Ma che vento diaccio!!!
Per carità, le previsioni erano note a tutti, ma non è tanto la temperatura, quanto il vento di grecale ad assassinarmi.
"Nato dan cane!" direbbe Selica (la mia bisnonna).
Narriamo comunque della passeggiata odierna, parto dal parcheggio di Capoliveri alle 8,56 ed inizio a salire verso Pinocchiello, quindi prendo il sentiero delle "Zetine" (credo si chiami così) con cui raggiungo l'anello alto.
Supero l'ingresso della base dell'Aeronautica, descrivendo una sorta di semicerchio intorno alla vetta di monte Calamita, per poi scendere verso il museo della Vecchia Officina dove fervono lavori di ristrutturazione e dove sta prendendo rapidamente vita un nuovo percorso di mtb.
Ho sempre assegnato un 10 e lode ai "bamboli" capoliveresi, il loro Bike Park, ricco di sentieri e dai paesaggi unici è diventato il mio "santuario" per il trail running e a loro va tutta la mia gratitudine, ma riempire di terra la scalinata che dal "Palazzo" (casa del Tin) portava al vecchio orto... sinceramente con tutto lo spazio che c'è, potevano evitarlo.
Quindi piccola tirata di orecchie, certo che anche loro hanno sicuramente per quei luoghi ricchi di storia, fatica e sudore, il dovuto rispetto.
A proposito di questo nuovo tracciato mtb, ne percorrerò (con attenzione) alcuni scoscesi tratti a sud del museo, immortalando un titubante biker intento a far "confidenza" con i ripidi tornanti.
Attraverso il cantiere delle Francesche raggiungo quello del Vallone Basso ed una volta alla laveria, scendo fino alla spiaggia sottostante.
Trascorrerò circa mezz'ora alla ricerca di qualche pietra di malachite, sotto un bel sole che finalmente mi consente di alleggerire il vestiario.
Sono da poco passate le 12,00 quando riprendo il cammino lungo la salita di Punta Calamita, torno nei presi della Vecchia Officina e continuo a salire per poi deviare a destra, voglio scattare qualche foto alle vecchie casematte, trasformate successivamente in pollai dal capo servizio di un tempo.
Cammino verso est, tenendomi Poggio Polveraio sulla sinistra, quindi per sfuggire alle raffiche sempre più fastidiose del grecale, decido di scendere da Sardina anche per l'esposizione più soleggiata.
Supero la valle di Fosco e con un sentiero che costeggia l'asfalto, mi collego al tratto finale (se percorsa in discesa) della cessa di Nico.
Raggiungo piazza del Cavatore alle 14,30, fortunatamente l'auto è al vicino parcheggio sottostante, perché non ostante abbia indossato la mascherina chirurgica, il vento freddo non concede tregua.
Passeggiatona di oltre 21 chilometri.
Max