In circa 45 minuti di auto da Portoferraio raggiungo agevolmente l'abitato della Zanca.
Parcheggio in una piccola area sterrata a fianco della provinciale ed alle 8,45 inizio l'escursione.
Scendo lungo l'asfalto di via Sant'Assunta, quindi proseguo sulla sinistra, il segnavia in legno riporta ancora la vecchia numerazione (117), scoprirò poco dopo che adesso è il sentiero 150.
Breve sosta per immortalare alcuni stupendi fiori di Calla (dal greco: bellezza) e riprendo la marcia lungo un piacevolissimo sentiero dal fondo compatto e ben battuto che talvolta regala bellissimi scorci della costa nord ovest e si sviluppa parallelo alla provinciale.
Dopo circa 800 metri un rustico segnavia (non sarà l'unico) invita a scendere verso La Cotaccia, Sant'Andrea e La Cala, ma il mio programma prevede di proseguire sul 150 per Patresi dove con un breve andirivieni ne approfitto per visitare la chiesina di Santa Lucia.
Torno quindi sulla provinciale dove non passa certamente inosservato il nuovo punto di arrivo della GTE, (per 30 anni è stato il vicino "ponte dei 3 archi").
Decisamente più attratto dal vecchio percorso e da un 177 (un tempo il 27) che ritengo uno tra i sentieri più belli dell'isola (non a caso scelto dagli ideatori della GTE come tratto finale) percorro i 400 metri scarsi di asfalto per riprendere il cammino fra un cisto prorompente che pare voglia inghiottirsi il sentiero.
Fortunatamente, basta superare il piccolo ponte in legno che il 177 torna alle sue dimensioni originarie e ben percorribile.
L'ambiente circostante è incantevole, il cammino si snoda in costante salita tra castagni secolari, l'assenza della macchia (e dei rovi) amplifica gli spazi, il correre dell'acqua del vicino ruscello è una piacevolissima melodia che mi accompagna in questo luogo fiabesco.
Lentamente, osservando ed ascoltando, supero il bivio con il sentiero "Dell'Ombria" che ritorna sulla provinciale e dopo un'altra mezz'ora, compresa la sosta per fotografare una vecchia stazione dell'acquedotto, mi collego al 103 a quota 556 s.l.m. che mi consente di procedere più speditamente.
Col raggiungere Serraventosa praticamente finiscono i tratti in salita di questo mio percorso ad anello.
Avvicinandomi alla Madonna del Monte incontrerò svariati gruppi di escursionisti, (mai trovati così tanti) ed il santuario pare preso d'assalto, ragazzini che corrono in tutte le direzioni, adulti seduti sulle panchine in castagno, bikers che spingono a piedi le loro mountain bike lungo il lastricato in granito, fedeli che pregano all'interno della chiesa.
Sicuramente troppa confusione per i miei gusti (da solitario), così riempio velocemente la borraccia e fuggo lungo la via Crucis.
In prossimità della quinta sosta, piego a sinistra lungo il sentiero 113 dedicando qualche minuto ad un'affascinante struttura in muratura di un acquedotto che pare ancora in attività.
Mangio una banana riscaldato dai piacevoli raggi del sole e proseguo a scendere.
Alle 12,25 il segnavia in località I Canali mi ricorda che ormai manca poco alla fine della mia escursione, perdo circa un paio di minuti per sciogliere i nodi di un cartello dell'ultima Elba Trail evidentemente sfuggito al "debalisaggio" e proseguo a scendere incontrandone poi un secondo (rimuovo anche questo).
In questo ampio tratto finale comincio ad accusare un po' di stanchezza, soprattutto le ginocchia non sono molto entusiaste della ripida discesa.
Ore 12,50 sarà un piacere rimettere le zampe sull'asfalto ed arrestare il gps.
Max