Con un Mario a riposo per caviglia dolente, stamani passeggiatona sia per distanza che per andatura con gli amici Francesco e Riccardo del CAI di Roma.
Sveglia di buon ora e con l'aliscafo delle 6,50 arriviamo a Cavo; dopo una breve sosta al bar Pierolli, alle 7,35 partiamo con la GTE.
La temperatura è perfetta e si starebbe ancora meglio non soffiasse un leggero vento di scirocco.
Con molta tranquillità raggiungiamo la vetta di monte Grosso, la lenta andatura ci viene imposta dalle gambe di Riccardo che risentono un pò dei chilometri di ieri e poi per lui è il primo fine settimana impegnativo dopo i 22 giorni di Patagonia che si è fatto fra dicembre e gennaio (scusate se è poco...).
Nella discesa dalla vetta comunque accelera sensibilmente il passo, che tranne qualche strappetto più ripido, manterrà per il resto del percorso.
Arrivati all'Aia di Cacio, gli propongo di abbandonare la GTE per un sentiero più basso e facile che ci consentirà comunque di riprenderla una volta sotto al monte Capannello.
Riccardo accetta volentieri, apprezzando con interesse la novità, che potrà essergli utile quando a fine mese tornerà con un nutrito gruppo di escursionisti.
Oltrepassiamo per la terza volta l'asfalto nella zona del Volterraio (Le Panche) in piena Gran Fondo e sotto un bel sole affrontiamo le salite per Cima del Monte; oltrepassata la vetta, breve sosta per mangiare e bere qualcosa e quindi proseguiamo alla volta delle Piane della Madonna, punto di partenza del 105.
Raggiunto il gradevole luogo, noto l'ennesimo atto vandalico contro il cartello del parco che avvertiva sulla pericolosità del fondo di questo sentiero; è la seconda volta che viene distrutto, per l'artefice deve essere stata proprio una gran soddisfazione!
Dopo un primo tratto di 105, proseguiamo lungo il crinale seguendo un sentiero alternativo e decisamente meno brutto che ci condurrà dritti verso la Croce recentemente "restaurata" sul monte Mar di Capanna.
Sosta d'obbligo per il panorama su Porto Azzurro e dopo un breve dietro front, proseguiamo la discesa lungo il "sentiero di Pasquale" che in perfetto stato ci porta in prossimità del pino monumentale a fondo valle.
Da questo momento abbandoniamo i sentieri per la strada asfaltata che seguiremo fino a Barbarossa dove ci concediamo una piacevole sosta per gustarci una fresca birra, mezz'ora di puro relax.
Con il caratteristico percorso Carmignani entriamo in Porto Azzurro senza nemmeno dover attendere l'arrivo della disponibile moglie che evitandoci il rientro a Portoferraio in bus, ci è venuta a prendere!
Max