Sabato 20 ottobre 1° Tappa: Cavo - Colle Reciso
Il ritrovo è alle 6,40 al porto di Portoferraio, quindi con l'arrivo di Massimo un attimo prima della partenza dell'aliscafo, alle 6,50 partiamo per Cavo.
Il gruppo è composto da Gian Luca, Mario, Massimo e me; doveva essere dei nostri anche Andrea, il più entusiasta, purtroppo un recente ed ennesimo problema alla caviglia, lo ha costretto a rinunciare.
Come sbarchiamo sul molo di Cavo, accendo subito il GPS visto che nel gruppo serpeggia l'idea, una volta raggiunta fonte Schiumoli, di abbandonare la GTE ed arrivare fino a Portoferraio a piedi; così mi interessa conoscere il chilometraggio totale.
Fatti poco più di 900 metri, raggiungiamo l'infrattato segnavia in legno che sancisce la partenza del sentiero 61, sono le 7,28, inizia l'avventura.
Perché sicuramente di avventura si tratta, dal momento che l'unica certezza è la forma fisica di Mario; con Massimo è molto che non cammino e la prima volta per tratti così lunghi, mentre il fisico di Luca è stato sensibilmente influenzato dall'amicizia con un bravo pasticcere...
Per quanto mi riguarda, a pochi giorni dalla partenza mi sono beccato una "simpatica" forma virale che mia ha causato, fra l'altro, una forte dissenteria (sto tuttora assumendo Bimixin e Enterogermina), l'ideale per affrontare un bel trekking!
Evitando di elencare ulteriori "problemini" di salute, la lista sarebbe lunga, sottolineo piuttosto l'entusiasmo generale che unisce il gruppetto, il morale è così alto che anche Cavo ci pare più accogliente del solito!
La prima breve sosta tecnica vicino al Mausoleo Tonietti, ci consente di alleggerire il vestiario e restare in maglietta, quindi proseguiamo verso monte Grosso; vi arriviamo verso le 8,40 dopo una lenta ascesa, concedendoci una breve sosta.
La successiva sconnessa discesa verso la Parata ci consente di saggiare lo stato delle articolazioni al momento non ancora affaticate; quindi pochi metri di asfalto e rientriamo nella macchia.
L'Aia di Cacio si avvicina, così avviso il gruppo sull'imminente primo discreto "strappetto" che ci porterà sul monte Strega; ma solo Luca, ignaro su cosa ci aspetta, dimostra una certa curiosità...
Con un Massimo che sfodera ottime doti di scalatore, (le manterrà per l'intera giornata), ed un Luca in scia, senza soste in undici minuti ci guadagniamo la vetta; personalmente ho preferito non tirare, il cammino è lungo... Mario ha chiuso la fila.
Il successivo tratto in cresta è indubbiamente uno dei più belli e suggestivi di tutta la GTE, Rio Marina e Rio Elba alla nostra sinistra, Nisportino e Nisporto in basso a destra e più avanti l'incantevole golfo di Portoferraio, la nostra meta.
Benché notevole per la visuale, non sostiamo sul Capannello a causa di un leggero vento che ci ghiaccia il sudore, optiamo piuttosto per le comode e piu protette panchine in legno a pochi metri dalla provinciale del Volterraio per mangiare qualcosa, la pausa sarà di 15 minuti abbondanti.
Pronti per il successivo (successivi) "strappetti" di Cima di Monte, alle 10,50 riprendiamo il cammino.
Anche in questo caso grande andatura di Massimo, affiancato stavolta da un Mario che accetta la sfida; li lascio andare, mi costerebbe troppa fatica mantenere il loro passo e poi non potrei mai lasciare Luca da solo...
Inoltre, noto con dispiacere che il segnavia in legno che indicava la deviazione per il "sentiero del Pastore" è stato divelto e non ne resta traccia, stessa sorte è toccata al secondo più a sud e perfino a quello decisamente più solido, che indicava la deviazione per le Trane (sentiero di fonte di Prete), come scoprirò in seguito.
Spero che l'artefice ne sia compiaciuto e soddisfatto, proprio un bel gesto di cui essere fieri!
La netta sagoma di monte Orello comincia ad essere vicina ed il tratto in discesa fino a casa Marchetti ci consente di recuperare un pò di energie e di rialzare la media, per altro decisamente buona ed al disopra delle mie previsioni; superata villa Di Chiara, una sosta ci permette di mangiare e bere tranquillamente all'ombra di alcune grosse sughere in previsione dell'ultima fatica per espugnare la vetta.
Lungo il fosso dei Catenacci Massimo allunga nuovamente, aspettandoci alla base della ripida e solcata cessa che affronteremo come la precedente: lui e Mario in testa, Luca ed io indietro più lenti.
"Dai Luca, fra poco spiana"
Cerco di motivarlo, ma ormai non crede più alle mie asserzioni...
Terminato finalmente il brutto salitone, ci ricongiungiamo alle due "lepri"; sia Massimo che Luca hanno esaurito la loro riserva idrica, cedo così la mia borraccia di tè zuccherato al secondo, decisamente più bisognoso di reintegrare i liquidi persi, mentre il primo rifiuta piuttosto schifato quella che conteneva il mio infuso di gramigna.
Dopo un tratto nel bosco decisamente più piacevole, raggiungiamo finalmente l'ampio sterrato con cui potremmo scendere rapidamente verso la fattoria, scelta caldamente auspicata da Luca.
Purtroppo non è in quella direzione che prosegue la GTE, bensì in quella opposta a sinistra, dal momento che attraverso un'altra cessa ci obbliga a salire ancora per passare vicino ad alcuni bunker dell'ultima guerra.
Appresa la dolente notizia, manifestata perfettamente dalla sua espressione di sconforto, dopo qualche secondo in cui gli proponiamo di aspettarci a circa 100 metri più a nord est, punto da cui ripasseremo, con una grande dimostrazione di coraggio (puro autolesionismo) decide di proseguire.
Raggiunta la vetta, foto di rito; praticamente la salita è finita!
In discesa, sarà lo stesso Luca a far strada, assetato non vede l'ora di arrivare a fonte Schiumoli; è a Massimo che, accusando un discreto dolore al tendine del ginocchio, adesso faccio compagnia.
L'arrivo alla fonte è un grosso sollievo per tutti, una bella bevuta rinfrescante, durante cui ne valutiamo anche la portata, circa 3 litri al minuto.
Ne approfitto anche per snocciolare i primi risultati: 6 ore e 42 per percorrere 24,1 km di GTE a cui vanno aggiunti circa 950 metri di trasferimento per attraversare Cavo (altri 12 minuti) e i successivi 3,6 chilometri che faremo per arrivare fino alla zona industriale di Portoferraio (altri 50') dove Luca ha parcheggiato la sua auto e con la quale accettiamo di essere accompagnati alla gelateria Lolly Pop, un bel gelato ce lo siamo proprio meritato!
Domenica 21 ottobre 2° Tappa: Colle Reciso - Pomonte
Solo questa mattina alle 6,40 apprendo che Massimo è fuori combattimento; ugualmente presente all'incontro è dalla sua andatura zoppicante che immagino cosa mi dirà.
Un'infiammazione tendinea al ginocchio gli impedisce di proseguire con il trekking.
Dispiaciuto, lo saluto guardandolo tornare a casa, sarebbe impensabile e stupido cercare di convincerlo a venire.
Mi dirigo quindi a recuperare Alessandro, che impegni di lavoro non gli hanno consentito di essere presente ieri ed in sua compagnia andiamo verso casa di Luca, sperando che anche lui non abbia issato bandiera bianca.
Ma una sagoma scura si staglia nell'oscurità, è lui!
"...anche se attaccato da forze soverchianti, circondato, ridotto negli effettivi e nei mezzi, non retrocede, soccombe ma non si arrende!"
Così recitava la consegna italiana ai comandanti dei caposaldi per la difesa ad oltranza in caso di sbarco nemico sull'isola.
Il sottotenente Galli fa fede a quell'ordine.
Proseguiamo quindi verso Casa del Duca dove ci attende Mario, già pronto lungo strada; sale così a bordo anche l'ultimo componente del gruppo e via verso la cava di Colle Reciso.
Parcheggio, accendo gps e la luce frontale, ne affido una più piccola portatile a Luca quindi controllo l'ora: sono le 7,01, inizia la seconda tappa!
Probabilmente disturbando qualche cacciatore, ne troveremo molti di più salendo da Colle di Procchio, procediamo tranquilli lungo il 65 che non riserva particolari sorprese; dopo circa un'ora e mezza superiamo il campo sportivo di Procchio dopo aver sceso il disastrato 44 (grazie al costante passaggio delle moto) ed alle 8,44 attacchiamo il 18.
Da sempre maglia nera della GTE per fondo dissestato ed in chiusura, attraverso questo sentiero penetriamo in un denso banco di nuvole basse che avviluppa tutta la parte occidentale dell'isola; un inaspettato cambiamento climatico che oltre ad impedirmi di scattare qualche foto, rende così umida l'aria che a volte temiamo stia iniziando a piovere; fortunatamente è solo condensa che cade dalle fronde scosse dal vento di scirocco.
Prima dell'ultima ripida salita, una sorta di scalinata, è Mario che va in fuga, io resto con Alessandro e Luca, che ha bisogno di brevi soste per "digerirla"; al termine della quale, ci ricongiungiamo con un Mario in attesa e tutti insieme arriviamo sotto le antenne del monte Perone.
Benché necessaria una sosta, proseguiamo a causa del vento e dell'umidità che danno veramente fastidio; sono le 10,35 quando ci immettiamo sul 5, la visibilità è pessima, sembra di essere passati in 24 ore da un bel settembre ad un brutto novembre.
Ovviamente salendo la situazione non migliora, un vero peccato soprattutto per Alessandro e Luca; mi avrebbe fatto molto piacere avessero potuto ammirare la vista che offre questo sentiero.
Alle 11,35, arrivati a Malpasso, comunichiamo loro che la salita è praticamente finita, per Pomonte tutta discesa.
Con questo non vuol dire che sia tutto facile, infatti specialmente la prima parte, viste anche le condizioni meteo, richiede molta attenzione e le articolazioni di Luca cominciano a farsi sentire.
"E' da un pò che si fanno sentire..." Penserà probabilmente lui.
Cercando di migliorare una media abbassata dalla lunga salita precedente, ma soprattutto cercando di arrivare in tempo a Pomonte per prendere l'autobus delle 15.05 per Portoferraio e magari bere anche una bella birra, stavolta è il sottoscritto a tirare il gruppo, un Mario attento chiude la fila.
Superata la Grottaccia, aiutiamo inoltre un solitario escursionista che salito dal 31, non trova il bivio con il 9; le fitte nubi, la mancanza di una cartina ed il recente segnavia principale errato posizionato fra 8 e 31 a quanto pare gli hanno fatto perdere l'orientamento.
Una breve sosta "di soccorso" con la quale spero di avergli schiarito le idee e riprendiamo a scendere; ma è solo dopo aver superato il monte Cenno, che finalmente le nuvole si diradano e comincia a far capolino un caldo sole.
Ne approfitto così per scattare qualche foto, e nei pressi del caprile sul monte Orlano quella "ufficiale" con l'autoscatto del quartetto al completo.
Alle 14,20 oltrepassiamo il piccolo ponte in muratura termine del 31 e della GTE; una bella rinfrescata alla vicina fonte ed abbiamo tutto il tempo di gustarci una birra al bar del paese in attesa del bus.
Concludo con i consueti dati statistici, sempre utili e di piacevole ricordo, complimentandomi sinceramente con Luca per la sua prova di carattere, con Massimo per la sua strepitosa andatura in salita e con Alessandro, già desideroso di fare la parte mancante.
E Mario? Che dire, è in gran forma!
Max
1° tappa
km totali percorsi: 28,7 (dal molo di Cavo alla zona industriale di Portoferraio)
tempo totale impiegato: 7 ore e 45 minuti
media totale: 3,7 km/h
media movimento: 4,2 km/h
km GTE: 24,1 (da s. 61 a fonte Schiumoli sul s. 64)
tempo impiegato: 6 ore e 42 minuti
media totale: 3,6 km/h
media movimento: 4,1 km/h
2° tappa
km GTE: 22,6 (da s. 65 a Pomonte s. 31)
tempo impiegato: 7 ore e 22 minuti
media totale: 3,1 km/h
media movimento: 3,4 km/h
P.S. per correttezza ci tengo a precisare che non abbiamo percorso il tratto di GTE di quasi 1 km fra fonte Schiumoli e l'inizio del San Martino.
Evitando di elencare ulteriori "problemini" di salute, la lista sarebbe lunga, sottolineo piuttosto l'entusiasmo generale che unisce il gruppetto, il morale è così alto che anche Cavo ci pare più accogliente del solito!
La prima breve sosta tecnica vicino al Mausoleo Tonietti, ci consente di alleggerire il vestiario e restare in maglietta, quindi proseguiamo verso monte Grosso; vi arriviamo verso le 8,40 dopo una lenta ascesa, concedendoci una breve sosta.
La successiva sconnessa discesa verso la Parata ci consente di saggiare lo stato delle articolazioni al momento non ancora affaticate; quindi pochi metri di asfalto e rientriamo nella macchia.
L'Aia di Cacio si avvicina, così avviso il gruppo sull'imminente primo discreto "strappetto" che ci porterà sul monte Strega; ma solo Luca, ignaro su cosa ci aspetta, dimostra una certa curiosità...
Con un Massimo che sfodera ottime doti di scalatore, (le manterrà per l'intera giornata), ed un Luca in scia, senza soste in undici minuti ci guadagniamo la vetta; personalmente ho preferito non tirare, il cammino è lungo... Mario ha chiuso la fila.
Il successivo tratto in cresta è indubbiamente uno dei più belli e suggestivi di tutta la GTE, Rio Marina e Rio Elba alla nostra sinistra, Nisportino e Nisporto in basso a destra e più avanti l'incantevole golfo di Portoferraio, la nostra meta.
Benché notevole per la visuale, non sostiamo sul Capannello a causa di un leggero vento che ci ghiaccia il sudore, optiamo piuttosto per le comode e piu protette panchine in legno a pochi metri dalla provinciale del Volterraio per mangiare qualcosa, la pausa sarà di 15 minuti abbondanti.
Pronti per il successivo (successivi) "strappetti" di Cima di Monte, alle 10,50 riprendiamo il cammino.
Anche in questo caso grande andatura di Massimo, affiancato stavolta da un Mario che accetta la sfida; li lascio andare, mi costerebbe troppa fatica mantenere il loro passo e poi non potrei mai lasciare Luca da solo...
Inoltre, noto con dispiacere che il segnavia in legno che indicava la deviazione per il "sentiero del Pastore" è stato divelto e non ne resta traccia, stessa sorte è toccata al secondo più a sud e perfino a quello decisamente più solido, che indicava la deviazione per le Trane (sentiero di fonte di Prete), come scoprirò in seguito.
Spero che l'artefice ne sia compiaciuto e soddisfatto, proprio un bel gesto di cui essere fieri!
La netta sagoma di monte Orello comincia ad essere vicina ed il tratto in discesa fino a casa Marchetti ci consente di recuperare un pò di energie e di rialzare la media, per altro decisamente buona ed al disopra delle mie previsioni; superata villa Di Chiara, una sosta ci permette di mangiare e bere tranquillamente all'ombra di alcune grosse sughere in previsione dell'ultima fatica per espugnare la vetta.
Lungo il fosso dei Catenacci Massimo allunga nuovamente, aspettandoci alla base della ripida e solcata cessa che affronteremo come la precedente: lui e Mario in testa, Luca ed io indietro più lenti.
"Dai Luca, fra poco spiana"
Cerco di motivarlo, ma ormai non crede più alle mie asserzioni...
Terminato finalmente il brutto salitone, ci ricongiungiamo alle due "lepri"; sia Massimo che Luca hanno esaurito la loro riserva idrica, cedo così la mia borraccia di tè zuccherato al secondo, decisamente più bisognoso di reintegrare i liquidi persi, mentre il primo rifiuta piuttosto schifato quella che conteneva il mio infuso di gramigna.
Dopo un tratto nel bosco decisamente più piacevole, raggiungiamo finalmente l'ampio sterrato con cui potremmo scendere rapidamente verso la fattoria, scelta caldamente auspicata da Luca.
Purtroppo non è in quella direzione che prosegue la GTE, bensì in quella opposta a sinistra, dal momento che attraverso un'altra cessa ci obbliga a salire ancora per passare vicino ad alcuni bunker dell'ultima guerra.
Appresa la dolente notizia, manifestata perfettamente dalla sua espressione di sconforto, dopo qualche secondo in cui gli proponiamo di aspettarci a circa 100 metri più a nord est, punto da cui ripasseremo, con una grande dimostrazione di coraggio (puro autolesionismo) decide di proseguire.
Raggiunta la vetta, foto di rito; praticamente la salita è finita!
In discesa, sarà lo stesso Luca a far strada, assetato non vede l'ora di arrivare a fonte Schiumoli; è a Massimo che, accusando un discreto dolore al tendine del ginocchio, adesso faccio compagnia.
L'arrivo alla fonte è un grosso sollievo per tutti, una bella bevuta rinfrescante, durante cui ne valutiamo anche la portata, circa 3 litri al minuto.
Ne approfitto anche per snocciolare i primi risultati: 6 ore e 42 per percorrere 24,1 km di GTE a cui vanno aggiunti circa 950 metri di trasferimento per attraversare Cavo (altri 12 minuti) e i successivi 3,6 chilometri che faremo per arrivare fino alla zona industriale di Portoferraio (altri 50') dove Luca ha parcheggiato la sua auto e con la quale accettiamo di essere accompagnati alla gelateria Lolly Pop, un bel gelato ce lo siamo proprio meritato!
Domenica 21 ottobre 2° Tappa: Colle Reciso - Pomonte
Solo questa mattina alle 6,40 apprendo che Massimo è fuori combattimento; ugualmente presente all'incontro è dalla sua andatura zoppicante che immagino cosa mi dirà.
Un'infiammazione tendinea al ginocchio gli impedisce di proseguire con il trekking.
Dispiaciuto, lo saluto guardandolo tornare a casa, sarebbe impensabile e stupido cercare di convincerlo a venire.
Mi dirigo quindi a recuperare Alessandro, che impegni di lavoro non gli hanno consentito di essere presente ieri ed in sua compagnia andiamo verso casa di Luca, sperando che anche lui non abbia issato bandiera bianca.
Ma una sagoma scura si staglia nell'oscurità, è lui!
"...anche se attaccato da forze soverchianti, circondato, ridotto negli effettivi e nei mezzi, non retrocede, soccombe ma non si arrende!"
Così recitava la consegna italiana ai comandanti dei caposaldi per la difesa ad oltranza in caso di sbarco nemico sull'isola.
Il sottotenente Galli fa fede a quell'ordine.
Proseguiamo quindi verso Casa del Duca dove ci attende Mario, già pronto lungo strada; sale così a bordo anche l'ultimo componente del gruppo e via verso la cava di Colle Reciso.
Parcheggio, accendo gps e la luce frontale, ne affido una più piccola portatile a Luca quindi controllo l'ora: sono le 7,01, inizia la seconda tappa!
Probabilmente disturbando qualche cacciatore, ne troveremo molti di più salendo da Colle di Procchio, procediamo tranquilli lungo il 65 che non riserva particolari sorprese; dopo circa un'ora e mezza superiamo il campo sportivo di Procchio dopo aver sceso il disastrato 44 (grazie al costante passaggio delle moto) ed alle 8,44 attacchiamo il 18.
Da sempre maglia nera della GTE per fondo dissestato ed in chiusura, attraverso questo sentiero penetriamo in un denso banco di nuvole basse che avviluppa tutta la parte occidentale dell'isola; un inaspettato cambiamento climatico che oltre ad impedirmi di scattare qualche foto, rende così umida l'aria che a volte temiamo stia iniziando a piovere; fortunatamente è solo condensa che cade dalle fronde scosse dal vento di scirocco.
Prima dell'ultima ripida salita, una sorta di scalinata, è Mario che va in fuga, io resto con Alessandro e Luca, che ha bisogno di brevi soste per "digerirla"; al termine della quale, ci ricongiungiamo con un Mario in attesa e tutti insieme arriviamo sotto le antenne del monte Perone.
Benché necessaria una sosta, proseguiamo a causa del vento e dell'umidità che danno veramente fastidio; sono le 10,35 quando ci immettiamo sul 5, la visibilità è pessima, sembra di essere passati in 24 ore da un bel settembre ad un brutto novembre.
Ovviamente salendo la situazione non migliora, un vero peccato soprattutto per Alessandro e Luca; mi avrebbe fatto molto piacere avessero potuto ammirare la vista che offre questo sentiero.
Alle 11,35, arrivati a Malpasso, comunichiamo loro che la salita è praticamente finita, per Pomonte tutta discesa.
Con questo non vuol dire che sia tutto facile, infatti specialmente la prima parte, viste anche le condizioni meteo, richiede molta attenzione e le articolazioni di Luca cominciano a farsi sentire.
"E' da un pò che si fanno sentire..." Penserà probabilmente lui.
Cercando di migliorare una media abbassata dalla lunga salita precedente, ma soprattutto cercando di arrivare in tempo a Pomonte per prendere l'autobus delle 15.05 per Portoferraio e magari bere anche una bella birra, stavolta è il sottoscritto a tirare il gruppo, un Mario attento chiude la fila.
Superata la Grottaccia, aiutiamo inoltre un solitario escursionista che salito dal 31, non trova il bivio con il 9; le fitte nubi, la mancanza di una cartina ed il recente segnavia principale errato posizionato fra 8 e 31 a quanto pare gli hanno fatto perdere l'orientamento.
Una breve sosta "di soccorso" con la quale spero di avergli schiarito le idee e riprendiamo a scendere; ma è solo dopo aver superato il monte Cenno, che finalmente le nuvole si diradano e comincia a far capolino un caldo sole.
Ne approfitto così per scattare qualche foto, e nei pressi del caprile sul monte Orlano quella "ufficiale" con l'autoscatto del quartetto al completo.
Alle 14,20 oltrepassiamo il piccolo ponte in muratura termine del 31 e della GTE; una bella rinfrescata alla vicina fonte ed abbiamo tutto il tempo di gustarci una birra al bar del paese in attesa del bus.
Concludo con i consueti dati statistici, sempre utili e di piacevole ricordo, complimentandomi sinceramente con Luca per la sua prova di carattere, con Massimo per la sua strepitosa andatura in salita e con Alessandro, già desideroso di fare la parte mancante.
E Mario? Che dire, è in gran forma!
Max
1° tappa
km totali percorsi: 28,7 (dal molo di Cavo alla zona industriale di Portoferraio)
tempo totale impiegato: 7 ore e 45 minuti
media totale: 3,7 km/h
media movimento: 4,2 km/h
km GTE: 24,1 (da s. 61 a fonte Schiumoli sul s. 64)
tempo impiegato: 6 ore e 42 minuti
media totale: 3,6 km/h
media movimento: 4,1 km/h
2° tappa
km GTE: 22,6 (da s. 65 a Pomonte s. 31)
tempo impiegato: 7 ore e 22 minuti
media totale: 3,1 km/h
media movimento: 3,4 km/h
P.S. per correttezza ci tengo a precisare che non abbiamo percorso il tratto di GTE di quasi 1 km fra fonte Schiumoli e l'inizio del San Martino.