Per stamani trek in solitario, già fatto più volte, con partenza e arrivo da Pomonte, attraverso i sentieri 4, 3, 10, 28, 6, 1, 5, 8 e 31.
Detta così sembra abbia camminato chissà quanto, in realtà non è altro che un percorso ad anello, che dal paese consente di aggirare il massiccio del Capanne, scelto non a caso per valutarne lo stato dei sentieri.
Ma prima di arrivare, il sorgere del sole mi obbliga ad una breve sosta per scattare due foto, giusto per immortalarne i bei colori pastello, quindi parcheggiato il Discovery, alle 8,03 dopo una breve esitazione per un cartello appeso al pannello informativo del PNAT che mette in guardia su una battuta di caccia in corso, inizio a salire lungo il sentiero 4.
Da subito mi rendo conto che la vegetazione ne ha invaso buona parte, tanto che nemmeno i lunghi tratti in granito ne sono rimasti indenni; prima tangibile conseguenza sarà che mi ritroverò ben presto con i pantaloni completamente bagnati a causa dell'abbondante guazza notturna caduta su pietre e piante.
La situazione ovviamente non migliora passando sul sentiero 3 anzi, il fondo sabbioso offre maggiori possibilità di crescita a cisto, erica e ginestra tanto che in vari tratti assomiglia più a un passatoio di animali che ad un sentiero per escursionisti.
Infine la segnaletica: benché numerosa, è per la maggior parte vecchia, sbiadita e decisamente anomala per quanto riguarda formato e dimensioni.
Quindi dopo circa un'ora di cammino passo sul 10; come prevedevo, il tratto iniziale è in pessimo stato, in questo caso oltre alla crescita della vegetazione, le piogge abbondanti hanno asportato parte del terreno ed i solchi già presenti da tempo, adesso sono ancora pià profondi e difficili da superare.
Fortuna che ho con me i bastoncini da trekking, saranno di prezioso aiuto sia per salire che successivamente per scendere lungo il versante nord dove il granito fradicio è scivoloso come sapone.
Così è solo sul 28 che posso permettermi un'andatura scorrevole e veloce, in questo caso le abbondanti piogge sono state utili per ricompattarne parzialmente il terreno sconquassato dai cinghiali, principale problema di questo sentiero.
Buona la situazione anche del 6, lungo il quale però, una vecchia pianta si è accasciata sbarrandone parzialmente il passaggio (coordinate gps N42 46.705 E10 09.716).
Una volta raggiunto il bivio con il sentiero 1, la situazione peggiora nuovamente, in questo caso non perché chiuso dalla vegetazione, ma perchè la mancanza di segnavia ben fatti unita ad un fondo ricoperto da rami secchi, rendono veramente difficile seguirlo correttamente e se ci riesco e solo grazie alla memoria ed all'esperienza.
Uscito dal bosco, orientarsi diventa più semplice, ma è solo intersecando il sentiero 2 che il fondo torna decente.
Il passaggio sul 5 non rivela particolari sorprese, buono inizialmente poi insidioso una volta raggiunte le lastre bagnate di granito che dovrò superare con estrema cautela.
11,30, "Finalmente a Malpasso", penso fra me e me, ma dimentico che ci sono ancora tratti di granito scivoloso da percorrere, così altri metri di andatura lenta e goffa; il tepore di questo primo sole invernale non è ancora riuscito ad asciugare la roccia.
Ovviamente di andature veloci per stamani non se ne parla, ma la cosa non mi disturba più di tanto, ne approfitto per scattare qualche foto in più a testimonianza della bellezza dei luoghi, della chiusura dei sentieri.. e della stupidità dell'escursionista che si è portato via il logo in ceramica del PNAT incastonato nel segnavia della Grottaccia, ovviamente danneggiandolo.
Sarà solo dopo aver superato monte Cenno che la situazione migliora un po' e raggiunto il caprile sul fianco del monte Orlano, mi concederò una breve sosta per divorare i miei clementini; li ho portati in giro abbastanza!
Sono le 13,47 quando ripercorro via del Passatoio a Pomonte, la temperatura di 18 gradi è estremamente piacevole come lo è stata l'escursione di oltre 17 chilometri.
Max
Da subito mi rendo conto che la vegetazione ne ha invaso buona parte, tanto che nemmeno i lunghi tratti in granito ne sono rimasti indenni; prima tangibile conseguenza sarà che mi ritroverò ben presto con i pantaloni completamente bagnati a causa dell'abbondante guazza notturna caduta su pietre e piante.
La situazione ovviamente non migliora passando sul sentiero 3 anzi, il fondo sabbioso offre maggiori possibilità di crescita a cisto, erica e ginestra tanto che in vari tratti assomiglia più a un passatoio di animali che ad un sentiero per escursionisti.
Infine la segnaletica: benché numerosa, è per la maggior parte vecchia, sbiadita e decisamente anomala per quanto riguarda formato e dimensioni.
Quindi dopo circa un'ora di cammino passo sul 10; come prevedevo, il tratto iniziale è in pessimo stato, in questo caso oltre alla crescita della vegetazione, le piogge abbondanti hanno asportato parte del terreno ed i solchi già presenti da tempo, adesso sono ancora pià profondi e difficili da superare.
Fortuna che ho con me i bastoncini da trekking, saranno di prezioso aiuto sia per salire che successivamente per scendere lungo il versante nord dove il granito fradicio è scivoloso come sapone.
Così è solo sul 28 che posso permettermi un'andatura scorrevole e veloce, in questo caso le abbondanti piogge sono state utili per ricompattarne parzialmente il terreno sconquassato dai cinghiali, principale problema di questo sentiero.
Buona la situazione anche del 6, lungo il quale però, una vecchia pianta si è accasciata sbarrandone parzialmente il passaggio (coordinate gps N42 46.705 E10 09.716).
Una volta raggiunto il bivio con il sentiero 1, la situazione peggiora nuovamente, in questo caso non perché chiuso dalla vegetazione, ma perchè la mancanza di segnavia ben fatti unita ad un fondo ricoperto da rami secchi, rendono veramente difficile seguirlo correttamente e se ci riesco e solo grazie alla memoria ed all'esperienza.
Uscito dal bosco, orientarsi diventa più semplice, ma è solo intersecando il sentiero 2 che il fondo torna decente.
Il passaggio sul 5 non rivela particolari sorprese, buono inizialmente poi insidioso una volta raggiunte le lastre bagnate di granito che dovrò superare con estrema cautela.
11,30, "Finalmente a Malpasso", penso fra me e me, ma dimentico che ci sono ancora tratti di granito scivoloso da percorrere, così altri metri di andatura lenta e goffa; il tepore di questo primo sole invernale non è ancora riuscito ad asciugare la roccia.
Ovviamente di andature veloci per stamani non se ne parla, ma la cosa non mi disturba più di tanto, ne approfitto per scattare qualche foto in più a testimonianza della bellezza dei luoghi, della chiusura dei sentieri.. e della stupidità dell'escursionista che si è portato via il logo in ceramica del PNAT incastonato nel segnavia della Grottaccia, ovviamente danneggiandolo.
Sarà solo dopo aver superato monte Cenno che la situazione migliora un po' e raggiunto il caprile sul fianco del monte Orlano, mi concederò una breve sosta per divorare i miei clementini; li ho portati in giro abbastanza!
Sono le 13,47 quando ripercorro via del Passatoio a Pomonte, la temperatura di 18 gradi è estremamente piacevole come lo è stata l'escursione di oltre 17 chilometri.
Max