ad attraversarlo fuori stagione.

Continuo verso sud fino alla sbarra metallica che delimita l'area mineraria del Ginevro e sempre scendendo, raggiungo la miniera.
Mi soffermo a scattare qualche foto a quello che resta della laveria, sempre più "strappata" dal vento e dal passare del tempo, due capre si affacciano su uno sperone di roccia, emettendo il classico belato, ultimi custodi di queste rovine.

Dopo tanta discesa inizio a salire, ma senza particolare fatica poiché i vari tornanti del sentiero addolciscono la pendenza.
In circa un'ora ritorno così a pochi metri dalla sbarra che stavolta è sollevata, evidentemente è in corso una gita guidata alla miniera.

Io piego a sud ovest in direzione della spiaggia del Remaiolo, ma non è mia intensione raggiungerla, infatti circa 600 metri prima, mi mantengo in direzione nord seguendo un sentiero che in costante salita, mi riporta sullo sterrato principale di accesso alla Tenuta.

Ne percorro circa 400 metri per imboccare un successivo sentiero sulla destra che con un certo dislivello mi porterà ad incrociare l'Anello Alto quindi proseguo fino a costeggiare parzialmente la recinzione metallica intorno alla vetta del monte Calamita, che con i suoi 413 metri slm è la massima altitudine del promontorio.

Scendo così verso la cessa di Nico, il massiccio granitico del monte Capanne è di fronte a me, altro passaggio panoramico superbo!
Nuovamente sull'Anello Alto ne percorro circa 600 metri in senso orario quindi con un vecchio sentiero nel bosco mi ricongiungo al percorso fatto in partenza.

Concludo la passeggiata di 21 chilometri esatti alle 12,49 al parcheggio dove un Macaone si lascia fotografare sui fiori variopinti della Lantana.

Max




martedì 12 luglio 2022

Trekking... nautico

 

12 luglio 2022, approfitto delle buone condizioni meteo marine ed alle 6,22 sono già in mare.
 
Mantengo la prua per 105° scivolando in silenzio nella grande vastità del mare, lo stesso fa il Marmorica avvicinandosi verso Portoferraio.
 
La pagaia accarezza l'acqua, senza rumore, senza spruzzi, è tutto magicamente perfetto! 

Da villa Ottone risalgo lentamente la costa verso nord est, soffermandomi nei soliti punti, quasi a sincerarmi che nulla sia cambiato, che la bellezza non sia stata alterata.

Procedo così fino alla mia spiaggetta preferita, il mio piccolo rifugio, tiro a terra il kayak e dissemino l'attrezzatura ovenque, quasi a marcare il territorio, un grido dal cuore: "Sono a casa!"

Raramente mi riposo, generalmente rinforzo e miglioro la struttura della capanna, poco importa se la prima grossa mareggiata la abbatterà, se potrò, la ricostruirò.
In fin dei conti è quello che sappiamo far bene, distruggere e ricostruire...

Il rientro soleggiato dona altri colori a cui non riesco mai ad abituarmi, ogni uscita è sempre un regalo.
 
P.S. Ho aggiunto foto di precedenti uscite.

Max

domenica 5 giugno 2022

Il Forte di Montebello

 

4 giugno 2022, finalmente un post tanto atteso, quello sul Forte di Montebello!

Da circa un anno aspettavo pazientemente questo momento, tanto si sono protratti sia i lavori per la pulizia e valorizzazione dei ruderi del forte francese che quelli del sentiero di accesso, tutto ciò grazie all'encomiabile lavoro di un esiguo gruppo di volontari.

Fortificazione di rara bellezza, purtroppo in parte demolita su ordine di Leopoldo II Granduca di Toscana nel 1832, conserva ancora gli elementi fondamentali della sua struttura.

Incastonato su quello che un tempo era conosciuto come Monte Albero, offre un panorama fantastico a 360°, incantevole quello del versante nord dell'isola con i riflessi turchini del mare sottostante.

Impossibile non restare catturati dalla bellezza del luogo e da quel senso di benessere che trasmette e che grazie al sacrificio di pochi adesso è a disposizione di molti. 

Benché da mesi man mano andava aumentando il numero delle persone che venivano a visitarlo, l'iniziativa degli amici Roberto, Luigi e Marcello di organizzarvi una visita guidata ha permesso ad elbani e non di scoprire questo magnifico luogo ed ascoltare le esaustive spiegazioni del prof. Mellini.

Lasciato viale Einaudi (accanto al civico 56) il sentiero di circa 500 metri di lunghezza ed una settantina di dislivello permette di raggiungere in circa un quarto d'ora le rovine del forte dove un cartello informativo fornisce cenni storici ed informazioni architettoniche.

Invito così chi non lo conosce a visitarlo mentre chi già lo conosceva resterà sicuramente stupefatto dal lavoro che i volontari hanno eseguito.
A tutti una raccomandazione: Rispettare l'ambiente e non abbandonare rifiuti, come sottolineato dai cartelli apposti!

Max

venerdì 3 giugno 2022

Trekking del 2 giugno 2022: Marciana - Semaforo di Campo alle Serre

 

Sveglia presto e di buon mattino sono già in viaggio per Marciana.
Parcheggio ai piedi della fortezza pisana ed alle 6,51 mi incammino lungo il sentiero n. 103.

Con andatura tranquilla affronto la salita della Via Crucis, la luce del sole è  bellissima, regna la pace.
Breve sosta al santuario della Madonna del Monte e proseguo in quota fino a Serraventosa.

Lungo lo scorrevole sentiero in circa un'ora e quarantacinque raggiungo il bivio con il 125 che mi condurrà fino alla meta.
Mi rendo conto di essere in ritardo sulla fioritura delle prunelle, altro scopo del mio trekking, ma qualche bel cespuglio fiorito riesco a fotografarlo ugualmente.

Passando successivamente sul 176A raggiungo la stazione di avvistamento della Regia Marina alle 9.03, rispettando perfettamente la tabella di marcia prefissata.
Ho tutto il tempo per scattare qualche foto e forse me ne prendo un po' troppo, dal momento che vi trascorrerò quasi un'ora.

Nel rientrare, breve sosta anche al rudere che fungeva da alloggio dei marinai, per qualche insetto incontrato sul cammino ed all'interno del santuario ed ai suoi magnifici castagni.

Bellissima passeggiata di 15 chilometri circa conclusa alle 12,30; unica nota dolente il mio ginocchio nella discesa finale della Via Crucis, evidentemente devo avere ancora un po' di pazienza...

Max




giovedì 19 maggio 2022

Ciao Massimo


18 maggio 2022, ore 11,40 circa, Massimo è venuto a mancare.
Non vi dirò come è morto, io vi dirò come è vissuto.
 
Un carissimo amico, una sorta di fratello maggiore. 
Sempre disponibile, sempre pronto a coinvolgerti nei suoi progetti, grande appassionato di trail running e dello sport in generale.

Amava vivere lo sport, confrontarsi con gli altri, stare in compagnia e sapeva sempre come convincerti, così mi ritrovavo con lui a vedere l'alba alle Calanche, ad attraversare l'Elba in notturna per poi far colazione a Cavo, a patire nelle salite e a vederlo scappar via nelle discese.

Caldo o pioggia non lo fermavano, quando voleva allenarsi, sceglieva l'abbigliamento adatto ed usciva.

Durante la stagione estiva, le corsette in notturna, poi un tuffo in mare e a cenare tutti insieme.
Un modo per muovere le gambe, una scusa per una birra in compagnia.

D'inverno le lunghe uscite per testare l'imminente Elbatrail, per riaprire un sentiero, noi a lavoro, lui a dirigere e scherzare.

Colto, tecnico, scrupoloso, ma anche gioviale, ironico, burlone, accettava gli sfottò, ma senza esagerare, altrimenti irritavi la sua suscettibilità e diventava permaloso.

Abbiamo condiviso tanti bei momenti, risate, fatiche, tanti ricordi, che nessuno potrà portarmi via.
Un riferimento, un mio riferimento, mi fidavo di lui, dei suoi giudizi, dei suoi consigli.
Un esempio da seguire.
 
Adesso dovrò fare a meno di lui, non sarà facile, non sarà più come prima.
 
Ciao Max, un privilegio esser stato tuo amico.  

domenica 8 maggio 2022

Trekking dell' 8 maggio 2022: Capo D'Arco

 

Lasciamo l'auto nel piazzale sterrato adiacente la spiaggia di Reale ed alle 9,17 ci incamminiamo lungo costa verso la spiaggia di Terranera.

Evitiamo il sentiero che sovrasta la spiaggia, interessato da importanti lavori di consolidamento e seguendo la battigia, disseminata di enormi blocchi di ematite, in una decina di minuti raggiungiamo il laghetto.

Affrontiamo lentamente la successiva salita con cui entriamo nel comprensorio di Capo D'Arco grazie ad un varco pedonale nella recinzione.
A dirla tutta, avevamo intenzione di seguire lo sterrato più a monte, ma su invito del proprietario del terreno (presumo) che a suo dire non era fattibile, siamo scesi sul consueto sentiero di accesso.

Evitiamo di passare dai bunker di punta delle Cannelle, purtroppo una recinzione impedisce di visitarli e seguendo le indicazioni "Piscina" ci manteniamo sul percorso che segue la costa.

Sotto al Cantinone, con una breve deviazione raggiungiamo delle vecchie strutture murali risalenti al periodo di estrazione del minerale; la principale, pesantemente distrutta, probabilmente ha ricevuto il colpo di grazia il 28 ottobre 2018 quando la forte sciroccata fece crollare il pontile di Vigneria a Rio Marina.

Risaliamo quindi procedendo verso nord fino ad imboccare il piacevole e panoramico sentiero che porta fino ad Ortano, gli scorci sull'isolotto sono stupendi.

Quindi raggiunta la vecchia ed arrugginita recinzione dell'area mineraria, dietro front e con andatura più spedita, torniamo alla spiaggia di Reale passando dallo sterrato immediatamente a sud del cancello d'ingresso del comprensorio.

Breve passeggiata di 10 chilometri circa ovviamente in compagnia dell'amico Mario.

Max




lunedì 2 maggio 2022

Trekking del 1° maggio 2022: a zonzo per Calamita

 

Primo maggio: passeggiata con pranzo al sacco, un classico!
Il programma è proprio quello, camminata in compagnia di Mario e successivo incontro con la moglie davanti al museo della Vecchia Officina per poi scendere in spiaggia a gustarci un ricco riso freddo.

Così, dopo aver parcheggiato anche noi davanti all'ingresso del museo, alle 8,48 ci mettiamo in cammino verso nord, superiamo la sbarra metallica, e lentamente saliamo per poi girare verso est.
Fiancheggiamo la recinzione delle sottostanti "case matte" e senza una meta precisa, dopo un tratto relativamente pianeggiante, riprendiamo a salire verso Albaroccio.

Con l'unico breve tratto ripido ci portiamo sull'anello alto, ovvero l'ampio sterrato che senza dislivelli significativi circonda la vetta  di monte Calamita.
Lo percorreremo brevemente in senso orario tenendo la sinistra fino a raggiungere la recinzione che delimita i Pascoli Alti che aggireremo quasi completamente in senso antiorario per proseguire poi verso monte Calamita.

All'altezza della garitta, imbocchiamo un più recente single track che ci riporta sull'anello alto, quindi sempre tenendo la sinistra, rotta verso est.
Nel frattempo il sole della partenza ha lasciato il campo ad un vasto manto di nubi ed una leggera pioggerellina mi obbliga a riporre nello zaino la reflex, fortunatamente ho con me anche la WG-3, immune a condizioni meteo ben peggiori.

La chiamata della moglie, perplessa sul da farsi, (a Portoferraio piove da diversi minuti) di fatto ci costringe a rinunciare all'ameno pranzetto in spiaggia.
"Resta a casa" Le comunico, dopo una breve  consultazione.

A malincuore accettiamo il cambio di programma, ma certamente non quello di fermarci, dal momento che la leggera pioggia riesce a stento ad inumidire i tessuti.
Fiancheggiando la vasca antincendio, quasi prosciugata, iniziamo a scendere, superati più volte da vari bikers.

Una volta tornati all'auto, continuiamo la passeggiata oltre la sbarra che delimita l'accesso all'ampio sterrato che porta fino al Vallone Basso.
Prima di raggiungere il vasto cantiere, ci soffermiamo nella zona d'ingresso della vecchia e pericolante laveria.
Ero parecchio tempo che non andavo a curiosare in quella zona, benché ancora estremamente affascinante, è diventata molto pericolosa in quanto la struttura in cemento armato sta inesorabilmente crollando a pezzi.

Mi limito a qualche scatto a distanza di sicurezza e riprendiamo a scendere, nel frattempo un leggero miglioramento meteorologico, mi ha consentito di riutilizzare la Nikon.

Non ostante la considerevole distanza, riesco a "catturare" una coppia di marangoni dal ciuffo mentre asciuga il piumaggio sugli scogli di punta di Calamita.
Mentre a qualche decina di metri dal nastro trasportatore, una famigliola ha deciso di accamparsi per trascorrere la festività, scelta decisamente insolita!

Lungo la salite delle Francesche torneremo lentamente verso l'auto che raggiungiamo alle 14,27 dopo aver gironzolato per oltre 14 chilometri.

Buon Primo Maggio!
Max

P.s. non posso far a meno di segnalare le numerose (veramente troppe!) buste di gel e sostanze energetiche abbandonate a terra, vergogna!




domenica 17 aprile 2022

Trekking del 17 aprile: Falconaia - Santa Caterina e castello del Giove

 

Sveglia di buon mattino e dopo aver parcheggiato l'auto lungo la panoramica strada della Falconaia, alle 7,46 inizio la marcia lungo il sentiero 253.
Come preannunciato, il forte vento di grecale ha causato un brusco abbassamento della temperatura tanto che il mio abbigliamento è quasi invernale.

Immediatamente alle mie spalle Poggio Fortino, sede di quella che fu la batteria E.133; con compito antiaereo e di difesa della rada di Portoferraio, durante il giugno del 1944, oppose una resistenza eccezionale contro le truppe alleate continuando a sparare incessantemente con un solo cannone rimasto.

Meno di quaranta minuti di salita ed incrocio la GTE, quindi poche decine di metri e mi tengo a ore 11 abbandonando il 253 che prosegue verso Le Panche.
Il sentiero, non segnalato, si mantiene parallelo alla GTE, sotto di me Rio nell'Elba e tutto intorno un verde manto erboso.

Alle 8,44 raggiungo l'asfalto sotto l'Aia di Cacio, ne percorro oltre 400 metri per poi imboccare lo sterrato che porta all'eremo di Santa Caterina e all'Orto dei Semplici (che data l'ora, non è ancora aperto).

Col sentiero 203 attraverso quindi l'asfalto della Parata fino ad arrivare all'importante cantiere minerario di valle Giove, il più grande e recente di Rio Marina, in attività dagli anni 50' fino agli 80', si presenta all'osservatore nella sua suggestiva forma ad anfiteatro, particolare il suolo che sotto i raggi del sole brilla per la grande quantità di ematite.

Continuando verso est, le rovine di quella che era l'officina del Portello, le cui generose travi in legno stanno lottando per arginare il crollo del soffitto.

Un'occhiata all'orologio e mi rendo rapidamente conto che raggiungere il laghetto delle Conche (meta ultima del mio itinerario) mi costerebbe troppo tempo e non voglio certamente rischiare di arrivare in ritardo a pranzo.

Abbandono così l'ampio sterrato per imboccare un noto single track che dopo un breve tratto iniziale, piega deciso verso sud ovest e mi consente di arrivare sul 259 e salire fino al castello del Giove.
Breve visita di pochi minuti e scendo fino all'asfalto della Parata, stavolta ne percorro circa 500 metri prima di ritornare al 203 in direzione dell'eremo.
Per quanto possibile, evito sempre di percorrere in senso contrario i sentieri, preferendo sempre percorsi ad anello, in quest'ottica, decido di sfruttare una sorta di ripida bretella che collega il 203 al 202 più a monte per raggiungere poi l'Aia di Cacio.

Seguendo quindi la GTE, affronto la sconnessa e ripida salita del monte Strega, la cui fatica è sempre ampiamente ripagata dal successivo panorama che offre il tratto di cresta.

Alle 11,40 sono nuovamente sul 253 che per forza di cose ripercorro a ritroso in meno di mezz'ora ed alle 12,08 concludo la mia passeggiata di 16 chilometri esatti.

Buona Pasqua, Max.




lunedì 4 aprile 2022

Trekking del 3 aprile 2022: anello da San Piero - Masso alla Quata - Macinelle - GTE - s. 135

 

Escursione in solitario dal campo sportivo di San Piero, sono le 8,41 sole e cielo terso così dopo poche decine di metri, complice la salita del s. 107, alleggerisco già il vestiario.

Successivamente una banale distrazione sarà causa di una brutta caduta e nel salvare la reflex... ginocchiata sul granito!
Ne avrei fatto decisamente a meno...

Dolorante, proseguo verso le Piane al Canale, quindi dopo qualche secondo di esitazione, decido per continuare a salire verso Masso alla Quata.
La temperatura nel sottobosco è decisamente più bassa, ma non ho voglia di fermarmi per indossare la giacca, così resisto al freddo aumentando leggermente l'andatura.

Raggiungo il vecchio osservatorio antincendio constatandone la distruzione del tetto in eternit, mentre sotto di me un branco di mufloni mi osserva con attenzione.
Giusto il tempo di scattare qualche foto e riprendo il cammino scendendo lungo il Collaccio (107B), purtroppo masse di nubi grigie in rapida formazione mi priveranno del sole, un vero peccato poiché grazie alla pioggia della notte, avrei sicuramente effettuato scatti decisamente migliori, soprattutto ai mufloni che rincontrerò dopo poco.

Alle 10,31 mi collego al sentiero 130 e dopo circa 15 minuti raggiungo i caprili delle Macinelle, luogo particolarmente suggestivo, anche col cielo nuvoloso; da qui il 130 è un po' più trascurato e ridotto nell'ampiezza dalla vegetazione circostante ancora carica di gocce d'acqua.

Mezz'ora di cammino ed eccomi sulla GTE, continuo a sperare nel sole ed una sua breve apparizione mi regalerà qualche scatto decente al caprile sotto la Grottaccia.
 
Ore 11,58 la GTE incrocia il 135A, una breve deviazione che mi consente di scendere sul 135.
Sostanzialmente in buono stato, migliorabile a tratti la segnaletica, nella sua iniziale progressione verso nord est è tagliato perpendicolarmente dal 108.
Raggiunto il fosso dell'Inferno è veramente desolante la vista della quantità di tubi in polietilene abbandonati sul sentiero che agevolati dalla vergognosa indifferenza degli enti competenti, regalano all'escursionista uno spettacolo indecente.
Superato il piccolo ruscello, il successivo tratto, da sempre invaso dai rovi, inizia ad essere minacciato dalla loro repentina crescita. 

Per il resto, nient'altro da segnalare, se non l'interessantissimo molino di Moncione, una delle mete più gettonate del versante sud occidentale, a cui come sempre dedico qualche minuto di sosta e l'arrivo inatteso (ma prevedibile visto il cielo) di una leggera pioggia a meno di cinquecento metri dall'arrivo, che mi obbligherà a riporre rapidamente la Nikon nello zaino ed allungare il passo.

Concludo l'escursione di 15 chilometri esatti alle 13,58.

Max






sabato 12 marzo 2022

Trekking del 12 marzo 2022: anello di Calamita

 


La mattinata sarà caratterizzata da condizioni meteo di cielo coperto e freddo scirocco, presupposti che limitano ovviamente la voglia di fotografare.

In perfetta sintonia con Susy, optiamo per un anello senza troppo dislivello, una passeggiata non impegnativa che ci permetta di "sgranchirci" le gambe senza affaticarle troppo.

Partiamo così alle 8,26 da piazza del Cavatore in direzione di Pinocchiello, quindi dopo circa 17 minuti di cammino, scendiamo di qualche metro sulla sinistra seguendo l'indicazione "Cessa della Feccia".

Mantenendoci relativamente in quota, la raggiungeremo dopo oltre mezz'ora, è palese che è stata oggetto di un ottimo intervento di pulizia, cosa che le ha restituito l'aspetto superbo che merita. 
Restiamo ad ammirarla per alcuni secondi, in un altro momento e con l'abbigliamento adatto sarebbe stata un'entusiasmante sfida provare a correrla.

Oggi ci accontentiamo di percorrerne circa 400 metri per poi seguire un sentiero sulla sinistra.
Procedendo in direzione sud est, descriviamo poi una sorta di anello intorno a Poggio Fino, con tanto di visita al piccolo laghetto artificiale a nord del villaggio turistico.

Successivamente, seguendo l'indicazione "Punta Rossa" che purtroppo giace a terra, grazie ad un piacevolissimo single track, raggiungiamo lo sterrato principale che immette alla Tenuta delle Ripe Alte.

Ne percorreremo poco più di un chilometro, quindi imbocchiamo il sentiero sulla destra caratterizzato da una vecchia sbarra d'accesso che da molti anni non vieta più il passaggio a nessuno.
Il tratto iniziale (circa 280 m.) è un po' trascurato, malmesso nel fondo ed in leggera chiusura dalla vegetazione, evidentemente non rientra nel circuito della Legend Cup.

Procedendo verso ovest descriviamo un interessante e piacevole anello intorno alla zona che un tempo ospitava i cantieri di Polveraio e Macei Alto con le due "case matte" ancora ben conservate e protette dalla loro gabbia di Faraday.

Breve dietro front e senza affrontare significativi cambi di quota, grazie ai vari sentieri, ci manteniamo paralleli all'asfalto fino ad intersecare la cessa di Nico.
Ritorneremo a piazza del Cavatore alle 13,33 dopo aver descritto un'ampio anello di circa 19 chilometri.

Purtroppo la triste notizia della scomparsa di una persona che conoscevo, sovrasta ogni piacevole ricordo della passeggiata odierna.
Ciao Alba.

Max



domenica 20 febbraio 2022

Trekking del 20 febbraio 2022: anello da Colle di Procchio

 

Il ritrovo è alle 8,20 presso lo slargo di via del Literno, a pochi metri dal fosso della Galea  ma già alle 8,18 mi incammino in compagnia di Susy verso il 244.

Superiamo il campo sportivo e dopo circa 200 metri, abbandoniamo la "vecchia" GTE per un sentiero immediatamente a nord di casa Miliani.
Dal fondo decisamente migliore rispetto al 244, ci consentirà di raggiungere Buca di Bomba e di collegarci alle 9,12 al sentiero 248.

Purtroppo il cielo grigio e nuvoloso reprime ogni mia velleità fotografica, in compenso la temperatura è perfetta per l'attività fisica.

Dal 248 passiamo presto al 245 ed iniziamo la discesa verso San Martino, sarà solo nell'attraversare l'asfalto di Villa Demidoff che finalmente il sole inizierà a farsi spazio nel cielo. 

Lungo un sentiero della Rete Escursionistica Toscana, purtroppo invaso da alberi abbattuti, incrociamo il 221 e dopo una breve esitazione, decidiamo di proseguire per il sentiero immediatamente a destra del grosso pannello in legno su è affissa la cartina escursionistica elbana.
E' da diverso tempo che non lo percorro ed inoltre ci consentirà di raggiungere più rapidamente la GTE.

Seguiremo la Grande Traversata Elbana in direzione est per circa 20 minuti, quindi con una deviazione sulla destra ci dirigiamo verso Colle alle Vacche sede di un  importante bunker con ruolo di osservazione.

Alcuni minuti per esplorarlo esternamente e ritorniamo indietro per salire fino a monte Barbatoia prima e monte San Martino poi lungo quello che rimane uno dei tratti più panoramici e suggestivi della parte centrale della GTE (storica).

Alle 11,59 siamo nuovamente al bivio di Buca di Bomba, scenderemo seguendo la GTE fino alla sede del vecchio tiro al piattello, da  li infatti un sentiero dall'ottimo fondo ci indirizza verso monte Bacile, sede anch'esso di rilevanti fortificazioni belliche.

Dopo un ripido tratto in discesa, reso meno difficoltoso dalla parziale umidità del terreno, un inaspettato incontro con un gruppo di capre ci suggerisce di abbandonare il sentiero che avevamo imboccato per curiosità e riprendere la marcia su quello più trafficato (specialmente da moto e mtb) sulla destra che dopo circa 800 metri ci porta sull'asfalto antistante la sede Esa del Literno.

Meno di quattro minuti e concludiamo la nostra escursione di ben 19 chilometri, sono le 13,24 quando spengo il gps e saluto Susy con il solito "Alla Prossima!"

Max




lunedì 7 febbraio 2022

Trekking del 6 febbraio 2022: da Colle di Procchio a Pomonte (GTE)

 

Il ritrovo per il trekking odierno è a Pomonte alle 8,00, ma poiché sono in discreto anticipo, parcheggio come sempre in via del Passatoio e mi incammino lungo la provinciale in attesa dell'arrivo di Susy.

Una volta arrivata, con la sua auto torniamo fino a Colle di Procchio punto di partenza della nostra escursione lungo la GTE.

Iniziamo la marcia alle 8,24 lungo il vecchio 18, come sempre dal fondo pessimo e dissestato, ma non è certo una novità.
A questo perenne stato di abbandono si aggiunge anche un'evidente carenza di manutenzione e segnaletica, sia orizzontale che verticale, come nel punto in cui si congiunge allo sterrato principale in zona Colle Reciso (Solane) dove inaspettatamente viene offerta la possibilità di bivacco, utilissima iniziativa per qualsiasi escursionista che intende effettuare la Grande Traversata a tappe.

Continuiamo a salire seguendo la GTE "storica" ovvero il tracciato che Ferrari e Giombini ufficializzarono nel lontano 87 e per questo ci manteniamo su quello che era il sentiero 18, adesso probabilmente abbandonato dall'ente Parco, in quanto praticamente privo di segnaletica.

Una breve sosta lungo la ripida salita per alleggerire il vestiario mi allontana momentaneamente da Susy, oramai già all'intersezione con il 117 e che per distrazione seguirà senza di me in direzione nord, ma questo lo accerterò solo poco dopo sentendo in lontananza la sua voce chiamarmi.

Nell'attesa del suo arrivo, giusto un paio di minuti, scatto qualche foto, quindi riprendiamo l'ascesa rilevando ulteriori carenze di segnaletica e di manutenzione.

Alle 10,21 attraversiamo l'asfalto del monte Perone, ci sono alcune auto parcheggiate, probabilmente di escursionisti o appassionati di soft air, come scopriremo poco dopo.
La costante salita ma soprattutto la scelta sbagliata delle calze si rivelerà deleteria  per Susy che mi comunica di avvertire un discreto dolorino ad entrambi i talloni.
Nella successiva sosta a Malpasso, purtroppo due brutte vesciche confermano le sue sensazioni, l'applicazione di un paio di cerotti sarà solo un piccolo aiuto.

Sotto di noi la valle di Pomonte in tutta la sua bellezza, mentre un non previsto transitar di nubi impedisce al sole di illuminare costantemente la natura circostante.

L'intera discesa dalle Filicaie non presenta particolari criticità, in alcuni tratti andrebbe effettuato del taglio di vegetazione che inizia ad invadere troppo il sentiero, buona la segnaletica.
Prestando la massima attenzione nello scendere lungo il granito umido delle zone in ombra, in perfetto orario sulla tabella di marcia, arriviamo a valle.

Concludiamo l'escursione di 15 chilometri abbondanti alle 13,59; non è stata certamente una "passeggiata" il considerevole dislivello, ma soprattutto il fondo tecnico e insidioso richiedono allenamento ed esperienza, non guasterebbero anche due ginocchia giovani...

Max