La bella giornata di sole dalla piacevole temperatura è l'ideale per una passeggiata lungo i sentieri dell'isola.
Così parcheggio l'auto nel piccolo piazzale sterrato ai piedi del castello del Volterraio, a pochi metri il segnavia verticale indica in 40 minuti il tempo di percorrenza per raggiungere il maniero, il sentiero è il 255, sono le 9,04.
Salgo lentamente, la scusa è quella di fotografare, parzialmente vero, ma sono gli alti gradini in legno a farmi venire l'affanno!
In prossimitò del maestoso olivastro mi ritrovo ad un tu per tu con un grosso esemplare di biacco che si sta scaldando al sole, mi arresto immediatamente mentre la mia mano cerca lentamente di togliere il tappo dell'obiettivo.
Purtroppo la vicinanza è tale da non far passare innosservato il mio gesto... odorandomi con la sua lingua, sparisce senza troppa fretta fra le piente di cisto.
Peccato!
Avvicinandosi alla chiesina di San Leonardo, si riesce a procedere con minor fatica, raggiungerò le mura del castello in venti minuti.
Breve sosta, dal momento che l'ingresso è chiuso e riscendo fino ad intersecare il sentiero 254 su cui proseguo a camminare.
Dieci minuti abbondanti e sono sulla provinciale, ne percorro un breve tratto in discesa per andare a prendere il sentiero 220.
Lungo il sentiero, incontro alcuni esemplari di limantria appese al loro filo di seta, quindi al successivo bivio con il Sentiero del Pastore tengo la sinistra (est) e salgo verso la baracca in legno in cui l'uomo ha vissuto per alcuni anni.
Qualche foto alla fatiscente struttura nascosta nella macchia e proseguo in direzione sud est fino a raggiungere la GTE.
Dal superbo percorso di crinale, continuo a salire fino a Cima del Monte incrociando alcuni escursionisti.
Successivamente ne troverò veramente tanti e la cosa non può che farmi piacere, a quanto pare il turismo "green" è in notevole crescita.
Il panorama è fantastico, il pendio ricoperto di fiori e colori contrasta con l'azzurro intenso del mare, indubbiamente uno dei tratti più belli della GTE (se non il più bello...).
Alle 11,18 attraverso l'asfalto alle Panche e proseguo verso il monte Capannello dove si è "accampato" un gruppetto di bikers che dopo poco mi supereranno con le loro biciclette.
Avvicinandomi allo Strega la presenza di escursionisti è notevole, in piccoli gruppi a poca distanza fra loro, mi costringeranno ad alcune brevi soste per agevolargli il passaggio.
Lungo la ripida e sconnessa discesa finale, mi rendo conto che sono stati riposizionati nuove traverse in legno per contenere il terreno, ben fatto.
Raggiunto l'asfalto all'Aia di Cacio, ne percorro circa 300 metri per immettermi sull'ampio sterrato sulla destra con cui tornerò alle Panche mantenendomi a valle della GTE.
Rio Elba sotto di me è adornata da un tripudio di fiori e colori.
Non so dire a che ora raggiungo nuovamente Le Panche poiché non mi sono reso conto che nel frattempo il mio Garmin ha smesso di funzionare (pile esaurite).
Posso solo dire che scelgo di percorrere l'asfalto della provinciale per poco meno di un chilometro verso il castello del Volterraio, quindi una volta raggiunto il piccolo parcheggio sterrato imbocco il 255A con cui ritorno all'auto.
Lungo il cammino riesco a fotografare anche un sospettoso coleottero antagonista della Limantria, il Sicofante (Calosoma sycophanta) già notato la mattina in partenza, un efficace e naturale strumento di controllo delle popolazioni di Lepidotteri defogliatori.
Alle 13,30 termino la mia piacevolissima escursione, di circa quattro ore e mezzo.
Max