domenica 18 gennaio 2015

Trekking del 18 gennaio 2015 - sentiero 18 (GTE)

Rimanda, rimanda, per stamani decido di prendere il toro per le corna, come si sul dire e parcheggiata l'auto fuori Procchio, affronto il sentiero 18 (GTE).
Chi lo conosce capisce immediatamente perché sono esordito con un "Rimanda, rimanda"; dalla considerevole pendenza è sicuramente uno dei sentieri peggiori per quanto riguarda il fondo, per molti tratti in pessime condizioni.

La mancanza di manutenzione della passata stagione, abbinata ad un estate particolarmente piovosa, ovviamente ne hanno peggiorato ulteriormente lo stato, così come se non bastasse, alcuni tratti adesso sono anche in chiusura.

Ma andiamo con ordine: lasciato l'asfalto della provinciale per Marina di Campo, per i primi 20 minuti occorre arrampicarsi lungo uno sconnesso ciottolato, che mette a dura prova gambe e caviglie, quindi avvicinandosi a monte Castello, la pendenza diminuisce e migliora anche il fondo, ma non per molto, infatti proseguendo, le pietre lasciano il posto ad un terreno di scarsa consistenza (quasi sabbioso) su cui pioggia e passaggio di moto han fatto scempio.

Solamente avvicinandosi allo sterrato delle Solane, finalmente il sentiero diventa decente; percorro cosi i successivi 600 metri dell'ampia pista per poi svoltare sulla destra, come indicato dal povero segnavia verticale "affogato" nella vegetazione.

Meno di dieci minuti e tenendo la sinistra, inizia un altro tratto ripido nella macchia, 170 metri piuttosto duri; infatti, oltre allo sforzo, occorre destreggiarsi per evitare i rami secchi e di essere "agganciati" dai rovi.
Al culmine di questa ascesa, il sentiero  18 incrocia il 17 e nei successivi 350 metri in comune, si ha la possibilità di ammirare i primi segnavia orizzontali (eufemismo) realizzati nel 2012 dalla ditta che nel 2011 si aggiudicò il bando di concorso per la manutenzione (le foto parlano da sole...).

Al successivo incrocio, mi mantengo sul 18 che salendo prosegue a NW, altri tratti in chiusura, fondo straziato da profondi solchi ed i pittoreschi segnavia orizzontali che fan da cornice... 
Il pensiero non può che correre al PNAT, ai suoi capaci responsabili ed ai loro recenti comunicati stampa; vi si scrive con soddisfazione e orgoglio di grandi progetti ed investimenti, realizzati e da realizzare, ma io vedo solo tanto sperpero, incuria e vergogna. 

Continuo a salire ed alle ore 9,43 incrocio il sentiero 19, dal segnavia malandato, pare sia nuovamente a rischio chiusura, povero, ci son voluti più di tre anni per riaprirlo dalla nevicata del marzo 2010!

Per le 10,00 concludo il tratto caratterizzato da una lunga serie di scalini realizzati piuttosto bene con traverse in legno sempre nel 2012; peccato che da allora non c'è più stata fatta manutenzione ed ora non si può certamente parlare di sentiero in sicurezza...

Il successivo ampio tratto di 300 metri mi permette di riprendere fiato, quindi il segnavia verticale sulla sinistra mi ricorda che manca l'ultimo "strappetto" prima di raggiungere la cima del m. Perone.
Il tratto, paesaggisticamente molto bello, purtoppo è piuttosto sporco, la presenza di rami caduti, le fronde basse e gli arbusti che nascondono il passaggio sono tutti ostacoli che costringono a rallentare la marcia.

In ogni caso, raggiunta la vetta, proseguo fino all'incantevole radura attrezzata attraversata dalla provinciale 37.
Mi viene in mente una recente email dell'amico Mauro sul percorso per disanbili visivi che si snoda a pochi metri, parlava di incuria e rovi (ma va???) così decido di darci un'occhiata.
Ad essere sincero pensavo di trovare una situazione peggiore, in ogni caso in alcuni punti rovi e secche felci hanno occupato il percorso, una spiacevole "cattiveria" per gli eventuali escursionisti.

Dedico così alcuni minuti per liberarlo dai rovi, dato che ho con me forbici e guanti; proseguirò con una veloce opera di pulizia anche lungo tutto il ritorno sul sentiero 18, meglio che niente... 
Ma a circa 1,8 chilometri dalla sua fine, lo abbandono, di fare in discesa quel brutto e pericoloso tratto ciottoloso non ci penso proprio; per il ritorno scelgo il meno noto ma anche meno insidioso sentiero che sbocca lungo via delle Case.

Con una piacevole temperatura di 13 gradi contro i 7 della partenza, mi mangio i clementini che ho nello zaino e che a questo punto avrei pututo lasciare in auto...

Max